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lunedì 25 maggio 2015

Provarci sempre, arrendersi mai

L’ultramaratoneta ha scoperto che volendo, si può far tutto, che la passione è un motore potente che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi impresa con qualsiasi condizione, è una sorta di adattamento graduale che ti permette gradualmente di incrementare l’autoefficacia personale e sviluppare la resilienza che ti permette di andare avanti e non fermati per imprevisti o crisi ma avere la capacità di gestire momento per momento con tutte le proprie risorse, capacità personali scoperte nel corso di precedenti competizioni e situazioni.
Di seguito le risposte ricevute alla domanda: “Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?”:
“Il Tor des Geants.”
“Nessuna, ancora oggi ritengo che possa arrivare in fondo a qualsiasi gara, con l’avanzare dell’età non so, i miei prossimi obbiettivi sono UTMB e TDG e spero di riuscirci.”
“Temo il freddo, quindi ogni gara esposta a temperature rigide mi preoccupa (il che non siginfica che prima o poi non la proverò…)”
“Ora come ora praticamente tutte. In passato quando stavo meglio ho rinunciato alla 9 Colli, alla Sparta-Atene, perché ho ritenuto, sulla base di informazioni avute da amici che l’avevano corsa che non era nelle mie possibilità. Nella vita e nella corsa bisogna sempre porsi questa domanda: posso permettermelo? E se la risposta è negativa, bisogna farsene una ragione.”
“La Tor des Geants”
“Penso che con un buon allenamento mentale si possa portare a termine qualsiasi gara. Non importa il tempo che impieghi.”
“Forse le gare di ultracycling di diversi giorni e con molte salite lunghe e ripide, nelle quali oltre all’impegno fisico estremo mi spaventa la carenza di sonno.”
“SE CI SONO, NON NE SONO A CONOSCENZA. PROBABILMENTE UNA GARA MOLTO LUNGA E MOLTO TECNICA.”
“Di quelle che conosco la 6 giorni, troppo lontana da me.”
“202 nove colli.”
“Quella al mondo che posso solo sognare è il Tor des Geants, ma anche la Spartathlon.”
Ciro De Palma: “Nessuna, se m’innamoro.”
“La 24h. Ho assistito una volta da spettatore e mi è bastato.”
“Non so forse una gara al freddo, con temperature a meno 20 non lo sopporterei...”
“Temo tutte quelle che si svolgono in climi troppo caldi (deserti ecc).”
“Credo ce ne siano tantissime. Probabilmente quelle più lunghe di 100 km, o con dislivelli eccessivi, o su terreni impossibili quali deserti o aree ghiacciate.”
“Ma per ora nessuna.”
“Conoscendo i miei limiti, tutte quelle gare superiori ai 200km con cancelli orari stretti.”
“Le gare che interessano più giorni continuativi.”
“Non penso ci sia una gara ultramaratona su strada dove non ci riuscirei.”
Aurelia Rocchi: “Vorrei provare tutte le gare. Se ci sarà una dura che non potrò finirla per qualche motivo, riproverò riproverò fino a che riuscirò perché non ce niente più forte del mio cervello, avrò tanta pazienza per riprovare.”
 “Non esiste, non la conosco. Però mi sono precluse tutte le prove senza balisaggio, non so usare bussole e cartine quindi sicuramente il mio limite sta li, non nel numero di km. E può stare anche nelle condizioni climatiche estreme, credo di non essere tagliata né per il caldo estremo né x il freddo estremo.”
“Il Trofeo KIma o comunque tutte quelle gare dove e’ richiesta la capacita’ di percorrere sentieri con passaggi aerei, parti attrezzate con corde o catene o passaggi esposti.”
“Non so no non saprei dirti forse le 48h o le sei giorni.”
“Credo nessuna.”
“Vorrei fare il Tor ma allo stesso tempo non mi sento pronta! Spero un giorno di riuscirci!”
“Non saprei. Credo che si possa fare molto, tutto dipende dalla preparazione.”
“Tutte quelle gare lunghe alle quali parto senza essere convinto, quelle sono le piu difficili da finire.”
 “Ormai non so più a che livello si è arrivati di gare "estreme". Forse l'Idita Road(la lunga) in Alaska.”
“IronMan.”
“AL MOMENTO NON HO IDEA.”
“Sicuramente quella dove ci sono i varchi.”
“Non saprei, sicuramente ce ne sono tante, ma non cerco l'estremo, non cerco lo sfinimento e quindi non mi sono mai posto il problema.”
“Non c’è una gara, una volta valutata distanza e dislivello, e deciso che è alla mia portata parto convinto di portarla a termine.”
“Sicuramente ultramaratone che superino i 100 km di distanza, oppure Skyraces in genere e ultramaratone anche di distanze inferiori ai 100 km ma svolte in condizioni ambientali molto difficili.”
“Non esiste, penso che tutto si possa fare, basta volere.”
“Non l’ho ancora trovata, come faccio a dirlo?”
“Non ci ho mai pensato.”
“Il Trail degli eroi 82 km con un dislivello di 4.700 m.”
Marinella Satta: “Non lo so. Credo che preparando bene una gara, potrei finirla anche se molto estrema.”
Gianluca Di Meo: “Nessuna gara estrema penso di non poter riuscire. Bisogna avere solo gran voglia e motivazione.”
Vito Rubino: “Tutte le gare ultra che consistono nel fare dei giri di uno stesso percorso prefissato, per esempio in una pista di atletica etc. Semplicemente per me non c’è motivazione.”
Silvio Cabras: “Non ci sono gare che dico che non riuscirei mai, se altre persone son riuscite, perché non riuscirci anch'io? “
Dante Sanson: “Non so se esiste una gara limite, il vero limite penso sia quello di riuscire a trovare il tempo ed il metodo giusto per una preparazione adeguata, (ci vuole tempo e ‘bisogna averlo’ il difficile e trovare le strategie giuste per ricavare gli spazi necessari per allenarsi).  Mi piace pensare che ci sia sempre una ‘giusta chiave’ che permetta di raggiungere gli obiettivi, è invece da valutare se i rischi ed i compromessi siano ragionevolmente accettabili.”
Monica Testa: “Il Tor de Geant e l'UTMB.”
Armando Quadrani: “Per rispondere a questa domanda dovrei correrla. Solo la consapevolezza di un insuccesso mi fornirebbe prontamente la risposta. Provarci sempre, arrendersi mai. Poi se purtroppo capita, farsene una ragione.”

Riccardo Borgialli: “Io credo che con un allenamento adeguato posso terminare qualsiasi gara, poi la differenza sta sempre in come la si vuole finire, per esempio facendola ad un passo molto lento penso che potrei terminare anche una 100 miglia.”
Andrea Boni Sforza: “NON RITENGO IMPOSSIBILE NESSUNA GARA, OVVIAMENTE NON SI POSSONO FARE TUTTE, MA NON ESCLUDO DI FARCELA CON NESSUNA.”
Pertanto l’ultramaratoneta è continuamente alla ricerca di situazioni sfidanti da gestire, superare che poi facciano parte del proprio corredo caratteriale.
Altri hanno dichiarato di temere gare troppo lunghe, di distanze superiore ai 200 km, di seguito alcune risposte: “Il Tor des Geants”, “Ho rinunciato alla 9 Colli, alla Sparta-Atene”, “202 nove colli”, “PROBABILMENTE UNA GARA MOLTO LUNGA E MOLTO TECNICA”, “La 6 giorni”. Alcuni temono le condizioni atmosferiche oppure la privazione del sonno, ecco alcune risposte: “Temo il freddo, quindi ogni gara esposta a temperature rigide mi preoccupa (il che non significa che prima o poi non la proverò)”, “Forse le gare di ultracycling di diversi giorni e con molte salite lunghe e ripide, nelle quali oltre all’impegno fisico estremo mi spaventa la carenza di sonno”, “Non so forse una gara al freddo, con temperature a meno 20 non lo sopporterei...”

Questo è il sorprendente, bizzarro, straordinario mondo degli ultrarunner, incontri, saluti, abbracci, condivisione dell’esperienza. Per approfondimenti è possibile consultare il libro "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva Editrice. Collana:  Sport & Benessere. Anno edizione: 2016. Pagine: 298 p. , Brossura. EAN: 9788874189441.
4° nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da pista - Maratona e corsa campestre
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Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
CONTATTI: 380.4337230 - 21163@tiscali.it
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