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domenica 28 febbraio 2021

Italo Merolli: A 45 anni ho deciso di riprendere a correre

 Il sogno realizzato è di poter praticare questo sport divertendomi 
Matteo SIMONE 

Nella vita ci sono fasi e cicli, c’è il momento dello sport e il periodo dello studio, lavoro, famiglia e poi si può riprendere in mano una passione quando si trova un equilibrio o la situazione si stabilizza. 

Di seguito Italo, atleta e allenatore, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande di qualche anno fa. 
Qual è stato il tuo percorso come atleta? Ho sempre praticato sport. A 14 anni ho partecipato ai giochi della gioventù nel mezzofondo con buoni risultati. A 45 anni ho deciso di riprendere a correre per amore della natura e delle sensazioni di libertà che mi da questo Sport. 

Italo è laureato in Scienze Motorie, è Istruttore Fidal, atleta e istruttore della “Podistica Solidarietà” di cui sono anch’io triatleta. Allena ragazzi e adulti. Al centro sportivo physical village allena i giovani e a Tor Tre Teste conduce il gruppo di allenamento “Tor Tre Teste Team”. 
In che modo coinvolgi gli atleti a partecipare alle gare? Li invito a partecipare a manifestazioni dove il senso non è solo la competizione individuale ma è molto importante la partecipazione di tutti i componenti della squadra. 

Italo ci tiene al gruppo, segue le loro intenzioni, i loro sogni, li aiuta a migliorare con esercizi e allenamenti mirati nel corso della settimana ma soprattutto il mercoledì alle 18.00 l’appuntamento fisso è la pista di Tor Tre Teste dove cerco di esserci anch’io per condividere momenti di fatica e condivisione, e considerato che i campi di allenamento per la maggior parte sono a Tor Tre Teste, Italo ha deciso di chiamare il suo gruppo “Tor Tre Teste Team”.  
Quali fattori contribuiscono alla performance tua e della squadra? Per quanto mi riguarda prima e durante una competizione cerco sempre di ascoltare il mio corpo in modo da valutare e quantificare lo sforzo fisico. Ovviamente subentra sempre un fattore di sana competitività e di voglia di terminare nel migliore dei modi la Performance. Alla  squadra cerco di trasmettere i valori di senso di appartenenza a un gruppo che in qualsiasi situazione è sempre presente.   

Italo cerca di tenere unito il gruppo per quanto possibile rispettando le norme e le indicazioni di questo lungo periodo di pandemia a causa del Covid e per far ciò organizza anche sedute di allenamento on line.
La gara della vita? La gara della mia vita è stata la mia prima Maratona di Roma nel 2016 dove senza alcuna esperienza sono riuscito a chiuderla in 2h58'53". 

La maratona risulta essere sempre una gara importante e chiuderla sotto le 3h non è da tutti, soprattutto a un’età non più tanto giovane. 
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente nel tuo sport? “Dopo aver concluso la maratona di Roma non vi dico che fatica per tornare a casa! Alla fine eravamo rimasti soli io e il mio Coach Vincenzo, l’uno più stanco e malandato dell’altro. Non ci rimaneva che percorrere circa 1 km per raggiungere la metro del Circo Massimo in quanto quella del Colosseo era chiusa. Ebbene, per percorrere quel km abbiamo impiegato circa un'ora. 
Ogni 200 metri, colti dalla fatica, siamo stati costretti a fare una pausa e schiacciare un piccolo pisolino. Dopo mille fatiche, arrivati alla metro, abbiamo stentato a trovare la giusta direzione di casa. Entrati nel vagone abbiamo parlato con gente qualunque discutendo di cose qualunque ed essenzialmente prive di senso. Il fatto più ambiguo è stato quando, arrivati alla nostra fermata, il Coach, ispirato non so da cosa, prima di lasciare il vagone, con espressione lucida e innocente mi ha chiesto: ‘Italo perché ero seduto da quella parte?’”. 

A volte la fatica può fare brutti scherzi, si è in grado di resistere e persistere nella continuazione dello sforzo per raggiungere la meta ma poi ci si accorge di aver fatto più di quanto si immaginava, di aver raschiato il barile, di aver utilizzato tutte le energie fisiche e mentali a disposizione occorrenti per non fermarsi ma per continuare fino alla fine, e una volta arrivati si può crollare, si possono anche perdere i sensi e avere un po’ di confusione, ma è importante stare insieme per essere utili uno all'altro per essere testimoni di quello che è successo, per confrontarsi e aiutarsi. Italo è stato ed è an cora atleta si è avvalso di insegnamenti di un coach, Vincenzo Ciurleo e ora lui stesso è coach di un gruppo di atleti, la vita è ciclica, si impara e poi si insegna per star bene per far star bene, continuando insieme un percorso sportivo e di vita. 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)? In genere sono sensazioni di piacere. Prima della gara mi concentro sul percorso e sul riscaldamento. Durante la gara mi lascio andare e ascolto il mio corpo e i passi della mia cadenza. Il post gara è sempre una festa. 

Il post gara è sempre una festa perché è la conclusione di un periodo di allenamenti e di una gara che comporta dubbi ed eventuali ansie e tensioni ma una volta arrivati ci si può rilassare e fare il punto della situazione. 
Quali sono le difficoltà e a cosa devi fare attenzione all’interno della tua squadra? Nella mia squadra pongo molta attenzione all’armonia di gruppo. Le difficoltà potrebbero presentarsi in quanto maggiore è il numero dei componenti e maggiori sono le esigenze per ognuno di noi. Sono convinto che rispettando e valutando le esigenze di tutti i problemi che potrebbero venir fuori saranno facilmente superabili. 

Ogni persona è un portatore di bisogni, esigenze, richieste ed è difficile fare gruppo con tante esigenze e bisogni diversi soprattutto quando non si è più giovani e gli adulti sono meno obbedienti e un po’ scansafatiche, bisogna da una parte far finta di niente e lasciar correre e dall’altra stimolarli a far bene per il loro interesse ma soprattutto per l’interesse del gruppo in modo da non distrarli troppo soprattutto durante gli allenamenti dove sarebbe opportuno ascoltare le indicazioni del coach attentamente per eseguire nel miglior modo gli esercizi e gli allenamenti proposti. 
Cosa ti fa continuare a fare sport individualmente e in squadra? Lo sport per me è vita. La vita della squadra per me è linfa vitale.” 
Come hai superato eventuali crisi individuali o all’interno della squadra? Le crisi individuali le ho superate guardandomi allo specchio e dandomi delle risposte. All’interno della squadra ho sempre cercato il massimo rispetto per le esigenze altrui. Improntando i rapporti interpersonali in questa maniera ho sempre cercato di superare eventuali crisi all’interno della squadra. 

Lo sport è utile a se stessi ma anche al gruppo e all’intera società come prevenzione, benessere, stile di vita ed è importante farlo individualmente e in gruppo trovando un’armonia adeguata e cercando di confrontarsi sempre con gli altri. 
Quale messaggio rivolgi a ragazzi e donne per iscriversi alla tua squadra? La nostra è una squadra dove prevalgono tutti i fattori essenziali per ogni tipo di obiettivo. Lo scopo è quello della pratica sportiva all’insegna della salute e del divertimento ma offriamo anche una grande professionalità e svariate attività all’interno del gruppo. Vedasi il Gruppo di Allenamento. 

In effetti è fondamentale il gruppo di allenamento per apprendere dal coach ma anche da ogni componente del gruppo in quanto ognuno può essere una risorsa per l’altro. 
Sogni realizzati e da realizzare individualmente e di squadra? Il sogno che ho realizzato è quello di poter praticare questo sport divertendomi e di aver raggiunto obiettivi di performance ai quali non pensavo di poter raggiungere. Nella squadra il sogno realizzato è stato quello di appartenere a una Società nella quale i rapporti sono tutti personali e informali all’insegna dello Sport e del divertimento. Vorrei che questa squadra consolidasse lo spirito Sportivo attraverso il divertimento, la salute e perché no, magari vincendo una bellissima manifestazione". 

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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