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lunedì 27 gennaio 2014

Consapevolezza attraverso il modello R.O.S.A.: Respiro, Osservazione, Sensazioni, Attenzione

Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

“Il primo elemento chiave del coaching è la consapevolezza, vale a dire il frutto di un’attenzione estremamente focalizzata, di concentrazione e chiarezza di vedute.” 
 John Whitmore (1)

Modello R.O.S.A.: Respiro, Osservazione (interna ed esterna), Sensazioni, Attenzione (Fase contemplativa) (per stare bene).
Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente. La tecnica più appropriata per esplorare la realtà interiore è la consapevolezza della respirazione.
Respiro nel “qui e ora”, momento per momento senza giudicare, è una forma di autoconsapevolezza, si resta in ascolto, in osservazione del respiro e delle sensazioni corporee, considerando che tutto sorge e tutto muore momento per momento.
Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. 

Credere nel raggiungimento dell’obiettivo e passare all’azione

Psicologo dello sport, Psicoterapeuta


Utilizzando il modello O.R.A. (Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia) si definisce chiaramente l’obiettivo temporale e le risorse per raggiungerlo. E’ importante riuscire a vedersi con l’obiettivo raggiunto.
Attraverso l’ipnosi Ericksoniana si chiede di immaginarsi poi avanti nel tempo con l’obiettivo raggiunto:
Come ti vedi avendo già raggiunto l’obiettivo? Dove? Con chi? Come ti senti? Come è stato raggiungere l’obiettivo? Cosa hai fatto? Chi ti ha aiutato? Quali sono state le tue risorse? Come hai iniziato? Da dove sei partito? Quali difficoltà hai incontrato? Come le hai superate?
Sì passa al lavoro di Gestalt con la tecnica della “sedia vuota”: “tu sei avanti nel tempo e hai raggiunto l’obiettivo, visualizza te stesso sulla sedia davanti a te con obiettivo ancora da raggiungere, digli come hai fatto tu a raggiungerlo e come può fare lui”; “cambia sedia e diventa te con obiettivo da raggiungere, sei disposto ad impegnarti? Quanto credi in te stesso?”.
John Whitmore nel suo libro Coaching elenca alcune domande utili per passare all’azione:
“Che cosa intendete fare?
Quando lo farete? Questa è forse la domanda più ‘impegnativa’. Tutti possiamo avere grandi idee su ciò che ci piacerebbe fare o che faremo,  ma è soltanto quando fissiamo delle scadenze precise che la nostra azione passa a un livello di realtà.
La vostra azione vi condurrà all’obiettivo?

Incrementare le potenzialità di un team


Il punto di partenza per ogni intervento, progetto è la valutazione del contesto, delle persone e questo può avvenire conoscendo il contesto, le persone attraverso l’osservazione, il dialogo, il confronto. Un primo approccio è quello di chiedere informazioni relative al loro operato, alla loro persona, alle loro intenzioni, motivazioni, obiettivi, sicurezze, timori.
Bisogna fare un monitoraggio, una valutazione delle persone coinvolte, di come sono composti i team che siano aziendali, sportivi, squadre di soccorritori. E’ utile comprendere quali sono le risorse, le caratteristiche, le qualità occorrenti nei diversi contesti, nelle diverse fasi, cercare di potenziare, rafforare quelle che si posseggono già, sviluppare quelle che non si posseggono.
Si possono creare occasioni di incontro, confronto, per poter parlare, discutere, fare esperienza, per poter insegnare e far apprendere le buone prassi che portano all’eccellenza nei diversi settori e nelle diverse fasi del processo produttivo, sportivo, di intervento in contesti emergenziali.
John Whitmore nel suo libro Coaching elenca le caratteristiche che un team efficae e con un alto grado di erformance dovrebbe presentare: “Sostegno reciproco, cooperazione, fiducia reciproca, adattabilità, pazienza, amicizia, impegno, coraggio, senso dell’umorismo, entusiasmo, compatibilità, altruismo.” Inoltre Whitmore ilustra le fasi dello sviluppo progressivo di un team: “La prima fase è chiamata dell’inclusione.

L’esercizio del posto sicuro per ridurre lo stress

Matteo SIMONE 
3804337230- 21163@tiscali.it 

Lo psicologo si avvicina alla persona in difficoltà in punta di piedi, mostra la propria disponibilità all’ascolto empatico, si parla di empatia come qualcosa che serve a comprendere l’altro, a mettersi nei panni dell’altro, per capire il suo stato, la sua situazione, la sua sofferenza, il suo vissuto.

Tra lo psicologo e la persona si crea uno spazio protetto, si condivide uno spazio ed un tempo esclusivo, riservato a loro due, devono trovare una distanza che sia ottimale per entrambi e abitare questa distanza per il tempo stabilito o necessario, questo permette alla persona di fidarsi, affidarsi, sperimentarsi, parlare delle proprie sensazioni, emozioni.

giovedì 23 gennaio 2014

Autoefficacia nello sport

DJOKOVIC: “Ho cercato, sin da piccolo, di vedermi in campo l’ultima domenica di Wimbledon giocare la finale, per me è sempre stato l’obiettivo numero uno”. (1)

Intervento su misura (Tailoring): dopo un’attenta analisi della domanda, si personalizzerà il progetto di lavoro in base alle sue specifiche esigenze, alle sue richieste ed ai suoi obiettivi, alla personalità del cliente,
Per lavorare bene è necessario:
-      stabilire una sorta di “alleanza” sia con gli atleti che con l’intero staff;
-      la presenza di un clima di fiducia e di collaborazione reciproca con l’atleta e con le varie figure dell’equipe;
-      coinvolgere anche l’allenatore, il preparatore atletico e le altre figure professionali.
Si instaura una relazione basata sulla reciproca fiducia e tesa a permettere: ascolto empatico, l’espressione delle difficoltà, supporto psicologico. L’atleta e lo psicologo vivono uno spazio ed un tempo loro, riservato, esclusivo, derivato dal fidarsi da parte dell’atleta e dall’interesse dello psicologo a mettere se stesso e la sua professionalità a disposizione dell’atleta. Si tratta di incontrare l’altro che ha una esigenza, una difficoltà, un problema, stabilire un contatto reciproco.
Attraverso le osservazioni sul campo, si ha modo di cogliere le dinamiche tra atleti ed allenatori, le modalità di feedback da parte degli allenatori, le reazioni degli atleti ad allenamenti faticosi o dolorosi.

Prestazione ottimale nelle aziende, nello sport e nelle emergenze

Se non ci riusciamo, riproviamo ancora e ancora, sorridendo, senza tensione; senza scoraggiarci, continuiamo a ripetere l’esercizio. (1)

Nei contesti lavorativi, negli ambienti sportivi, negli interventi durante le emergenze derivanti da catastrofi, tragedie, si richiede sempre più prestazioni ottimali, la cosìdetta performance, la prestazione eccellente da parte delle persone coinvolte, che siano dipendenti, sportivi, soccorritori.
Come fare per incrementare tale performace?
E’ importante prima di tutto valutare cosa si fa, come lo si fa, quanto è valido, è produttivo quello che si fa.
Bisogna fare un monitoraggio, una valutazione delle persone coinvolte, di come sono composti i team che siano aziendali, sportivi, squadre di soccorritori. E’ utile comprendere quali sono le risorse, le caratteristiche, le qualità occorrenti nei diversi contesti, nelle diverse fasi, cercare di potenziare, rafforare quelle che si posseggono già, sviluppare quelle che non si posseggono.
Si possono creare occasioni di incontro, confronto, per poter parlare, discutere, fare esperienza, per poter insegnare e far apprendere le buone prassi che portano all’eccellenza nei diversi settori e nelle diverse fasi del processo produttivo, sportivo, di intervento in contesti emergenziali.
Sheil J. Costello nella prefazione al suo libro Gestire e migliorare le performance (2) spiega: “Una gestione efficace della performance in un contesto d’impresa significa informare i dipendenti di quanto ci si aspetta da loro, valutare le loro prestazioni ed elaborare insieme modalità per migliorarsi e crescere. Solo a questo punto potranno contribuire al meglio, sfruttando tutte le loro capacità e sentendosi parte integrante dell’organizzazione aziendale”.

martedì 21 gennaio 2014

Promuovere stili di vita e alimentari sani

Psicologo, Psicoterapeuta


L’inattività fisica incide notevolmente sui costi diretti e indiretti dell’assistenza sanitaria e ha un impatto significativo sulla produttività e sugli anni di vita in buona salute. Le politiche e le azioni che favoriscono lo svolgimento dell’attività fisica rappresentano un forte investimento per la prevenzione delle malattie croniche e per il miglioramento della salute, per le relazioni sociali e la qualità della vita.
Favorire l'attività fisica: Le organizzazioni sportive potrebbero collaborare con gruppi del settore della sanità pubblica per mettere a punto campagne pubblicitarie e di marketing in tutta Europa al fine di promuovere l'attività fisica, in particolare fra le popolazioni bersaglio, quali i giovani, o i gruppi appartenenti a ceti socioeconomici più bassi. (1)
Save the Children (2) promuove insieme a Mondelēz International Foundation e un progetto triennale nelle aree periferiche di 10 città italiane a favore della pratica motoria e sportiva e dell'educazione alla salute dei bambini. Obiettivo del progetto è promuovere un cambiamento negli stili di vita dei bambini, coinvolgendo le famiglie, lavorando nelle scuole e in centri sportivi informali, con un focus particolare ad aree e quartieri disagiati. L'intervento è coordinato da Save the Children e implementato da due Partner autorevoli: UISP (Unione Italiana Sport per tutti) e CSI (Centro Sportivo Italiano) che collaboreranno insieme nelle seguenti città: Ancona, Aprilia, Bari, Catania, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Sassari e Torino. I beneficiari diretti del progetto saranno 66.440 tra bambini e loro famiglie ed un numero maggiore di beneficiari indiretti (operatori, educatori, insegnanti, pediatri ecc).

lunedì 20 gennaio 2014

La percezione è il senso della vita

Se non ci riusciamo, riproviamo ancora e ancora, sorridendo, senza tensione; senza scoraggiarci, continuiamo a ripetere l’esercizio. (1)
       
Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente, è illustrata da William Hart nel libro LA MEDITAZIONE VIPASSANA -  Un’arte di vivere:
“La tecnica più appropriata per esplorare la realtà interiore è la consapevolezza della respirazione.
Non si tratta di un esercizio di respirazione, bensì di consapevolezza. Lo sforzo non è quello di controllare il respiro, ma quello di prendere coscienza di come il respiro stesso sdi manifesta.
Sforzandoci di fissare l’attenzione sul respiro impariamo a rimanere nella realtà del momento presente.
Quando ci sediamo tranquilli e fissiamo l’attenzione sul respiro, senza l’interferenza di alcun pensiero, attiviamo e manteniamo un salutare stato di autoconsapevolezza.
Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.
Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.
Questo è il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente.

venerdì 17 gennaio 2014

La consapevolezza della respirazione

Se non ci riusciamo, riproviamo ancora e ancora, sorridendo, senza tensione; senza scoraggiarci, continuiamo a ripetere l’esercizio. (1)

Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente, è illustrata da William Hart nel libro LA MEDITAZIONE VIPASSANA - Un’arte di vivere:
“La tecnica più appropriata per esplorare la realtà interiore è la consapevolezza della respirazione.
Non si tratta di un esercizio di respirazione, bensì di consapevolezza. Lo sforzo non è quello di controllare il respiro, ma quello di prendere coscienza di come il respiro stesso sdi manifesta.
Sforzandoci di fissare l’attenzione sul respiro impariamo a rimanere nella realtà del momento presente.
Quando ci sediamo tranquilli e fissiamo l’attenzione sul respiro, senza l’interferenza di alcun pensiero, attiviamo e manteniamo un salutare stato di autoconsapevolezza.
Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.
Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.
Questo è il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente.

Obiettivi ed autoefficacia

L’obiettivo deve essere ben formulato, visibile (immaginabile), possibile, sfidante, di mia responsabilità, raggiungibile in un tempo prefissato (con scadenza), identificabile in un risultato.
Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l'autoefficacia dell'atleta.
L’importanza del’autoefficacia nel raggiungere l’obiettivo emerge anche da un’intervista ad un pugile nel libro City di Alessandro Baricco:
  • Io avevo il campionato del mondo ficcato in testa dal primo giorno che sono entrato in palestra… mi importava di salire fino a lassù, proprio in cima, campione del mondo…. che ambizione, quando sei un ragazzo puoi sognare delle cose… ci credi veramente, magari la gente ti odia perché sei presuntuoso, o sembri un pazzo megalomane, ed è tuttto vero, ma dentro… cristo che forza lì dentro, una forza bella, vita allo stato puro.
  • Dopo cinque anni di pugilato professionistico, con un record di 35 vittorie e una sola sconfitta, diventasti lo sfidante ufficiale di Buttler, per il mondiale. A Cincinnati, quel giorno, tu gli togliesti la corona di campione del mondo, mandandolo altappeto a trentadue secondi dalla fine del match.
  • Il round più bello della mia vita, tutto in apnea, una meraviglia. (1)

giovedì 16 gennaio 2014

Conseguenze positive della corsa regolare: diminuzione di fumo e di bevande alcoliche

Il mutare dei modelli di vita, del lavoro e del tempo libero influisce in modo decisivo sulla salute. Lavoro e tempo libero devono divenire fonti di benessere per tutti. Il modo stesso in cui la società organizza il lavoro deve contribuire a renderla più sana. Dalla promozione della salute derivano condizioni di vita e di lavoro più sicure, stimolanti, gratificanti e piacevoli. (1)
Nel testo Il libro della corsa James Fixx riporta un paio di testimonianze sulle conseguenze positive della corsa: 1. Un uomo d’affari, Frank Adams, corre per sette, dieci chilometri al giorno in un parco del Connecticut. “Una volta, quando mi capitava d’irritarmi in ufficio, tornando a casa mi bevevo un paio di martini. Adesso faccio una corsa.” 2. Il dottor Ronald M. Lawrence, fondatore dell’Associazione dei medici corridori nonché insegnante alla Scuola americana di medicina sportiva: “Si smette di fumare per tentare le distanze maggiori. Per lo stesso motivo si riduce il consumo d’alcool. Ci si diverte molto di più se non si è ralllentati dall’alcool e dal fumo. Bisogna modificare le abitudini alimentari, perché una buona nutrizione è parte integrante degli esercizi aerobici. Così la salute generale migliora. Si dorme meglio, ma non c’è più bisogno di dormire a lungo. La vita sessuale ci guadagna. Le ansie pesano di meno e in generale ci si trova più agguerriti contro lo stress. Anche la produttività sul lavoro migliora. Si guarda un po’ meno la televisione e ci si scopre intorno un mondo nuovo”. (2)

lunedì 13 gennaio 2014

Allenare gli Allenatori

“Allenare è guidare insieme persone con diverse esperienze, talenti, interessi, incoraggiandole ad assumere la responsabilità del loro ruolo, portandole ad un continuo miglioramento...”                 (Tom Peters e Nancy Austin)


A cosa serve lo sport: conoscenza di se stessi e del mondo, controllo emotivo, adattabilità, socializzazione, tolleranza alle frustrazioni, auto-efficacia: “Sì, io posso farcela”
Allenare non è un compito semplice, occorre che il tecnico sia in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, educative, e comunicative
Un obiettivo importante per gli allenatori è quello di conoscere le motivazioni che hanno determinato e che continuano a mantenere elevato il coinvolgimento degli atleti.

Camminatori eco-spirituali del Gargano


Manfredonia è una cittadina della provincia di Foggia situata alle porte del Gargano spalmata per lo più lungo la costa.

Gli atleti che hanno l’opportunità di transitare dalle parti di Manfredonia oltre a conoscere la città con il suo castello, chiese, scorci panoramici e sue prelibatezze hanno anche l’opportunità di cimentarsi in un trail in montagna aggregandosi al mitico Michele Spagnolo reperibile al suo negozio di “scarpe running e non solo” sito in Corso Manfredi 303 che si definisce il Bruce Chatwin della corsa e può condurvi in un’uscita a contatto con la natura raggiungendo l'Abbazia di Santa Maria di Pulsano o la Grotta di San Michele Arcangelo sita in Monte Sant’Angelo.

Per l’ultramaratoneta Michele Spagnolo la corsa è vita, attraverso la corsa si emoziona, conosce altri, è un modo per pubblicizzare il suo negozio, è salute, è un’opportunità di elaborare soluzioni ai suoi problemi.

Lo studio del terapeuta diventa un laboratorio vivo

Una qualità unica della psicoterapia della Gestalt è l’accento sulla modificazione del comportamento di una persona in sede di terapia, attraverso la sperimentazione.
Per illustrare l’importanza dell’esperienza riporto un racconto tratto da L’ARTE DI VIVERE di WILLIAM HART, La tecnica di meditazione Vipassana come insegnata da S.N.Goenka (1) : Una volta un giovane professore stava compiendo un viaggio per mare. Era un uomo assai colto, pieno di titoli, ma aveva poca esperienza della vita. Tra l’equipaggio della nave su cui stava viaggiando c'era un vecchio marinaio analfabeta. Ogni sera il marinaio faceva visita al professore nella sua cabina per ascoltarlo dissertare su diversi argomenti. Era molto impressionato dalle conoscenze del giovane.
Una sera, mentre il marinaio stava lasciando la cabina dopo alcune ore di conversazione, il professore gli chiese: "Dimmi, hai mai studiato la geologia?"
"Che cos'è?”
"La scienza della terra."
"No, non sono mai stato a scuola. “
"Allora hai proprio sprecato un quarto della tua vita."
Il vecchio marinaio se ne andò rattristato. "Se una persona così istruita dice questo, certamente deve essere vero." pensava. "Ho sprecato un quarto della mia vita!"

L’esperienza maratona


“L’importante in una corsa non è il risultato finale ma quello che senti mentre corri”
Forrest Gump

La maratona oltre ad essere una prestazione sportiva agonistica è un’esperienza. Percorrere una maratona non significa solamente cercare di vincere, cercare di fare la prestazione della vita, cercare di fare il record personale.
Percorrere una maratona significa anche fare un’esperienza e, cioè, organizzarsi per partire, per andare in un posto, mettersi d’accordo con gli amici di viaggio, con gli eventuali amici da incontrare nel lugo della maratona.
L’esperienza maratona significa sperimentare l’alimentazione pre gara, preoccuparsi del tempo atmosferico, pensare all’abbigliamento adatto. L’esperienza maratona comprende l’eventuale partecipazione agli eventi collaterali, il presentarsi alla partenza, osserare e fare attenzione al territorio che si attraversa, ai colori, alle abitazioni, ai corsi d’acqua, alla gente lungo il percorso, soprattutto ai bambini che applaudono e che aspettano che gli batti il “cinque” con il palmo della mano.

Prendersi il tempo per ridere, apprezzare i momenti piacevoli e godere delle piccole cose

Essere resilienti significa essere duttili e flessibili, accettando di sbagliare, sapendo di poter rivedere e correggere le proprie azioni.
Sentimenti come il piacere, l’allegria, l’appagamento, la soddisfazione per il proprio lavoro, l’amore e l’affetto, unitamente a qualche bella risata e a momenti calorosi trascorsi con gli amici, rafforzano le capacità mentali essenziali alla soluzione dei problemi.
Alcuni tipi di attività gradevoli accrescono la forza di resilienza, il gioco, per esempio, contribuisce a sviluppare capacità fisiche, autocontrollo e conoscenze, oltre a migliorare la salute. I piacevoli momenti trascorsi con gli amici rafforzano il sistema immunitario e arricchiscono il patrimonio di risorse sociali cui si può attingere in tempi difficili.
Le energie accumulate nelle fasi positive sono durevoli, restano a nostra disposizione per quando saremo colpiti da un evento avverso o ci troveremo ad attraversare un lungo periodo di difficoltà. Prendersi il tempo per ridere, apprezzare i momenti piacevoli e godere delle piccole cose sono atteggiamenti che influiscono sul cervello e sul sistema nervoso potenziando le abilità di problem solving e questo, a sua volta, rafforza la resilienza.

giovedì 9 gennaio 2014

Approccio psicoterapeutico per affrontare un impegno imminente

E’ un approccio psicoterapeutico che si focalizza sulla risoluzione delle problematiche, conflitti, disagi attuali considerando che ciò che accade ora deriva dalle informazioni, ricordi del passato, antichi che sono stati congelati nella memoria, quindi la focalizzazione dell’EMDR è sul ricordo dell’esperienza traumatica per elaborarla a livello emotivo, cognitivo e a livello delle sensazioni corporee.
Le reti mnemoniche sono viste come la base sottostante alla patologia e alla salute mentale.
L’EMDR agisce sulle difficoltà del presente andando all’origine, nel passato ed operando nel futuro, l’obiettivo dell’EMDR è di riprendere l’informazione, l’immagine, il ricordo originale e permettere al paziente di rielaborarlo in modo che l’informazione congelata diventi adattiva nel presente.

Esercitare un maggiore controllo sulla propria salute

(Quando si corre ogni giorno smettere di fumare è nelll’ordine naturale delle cose)
Psicologo, Psicoterapeuta


Per promozione della salute si intende il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per conseguire uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, l’individuo o il gruppo devono essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l’ambiente o di adattarvisi.
Il mutare dei modelli di vita, del lavoro e del tempo libero influisce in modo decisivo sulla salute. Lavoro e tempo libero devono divenire fonti di benessere per tutti. Il modo stesso in cui la società organizza il lavoro deve contribuire a renderla più sana. Dalla promozione della salute derivano condizioni di vita e di lavoro più sicure, stimolanti, gratificanti e piacevoli. (1)
Murakami Haruki nel testo L’arte di correre descrive come ha iniziato a praticare attività fisica (2): “Ero arrivato a fumare sessanta sigarette al giorno. Le mie dita si erano ingiallite, e tutto il mio corpo puzzava di fumo. Si dica quel che si vuole, non era certo un’abitudine salutare. Poiché avevo intenzione di vivere a lungo e scrivere molti libri, dovevo trovare il modo di conservare le mie energie fisiche e non ingrassare.

Come fare per continuare a stare in uno stato di benessere.

Secondo la definizione adottata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’attività fisica è: “…qualsiasi forma di lavoro prodotta dalla muscolatura scheletrica che determini un dispendio energetico superiore a quello a riposo”.
Nell’infanzia e nell’adolescenza (5-17 anni) è indicato praticare non meno di un’ora di esercizio fisico moderato al giorno e come minimo 3 sedute la settimana di attività aerobica che sollecitino l’apparato muscolo-scheletrico, in modo da stimolare l’accrescimento e migliorare forza muscolare ed elasticità. (1)
L’attivita sportiva, specie all’aperto, e stata progressivamente sostituita da ore trascorse di fronte allo schermo di un computer o di un televisore, con una riduzione della spesa energetica quotidiana di circa 600 kcal rispetto ai coetanei di 50 anni fa.

Non piegarsi davanti alle peggiori disgrazie

Il cuore dell’uomo, un vero cuore di uomo, è  quel fiore che costantemente si incendia e rifiorisce.
El corazón del hombre, un verdadero corazón de hombre, es esa flor que constantemente se incendia y reverdece.                                                                                                                       Félix Luis Viera

Ci sorprendiamo ad apprendere che anche i disabili praticano sport, abbiamo difficoltà ad immaginare come possano fare a superare le proprie disabilità per praticare un determinato sport, per esempio il calcio praticato dai non vedenti, oppure il basket in carrozzina, eppure il disabile riesce ad eccellere nello sport, ed è anche determinato nei suoi obiettivi, riesce ad ottenere i successi prefissati grazie alla sua capacità, alla sua determinazione, alla sua voglia di emergere, di stare con gli altri, di dimostrare il suo valore, di riscattarsi, comunque tutte motivazioni che si riscontrano negli sportivi non disabili, e succede che anche alcuni atleti disabili facciano uso di sostanze dopanti, così come molti atleti disabili mostrino il loro fairplay come il pluricampione Alex Zanardi, che è un esempio per tutti. (1)

Favorire l'attività fisica

Quattro ore di sport a settimana sono il segreto per mantenersi in salute secondo le raccomandazioni dell'Istituto Superiore di Sanità emanate nell'ambito del programma "Guadagnare Salute" sulla linea delle Global recommendations on physical activity for health redatte dall'OMS.
L’attività fisica fa bene alle persone di ogni età: nei bambini promuove uno sviluppo fisico armonico e favorisce la socializzazione, mentre negli adulti diminuisce il rischio di malattie croniche e migliora la salute mentale. Non è mai troppo tardi per iniziare con l’attività fisica. Per gli anziani, i benefici riguardano l’autonomia funzionale, la diminuzione del rischio di cadute e di fratture e la protezione dalle malattie correlate all’invecchiamento. (1)
Uno dei compiti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è di indicare ai governi centrali e locali soluzioni al problema dell’inattività fisica della popolazione basate su evidenza scientifica e realisticamente perseguibili. Tra i campi di lavoro individuati spicca la promozione dell’esercizio fisico e dello sport nella scuola, nel tempo libero e in altri contesti. L’area di lavoro più promettente, tuttavia, è quella che si propone di introdurre nuovamente l’attività fisica all’interno delle azioni della vita quotidiana, soprattutto quelle connesse agli spostamenti delle persone durante la giornata per andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa, dagli amici o dai parenti
Il cammino rappresenta il primo livello per tutti coloro che desiderano iniziare a dedicarsi alla propria salute. Camminiare ogni volta che è possibile, ricordandoci che i benefici maggiori si ottengono con la continuità.

martedì 7 gennaio 2014