Nel
corso del CONVEGNO “Psicologia e
sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva” organizzato dall’associazione
A.C.R.U.S.D. CAMERINO IN CORSA In collaborazione con l’Università degli Studi
di Camerino, ho invitato un alunno della 1^ e 2^ classe del Liceo
Sportivo di Camerino a leggere un brano della Prefazione di Sergio Mazzei (Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work di Cagliari) al
libro O.R.A. Obiettivi,
Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella
vita e nello sport:
“A mio avviso, l’essere campioni
non significa necessariamente ed esclusivamente primeggiare nelle pratiche
sportive ma soprattutto riuscire a realizzare ciò che serve attraverso un
processo irto di difficoltà. E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo
percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua
dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi
sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari. E’ un campione lo studente che
supera gli esami del suo corso di studi o il timido e imbranato ragazzo che
riesce a dichiararsi alla ragazza sognata nonostante la paura del rifiuto.
Altrettanto è un campione colui che perseverando attraversa tutti gli ostacoli
che si presentano nel suo cammino verso la realizzazione dei suoi obiettivi.
Anche dal punto di vista della pratica psicoterapeutica è un campione il
paziente che ha il coraggio di osservare se stesso e la propria vita e che
impara a usare propria consapevolezza. In fondo il campione è colui che spinto
dalla propria autoregolazione organismica,
che è la funzione che permette agli esseri viventi di raggiungere la salute e
la libertà, è capace di assecondarla e favorirla tollerando sofferenza e
frustrazione allo scopo di realizzare il proprio obiettivo: esprimere se
stesso. Erving Polster, uno dei più autorevoli gestaltisti viventi ha scritto
un libro dal titolo “Ogni vita merita un
romanzo” che evidentemente sottolinea come il valore delle azioni vada
ritrovato nella difficoltà relativa
di ogni individuo che affronta la propria vita. Ben lungi quindi dal mito della
prestazione fisica, del riuscire a realizzare il primato o l’eccellenza in
qualche riuscito risultato sportivo, il valore dell’individuo andrebbe visto in
relazione al vissuto soggettivo e quindi a quanto è difficile per qualcuno
compiere una qualche azione.”