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giovedì 13 ottobre 2022

Zoltan Vajda secondo alla 7^ Etna Extreme 100 km del Vulcano 2022

 In gara corro al mio ritmo, non mi interessa come corrono gli altri corridori

Matteo Simone

 

Il 4 settembre 2022, si è svolta la 7^ Etna Extreme 100 km del Vulcano vinta da Carmelo Rapisarda M50 in 9h49’ che ha preceduto di pochi minuti l’ungherese Zoltan Vajda M55 in 9h56’33”, ha completato il podio Filippo Castriotta M55 in 10h39’.

Di seguito, approfondiamo l’esperienza di Zoltan Vajda attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Quando ero al liceo, ho vinto diverse gare di corsa su strada anche se non mi sono mai allenato. Il mio talento nella corsa è stato notato dal mio insegnante di classe del liceo che mi ha invitato a partecipare a gare di orienteering. Anche qui, anche se non mi allenavo ho finito bene diverse volte. 
Con la fine dei miei anni di liceo, anche la mia carriera sportiva si fermò a lungo. Ho anche vissuto una vita attiva come studente universitario e mi piaceva fare escursioni. Un amico mi ha presentato il primo tour di performance in Ungheria, il Kinizsi Hundred tour nel 1984, che prevede di percorrere 100 chilometri su 2800 metri in 24 ore nelle montagne Pilis e Gerecse. Ho completato il tour 37 volte dal 1984. Oltre a me, ci sono altre due persone nel paese che sono state in grado di completare questa sfida così tante volte. 
L'anno 2008 ha portato un cambiamento significativo nella mia vita. Per motivi di salute ho iniziato a camminare e poi a correre. Mese dopo mese, e poi anno dopo anno, ho aumentato la durata e l'intensità dei miei allenamenti. Ogni anno ho partecipato a sempre più gare e i risultati sono arrivati bene, ma non solo nella mia fascia d'età.

Il Kinizsi Százas è la prima escursione di resistenza ungherese ed è ancora oggi una delle più popolari: attira più di mille partecipanti ogni anno. Il primo Kinizsi Cento risale al 1981 e a oggi hanno concluso per 37 volte la gara, oltre a Zoltan Vajda, anche Corradi Sud ed Elemér Szabó.
Zoltan Vajda da una decina d’anni riesce a eccellere non solo nella sua categoria di appartenenza ma riesce anche a vincere le seguenti gare di ultramaratona: 16 giugno 2013 la “100 km Run Palic” (SRB) in 7h54’43”; 17 maggio 2015 la “18. Nemzetközi Szupermaraton Etappe 2 Arad - Békéscsaba” (ROU) in 9h40’27”; 18 luglio 2015 la "1. Prambachkirchner 12h-Stunden-Benefizlauf" (AUT) con 126,398 km; 6 marzo 2016 la “OptiVita 2016-1, 6h” (HUN) con 76,970 km; 24-25 settembre 2016 la "20. Beogradski Ultramaraton 24h” (SRB) con 226,200 km; 17 agosto 2019 la "Korinthosz 81km Ultramarathon (HUN) in 6h28’35”; 4 luglio 2020 la “Ultra Tisza-tó 65km” (HUN) in 4h57’22”; 5-6 agosto 2022 la "Korinthosz160 (100mi) Ultramarathon (HUN) in 15h34’14”.
Quando ti sei sentito campione nello sport?
I buoni risultati sono arrivati molto rapidamente: nel 2010 sono diventato campione nazionale senior nella distanza della mezza maratona, e nel 2011 sono diventato anche il campione nazionale per gruppi di età nella distanza della maratona. Ho iniziato nelle gare di ultra-distanza dal 2011, e nel 2012 sono arrivato secondo tra gli uomini nella gara di 212 km chiamata UltraBalaton.

Il 25-26 giugno 2011, Zoltan Vajda porta a termine la “V. Ultrabalaton 212km (HUN) in 24h41’16”. L’anno successivo, il 30.06.-01.07.2012, la “VI. Ultrabalaton 212km (HUN) è stata vinta da una donna, Szilvia Lubics in 22h09’13”, mentre il primo uomo è stato Janos Bogar in 23h00’34” che ha preceduto Zoltan Vajda 24h16’06”.
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?
Per molto tempo ho corso senza un allenatore, facendo il mio piano di allenamento da solo. Negli ultimi due anni, ho avuto un allenatore professionista che provvede al mio piano di allenamento.
Quale tua esperienza passata ti rende più sicuro di potercela fare? Ho acquisito molta esperienza nel tour a lunga distanza che ho completato 37 volte. Ho imparato ad affrontare la fatica, il dolore, le difficoltà causate dal tempo. Può sembrare strano, ma ho imparato molto dalla mia unica gara non completata finora (Val d’Aran By UTMB, 160 km, 10000 m di dislivello). A 125 chilometri, c'era un dolore così forte nel muscolo della coscia che non riuscivo più a sopportarlo e ho rinunciato alla gara. È stato molto difficile elaborare la sconfitta. Da allora, ogni volta che ho problemi in una gara, penso sempre a questa gara. Questo mi aiuterà sempre ad attraversare le avversità.

Le gare di ultramaratona aiutano a conoscersi bene, a superare imprevisti e difficoltà soprattutto se si corre per 100km in altitudine a quasi 3000 metri terminando per ben 37 volte una gara molto faticosa come la Kinizsi Százas e quando succede un’avversità che costringe ad abbandonare una gara come l’UTMB di 160km si trae un insegnamento molto importante che fortifica l’atleta le prossime volte che si troverà nelle stese condizioni, sapendo come gestire nel miglior modo possibile.
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? Penso che siano un po' ossessionati da me, ma riconoscono i miei successi.
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro della tua attività sportiva? Per molto tempo ho sperimentato l'alimentazione durante la competizione. Ho mangiato tutto il cibo che pensavo fosse buono, il cui risultato è stato che ho avuto sanguinamento allo stomaco in tre gare (2 volte alla Spartathlon, Milano-Sanremo). Questo è un grande dolore, dopo 240 km nella Milano-Sanremo, ho potuto camminare solo così tanto che mi faceva male lo stomaco.

Purtroppo l’alimentazione diventa un allenamento importante quanto quello fisico e mentale, bisogna conoscersi bene, sperimentarsi in allenamenti e gare per capire cosa è meglio introdurre in gara di liquidi e di solidi per non compromettere la salute ma per far in modo che si abbia sempre energie sufficiente per perdurare nello sforzo fisico e nella fatica fino all’ultimo chilometro.
Zoltan Vajda ha portato a termine per ben tre anni consecutivi la Spartathlon (GRE) di circa 246km, facendo sempre meglio: il 27-28 settembre 2013 in 31h59’07”; il 26-27 settembre 2014 in 29h46’23” e il 25-26 settembre 2015 in 29h08’39”. Inoltre ha portato a termine l’8-10 aprile 2016 la “3° UltraMilano-Sanremo 175 miles (269km) arrivando 6° in 34h54’.
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport?
Perseveranza, testardaggine, tolleranza al dolore.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Se il corridore vuole ottenere buoni risultati, ha bisogno di allenarsi molto e intensamente, questo aumenta il rischio di infortuni. Conduco uno stile di vita vegano da cinque anni, riducendo così il rischio di sviluppare malattie infiammatorie. A causa dello stile di vita vegano, la mia rigenerazione è più veloce, quindi le possibilità di sovraccarico sono aumentate. Ho già avuto una frattura da fatica due volte.

Nello sport di endurance come le ultramaratone bisogna essere determinati, continui, disposti a faticare e a sopportare sofferenze e dolori. Ancora una volta gli atleti con alimentazione vegana dimostrano di essere resilienti sostenendo sforzi prolungati ed essendo performanti continuando a sperimentare anche benessere.
Come hai affrontato, gestito, superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Ho difficoltà ad affrontare le sconfitte. Sarebbe bello discuterne con qualcuno ben preparato. Vado a ogni gara con il tempo pre-pianificato per completare la distanza, se posso farlo sarò soddisfatto. Sono piuttosto impaziente, è difficile aspettare un pieno recupero dagli infortuni.
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? In diversi casi, lo psicologo dello sport sarebbe importante nel periodo di recupero dagli infortuni e nella preparazione psicologica prima delle competizioni.

In effetti lo psicologo potrebbe essere utile sia per elaborare situazioni di stress, sconfitta, infortuni per riportare l’atleta alla motivazione con fiducia e pazienza lavorando sulle risorse residue e riorganizzando la propria vita e sia in vista delle competizioni aiutandolo a focalizzarsi a concentrarsi a far leva su aspetti di autoefficacia, consapevolezza e resilienza.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Nel 2022 ho vinto una gara di 160 km. Qui, quasi tutto è andato come previsto, curiosamente, nella seconda metà della gara mi sono sentito meglio mentalmente e fisicamente rispetto alla prima parte della gara. Qui ho sicuramente sentito la sensazione di "Flow".

Questa è un’ottima testimonianza di come un atleta può trovarsi in una condizione di performance dove sperimenta sicurezza, passione, motivazione, autoefficacia e tutto fila liscia sperimentando uno stato di grazia, il cosiddetto flow dove tutto diventa facile grazie alla preparazione fisica e mentale in previsione della gara da affrontare.
Il 5-6 agosto 2022 Zoltan Vajda ha vinto la "Korinthosz160 (100mi) Ultramarathon (HUN) in 15h34’14” precedendo Peter Toldi 15h46’31”, a seguire due donne: Zsuzsanna Maraz 16h45’32” e Szvetlana Zetenyi 17h34’23”.
Cosa hai scoperto di te stesso e degli altri nella pratica dello sport?
Tutto è possibile se si fa la giusta quantità e qualità del lavoro di allenamento.
Quali allenamenti mentali utilizzi? Sto anche cercando di prepararmi spiritualmente per le gare. Penso attentamente agli aggiornamenti, alla velocità pianificata, all'abbigliamento. Sto cercando di memorizzare il percorso. In gara corro al mio ritmo, non mi interessa come corrono gli altri corridori.

Un ottimo lavoro di consapevolezza, focalizzandosi sulla gara e su se stessi con la consapevolezza delle proprie risorse, caratteristiche, capacità e soprattutto età anagrafica che non è un limite ma bisogna considerarla per non strafare confrontandosi con atleti più giovani anche se l’esperienza aiuta a far meglio, a essere più sicuri, a individuare strategie già collaudate a sentirsi nel flow in certi momenti, in certe gare importanti.
Prossimi obiettivi?
Sono sempre alla ricerca di nuove gare, nuove esperienze, ma ci sono alcune gare come Spartathlon a cui mi piacerebbe tornare.
Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? Prima della competizione, mi concentro sulla preparazione fisica e mentale, cerco di arrivarci il più possibile in forma, meglio preparato alla competizione, ottenendo tutte le informazioni disponibili. Durante la gara, presto attenzione solo a me stesso, cerco di escludere il mondo esterno, mi concentro sulla distanza davanti e sui compiti che mi attendono. Certo, mi piace sempre il paesaggio. Il periodo post-gara mi riempie sempre di un certo livello di soddisfazione. Se va secondo i miei piani, allora sono soddisfatto e voglio riviverlo di nuovo.

La gara è sempre una sfida, una preparazione continua nel cercare di prepararsi al meglio per poterla affrontare nel migliore dei modi cercando di ottenere il miglior successo apprezzando se stessi e il paesaggio, godendo sempre dell’esperienza nonostante la fatica.
Quali sono gli ingredienti del successo? Per me, il successo non riguarda la classifica. Se riesco in una gara come mi aspettavo, non importa quanti posti finisco.

Gare di ultramaratona sono soprattutto sfide con se stessi, prove per vedere quanto bene si è fatto in allenamento, per capire quanto una persona conosce se stesso nella fatica e nella performance.
Cosa diresti a te stesso quando eri più giovane? Inizia a fare sport il prima possibile e lavora con un allenatore professionista se vuoi ottenere risultati.

Si apprende sempre dall’esperienza, soprattutto nello sport dove ognuno non sa quali sono le sue attitudini e caratteristiche da poter potenziare e mettere in gioco e a volte una figura competente puoi tirare fuori il meglio di una persona.
A quale personaggio ti ispiri? Marco Olmo.

Marco Olmo (classe 1948) è diventato vegetariano a 37 anni e all'età di quarant'anni ha iniziato ad affrontare competizioni estreme nel deserto vincendo diverse edizioni della Desert Cup (168 km nel deserto giordano) e della Desert Marathon in Libia. Nel 2006, a 58 anni, è diventato Campione del Mondo vincendo l'Ultra Trail du Mont Blanc: 167 km attraversando Francia, Italia e Svizzera, nel 2007 vince ancora la gara. Ha vestito la maglia azzurra nel 2002 per la 24 ore di corsa a Gravigny in Francia classificandosi 23º (199,931km) e nel 2009 al Campionato del Mondo UltraTrail a Serre Chevalier sulle alpi francesi, classificandosi 14º assoluto. Nel 2016 vince in Bolivia l'Ultra Bolivia Race: quasi 170 km in 6 tappe nel deserto boliviano attorno ai 4000 m di altitudine.
Come è stata l’esperienza alla 100 km vulcano Etna Extreme? Lo scenario era molto speciale. Sapevo che non sarebbe stata una gara facile, ma sono rimasto sorpreso dal fatto che le salite fossero state corse fino in fondo, quindi non c'era modo di rilassarsi con un po' di camminata.
Cosa ti è mancato per vincere la gara?
Vivo in una delle zone più pianeggianti dell'Ungheria, quindi non posso prepararmi per le salite e le discese durante i miei allenamenti. Tuttavia, mi piace molto correre tra le montagne. Penso che quello che mi è mancato qui è che non oso davvero correre veloce in discesa.

Una grande esperienza in Italia apprezzando luoghi paesaggistici e culinari molto suggestivi della Sicilia.

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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