A cura di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. Atleta e dirigente dell’ASD Atletica La Sbarra. Ciclista e triatleta di Podistica Solidarietà. 21163@tiscali.it - 3804337230
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domenica 30 aprile 2017
venerdì 28 aprile 2017
Cinzia Sonsogno, ultrarunner: Ore 5:15 pronti zaini in spalla e lampada frontale
Correre
in natura su sentieri ti fa imbattere nell’autenticità, la naturalezza, la
bellezza della natura, ti viene voglia di approfondire questa conoscenza, si
diventa ingordi vuoi prendere il massimo dall’aria che si respira, dai luoghi,
dagli odori, dalle luci che cambiano nel corso delle ore e dei luoghi che si
attraversano.
Di
seguito l’esperienza di Cinza Sonsogno che ha corso 103 km di gara cross trail
in Toscana, in Val d’Orcia, di seguito risponde ad alcune mie domande.
Ciao Cinzia, complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te,
com'è andata?
Soddisfatta? “Buon pomeriggio Matteo,
mi ci è voluto qualche giorno per mettere in fila tutte le emozioni e i
pensieri che hanno attraversato la mente in questo viaggio lungo 103 km
chiamato Tuscany Crossing della Val d'Orcia. Già lo scorso anno avrei voluto
parteciparvi, non era più rimandabile questa full immersion nelle colline
senesi, che da turista automunita avevo negli anni scorsi avuto modo di
apprezzare; ma è risaputo il trail, la corsa in natura, offre la possibilità di
scoprire scorci segreti non concessi agli occhi di tutti...., non si tratta
solo dei paesaggi, dei profumi, dei colori, ma soprattutto il rapporto e
l'adattamento che il tuo corpo opera man mano che passano i km e le ore di corsa, ad instaurare una simbiosi
e la consapevolezza di essere io stessa
natura.”
Angelo Marullo, basket: Dopo i primi allenamenti mi innamorai di questo sport
Matteo Simone
A volte i genitori affidano i propri figli a una squadra, a un allenatore, ai dirigenti di una società che diventa una seconda famiglia, vengono presi in carico ed educati non solo dal punto di vista del gioco sportivo, ma come piccoli uomini che devono iniziare a imparare regole di gioco e di convivenza.
Diventa importante l’allenatore che diventa una figura adulta di riferimento a
cui il ragazzo deve sentire di potersi rivolgere senza timori.
Di
seguito Angelo racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sì, grazie alle persone che ruotavano
attorno alla squadra ho avuto la possibilità di sentirmi sempre gratificato e
in certi casi un campione che vedeva la fatica giornaliera prendere forma
attraverso il risultato.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Ho iniziato a praticare sport fin da
subito, con l'inizio della scuola elementare iniziai a giocare a calcio ma dopo
2 anni ero stanco di questo sport, non mi gratificava, mi sentivo come un pesce
fuor d'acqua, così a 8 anni il dottore mi consigliò di praticare il nuoto o il
basket dicendo che poteva essere d'aiuto per la postura data l'altezza e la
conseguente tendenza a stare con le spalle avanti. Decisi di provare con il
basket e dopo i primi allenamenti mi innamorai di questo sport a tal punto da
praticarlo ancora oggi e di provare le stesse emozioni come se non avessi messo
mai i piedi su quel parquet.”
giovedì 27 aprile 2017
Marino Capannini, runner: Mi piace esserci, divertirmi e arrivare
Perché
restare a casa a piangersi addosso che tutto va storto, che la politica non
funziona, che c’è crisi, basta mettersi l’abbigliamento adeguato, un
pantaloncino o tuta e un paio di scarpe e via per parchi e strade a saltare e
correre come ragazzini scherzando con amici piccoli e grandi perché in questo
sport non esiste ceto sociale e non esiste età anagrafica, faticano tutti e si
divertono tutti, ci si fa le foto, si raccontano aneddoti e ci si sfida negli allenamenti e nelle gare,
un mondo bizzarro e fantastico, da provare per conoscerlo e vedrai che ci rimani
intrappolato, ti iscrivono a una società.
Di
seguito Marino racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sempre ogni volta che taglio il
traguardo.”
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Ho iniziato questo sport quando sono
andato in pensione... avendo avuto un problema fisico e tempo libero... ha
contribuito molto il ritrovarsi alle gare con altri appassionati... e
l'ambiente all'aria aperta priva di smog (non facile).”
Lo
sport che ti cambia la vita, che quando lo incontri te ne innamori e scopri una
altromodo di stare al mondo, di esserci con te stesso e con gli altri.
Come hai scelto il tuo sport? “Stavo passeggiando con amici in un
Parco e vedendo persone di una certa età si è detto perché non proviamo anche
noi... così 50, 100m e così via... con il passar del tempo mi sentivo molto
meglio tanto fisicamente che psicologicamente... allora perché non provare a
fare una gara... quella è stata la scintilla che non si è più spenta.”
Alessandro Di Meo: Nella corsa il risultato lo ottieni solo con il lavoro
Matteo SIMONE
Lo
sport diventa da ragazzi una modalità di educazione, di stare al mondo, di relazionarsi
con coetanei ascoltando gli adulti che diventano educatori che affiancano i
genitori, man mano che si cresce resta il gioco e si sviluppa la competizione,
utile per cavarsela nel mondo non solo nello sport, ma anche in famiglia,
nell’ambiente lavorativo, sempre rispettando il prossimo che sia compagno di
squadra o avversario, senza strafare, senza pretendere, accettando quello che
c’è e cercando di essere un po’ ambiziosi con la voglia di migliorarsi sempre
un po’ per volta.
Di
seguito, Alessandro racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “In maniera esponenziale.”
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una
prestazione non ottimale?
“Quando non ero allenato abbastanza, credo che nello sport in genere, ma nella
corsa in particolare, il risultato lo
ottieni solo con il lavoro.”
Quali persone hanno contribuito al tuo benessere o performance?
“Nessuno in particolare, ho fatto tutto da solo.”
Qual è la gara della tua vita?
“Ho avuto molte soddisfazioni dalla corsa, mi sono sempre misurato contro me
stesso e mai contro gli avversari, il mio avversario è il cronometro, sempre
avendo a mente i miei difetti e i miei pregi sportivi.”
Valentina Ferrari vince La maratonina del Partigiano: Una signora gara
Lo sport che fa sperimentare benessere
psicofisico e performance, ti fa seguire una direzione, ti rende libero. Lo
sport che ti fa apprezzare parchi e strade, partenze e arrivi, solitudine e
compagnia. Questo
spinge persone ad allenarsi e gareggiare. Di seguito Valentina, dell’Atletica
La Sbarra & I Grilli Runners, racconta l’esperienza della sua gara, vinta
di recente.
Ciao Valentina, com'è andata? Soddisfatta? “Direi di si! La maratonina del
Partigiano è una signora gara.”
Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari durante
la gara?
“Il percorso di questa gara è molto difficile, quasi tutto in salita che non è
il mio forte, saperlo dall'inizio mi spaventava ma al tempo stesso sapevo che
dovevo rimanere sempre concentrata per rimanere costante. L'ultimo chilometro,
che è quello più ripido, è stato difficilissimo, avevo i quadricipiti in fiamme
e per fortuna avevo un po' di vantaggio e ho potuto rallentare un po'.”
Importante
focalizzarsi nel momento presente, essere attenti a quello che si sta facendo,
alle proprie capacità, qualità e anche limiti, dare il massimo per raggiungere
un obiettivo difficile, sfidante ma raggiungibile se ci crediamo almeno un po’.
William Da Roit, ultrarunner: Mentalmente sono pronto, non resta che correre!
La Ultra Maratona Milano-Sanremo è una gara di corsa a piedi della distanza di 285 chilometri con un tempo massimo di percorrenza di 48 ore. La partenza della gara è prevista sabato 29 aprile ore 10.
Di seguito William Da Roit ci racconta il suo pre-gara rispondendo ad alcune mie domande.
mercoledì 26 aprile 2017
Giovanni Gualdi, corsa: L'amore per lo sport ti spinge a continuare e non mollare
Sarebbe stato bello fare le olimpiadi ma purtroppo il treno è passato
Matteo SIMONE
La passione e la motivazione diventano il motore per ogni cosa, non si ottiene niente se non c’è vera passione, qualsiasi cosa si intende fare ha bisogno di essere alimentata da tanta passione che diventa il carburante per impegnarsi, per essere costante e determinato, per voler raggiungere mete e obiettivi.
Giovanni Gualdi racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Ci sono state, fortunatamente, molte
occasioni in cui mi sono sentito Campione, però come in tutti gli sport sono
più le sconfitte che le vittorie, ma lo stimolo per continuare dopo una brutta
prestazione è l'amore per lo sport che ti spinge a continuare e non mollare.”
martedì 25 aprile 2017
Franco Varesio: Conta soprattutto la testa per le ultramaratone e gli ironman
Matteo SIMONE
Non è resiliente chi arriva al traguardo
a tutti i costi ma chi reagisce bene alle frustrazioni, chi sa riconoscere se
si tratta di una crisi mentale o una vera crisi fisica, chi non si preoccupa di
fermarsi quando mancano solo due chilometri, meglio ritirarsi da vivo e vegeto
e non concludere con problemi vari di salute. A volte il fisico ti inganna, bisogna
pazientare, rallentare e ripartire alla grande, sembra che tutto è finito, hai
raschiato il barile ed invece riesci a trovare altre risorse nascoste con
l’aiuto della mente, con l’autoefficacia, bisogna conoscersi bene per fare bene.
E’
l’esperienza di molti atleti di endurance, ultrarunnner, ironman, di seguito
l’esperienza raccontata da Franco Varesio.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o
sempre un comune sportivo?
“Sempre un comune sportivo o meglio un grandissimo appassionato di sport.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport mi rilassa e mi diverte
moltissimo, anche perché condivido questa passione con amici goliardici.”
Ebbene
sì, lo sport anche se può sembrare duro, pesante, stancante, diverte tanto se
hai passione e diverte condividere la passione e gli aneddoti con gli amici che
si trovano a sperimentare esperienze simili, di fatica, di crisi, di riuscita,
aneddoti vari, visioni ma anche esperienze di finisher.
Come hai scelto il tuo sport? “La corsa per praticità, basta poco
tempo per allenarsi, lo sci e il triathlon mi piacciono ancora di più ma
praticarli richiede molto più tempo.”
La
corsa è comoda, i corridori hanno sempre una paio di scarpe in valigia, nello
zaino, al lavoro, in auto, ed una corsetta ci può sempre scappare.
lunedì 24 aprile 2017
Carlo Salvetti vince in Val d’Orcia la Tuscany Trail Crossing di 103km D+ 3.220
Carlo
Salvetti, atleta ultrarunner della Nazionale Italiana, con il crono di
09h09’43”, vince la
Tuscany Trail Crossing di 103km D+ 3.220. Simona Morbelli vince, per la terza
volta la prova femminile con il crono di 10h49’25”.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Carlo attraverso risposte ad alcune mie
domande.
Ciao Carlo, complimentissimi per la tua vittoria, se ti va ho qualche
domanda per te, com'è andata? Soddisfatto? “Ciao Matteo, la gara è andata bene anche
se non secondo i miei piani: i primi 25 km avevo le gambe molto dure ed
imballate, al 50esimo ho avuto una fortissimo attacco di dissenteria e l’ultima
discesa i polpacci talmente duri che non riuscivo più a correre. Tutto sommato
la gara è andata bene anche se 5 minuti di meno li avevo nelle gambe.”
Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari durante
la gara? “Ne
ho avuto ma sono stato bravo a gestire la gara ed alimentarmi e bere in modo
idoneo.”
C’è
poco da fare, se vuoi far bene in gare importanti per lunghezza e durezza del
percorso fondamentale diventa la cura dell’alimentazione per assicurarsi che i
serbatori muscolari siano sempre abbastanza pieni durante le lunghe gare e i
lunghi impegni muscolari e fisici in modo da assicurare benzina fino
all’arrivo.”
Claudia Torri, pallavolo: Importante un clima di squadra sereno
Lo sport diventa una ottima scuola di vita, si apprende dallo sport non
solo regole ma anche a conoscere se stessi e a stare con altri, a condividere
mete, obiettivi e sogni, a condividere allenamenti e fatica, ma anche gioie e
soddisfazioni, si impara a condividere sconfitte e vittorie ad apprendere
sempre dall’esperienza, ad assumersi la responsabilità del proprio gioco, a
considerare le proprie capacità e i propri limiti e a conoscere meglio gli
altri.
Di seguito Claudia ci racconta la sua esperienza di pallavolista, ruolo
centrale, rispondendo ad alcune mie domande.
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sì, mi è capitato.”
Qual
è stato il tuo percorso nella pratica sportiva? “Ho iniziato a praticare pallavolo
all’età di sei anni nelle categorie dei più piccoli ovvero “mini volley” e
“super volley”. Successivamente ho iniziato con le categorie “under”, prima
nella categoria “under 14” e poi in quella di “under 16”. Nel frattempo iniziai
ad allenarmi anche con la categoria superiore di serie D dove venivo convocata
per alcune partite. Ho partecipato poi alle selezioni per la squadra di
rappresentativa della regione dove poi sono entrata essendo stata scelta.
Infine sono entrata permanentemente nella squadra di serie C.”
Quali
sono i fattori che contribuiscono al benessere e performance nello sport? “Contribuisce al benessere e alla
performance nello sport sicuramente un buon allenamento, indispensabile non
solo per migliorarsi dal punto di vista tecnico ma anche per acquisire
sicurezza ed essere così più pronti in partita. A tal fine è inoltre importante
un adeguato riposo fisico e un clima di squadra sereno, oltre che la presenza
indispensabile di un allenatore.”
C’è
qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance nello sport? “Le compagne di squadra e l’allenatore
rivestono un ruolo importante in questo. Le compagne infatti apportano il loro
contributo con la vicinanza nel campo da gioco, mentre l’allenatore dà consigli
duranti la partita ed è così un punto di riferimento.”
In
un gioco di squadra non si è mai da soli, i compagni di gioco sono sempre
presenti, in qualche modo ti supportano e ti fanno capire se stai facendo bene,
che ti puoi fidare, l’allenatore diventa fondamentale, una sorta di ancora di
salvataggio, basta guardarlo per capire se bisogna cambiare modalità di gioco o
avere sguardi di approvazione diventa anche importante, la complicità diventa
fondamentale tra tutti i componenti della squadra.
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Pensano che sia un’attività molto
bella oltre che importante.”
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Un episodio divertente è stato quando
durante un allenamento settimanale, mentre stavamo provando la formazione per
la partita, una compagna in zona di battuta avendo calcolato male la
traiettoria da dare alla palla, colpì in pieno la testa di una compagna che si
trovava nello stesso campo.”
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Ho scoperto la tenacia nel perseguire un
obiettivo, la capacità di metabolizzare una sconfitta e di sapermi rialzare da
questa, ma anche la tendenza a cercare di migliorarmi sempre e la mia
ambizione.”
Lo
sport fornisce insegnamenti importanti utile anche nella vita, per ottenere
qualcosa bisogna impegnarsi ed essere persistenti e resilienti, insistere nel
proseguire il proprio obiettivo, e superare crisi e sconfitte, riprovare in
modo diverso sempre con il sorriso e imparando dall’esperienza.
Quali
sono le capacità, caratteristiche, qualità che ti aiutano nel praticare il tuo
sport?
“Mi aiuta la consapevolezza che nulla si ottiene senza un impegno costante, che
è necessario affrontare le sconfitte che lo sport ti mette davanti e che è
importante il senso di squadra e l’unione di questa.”
Che
significato ha per te praticare il tuo sport? “Per me praticare sport significa
mettermi alla prova con me stessa e fare un’attività che mi fa stare bene.”
Quali sono le
sensazioni che sperimenti nello sport? “Le
sensazioni che si sperimentano sono molto varie: la gioia dopo una bella
vittoria, la felicità nel condividere tutto con la squadra, la tensione prima
di una partita importante e la tristezza dopo una sconfitta o una performance
andata male.”
Lo
sport ti aiuta a sperimentare tanto, lo sport è vivere la vera vita,
sperimentare gioie e dolori, rendersi conto che tutto passa, importante è
focalizzarsi sul momento presente e seguire la direzione che vogliamo con
entusiasmo e tanta energia.
Quali
sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo
sport? “Le
difficoltà si possono riscontrare quando il giocatore non riesce a raggiungere
un risultato sperato durante una partita e che potrebbe portare ad un calo in
fase di allenamento, mentre i rischi sono quelli legati ad eventuali infortuni
che nella pallavolo sono molto frequenti.”
Quali
sono le condizioni fisiche o ambientali che ti ostacolano nella pratica del tuo
sport? “Le
difficoltà fisiche che possono ostacolarmi sono quelle legate ad infortuni, mentre
le condizioni ambientali non influiscono.”
Cosa
ti fa continuare a fare attività fisica, hai rischiato di mollare di fare
sport? “Non
ho mai smesso di fare sport e quello che mi spinge a continuare è la passione
per lo sport in generale e la consapevolezza di quanto questo sia importante
nella vita non solo a livello fisico ma anche mentale.”
Lo
sport ti dà quella marcia in più che serve nella vita quotidiana per affrontare
situazioni e persone, lo sport fortifica il carattere rende più sicuri, autoefficaci
e resilienti.
Quale
può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi al tuo sport? “La pallavolo è uno sport di squadra
dove imparerete che il contributo di ciascun giocatore è indispensabile per il
raggiungimento di un traguardo comune.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali
fasi? “Ritengo
che sia una figura molto importante in tutte le fasi dell’attività sportiva ma
soprattutto al termine di una partita, che rappresenta il frutto degli allenamenti.
Dopo la partita infatti potrebbe svolgere un ruolo importante nell’aiutare il
giocatore che non è stato soddisfatto della propria performance a capirne le
cause, che potrebbero essere anche psicologiche e aiutarlo così ad affrontare
una nuova seduta di allenamento. Lo psicologo dello sport inoltre contribuisce
a rafforzare la mentalità sportiva del giocatore, senza la quale la sola
tecnica non può far raggiungere traguardi importanti.”
Vero
non si gioca solo di forza, potenza e resistenza, si gioca anche di testa, di
furbizia, di scaltrezza, di sapere bene cosa si vuole e come ottenerlo, come
organizzarsi mentalmente.
Sei
consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti? “Sì, sono consapevole sia delle mie
capacità e possibilità che dei miei limiti.”
Quanto
ti senti sicuro, quanto credi in te stesso? “Mi sento sicura e credo molto in me
stessa.”
Qual
è una tua esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Un’esperienza che mi dà la convinzione
che ce la posso fare è l’essere arrivata alla fine di un percorso molto
difficile ed essere arrivata ad un passo dal raggiungimento del mio sogno.”
Riuscire
in qualcosa è una delle quattro fonti dell’autoefficacia, è importante
ricordare e tenere a mente le passate esperienze di successo comprese le
sensazioni positive sperimentate.
Quali sono le
sensazioni relative a precedenti esperienze di successo? “Sono sicuramente la felicità e la
consapevolezza.”
Hai un modello di
riferimento, ti ispiri a qualcuno? “I miei modelli di riferimento sono in
generale tutte quelle persone che non hanno mai mollato e hanno continuato a
lottare per raggiungere i propri obiettivi.”
Chiara
appare molto resiliente vincente, sa quello che vuole con certezza, è
fortemente motivata e credo che riuscirà nei suoi intenti, troverà la strada e
le modalità per il successo e per trasformare il suo sogno in realtà.
C’è una parola o
una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti? “Ciò che ho osato, l’ho voluto, e ciò
che ho voluto, farò.”
Come hai superato
eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà? “Ho sempre considerato gli infortuni, le
crisi e le difficoltà come situazioni momentanee. Ho cercato di capirne le
cause, nel caso delle crisi e delle difficoltà, e di affrontarli con
positività, mentre nel caso degli infortuni mi sono sempre impegnata
nell’attività fisioterapica indispensabile per una ripresa migliore
dell’attività sportiva.”
L’atleta
ha una marcia in più anche nella vita quotidiana, sa come affrontare crisi e
situazioni, sa che l’approccio giusto è la pazienza, saper aspettare,
prendersi i tempi giusti per il recupero e per passare all’azione sperimentando
benessere e performance.
E’ possibile approfondire
l’argomento della resilienza sul testo Sviluppare la
Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport. MJM, Meda (MI),
2014. http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
Matteo SIMONE
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
Filippo Castriotta: Ho provato fame, sete, solitudine e anche voglia di ritirarmi
Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. (Murakami, L'arte di correre)
Manfredonia
sempre più città di ultrarunner, complimenti al coraggioso e resiliente
Filippo, le foto del suo arrivo mostrano entusiasmo, sorpresa e soddisfazione,
ecco le sue parole: "Ciao Matteo, grazie
all'avvocato Mimmo d'Ascanio che mi ha portato a fare una durissima gara a
Mattinata di 80 chilometri con tante salite durissime, con 3 mesi di allenamento,
sono soddisfatto di aver fatto 12 ore e 58 minuti. Ho provato fame, sete,
solitudine e anche voglia di ritirarmi, poi ho sbagliato più volte strada, ma
alla fine dopo tutti gli errori ho raggiunto un obbiettivo inimmaginabile a 50
anni."
Obiettivi
inimmaginabili possono diventare raggiungibili trasformando sogni in realtà,
grazie all'impegno, al duro lavoro, la passione e una buona compagnia come il
team frizzi e lazzi walking e running.
Tra i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono:
autoefficacia, capacità di porsi degli obiettivi e di trovare strategie
adeguate per conseguirli, progettualità futura, ottimismo, senso dell’umorismo.
E’ possibile approfondire l’argomento sul testo Sviluppare
la Resilienza Per affrontare
crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport. MJM, Meda (MI), 2014
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
Di
seguito Filippo ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie
domande.
Complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te, com'è andata?
Soddisfatto?
“Sì moltissimo. Adesso sto incominciando
a rendermene conto di quello che ho fatto in soli tre mesi di allenamento, mi sembra
un sogno sono Stra felice Matteo.”domenica 23 aprile 2017
Matteo Nocera, 6 ore delle Carrere 2017 Vinco ancora e questa volta sono 76km
Matteo
SIMONE
Matteo Nocera, affacciatosi mondo delle ultramaratone mette a segno due vittorie in gare di 6 ore. Buona la prima alla Reggia di Caserta il 18 marzo 2017 e buona anche la seconda 6 ore delle Carrere il 23 aprile 2017.
Le sue parole post gara sono: “Vinco ancora e questa volta
sono 76km. Contento di aver conquistato 2 vittorie su 2 ultra nella mia
Regione. Forza sud dedicata a mia moglie.”
Parole
commoventi di un ultrarunner che non corre solo per se ma anche per la sua
terra e la sua famiglia sempre a seguito. Dopo
averlo conosciuto in occasione della maratona di Roma, non potevo che fargli
alcune domande per cogliere le sue impressioni post gara che riporto di
seguito.
Ciao Matteo, complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te, com'è
andata? Soddisfatto?
“Ciao Matteo. Sì soddisfatto. Ma se imparo a gestire meglio…! Ho vinto anche
la seconda… 76.800 ma devo imparare a partire più regolare. Le prime 4 ore a
4'12" poi ovviamente ho risentito… molto caldo percorso duro, un anello di
circa 1400m, 700 in salita da un lato e l’altro in discesa, duro ma la
condizione migliora…! Soddisfatto.”