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domenica 29 marzo 2020

L’ottimista confida nella propria capacità di superare gli ostacoli

Nutrire un atteggiamento incline alla speranza sollecita a non gettare la spugna
Psicologo, Psicoterapeuta

È importante avere piani e programmi per portare a compimento propri sogni così come è importante essere sempre pronti a rimodulare propri sogni per circostanze impreviste e inaspettate come quelle che stiamo vivendo in questo particolare momento, ma si tratta solo di rimodulare mete, traguardi e sogni per riprenderli più in là con più serenità.

Di seguito riporto un interessante punto di vista tratto dal libro “Arrendersi mai, come trovare la carica per affrontare positivamente la vita”, di Luis Rojas Marcos, pagg. 73-76: “… chi in passato ha centrato i propri obiettivi a forza di impegno e pianificazione affronta nuove sfide con maggiore ottimismo. Per pianificare un percorso occorre stabilire un traguardo e considerare i passi necessari per raggiungerlo, ma serve anche possedere una certa dose di flessibilità: ‘Se così non funzionerà, ecco pronto il piano B’. L’ottimismo trasforma i desideri in sfide e confida nella propria capacità di superare gli ostacoli che si frapporranno al suo cammino. È una forma concreta di speranza che alimenta la sicurezza in sé stessi… Nel 1986, Bandura battezzò come ‘autoefficacia’ la convinzione di possedere le capacità indispensabili per compiere le azioni utili a raggiungere il traguardo prefisso… Nutrire un atteggiamento incline alla speranza serve in larga misura a sdrammatizzare le avversità, senza per questo misconoscerne la gravità, e sollecita a non gettare la spugna”.

Passa tutto se siamo fiduciosi, collaborativi, pazienti, se siamo comunque connessi, se siamo sensibili, tolleranti. Possiamo e dobbiamo farcela sviluppando resilienza per cercare di uscire più forti e determinati. Passa tutto e si affronta tutto come i muri di tante maratone e ultramaratone sempre con il sorriso.
Interessante la dichiarazione in diretta video del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di cui riporto alcune parole: 
Il mio grazie va anche a tutti voi, che state rispettando le misure che il Governo ha adottato per contrastare la diffusione del virus. Vi ringrazio perché so che state cambiando le abitudini di vita, state compiendo dei sacrifici, so che non è facile, ma sappiate che con questa vostre rinunce – piccole o grandi – stanno offrendo grande contributo prezioso al Paese… E voglio dirvi un’ultima cosa: se saremo tutti a rispettare queste regole, usciremo più in fretta da questa emergenza. Il Paese ha bisogno della responsabilità di ciascuno di noi, della responsabilità di 60 milioni di italiani che quotidianamente compiono piccoli grandi sacrifici. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani. Tutti insieme ce la faremo".

Non viviamo lo stare a casa ora come una costruzione ma come un'opportunità, una scelta consapevole e condivisa, approfittiamo per ricaricarci, per inventarci qualcosa che poi servirà anche dopo, facciamo uscire chi è in prima linea.
Interessanti le parole dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia Santo Marcianò, del 9 marzo 2020, soprattutto la parte finale: 
Stiamo vivendo un’esperienza inedita, che ci lascia attoniti e ci obbliga a riflettere, a concentrarci sull’essenziale, a riscoprire la bellezza delle relazioni umane e familiari, a ritrovare lo spazio dell’interiorità… Dobbiamo sentire fratelli gli uomini e le donne che più ci sono vicini e più hanno bisogno di noi, perché anziani, fragili, soli. Chi è solo ha paura e non ritrova motivi per sperare. La storia di questo virus, con le restrizioni imposte, ci sta ricordando il valore della vita, di ogni suo attimo e del suo orizzonte di eternità, ben superiore a guadagni personali e bilanci pubblici, e ci sta insegnando che possiamo fare a meno di tante cose superflue, persino di tante cose utili… Ma non possiamo fare a meno gli uni degli altri!”.

Ogni tanto fa molto bene fermarsi e riflettere per comprendere a che punto ci si trova, da dove si è partiti, dove si vuol arrivare, ogni tanto bisogna ricordare quanta fatica abbiamo fatto per iniziare e tutto era difficile e poi con l’impegno e fiducia siamo riusciti a ottenere tanto grazie prima di tutto a noi stessi e quindi possiamo volere continuare per cercare di osare e alzare l’asticella e andare a prenderci soddisfazioni più grandi e sfidanti ma raggiungibili con impegno e duro lavoro facendoci amica la fatica che ci permette di guardarci indietro per apprezzare quello che siamo riusciti a fare.
Certo, in questo momento presente è importante focalizzarsi sul grande problema umanitario che sta facendo tante vittime e tanta sofferenza bisogna avere un obiettivo unico e condiviso cercare il meno possibile di propagare il virus, quindi si resta in attesa di tempi migliori cercando di fare del proprio meglio per sé stessi e per gli altri per andare comunque avanti nella vita che sta cambiando per tutti.
Di seguito riporto una testimonianza di resilienza dell’amico Mauro Tomasi che riesce a trasmettere tanta forza e coraggio: Come hai superato crisi, sconfitte, infortuni?La crisi nella fase dopo incidente, durata circa 9 anni, l’ho superata trovando L’INPUT per ricredere nella vita, vedendo persone che erano messe molto peggio di me fisicamente, ma psicologicamente messe meglio, mi riferisco a tetraplegici e varie malattie degenerative, loro erano felici, entusiasti, nonostante che tanti non si muovevano per niente... Vedendo loro ho cambiato anch’io la visione di quello che mi è successo da negativo in positivo, accettando quello che mi era successo come un’opportunità, un’occasione diversa di vivere la vita. E li veramente ho cominciato a vivere, accorgendomi di quante cose avrei potuto fare nella mia “nuova occasione” che mi è stata donata, il mondo cambia solamente se cambiamo noi e le nostre decisioni e convinzioni in questo sono determinanti. Tante volte non si apprezza e non si dà valore a quello che si ha, oppure se ne accorge solo quando non si ha più, ‘c’è chi ha tutto e non ha niente e c’è chi non ha niente e a tutto’”.

I giorni passano e le cose cambiano di giorno in giorno, bisogna svincolarsi dai mille problemi, la vita va avanti da perché la vita è resiliente, sa come rimanere sempre a galla nonostante tutto. Ora tocca a noi prendere in mano le redini, decidere momento per momento cosa è meglio per noi.
Interessanti le parole del Presidente FITri Luigi Bianchi, del 09 marzo 2020 Prot. n° 309 indirizzata A tutte le ASD/SSD affiliate, Ai CCRR FITri, Ai Delegati regionali e provinciali FITri. Soprattutto nella parte finale: 
… chiedo la collaborazione di tutti voi, in attesa che la situazione gradualmente migliori per tornare presto alla normalità. Detto questo, voglio esortarvi a non mollare in questo momento di difficoltà collettiva. Non è una frase fatta dire che dalle crisi possano nascere nuove opportunità. Continuate a fare allenare i ragazzi, magari con modalità innovative, fuori dagli schemi, anche individualmente, se necessario ciascuno presso la propria abitazione, ove non fosse possibile rispettare i dettami del Decreto, ma non molliamo. Confido nella capacità e nelle competenze dei tecnici delle società che riusciranno ad escogitare sistemi alternativi, ma comunque molto efficaci, per proseguire in maniera produttiva i programmi di allenamento e sono certo che, quando riusciremo a riprendere l’attività a pieno regime, sarete tutti pronti”.

Nel libro “Triathlon e Ironman. La psicologia del triatleta” al Capitolo 4 “Resilienza nel Triathlon” è interessante il primo paragrafo dal titolo “Cavalcare in modo resiliente l’onda del cambiamento”, di seguito un breve estratto: “Tutto passa, tutto cambia, è importante cavalcare in modo resiliente l’onda del cambiamento, individuare sempre nuove mete, nuove possibilità, nuove sfide e prendere la direzione verso dove vogliamo arrivare decidendo come e cosa vogliamo raggiungere, con la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, credendo sempre più in sé stessi, fidandosi e affidandosi”. 

A volte le esperienze possono essere traumatiche, ma certe volte da esperienze forti si esce cambiati anche in positivo, si sviluppa una sorta di maggiore autoconsapevolezza, una crescita post- traumatica, si esce più forti da situazioni difficili. 
Daniel Fontana: Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Il fatto di essere nato e cresciuto in un paese dove le difficoltà sono la normalità anche per i bambini, e la normalità dell’affrontare situazioni difficili, di crisi ogni giorno e dove devono essere prese delle decisioni.”

Gli psicologi possono intervenire dove c’è trauma e tragedia per contenere ed elaborare dolore, sofferenza, panico, disperazione, per accompagnare vittime e familiari per indirizzarli ad accettare e affrontare l’onda del cambiamento imposta della routine giornaliera in attesa di poter gradualmente ritornare alla quotidianità quando sarà possibile. Di seguito alcune informazioni utili, a cura degli psicologi dell’emergenza CISOM, che possono aiutarci ad evitare due errori possibili: sopravvalutare o sottovalutare (negare) il problema.

Segnalo alcuni miei libri: Sviluppare la resilienza; Cosa spinge le persone a fare sport?; Triathlon e ironman. La psicologia del triatleta; Maratoneti e ultrarunner; Lo sport delle donne; Sport, benessere e performance; Carlos Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro; Ultramaratoneti e gare estreme; Sviluppare la resilienza; Doping Il cancro dello sport; O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia; Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico; Psicologia dello sport e non solo.

Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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