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martedì 16 giugno 2015

Se si vuole, qualsiasi obiettivo può diventare raggiungibile

Gli ultrarunner sperimentano di avere risorse interiori nascoste che vengono fuori al momento opportuno, inoltre sperimentano di riuscire nelle loro imprese, sperimentano di essere in grado di portare a termine i loro progetti, i loro obiettivi.

Le risposte degli atleti alla domanda: Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta, fanno riferimento ad altre dimensioni, al superare il normale, il banale, la vita quotidiana, si parla di girare una curva per vedere cosa c’è dietro, scoprire quello che non si può vedere e quindi la voglia di superarsi, di superare il noto, il conosciuto.
Gli atleti più che di sport parlano di un viaggio nel mistero nella conoscenza propria, nel vedere cosa riescono a fare, cosa riescono a sopportare, a raggiungere. Di seguito le risposte ricevute:
Marco Stravato: Il viaggio, l’avventura, i lunghi percorsi, 24 ore e più a non pensare allo stress lavorativo, sembra di essere entrato in un'altra dimensione, dentro se stessi.”
Marco Dori: Questo credo che sia qualcosa estremamente legato al motivo per il quale ho iniziato e proseguo nella corsa. La corsa per me è soprattutto un allenamento mentale, un irrobustire la mente e la sua capacità di fare qualcosa che comporti sacrificio e costanza anche in assenza di vittorie (non arriverò mai primo a una gara). Qualcosa che significhi contare solo su me stesso e essere solo di fronte a qualcosa da risolvere, da portare a termine. Non a caso i periodi nei quali mi alleno di meno vanno di pari passo a quelli durante i quali sono più debole di testa anche in tutte le altre cose della vita: lavoro, relazioni e fiducia in me stesso. Forse non è un caso che sia diventato ultramaratoneta in un periodo nel quale le difficoltà sia lavorative sia relazionali abbiano raggiunto livelli molto alti. Credo di aver trovato nella preparazione e nella partecipazione alle ultra un allenamento mentale per far sì che non vacillassi in tanti aspetti importanti della mia vita. E sento la necessità e l’importanza di proseguire in questo cammino.”
Giuseppe Meffe: La voglia di mettermi in gioco, di conoscermi, di sperimentare e soprattutto l’incontro con l’altro.”
Paolo Zongolo: La voglia di conoscere paesaggi sempre diversi e di conoscere sempre più me stesso e fino a dove posso spingermi.”
Giuseppe Mangione: Mi spinge il semplice gesto della corsa, gesto atletico più naturale che esista, mi spinge perché l’ultramaratona mi dà un pensiero positivo, mi spinge perché devo scoprire i miei limiti. La forza e la grande passione che ho per la corsa mi fa continuare ad essere una ultramaratoneta.”
Maria Chiara Parigi: La bellezza di questo sport mi spinge a proseguire pensando sempre a nuove strade e nuove sfide da affrontare! Di base sono un avventuriera!
Paolo Barnes: “Penso che il vuoto esistenziale e le endorfine mi fanno andare avanti.”
Stefano Ruzza: “Allenarmi e sentire il mio fisico adattarsi sempre di più alle lunghe distanze mi piace, come mi piace ancora gareggiare.”
Stefano Bognini: “Infrangere i miei record personali e migliorarmi sempre.”
Salvatore Musone: “Essere ultramaratoneta significa andare avanti senza limiti, non mi stanco di cercare competizioni sempre più dure. Solo per un serio infortunio di salute si smette a malincuore, purtroppo come nel mio caso.”
Giorgio Calcaterra: “Niente, è una cosa che mi va di fare e che faccio, ma non mi spinge niente se non la passione.”
Roldano Marzorati: “Piacere, puro piacere, sfide non stop fra me e la montagna, la strada.”
Roberto D’Uffizi: “Ritengo che sia importante per me continuare a progredire dal punto di vista umano, l’ultramaratona non è certamente l’unico mezzo di questo percorso, ma uno dei possibili, visto che amo correre.”
Vito Rubino: “Vivere la vita intensamente. Raggiungere uno stato in cui solo le cose importanti contano. Riscoprire le persone importanti nella mia vita. Riscoprire e migliorare me stesso.”
Silvio Cabras: “Mi spinge essere alla ricerca dei miei limiti, e poi noi che corriamo sappiamo il benessere psicofisico che ci da la corsa! “
Dante Sanson: “Scoprire i miei limiti e costringermi a trovare nuove soluzioni per continuare a ridivenire ultramaratoneta.”
Armando Quadrani: “L'illusione che un giorno riesca a raggiungere quel qualcosa che cerco ogni volta che corro, ma che non so cosa sia, e che quindi non potrà mai concretizzarsi.”
Andrea Boni Sforza: “AMO FARE SPORT, AMO VIVERE EMOZIONI E TRASMETTERLE, FINCHE’ L’ULTRAMARATONA MI DARA’ QUESTA GIOIA, CONTINUERO’.”
Stefania: “Quando corro mi sento bene”.
Vito Todisco: “Vedere fin dove arriva quel ragazzino che da piccolo giocava in porta o andava a servire la messa pur di non far fatica.”
Gian Paolo Sobrino: “Il piacere di esserlo, la condivisione della avventure con persone speciali.
Matteo Pigoni: “La passione che ho per la montagna, arrivare di corsa in posti naturalmente incontaminati, il brivido di raggiungere una vetta.
Mario Connor: “Le emozioni che provo ogni volta che corro.”
Giuliano Cavallo: “La voglia/curiosità di scoprire dove si arriva con la testa/mente!
Giuliano Ruocco: “E’ un fascino particolare, le mie emozioni vissute dal cambio del paesaggio a seconda delle altitudini sono quelle che mi emozionano di più.”
Luca Pirosu: “Continuare a toccare certe corde tra me e corpo,  in una gara corta non hai neanche il tempo per capire cosa stai facendo o pensare a chissachè se non raggiungere l’avversario là davanti in ore di corsa, approfittando dei ritmi più blandi , trovi spinto forse dall’adrenalina e endorfine a volte delle risposte ai tuoi perché.”
Alberto Ceriani: “La sfida con me stesso.”
Susanna Forchino: “Il fatto di potermi misurare con i miei limiti, di constatare ogni volta che ‘volere é potere’ e di provare ogni volta una felicità immensa nel portare a termine un’impresa.”
Iolanda Cremisi: “La forza che ho trovato in me stessa,  capire che, se si vuole, qualsiasi obiettivo può diventare raggiungibile, aver scoperto risorse interiori finora inesplorate, entrare in contatto con me stessa.

Come dicono Susanna e Iolanda: “volere è potere” e “se si vuole, qualsiasi obiettivo può diventare raggiungibile”, questo è un chiaro messaggio che emerge dagli atleti che praticano questa disciplina faticosa, impegnativa che sembra non alla portata di tutti in quanto ci vuole tanto coraggio, tanta passione, determinazione, volontà, elevata autoefficacia e tanta resilienza per superare momenti di difficoltà o eventuali crisi che possono presentarsi durante i lunghi percorsi di gara.
Per approfondimenti sullo straordinario e bizzarro mondo degli ultrarunner è possibile consultare alcuni  miei libri:

“Cosa spinge le persone a fare sport?”, edito da Aracne Editrice 2020 

http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788825528275 

Il libro riporta alcune interviste fatte ad atleti di diverse discipline sportive e indaga sulle motivazioni che spingono le persone a fare sport. Non solo la performance, ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, di rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale. Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a non mollare e per migliorarsi. 


DA 10 A 100 Dai primi 10 km corsi alla 100 km per Milano (Alberto Merex Mereghetti e Matteo Simone) 2020.

Questo testo nasce dall’idea di due persone di cui Alberto Mereghetti, atleta di corsa di lunghe distanze e triatleta e Matteo Simone, psicologo dello sport, scrittore e runner. 

L’intento è di raccontare le esperienze sportive di Alberto che a piccoli passi riesce ad andare molto lontano sperimentando benessere attraverso lo sport e anche performance. Si tratta di racconti di esperienze sportive intramezzati da aspetti di psicologia che vogliono trasmettere informazioni e cognizioni circa la psicologia dello sport e dell’esercizio fisico a partire dalla motivazione a fare sport, la pratica costante, la fiducia in sé, il superare crisi e difficoltà, la definizione di obiettivi difficili e sfidanti. 


TRIATHLON E IRONMAN La psicologia del triatleta.
Prospettiva Editrice, Civitavecchia, settembre 2019. Gli atleti vanno alla ricerca di sensazioni positive e di benessere, ed alla ricerca della sfida, per verificare quanto si è capaci a perpetrare uno sforzo nel tempo. Gli atleti considerano l’importanza del fattore mentale, affermando che non basta solamente l’allenamento fisico, ma è opportuno sviluppare anche aspetti mentali, quali la caparbietà, la tenacia, la determinazione e questi aspetti poi saranno utili anche per la vita quotidiana; infatti, essi permetteranno di saper gestire e affrontare determinate situazioni considerate difficili. 

Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida, Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019 

La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo. 

Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita. 

Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze. 

 

LO SPORT DELLE DONNE. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 10 ottobre 2018. 

http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=425&controller=product 

Nello sport non è importante solo la forza, la resistenza e i muscoli, ma è importante sviluppare anche la forza e la resistenza mentale che permettono di andare oltre, di consolidare lo stato di forma. Sempre più le donne stanno dimostrando di essere fortissime atlete e nelle gare di endurance competono anche con gli uomini con tanta grinta e forza, infatti è già successo che in gare considerate più dure d’Europa la vincitrice assoluta è stata una donna Americana. Raggiungere traguardi importanti diventa il coronamento di un sogno, il raggiungimento di un obiettivo ambito, la ricompensa di tanti sforzi e tanta fatica per ottenere qualcosa che si desidera con determinazione, tenacia, passione e con l’aiuto di qualcuno che sostiene.  


SPORT, BENESSERE e PERFORMANCE Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atletaProspettiva editrice, Civitavecchia, 2017. 

http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=397&controller=product 

Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva, per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti, partecipare a competizioni. Attraverso questionari ho raccolto il punto di vista di atleti comuni e campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance. E’ fondamentale conoscere il loro punto di vista a completamento delle teorie relative agli aspetti che incidono sul benessere e la performance dell’atleta e della squadra. Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, i tecnici, i dirigenti. 

 

 

Simone M. – Mangione G., L’ultramaratoneta di Corato. Esperienze, sensazioni, emozioni e aspetti psicologici di un atleta di corsa delle lunghe distanzeArduino Sacco Editore, Roma, 2017 

http://www.arduinosaccoeditore.eu/products/l-ultramaratoneta-di-corato/ 

L’intento di questo libro, scritto da uno psicologo e da un atleta di corsa di lunghe distanze, è di esprimere il senso dello sport, della corsa in particolare. Nel testo si parla del mondo dello sport che racchiude diversi aspetti quali il benessere psicofisico, emotivo e relazionale attraverso la partecipazione ad allenamenti e gare incontrando amici e avversari; sani stili di vita; l’aspetto mentale che ha grande importanza per il raggiungimento di obiettivi, la performance e per superare crisi e difficoltà sia nello sport che nella vita. Nel testo si parla di impressioni, sensazioni e tante emozioni; aspetti mentali quali l’autoconsapevolezza, motivazione, autoefficacia, resilienza. Giuseppe racconterà con le sue parole in corsivo le sue esperienze e le sue impressioni in gare lunghe e difficili. 


Ultramaratoneti e gare estreme, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 2016. 

Sport & Benessere 1 | | ed novembre 2016 

Chi sono gli ultramaratoneti? Cosa motiva questi atleti? Quali meccanismi psicologici consentono loro di affrontare gare estreme? Cosa li spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? 

Questi i quesiti che si è posto l’autore Matteo Simone per stendere questo libro, si parla di ultramaratone e di gare estreme per lunghezza kilometrica, per condizioni fisiche-naturalistiche e metereologiche nelle quali si affrontano i percorsi, per le richieste mentali poste a questi atleti. Il testo consente di calarsi nella realtà degli ultramaratoneti, grazie all’esperienza diretta dell’autore ed al contributo di centinaia di atleti intervistati che hanno condiviso le loro esperienze di gara. Vi sono i racconti di amanti della corsa e di atleti professionisti. In primo piano è il vissuto esperienziale degli atleti, le loro problematiche, le loro convinzioni, le loro paure, le loro esperienze di vita e i loro successi. Come ci ricorda la psicoterapia della Gestalt è nell’esperienza che risiede la conoscenza. Un libro affascinante che riporta le motivazioni di queste persone, che tratteggia le loro strutture caratteriali. Un testo che permette di avvicinarsi a questo tipo di discipline considerate estreme e impossibili. 

 

Simone M. – Baranzini D., Ultramaratoneta: un’analisi interminabile, Edizioni ARAS, Fano, 2016. 

http://www.arasedizioni.com/files/catalogo/popup.php?cID=1&pID=854  

L’intento di questo libro è di illustrare l'ultramaratona, un particolare vissuto di sport a volte considerato estremo, ai limiti della umana ragionevolezza. 

L’opera è una sorta di fantastico saggio poetico. L’intento degli autori è di illustrare un particolare vissuto di sport a volte considerato estremo, ai limiti della umana ragionevolezza. L’opera è frutto di una sorta di dialogo e corrispondenza tra i due autori. Daniele Baranzini si racconta attraverso la sua pianificazione e progettazione di lunghe gare da interpretare e portare a termine e Matteo Simone, come un archeologo, cerca di entrare nella psiche di Daniele alla ricerca di un senso. 


Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
CONTATTI: 380.4337230 - 21163@tiscali.it

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