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lunedì 8 dicembre 2014

Il vantaggio di fermarsi



KABAT-ZINN  nel suoi testo “Dovunque tu vada ci sei già. In cammino verso la consapevolezza” (1) illustra l’importanza del non fare, di fermarsi, di sperimentare l’essere: “Un buon modo di interrompere le nostre occupazioni è passare per un momento alla ‘modalità dell’essere’. Valutate semplicemente questo momento, senza tentare affatto di cambiarlo. Cosa sta accadendo? Cosa provate? Cosa vedete? Cosa sentite?
Quando ci si ferma, l’aspetto curioso è che immediatamente si diventa se stessi. Tutto appare più semplice. In un certo senso è come se foste morti e il mondo continuasse. Se moriste realmente, tutte le vostre responsabilità e obblighi svanirebbero d’incanto.
Riservandovi alcuni attimi di ‘morte volontaria’ arginando le pressioni del tempo, finché vivete sarete liberi di ritagliarne una parte per il presente. ‘Morendo’ ora, in questo modo, in realtà divenite più vivi. Questo è il vantaggio di fermarsi. La pausa contribuisce a rendere più vivaci, ricche e articolate le azioni successive, aiuta a inquadrare nella giusta prospettiva tutte le preoccupazioni e insicurezze. Serve da guida.
Più volte nel corso della giornata, fermatevi, sedetevi. Accettate senza riserve il presente, le vostre sensazioni. In questi momenti non cercate di cambiare nulla, limitatevi a respirare e rilassarvi. Respirate, lasciate correre; astenetevi dal voler produrre qualcosa di diverso in questo momento; mentalmente ed emotivamente lasciate che questo momento sia esattamente com’è e lasciate a voi stessi la libertà di essere così come siete. Poi, quando sarete pronti, muovetevi nella direzione dettata dal cuore, consapevoli e risoluti.”

La paura di non farcela



Si soffre spesso di ansia che si presenta con palpitazioni e tremore delle mani. La paura di non farcela può portare a pensieri negativi e alla successiva ansia.
In questi casi è importante focalizzarsi sul respiro, fermarsi ed osservare quello che succede ascoltando il respiro, pian piano il respiro rallenta, si può osservare la diminuzione delle palpitazioni e del tremore delle mani.
Poi si può passare alla paura di non farcela, cercando di far leva sull’autoefficacia personale ed in particolare su esperienze passate di benessere oppure di riuscita in qualche campo. Si può ricordare quali erano le sensazioni sperimentate in passato in concomitanza del senso di benessere oppure di riuscita.
La paura di sbagliare e di non essere all’altezza può causare ansia, stress e aggressività verso tutti.
E’ importante individuare quali sono gli aspetti importanti da potenziare per prevenire o gestire le sensazioni di ansia, di paura, di non riuscire.
Quando ci si trova in queste situazioni, si può tendere a non parlarne.
Importante è esprimere in diversi modi e con diverse modalità quello che si sente, la propria sofferenza, il proprio dolore, disagio. Mezzi di espressione possono essere, la scrittura, il disegno, la drammatizzazione, parlarne con persone di riferimento o professionisti dell’aiuto.
Aneddoto di Jodorowsky (1): “Preoccupato, Isan chiese a suo maestro Gyosan:
“Maestro, la vita mi preoccupa. Mi sento inondato dalla sua molteplicità. Milioni di cose mi vengono addosso e mi attraggono. Ne sono invaso. Questo mi fa disperare.”
“Non ti preoccupare. La tua percezione non può captare più di una cosa per volta. Perciò è inutile che ti preoccupi in anticipo. Vivi ogni cosa nel momento in cui si presenta, esso è unico. Non è tutti gli oggetti. Accettalo per quello che è e vivilo. Non esistono milioni di istanti da vivere. Non esiste altro che l’istante presente. Gli altri verranno dopo. Sono in cammino per trasformarsi nell’istante presente, ma se rimani calmo e tranquillo, senza metterti a fare troppe elucubrazioni o farti prendere dall’ansia, verranno uno dietro l’altro e la tua vita scorrerà serena.”

giovedì 4 dicembre 2014

Tecniche per fronteggiare situazioni di emergenza e trauma

Solo dopo la morte si è immuni dallo stress
H. Selye


Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006 “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi” (G.U. n. 200 del 29 agosto 2006)
Nel contesto degli interventi a sostegno delle vittime di eventi catastrofici è necessario prestare massima attenzione ai problemi di ordine psichiatrico-psicologico che possono manifestarsi sulle popolazioni colpite e sui loro soccorritori.
Essi possono palesarsi in fase acuta o evolvere in modo subdolo, con ripercussioni anche nel lungo periodo.
E’ inoltre opportuno osservare che le catastrofi possono produrre sugli individui effetti di lunga durata e mettere a dura prova le capacità di reazione e di adattamento sia del singolo individuo che dell’intera comunità.
La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006: “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi” descrive:
L’equipe psicosociale per le emergenze.
E’ compito delle Regioni e delle Province Autonome disporre affinché si costituiscano equipe per il supporto psicosociale alla popolazione colpita da calamità.
I destinatari degli interventi
  • le vittime dirette;
  • i testimoni diretti;
  • i familiari delle vittime;
  • i soccorritori, volontari e professionisti, che abbiano prestato il proprio aiuto alle vittime e ai sopravvissuti.

giovedì 27 novembre 2014

EMDR nei percorsi terapeutici e riabilitativi con i pazienti dipendenti

La desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (eye movement desensitization and reprocessing da cui l'acronimo EMDR), è un metodo clinico sviluppato da Shapiro che osservò (1987) su se stessa che il movimento degli occhi sembrava ridurre lo stress causato da ricordi traumatici. Molti studi sono stati condotti per valutare l’efficacia del metodo EMDR, riconoscendolo come metodo evidence-based per il trattamento del disturbo post traumatico da stress (PTSD).
Dalla  letteratura emerge un’alta comorbilità tra PTSD e dipendenza. La presenza di esposizione al trauma nei soggetti con abuso di sostanze è ben documentata (Peirce et al., 2008). La ricerca indica che tra il 22% e il 43% delle persone con PTSD fanno abuso di sostanze, nei reduci di guerra fino al 75% (Jacobsen et al., 2001)
I comportamenti di dipendenza sono causati e mantenuti da esperienze traumatiche che il soggetto ha vissuto nel corso della sua storia. I pazienti hanno quindi difficoltà a mantenersi sobri e a guarire dai ricordi traumatici (Ford et al., 2007; Peirce et al., 2008)
La terapia di routine usa una combinazione di farmaci, servizi di disintossicazione, terapia individuale, familiare, gruppi di auto-aiuto (AA), ecc.. I protocolli in uso per la cura delle dipendenze non prevedono il trattamento contemporaneo del PTSD e della dipendenza.
L’Eye movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è il trattamento più efficace per disturbo di stress acuto e PTSD.
Obiettivo Eye movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), ridurre l’impatto emotivo degli eventi traumatici che predispongono e mantengono il comportamento di dipendenza; ridurre il comportamento compulsivo all’uso di sostanze; aumentare la compliance al trattamento.
Tre punti fondamentali dell’azione psicoterapeutica sono, oltre all’importante fase di costruzione dell’alleanza terapeutica e la raccolta delle informazioni:
- la costruzione di un obiettivo positivo, in termini di adeguatezza e vantaggio del soggetto  nel funzionare bene;
- il trattamento dell’ esperienze traumatiche, inclusa la dipendenza, che coinvolgono cognizioni negative che il soggetto ha su di sé (non ho il controllo, non posso sopportarlo, sono sfortunato, non sono amabile etc..) e che sono responsabili del mantenimento del vissuto negativo nel presente dell’esperienza traumatica;
- la desensibilizzazione della compulsione nella sua intensità e dei relativi fattori scatenanti.

martedì 25 novembre 2014

Aspetti inerenti la resilienza e le modalità per svilupparla

Ciò che non mi uccide mi rende più forte”
Friedrich Nietzsche

In fisica il termine resilienza indica la proprietà di un materiale di resistere a stress, ossia a sollecitazioni ed urti, riprendendo la sua forma o posizione iniziale. (Immaginate di schiacciare pallina di tennis)
Sono molteplici le definizioni psicologiche del concetto di resilienza:
Rutter (1985) “the ability to bounce back or cope successfully despite substantial adversity”, cioè la capacità di “rimbalzare” (pallina tennis) o far fronte con successo alle avversità (sconfitte-disabilità);

Trauma psichico, un’emozione che incide profondamente sulla personalità del soggetto

Il Grande Dizionario Garzanti della lingua italiana definisce il trauma psichico “un’emozione che incide profondamente sulla personalità del soggetto”. Per il manuale dei disorsini mentali (DSM IV, 1994), il trauma è “Un evento vissuto al di fuori della norma, estremo, violento, lesivo, che minaccia o ferisce l’integrità fisica e psichica di un singolo o di un gruppo di persone; in genere richiede uno sforzo inabituale per essere superato”.
Si può considerare il trauma da due diversi punti di vista: se si considera l’aspetto oggettivo, si valuta prevalentemente la drammaticità intrinseca all’evento.
Esistono eventi come l’abuso o la tortura, per esempio, che sono esperienze dolorose e insostenibili per chiunque le subisce, e che si connotano come esperienze oggettivamente traumatiche;
se si considera la dimensione soggettiva l’attenzione si sposta dall’evento al soggetto dell’evento.
In questo caso è decisivo il modo individuale di elaborare l’evento traumatico.
Non ci sono due persone che provino o manifestino il trauma esattamente allo stesso modo. Quel che risulta nocivo per una persona può essere stimolante per un’altra.
I sintomi dello stress si possono annullare rimuovendo le cause dello stress ed alleviare.
Il trauma, al contrario, è una sostanziale frattura. Ha a che fare con la perdita di contatto con noi stessi, la nostra famiglia e il mondo intorno a noi. Questa perdita è spesso difficile da riconoscere, poiché ha un andamento lento, di lungo periodo.
Il Disturbo Acuto da Stress può essere visto come una categoria preliminare del Disturbo Post-Traumatico da Stress (DPTS), sua potenziale anticamera.
I disturbi principali sono sintomi della serie ansiosa e sintomi di tipo dissociativo che compaiono entro 1 mese dall’esposizione ad un evento stressante.

Ridere ed esercizio fisico, accoppiata vincente contro lo stress

Secondo William Fry, psichiatra alla Stanford University in California, ridere di cuore provoca effetti simili a quelli dell’esercizio fisico (e sappiamo che l’esercizio fisico è un ottima misura contro lo stress); egli ha infatti osservato che fare almeno dieci risate al giorno equivale a circa dieci minuti di vogatore, aumenta la produzione di beta-endorfine, ed è una ginnastica vigorosa dei muscoli facciali, delle spalle, del diaframma e dell’addome. Terminato l’accesso di riso, inizia un breve periodo di rilassamento.

Che lo si debba all’attivazione dovuta al ridere, al rilassamento che ne segue o a entrambi, secondo Fry una buona dose di risate quotidiane può comunque ridurre il rischio di un infarto cardiaco, di uno stato depressivo e di altre conseguenze negative dello stress. Ovviamente, le persone che ridono più frequentemente sono quelle dotate di maggior senso di umorismo e quelle che, d’abitudine, si affidano a esso per venire a capo delle situazioni difficili. (Farnè M., Guarir da ridere La psico-biologia della battuta di spirito, Bollati boringhieri, Torino, 1995, PP. 18-19).

martedì 21 ottobre 2014

E’ importante fermarsi

Il successo è una serie di piccole vittorie.
A volte, se si guarda l' intero compito di fronte a voi, può sembrare impossibile. E’ importante raggiungere gli obiettivi passo dopo passo e conseguire piccole vittorie. La fiducia, in questo modo cresce a valanga .
E’ importante rimarcare ogni vittoria.
Parlare del successo con la propria squadra è importante ed anche fare una nota mentale di quello che si è raggiunto. Questo vale per qualsiasi successo personale o di gruppo. E’ importante fermarsi, fare un respiro profondo e guardare indietro da dove siete partiti e dove siete oggi, in questo momento. Sarete pronti per la prossima sfida.” (1)
Bisogna situarsi nelle tre vie: passato, presente e futuro e, dando precedenza al presente, spostarsi con cautela, un po per volt,a verso il futuro osservando se la via é giusta. Ogni tanto tornare al passato recuperando buone sensazioni senza farsi prendere troppo dagli eventi negativi. E' come partire con il pallone guardando la porta e ricordando che si é già stato in grado di segnare. Tutto ciò avvalendosi anche dei compagni di viaggio e degli esperti.

mercoledì 15 ottobre 2014

Prevenzione, cura e trattamento del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP)

Progetto Nazionale GAP per l’attivazione di strategie e per lo studio e la preparazione di linee di indirizzo tecnicoscientifiche, coordinate e finalizzate alla prevenzione, alla cura e al trattamento del Gioco d’Azzardo Patologico e per il dimensionamento ed il monitoraggio del fenomeno Dipartimento Politiche Antidroga - Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il progetto, che verrà avviato all’inizio del 2013, sarà coordinato direttamente dal Dipartimento Politiche Antidroga in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.
Il progetto si propone di ottenere i seguenti risultati:
• Maggiore conoscenza del fenomeno del gioco d’azzardo in Italia da un punto di vista epidemiologico, con particolate riferimento al gioco d’azzardo problematico e a quello patologico;
• Individuazione di modelli e strategie per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico;
• Maggiore capacità del sistema dei servizi italiani di rispondere da una parte alle necessità di cura e trattamento presentate dalle persone affette da GAP e dall’altra di offrire sostegno alle famiglie delle persone con diagnosi di gioco d’azzardo patologico;
• Studio e definizione di possibili soluzioni per trovare una migliore regolamentazione dell’intero sistema dei giochi, compresi i giochi online, e di indicazioni per l’autoregolamentazione della pubblicità. (1)
Nel 1980 il gioco d’azzardo patologico (GAP) è stato inserito, dall’APA (American Psychiatric Association), nella terza versione del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM III). Il GAP ha assunto così il valore di una vera e propria patologia psichiatrica rimanendo classificato, all’interno dei disturbi del controllo degli impulsi, anche nel DSM III-R (1987), nel DSM IV (1994) e nel DSM-IV-TR (2001).

L’essere umano si muove sulla linea passato-presente-futuro

Le opere d’arte stimolano la curiosità e l’interesse sia verso gli autori che sull’attualità della vita quotidiana.
Per esempio vi è un opera che mi ha suscitato interesse e curiosità e cioè un’opera di Tiziano dal nome: “Allegoria della Prudenza ”.
Il quadro raffigura tre teste umane, un vecchio, un uomo maturo ed un giovane, che sovrastano tre teste animali, rispettivamente un lupo, un leone ed un cane. I tre volti sono di un anziano e saggio, ossia il passato; di un uomo nel pieno della maturità, il presente e di un giovane che ancora deve scoprire il mondo, ossia il futuro. Molto insolito, per un’opera di Tiziano, la presenza nel quadro di un motto che spiega il senso dell’allegoria: "Sulla base del passato il presente prudentemente agisce per non guastare l’azione futura."
E’ interessante quello che c’è scritto in quanto corrisponde in un certo senso a quello che è, in parte, il lavoro della psicoterapia e cioè andare nel passato a rivedere eventi passati che possono essere stati disturbanti, traumatici e fare un lavoro di psicoterapia cercando di elaborare le informazioni relative a tali eventi in modo da depotenziarle e desensibilizzare.
Così facendo il passato non influisce negativamente sul presente ma fa parte della vita della persona, anzi serve a continuare verso un futuro con l’esperienza del passato, con una personalità più rafforzata, più resiliente.
Gli animali rappresentati sono un lupo, visto come colui che divora i ricordi del passato e li fa dimenticare oppure che potrebbe incarnare l’invidia che proviene dall’irrimediabile condizione del tempo passato, un leone che rappresenta la forza con la quale bisogna condurre le proprie azioni nel presente, ed un cane, simbolo di speranza e aspettativa nei confronti del futuro.

martedì 14 ottobre 2014

Obiettivo: maratona, la volta buona per non fare errori

Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.                                                  William Hart  (1)

È indispensabile fare progetti credibili a se stessi, un ottimo punto di partenza è credere di essere in grado di fare qualcosa, perché si è sperimentato gradualmente dei miglioramenti.
Bisogna capire come impiegare le proprie risorse, su chi si può puntare, su chi fare affidamento.
La preparazione per la maratona richiede un impegno notevole di tempo e di fatica fisica. Preparare una maratona diventa un investimento di energie fisiche e di tempo finalizzati alla miglior resa nel giorno della competizione.
La preparazione va programmata con la massima accuratezza considerando il proprio potenziale atletico relativo alle precedenti competizioni e ai precedenti programmi di allenamento. Va considerato il periodo di preparazione, estivo, invernale per poter programmare le uscite di allenamento più lunghe o più faticose.
È auspicabile stilare un programma di massima di allenamento che comprenda alcuni test importanti di allenamento o di gara, per valutare il grado di  preparazione e in modo da capire i ritmi da poter sostenere nella competizione-obiettivo.
Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare.
Va considerato il periodo di preparazione, estivo, invernale per poter programmare le uscite di allenamento più lunghe o più faticose.

mercoledì 8 ottobre 2014

SPORT: perchè farlo?

Definizione di SPORT: “Qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il  miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”. Carta Europea dello Sport (Consiglio d’Europa, 1992)

Le discipline motorie rappresentano ottimi contesti per la promozione nei partecipanti della conoscenza di se stessi e del mondo, di un buon controllo emotivo, di una buona adattabilità, di soddisfacenti capacità di socializzazione, di maggiore tolleranza alle frustrazioni e di un valido senso di auto-efficacia, per dire sempre: “Sì, io posso farcela”.

lunedì 6 ottobre 2014

Eventi MOVE WEEK 2014 a cura dell’associazione IL CORTILE COLORATO

Di seguito gli eventi a Roma organizzati nel 2014 dall’associazione di promozione sociale IL CORTILE COLORATO che promuove servizi:
- destinati alle famiglie;
- accrescere competenze del minore;
- ai genitori e volti a fornire supporto psicologico;
- ricreativi ed educativi destinate ai minori;
- di sostegno didattico nel tempo extrascolastico;
- contrasto devianza e alla tossicodipendenza dei minori.
30 Settembre
Evento:
Camminata notturna per tutti grandi e piccoli.
Location Roma - Spinaceto (parco campagna di mezzocammino)
Descrizione: ora 20.30 circa
L’obiettivo dell’evento è un’alternativa allo stare a casa davanti al computer o la televisione.
Camminata serale Roma Spinaceto parco campagna di mezzocammino.
Camminata serale per tutti grandi e piccoli!

Sviluppare la resilienza per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport

I momenti brutti passano, proprio come quelli belli, l’importante è non mollare, avendo fiducia e pazienza, perchè con il lavoro i             risultati prima o poi arrivano.
Michele Fontana
(pluricampione italiano in pista e nel cross)


Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.
William Hart  

L’obiettivo di questo testo è illustrare, in maniera teorico e pratico-esperienziale, aspetti inerenti la resilienza e le modalità per svilupparla; fornire strumenti teorico-pratici per stimolare l’autoconsapevolezza e valorizzare le risorse personali e di rete.
Si definisce resilienza la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, in generale alle difficoltà della vita.
La resilienza permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta.
La resilienza, il cui significato è mi piego ma non mi spezzo e mentre mi piego mi preparo, sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia di riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza. Chi è resiliente, infatti, non si lascia abbattere da una sconfitta ma ne esce rafforzato, analizza i suoi errori e trova le giuste soluzioni per tornare a vincere. È grazie a questa dote del carattere che si diventa campioni: alcuni ci nascono altrimenti la si può sempre coltivare.
Il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più forti, con un valore aggiunto, i resilienti individuano risorse e chiedono anche aiuto.
Ritengo un notevole valore aggiunto le prefazioni di Isabel Fernandez e Sergio Mazzei, e l’introduzione di Isa Magli ai quali tanto ringrazio per aver colto, illustrato ed enfatizzato aspetti rilevanti del testo.

giovedì 2 ottobre 2014

E’ tornata la Move Week: settimana dedicata allo sport e all'attività motoria

Più movimento per tutti: dal 29 settembre Move Week.
L'Uisp è capofila in Italia, con decine di eventi. Hanno aderito l'Anci e la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. Chiusura domenica 5 ottobre a Roma, al Campo della polveriera di Colle Oppio
Pronti, partenza, via! La Move Week 2014 è iniziata: dal 29 settembre al 5 ottobre è tornata la settimana dedicata allo sport e all'attività motoria, per promuovere la salute e il benessere. Le magliette arancioni con il logo della manifestazione si stanno impossessando festosamente di strade e piazze grazie a questa manifestazione lanciata da ISCA - International Sport and Culture Association, rete internazionale di promozione dello sportpertutti della quale l’Uisp fa parte. 
Partecipano al Move Week 85 città italiane, tra le quali Roma, Torino, Bologna e Firenze. Sono previsti oltre 180 eventi sportivi che si aggiungeranno a tanti altri in programma in tutta Europa, per un numero complessivo di circa 2000 eventi. 
L'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) sarà al fianco di Move Week con l'iniziativa "Una scala al giorno" di giovedì 2 ottobre: da Verona a Bari, negli uffici pubblici, si useranno le scale e non gli ascensori, che verranno fermati per alcune ore. Sarà un modo provocatorio per riscoprire il proprio corpo come mezzo di mobilità e di autonomia. Hanno aderito la presidente della Camera dei Deputatli, Laura Boldrini, e molti Comuni italiani. È prevista la partecipazione anche di aziende ed altri enti pubblici. 
Tanto sportpertutti e tanto divertimento, con l’obiettivo di mettere in movimento il maggior numero di persone. Move Week è infatti l’evento di punta della campagna europea "NowWeMove - 100 milioni di cittadini europei attivi in più entro il 2020", promossa dall’Isca. Gli italiani sono tra i più sedentari in Europa, con un buon 60% che dichiara di non fare mai sport o attività fisica, contro una media europea del 42% e un primato, quello della Svezia, dove soltanto il 9% della popolazione dice di non fare alcuna attività.
Ecco alcune delle principali notizie, città per città:
2 ottobre ora 21.00 Biciclettata serale
Roma Centocelle Piazza dei Mirti
Biciclettata serale da Centocelle - Piazza dei Mirti a via dei fori Imperiali, per fare assieme, condividere un percorso notturno cittadino, notando la città di sera.

mercoledì 24 settembre 2014

Lo stile di vita degli over 60 per vivere in salute e serenamente

Le abitudini degli over 60 che possono aumentare il livello di stress possono essere, per esempio, la convinzione di essere saturi di conoscenze, competenze e quindi il non lasciare spazio a nuove nozioni, le più strane, le più sorprendenti, le più elementari. Gli over 60 dovrebbero essere più propensi ad ascoltare ed avvicinarsi alle persone più lontane culturalmente da loro, con umiltà cercando di apprendere sempre di più e di essere disposti a valutare di cambiare una propria abitudine, una propria convinzione consolidata nel tempo. E ciò sia riguardo all’alimentazione, per esempio è importante scoprire gusti nuovi, alimenti nuovi e non ancorarsi alle proprie preferenze, ai gusti consolidati nel tempo. Gli over 60 devono ritagliarsi più tempo per stare con persone che vogliono bene o con le quali stanno bene assieme, devono imparare ad imparare, ad apprendere nuove modalità per trascorrere il tempo libero.
Per star bene gli over 60 devono dedicare del tempo agli altri, quindi dare e ricevere, trasmettere competenze, informazioni e ricevere sorrisi, saluti, ringraziamenti; devono diventare consulenti della vita, dei saggi che raccontano aneddoti, episodi, ridendo di quello che gli è accaduto, di quello che hanno rischiato.

domenica 21 settembre 2014

Una metafora sull’autocarro per comprendere il proprio comportamento


Importante per la persona l’attenzione verso le cose che si fanno o che si evitano, importante fare le cose con un’attenzione ed un interesse costante e non per abitudine, accorgersi di quello che si fa.

Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente, è illustrata da William Hart nel libro LA MEDITAZIONE VIPASSANA -  Un’arte di vivere (1):

 “Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.

Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.

Questo è il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente.”

Per comprendere il nostro comportamento riporto una metafora illustrata da Mark Nickerson ad un Congresso Nazionale sull’EMDR: “

Io non mi fermavo mai, nemmeno al buio, mi sforzavo di essere sempre al massimo. Brutto tempo o strade brutte, non mi fermavo mai, ero un pericolo vagante.

E infine, mi sono schiantato, in quel momento ho capito che dovevo cambiare qualcosa, avevo bisogno di aiuto.

Ho compiuto un passo grande e ho trovato un terapeuta. Un passo alla volta, ho iniziato a fare dei progressi. Ora tengo il mio parabrezza pulito, così posso vedere dove sto andando.

Ho imparato a condividere la strada con gli altri, ho imparato a fidarmi della mia parte più saggia in caso di aiuto.

Staffetta podistica dedicata agli atleti che sono deceduti durante la pratica sportiva


Il 13 settembre 2014 a Roma presso lo Stadio Nando Martellini, alle Terme di Caracalla, alle ore 08,00 ha preso il via la diciannovesima edizione della la staffetta podistica dodici per un’ora “Memorial Alberto Rizzi” Trofeo Acsi Campidoglio Palatino, organizzata dall’ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani). La gara è stata valida anche come campionato italiano Acsi dell’ora di corsa.

Riporto le parole di uno degli ideatori di questo Memorial, Vincenzo Rizzi: “Tutto inizia dopo una tragica giornata di uno spaventoso giovedì del 14 settembre del 1995 quando alle otto di mattina, in un splendita giornata di sole, nostro fratello Alberto Rizzi veniva travolto da un autocarro sulla Via Ardeatina mentre percorreva in bicicletta, insieme a due compagni, fortunatamente illesi, quella maledetta strada che lo avrebbe dovuto portare da Ostia fino a Rocca di Papa.

Alberto scompariva all’età di 41 anni, il più piccolo di 14 tra fratelli e sorelle della Famiglia Rizzi. Era un medico del pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia, appena aperto e volle sempre operare al pronto soccorso, amato da colleghi e pazienti che gli hanno dedicato una targa proprio nel pronto soccorso ben visibile ancora oggi. Da allora, come famiglia Rizzi, abbiamo cercato un modo adeguato e diverso per poterlo ricordare e, grazie all’intuizione di Enrico Pitti, tecnico di atletica allo stadio delle Terme di Caracalla e Mario Placidini, giornalista, appassionato di atletica che conosceva molto bene Alberto, decidemmo di dedicargli una manifestazione podistica.

Nel dicembre del 1995 decidemmo di riprendere la staffetta dodici per un’ora che era stata sospesa da diversi anni. La prima edizione si disputò proprio Sabato 14 settembre del 1996.


Supportare l’allenatore e gli atleti


E’ importante innanzitutto impostare una buona relazione con l’allenatore, sarebbe opportuno fare con lui un lavoro sulla consapevolezza; a fine partita o comunque appena possibile sarebbe da chiedergli come si sente, come si è sentito, quali sono stati i momenti più entusuasmanti o più difficili per lui durante, prima o dopo la partita. Un altro momento importante è prima della partita, sentire lui cosa potrebbe preoccuparlo e di cosa è sicuro, è importante far leva sia sulle sue risorse, sui punti di forza, sia sulle sue preoccupazioni. Poi si lavora su come fare per ovviare ai punti di debolezza, quali sono le qualità, caratteristiche da potenziare.

Importante osservarlo durante gli allenamenti. Proporgli di scrivere su quello che è avvenuto durante l’allenamento, durante la gara. Fargli parlare dei vari giocatori cosa fanno di buono, se migliorano, le differenze tra i vari ragazzi. Chiedere dei suoi obiettivi, cosa vorrebber aggiungere, come si vede tra qualche anno.

Poi è importante lavorare anche con i ragazzi, innanzitutto è importante dargli la disponibilità di poter parlare fissando un incontro anche informale, perché potrebbero temere, soprattutto all’inizio di essere visti e quindi giudicati deboli psicologicamente.

Ogni atleta desidera essere rinforzato per la qualità della sua prestazione più che per la vittoria.

Talvolta, invece, l'allenatore è più preoccupato a vincere o a non perdere piuttosto che essere interessato alla prestazione dei suoi atleti.

MOVE Week: settimana dedicata a sport e attività fisica


Nella settimana dedicata allo sport, il più grande evento europeo Now We Move coordinato in Italia dall’Uisp, ha l’obiettivo di combattere la sedentarietà e rendere “100 milioni di cittadini europei in più attivi entro il 2020”.

MOVE Week si svolge quest’anno dal 29 settembre al 5 ottobre ed è un momento dedicato alla celebrazione dello sport e dell’attività fisica. Unisce eventi di sport ed attività fisica in tutta Europa offrendo opportunità di partecipazione e allo stesso tempo dando dimostrazione dei benefici che sport e attività fisica possono portare ai singoli cittadini e alla società intera.

UNISCITI ALLA MOVE Week 2014

Di seguito alcuni eventi che saranno organizzati a Roma dall’associazione di promozione sociale IL CORTILE COLORATO:

29 settembre e 01 ottobre ora 20.00-21.30 La Capoeira: sport e non solo

Roma Laboratorio permanente di arte - circonvallazione Casilina 119/A - zona Pigneto