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martedì 2 gennaio 2018

Milly Crepaz: Capii che lo sport di montagna era la via migliore da prendere

Matteo Simone 

Sono tante le modalità e le opportunità per sentirsi campione.

Lo sport in genere può far sperimentare di essere campione ottenendo validi e ambiziosi risultati, raggiungendo mete sfidanti, salendo sul podio, battendo gli avversari.
A volte campioni significa superare periodi e momenti di crisi e difficoltà oppure come nel caso di Milly campioni si può sperimentare raggiungendo vette, scalando e arrivando sempre più in alto.
Interessante l’intervista che riporto di seguito a Milly Crepaz; scialpinista (ex nel comitato veneto), corsa in montagna, bici, arrampicata.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “No, o meglio, non pienamente. Nemmeno raggiungendo il gradino più alto del podio. Negli ultimi tempi mi sono staccata dalle gare e ho cominciato a sentirmi campionessa nella conquista di alte cime.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Ho fatto agonismo nell'ambito dello sci alpino per 8 anni (prima elementare - 3^ media), con l'inizio del liceo mi sono avvicinata prima alla camminata in salita e successivamente, come per gioco, cominciai a correre con un'amica. Da lì, forse anche grazie alle endorfine, capii che lo sport di montagna era la via migliore da prendere. Cominciai, piena di entusiasmo, a praticare assiduamente ogni sport di montagna, dalle vertical in estate alle gare di scialpinismo d'inverno, fino a ricevere la convocazione in comitato. Lo sport mi diede anche molti problemi, perché ho esagerato molto. Ora ho scelto, dopo innumerevoli problemi fisici e mentali, di trovare il mio equilibrio prendendomi una pausa dalle gare e di praticare lo sport come cura, non come distruzione.”

Bella la montagna, bello lo sport in montagna all’aria aperta, lo sport come da così toglie, ti prende e a volte le endorfine di fanno sperimentare una sorta di dipendenza, non te ne vuoi più liberare, vorresti essere libero come un animale a scorrazzare per prati e monti, lo sport è bello da giocare quando si è ragazzi e a volte la competizione fa bene ti fa mettere alla prova con gli altri amici e avversari ma se ti prende troppo ti fa massacrare di allenamenti e poi si tratta di sapersi gestire sia nelle vittorie e nelle prestazioni eccellenti sia negli infortuni o sconfitte, un mondo da assaporare con cautela.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?Imparare a seguire i ritmi del mio corpo invece delle schede di allenamento. Nessuno può conoscermi meglio di me stessa. Il rispetto per il proprio corpo è il primo passo da fare verso il benessere. Quindi allenarmi in base a come mi sento, dare tutto se ne sento il bisogno, riposare se il mio corpo e la mia mente sono stanchi. Anche l'alimentazione, che ho per molto tempo trascurato, ho notato sia di fondamentale importanza, soprattutto per gli sport molto faticosi.

Lo sport a volte diventa un buon modo per trovare se stessi, per conoscersi meglio, per approfondire il proprio modo di essere al mondo e di relazionarsi con il mondo che siano persone, animali, o luoghi.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? Nel benessere il confronto e le lunghe discussioni con familiari, amici stretti sportivi e non, dottori esperti. Riguardo alla performance, il merito va al tempo, alla dedizione, e ai consigli di chi ha più esperienza di me.”

Emerge dalle risposte di Milly un grande lavoro su se stessa nonostante la giovane età, lo sport di fatica come lo sport di montagna ti mette alla prova e fa uscire sia il meglio che il peggio di te, diventa una sorta di metal detector che ti mette alla prova e un po’ ti cambia e ti trasforma, importante l’incontro e il confronto asia con i familiari che con amici ed esperti che gravitano nel mondo dello sport per consigliarti e sostenerti ma anche per stimolarti nelle decisione personali e nella propria autonomia.
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te e/o dove hai sperimentato le emozioni più belle?Una gara di corsa in montagna non competitiva di 11km sulle montagne di casa (Marmolada Historic Trail). Ero la più giovane, come la maggior parte delle gare affrontate, ero con i miei amici che hanno come minimo il doppio dei miei anni. Era la mia prima gara ''lunga'' di corsa in montagna e, soprattutto, lungo sentieri e panorami familiari, che mi davano una particolare tranquillità. Sono portata per la resistenza, quindi ho assaporato questa gara dalla prima salita mordente alla libertà della discesa, nei piani mi divertivo e i crampi sembravano solo sussurri al vento. Lo sprint finale e la notizia del primo posto mi ha sorpresa e riempita di gratitudine per i miei sforzi. Insomma, una vittoria soprattutto interiore.”

Belle parole quelle di Milly che appare essere una poetessa della montagna, bello la discesa dopo la salita, il proiettarsi verso l’abisso dopo essere saliti in alto come un volo dal trampolino, bella la libertà attraverso il movimento.
La tua gara più difficile?Difficile risentire la sensazione della gara più impegnativa in questo momento. Una delle più difficili è stata la Vertical dei Campionati Italiani a Madonna di Campiglio, lo scorso anno. Sentivo le gambe non reggermi più e volevo superare a tutti i costi la ragazza davanti a me. Una volta tagliato il traguardo con un 5° posto, ho avuto gli sforzi di vomito, respiravo a stento… (un'altra gara in cui avevo la gola completamente secca e no mi arrivava l'aria ai polmoni fu un 800m all'Olympiastadion di Monaco esperienza terribile che non augurerei a nessuno!).”

Sembra avere una grande determinazione e forza mentale che trasporta il corpo oltre ogni limite.
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare?Il fatto che un arrivo c'è sempre e che in qualsiasi modo lo raggiungerò. La frase che continuavo a ripetermi nelle brutte situazioni è ''non mi fermo quando sono stanco, mi fermo quando ho finito''. Il fatto di non avere mollato con lo sport nonostante lo stop dalle gare mi ha dato la certezza che lo sport è davvero qualcosa di importante e forte per me, che non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno. Combatto per qualcosa di più alto di un podio.”

Questa sempre essere un’ottima consapevolezza il sapersi fermare oltre le gare da vincere a tutti i costi, il sapere svoltare verso uno sport più idoneo a sperimentare benessere e meno performance a tutti i costi, nella vita è importante sapersi monitorare e confrontarsi per capire cosa è meglio per se stessi nel particolare momento, poi si fa sempre in temo a cambiare opinioni e direzioni.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Ho sempre avuto bisogno nello sport, come nella vita, di cambiare costantemente lo sport, non fare sempre lo stesso per un lungo periodo, sennò che noia! Quindi lungo quanti passi ho arrancato in gennaio, con la mountain bike e la neve, strade ghiacciate e lerce, con uno zaino pieno di indumenti pesantissimi per la discesa e occhiali stile anni 70 fluorescenti di mio papà perché non trovavo altro! Questo fa già ridere da se. Cosa non si fa per assecondare le passioni!

Lo sport regala emozioni e sensazioni immense.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara?In gara sono sempre stata irrequieta, nervosissima, stressata. In gara mi sento lontana da tutto, concentrata a non rovinare la gara ma soprattutto a dosare le energie per arrivare in fondo. Nel post gara sono solitamente oltre a stremata, soddisfatta per averla conclusa e rilassata.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione?Per esperienza ribadisco che il corpo è un tempio e come tale va trattato. Quindi bisogna fare attenzione prima di tutto a recuperare bene, a dare all'organismo ciò che si merita, per non rischiare di imbattersi in pericolosi sovrallenamenti che sfociano spesso in carenze che richiedono tempo e sacrificio per essere risolte. Per il resto, i pericoli dello sport di montagna sono molti: bisogna essere prima di tutto cauti e responsabili, perché la montagna non è un gioco!
Quali condizioni fisiche e/o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Problemi al ginocchio da sovraccarico durante una gara, oppure eccessiva stanchezza, ma anche demotivazione. Senza dubbio anche il clima fa la sua parte: una volta ho perfino evitato di partire a causa delle rigide temperature (-20°C, in tutina)”.

Tanta attenzione bisogna fare nello sport soprattutto in montagna per il clima e il percorso, Milly nonostante l’età pare aver fatta tantissima esperienza fin da piccola e sa cosa può essere meglio per lei, sa riconoscere ora l’importanza del recupero e dell’attenzione ai messaggi che manda il corpo.
Cosa ti fa continuare a fare sport?Le forti emozioni che mi fa provare nel mentre e nel dopo, i risultati positivi sul fisico, la passione per uno stile di vita sano. Inoltre è   fondamentale per rilassarmi e staccare la spina, per darmi energia. Serve pure ad educarmi.”

Vero, sport anche per educare alla fatica, all’impegnarsi al raggiungere mete e obiettivi seguendo direzioni ed essendo disponibili a cambiare ogni volta per riprovare in modo diverso, sperimentando sempre di più, un’ottima palestra di vita.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?In passato, quando dovevo rimanere ferma ''forzatamente'', andavo in crisi d'astinenza, già dopo un giorno. Una sorta d'iperattività che mi stressava, mi faceva innervosire. Tendevo a mangiare meno, (per paure e fissazioni) alterando così anche il recupero. Con il passare del tempo ho imparato ad attenuare queste crisi arrivando a godermi i giorni in cui sto tranquilla. Le crisi e le sconfitte sono e saranno sempre inevitabili nello sport come nella vita all'inizio sono in piena bufera, non mi sembra di vedere la via d'uscita ma poi ci dormo su e riparto, più motivata di prima. Per fortuna esistono anche questi momenti grigi: servono a mantenerci in equilibrio.”

Ripartire sempre, sviluppare sempre più resilienza, restare sempre sull’onda del cambiamento e mantenersi in equilibrio per andare avanti con modalità differenti.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Provare vale la pena. Direi loro che lo sport è il modo migliore per ''sballarsi''! E’ gratis, ti fa più bello sia dentro che fuori, ti permette di imparare a conoscerti molto più profondamente. Insomma, ti rende una persona migliore, oltre ad aprirti nuove porte e le ali.

Uno spot da premiare tanti messaggi ricchi ed essenziali, forse un giorno proporrò a Milly di scrivere un libro insieme, potrebbe essere una buona idea e un’ottima collaborazione.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?Assolutamente no. La trovo una pratica completamente opposta ai miei ideali.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?La vita prima di tutto. Usare la testa, per prima. Tutti sanno come si finisce se ci si droga E poi, che gusto c'è a barare?
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?La maggior parte mi crede matta. Alcuni sembrano invidiosi della gioia che mi guadagno correndo, altri dicono di ammirarmi. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta, nonostante li abbia fatti patire moltissimo a causa delle idee spericolate e i comportamenti un tempo quasi ossessivi. Ciò che mi da più gioia è l'ispirazione che ho lasciato ad alcune persone mentre esprimo la mia attitudine con le mie esperienze sportive o mentre li convinco a muoversi con me per insegnargli come credo si faccia ad essere un po' più liberi.”

Libertà attraverso lo sport, una buona pratica riabilitativa, un ottimo messaggio da diffondere.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?Lo sport è per me un gran insegnamento soprattutto per la vita. Ho imparato a conoscermi più a fondo. Ho scoperto i miei lati più oscuri, ma anche i più azzurri. Ho imparato l'umiltà di ammettere di essere umana e quindi limitata. Ho scoperto che niente arriva stando fermi, come nella vita, perché il movimento è equilibrio e progressione. Ho imparato a guadagnarmi le cose, che non vale la pena mollare o, ancora peggio, non tentare. Ho cominciato ad avere più coraggio, a buttarmi in avventure che inizialmente sembrano enormi, ma che alla fine in qualche modo riesco a superare. Un vero e proprio arricchimento interiore.

Andare incontro alla vita e non restare ad aspettare gli eventi, buttarsi nella mischia dello sport, incontrare e confrontarsi con se stessi e con gli altri per imparare e apprendere sempre e di più.
Riesci a immaginare una vita senza sport?Probabilmente no. Sono sempre stata abituata allo sport e, conoscendo gli effetti prevalentemente terapeutici che ha su di me, mi mancherebbe non poter dedicarmi al movimento. Mens sana in corpore sano (è proprio vero!).”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?Fortunatamente ho sempre avuto infortuni poco seri e li ho comunque risolti in poco tempo. Quando immagino a come sarebbe smettere vedo solo un piatto grigiore. Un po' come una vita senza musica, senza poesia, senza lacrime, senza tramonti...senza emozioni forti.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? Se avessi avuto la possibilità di consultare un psicologo dello sport avrei probabilmente evitato molti problemi. Nelle fasi più critiche, dove tutto sembra andar male, per motivarsi, per imparare a credere in noi stessi. Credo che la mente sia più potente del corpo; il modo più intelligente per raggiungere gli obiettivi prefissati è quindi collaborare con lei. Le gambe seguiranno!
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?Voglio che i rimorsi rimangano miei sconosciuti. Fin ora ho realizzato molti sogni di quelli a cui ho ambito. L'obiettivo più grande è quello di riuscire sempre a sentirmi felice con quello che faccio (e quindi, viva). Perciò punto a continuare ad allenarmi in modo vario, colorato, intuitivo, con la più costanza possibile, per un benessere fisico e mentale. Voglio finire al meglio questi impegnativi anni di liceo in lingua tedesca, tenere duro nella continuità degli allenamenti nei momenti più duri. Mi vedo, tra due anni, forse in una università di scienze motorie o di lingue straniere, chi lo sa Il progetto della vita sarebbe comunque conciliare le mie tre passioni più grandi (sport, lingue straniere e montagna) in un'unica grande professione: la guida alpina. La strada sarà sempre più ripida, lo metto in conto ma sai che vista, poi, da lassù...Grazie per avermi lasciato ''carta bianca''!

Davvero interessanti le risposte di Milly, molto belle, tanti stimoli, belle metafore, si potrebbe scrivere un libro, tanti auguri per la tua felicità e vita, per il tuo collaborare con la mente, per i tuoi sani obiettivi e per tutto quello che continuerai a sperimentare che sia nero o azzurro. Una bella sorpresa, grazie ancora davvero, ti auguro il meglio.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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