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giovedì 2 maggio 2019

Giuseppe Mangione, 2019: Campione Italiano IUTA 30 Miglia categoria SM55

Matteo SIMONE

Nell’ambito della 3^ edizione della "6 Ore di Corato - memorial Bice Fino e Giacomo Gravina" su un percorso di 1213 metri, si è svolto anche il Campionato Italiano delle 30 miglia, il cui vincitore assoluto e quindi Campione Italiano è stato Marco Lombardi SM35 di Atl. Libetas Runners Livorno con il crono di 03h28’57”.

Completano il podio della 30 miglia due atleti di Barletta Sportiva: Giuseppe Mangione che vince il titolo italiano categoria SM55 in 03h55’36” e Giuseppe Zaza SM40 che vince il titolo italiano categoria SM40 in 03h57’26”.
Per quanto riguarda la gara femminile il titolo assoluto va ad Addolorata Trisolino SF40, Runcard, con il crono di 04h35’33” che precede Luisa Zecchino SF50 di Team Pianeta Sport Massafra in 04h41’00” e Teresa Chieppa SF50 di A.S.D. Andria Runs in 05h06’31”.
Contentissimo Giuseppe dopo la sua ennesima vittoria e per di più in casa sua a Corato nell’ambito di una gara creata da lui e da Riccardo Blasi con la collaborazione della sua grandissima squadra 'La Barletta Sportiva', ecco le sue parole:
La 6 ore di Corato è stata una vera poesia dell'ultramaratona, un insieme di colori, musica, amici, risate, abbracci, tutto bello caro Matteo, alla festa mancavi solo tu, tuttavia spero di rivederti presto, la mia gara poi! 
Mah sinceramente inaspettata perché appena 15 giorni prima 123km sulla 12 ore si facevano sentire, però Corato è magia e come d'incanto mi son ritrovato al passaggio della 30 miglia secondo assoluto dietro al grandissimo Marco Lombardi per poi finire terzo assoluto sulla 6 ore con quasi 70 km, non potrei essere più soddisfatto di così, sono felicissimo, a presto caro Matteo!

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Giuseppe Mangione attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?Mi spinge il semplice gesto della corsa, gesto atletico più naturale che esista, mi spinge perché l’ultramaratona mi ha insegnato a pensare positivo, mi spinge perché devo scoprire i miei limiti.”

Sono tanti i motivi che spingono un’atleta ad inoltrarsi in gare dure e prolungate nel tempo, la scoperta del limite e, quindi, cercare di spingersi un po’ per volta oltre, gli insegnamenti che si apprendono durante le lunghe gare, non abbattersi al primo segno di cedimento, focalizzarsi sul qui e ora, vivere l’esperienza presente. Giuseppe si è dimostrato una grande campione e tutt’ora continua a vincere i suoi titoli alle diverse manifestazioni anche Nazionali.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? Sono entrato nell’ottica di paragonare l’ultramaratona alla vita con tutte le sue difficoltà, momenti piacevoli e momenti brutti, andare avanti e affrontare i vari problemi e cercare di pensare sempre positivo, poi mi piace anche un po’ di sano agonismo.”

Come tanti altri ultramaratoneti, l’ultracorsa diventa la metafora della vita, si affronta una gara lunghissima anche di decine di ore e si attraversano sensazioni ed emozioni diverse, momenti belli ma anche difficili, così come succede nell’arco della vita con situazioni piacevoli che ti fanno stare alle stelle e momenti bui dai quali ogni volta devi sapere come uscirne. Oltre a ciò se te la cavi e ti sai esprimere dal punto di vista sportivo, è anche piacevole ottenere risultati ed essere competitivo.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme?
I meccanismi psicologici sono semplici, la corsa in se mi aiuta a essere positivo, ho una ottima dose di forza di volontà per portare a termine una gara e prepararla.”

Non è semplice preparare, partecipare e portare a termine gare impegnative come le corse di lunga distanza, c’è bisogno di passione, di credere in se stessi, di essere resiliente e saper superare momenti di eventuali crisi e Giuseppe pare abbia le risorse, le qualità, le capacità per preparare bene tali competizioni e saperle portare a termine non mollando al minimo accenno di fatica o difficoltà.
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme?Ho 2 grandi tifosi, i miei figli. I miei amici mi fanno sentire come l’uomo bionico, io la porto sul ridere facendo capire che è una cosa che faccio volentieri con naturalezza, basta allenarsi.

E’ importante avere la famiglia che comprende la tua passione e, anzi che tifa per te, per le tue imprese, per i tuoi risultati, anche gli amici a volte ti dicono: ma tu sei matto, ma poi sotto sotto, sono felici di averti per amico, sono incuriositi e piace a loro raccontare le tue gesta. In effetti è importante la passione e la preparazione per affrontare le competizioni in sicurezza e senza rischiare infortuni.
Che significa per te partecipare ad una gara estrema? Partecipare ad una ultramaratona per me è sempre una grande festa, non la vivo in tensione ma un ritrovo con tanti amici, se il risultato viene sono ancora più contento ma finirla e già un risultato.”

E’ vero, l’ho riscontrato personalmente, partecipare a questo tipo di competizioni è una grande festa, gli atleti si rivedono, si abbracciano, si salutano, sono tanti i sorrisi rilassati, non c’è la tensione competitiva della gara, ma la voglia di mettersi in gioco, di fare la propria esperienza, ognuno la sua con le proprie forze.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? Nel mio carattere ho scoperto la positività, la forza di volontà, la tenacia nell’andare avanti.”

“L'Ultramaratoneta di Corato” è il libro scritto a quattro mani da Giuseppe Mangione e dal sottoscritto. L’intento del libro, scritto da uno psicologo e da un atleta di corsa nelle lunghe distanze, è di esprimere il senso dello sport, della corsa di in particolare.  
Interviste a Giuseppe sono riportate nei libri:  
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline 
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, edito da Aracne Editrice.  

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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