A cura di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. Responsabile Nazionale Sezione Sport Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta (CISOM). Atleta e dirigente dell’ASD Atletica La Sbarra. Triatleta di Podistica Solidarietà. Contatti 21163@tiscali.it - 3804337230.
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domenica 30 aprile 2017
venerdì 28 aprile 2017
Cinzia Sonsogno, ultrarunner: Ore 5:15 pronti zaini in spalla e lampada frontale
Correre
in natura su sentieri ti fa imbattere nell’autenticità, la naturalezza, la
bellezza della natura, ti viene voglia di approfondire questa conoscenza, si
diventa ingordi vuoi prendere il massimo dall’aria che si respira, dai luoghi,
dagli odori, dalle luci che cambiano nel corso delle ore e dei luoghi che si
attraversano.
Di
seguito l’esperienza di Cinza Sonsogno che ha corso 103 km di gara cross trail
in Toscana, in Val d’Orcia, di seguito risponde ad alcune mie domande.
Ciao Cinzia, complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te,
com'è andata?
Soddisfatta? “Buon pomeriggio Matteo,
mi ci è voluto qualche giorno per mettere in fila tutte le emozioni e i
pensieri che hanno attraversato la mente in questo viaggio lungo 103 km
chiamato Tuscany Crossing della Val d'Orcia. Già lo scorso anno avrei voluto
parteciparvi, non era più rimandabile questa full immersion nelle colline
senesi, che da turista automunita avevo negli anni scorsi avuto modo di
apprezzare; ma è risaputo il trail, la corsa in natura, offre la possibilità di
scoprire scorci segreti non concessi agli occhi di tutti...., non si tratta
solo dei paesaggi, dei profumi, dei colori, ma soprattutto il rapporto e
l'adattamento che il tuo corpo opera man mano che passano i km e le ore di corsa, ad instaurare una simbiosi
e la consapevolezza di essere io stessa
natura.”
Angelo Marullo, basket: Dopo i primi allenamenti mi innamorai di questo sport
Matteo Simone
A volte i genitori affidano i propri figli a una squadra, a un allenatore, ai dirigenti di una società che diventa una seconda famiglia, vengono presi in carico ed educati non solo dal punto di vista del gioco sportivo, ma come piccoli uomini che devono iniziare a imparare regole di gioco e di convivenza.
Diventa importante l’allenatore che diventa una figura adulta di riferimento a
cui il ragazzo deve sentire di potersi rivolgere senza timori.
Di
seguito Angelo racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sì, grazie alle persone che ruotavano
attorno alla squadra ho avuto la possibilità di sentirmi sempre gratificato e
in certi casi un campione che vedeva la fatica giornaliera prendere forma
attraverso il risultato.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Ho iniziato a praticare sport fin da
subito, con l'inizio della scuola elementare iniziai a giocare a calcio ma dopo
2 anni ero stanco di questo sport, non mi gratificava, mi sentivo come un pesce
fuor d'acqua, così a 8 anni il dottore mi consigliò di praticare il nuoto o il
basket dicendo che poteva essere d'aiuto per la postura data l'altezza e la
conseguente tendenza a stare con le spalle avanti. Decisi di provare con il
basket e dopo i primi allenamenti mi innamorai di questo sport a tal punto da
praticarlo ancora oggi e di provare le stesse emozioni come se non avessi messo
mai i piedi su quel parquet.”
giovedì 27 aprile 2017
Marino Capannini, runner: Mi piace esserci, divertirmi e arrivare
Perché
restare a casa a piangersi addosso che tutto va storto, che la politica non
funziona, che c’è crisi, basta mettersi l’abbigliamento adeguato, un
pantaloncino o tuta e un paio di scarpe e via per parchi e strade a saltare e
correre come ragazzini scherzando con amici piccoli e grandi perché in questo
sport non esiste ceto sociale e non esiste età anagrafica, faticano tutti e si
divertono tutti, ci si fa le foto, si raccontano aneddoti e ci si sfida negli allenamenti e nelle gare,
un mondo bizzarro e fantastico, da provare per conoscerlo e vedrai che ci rimani
intrappolato, ti iscrivono a una società.
Di
seguito Marino racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sempre ogni volta che taglio il
traguardo.”
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Ho iniziato questo sport quando sono
andato in pensione... avendo avuto un problema fisico e tempo libero... ha
contribuito molto il ritrovarsi alle gare con altri appassionati... e
l'ambiente all'aria aperta priva di smog (non facile).”
Lo
sport che ti cambia la vita, che quando lo incontri te ne innamori e scopri una
altromodo di stare al mondo, di esserci con te stesso e con gli altri.
Come hai scelto il tuo sport? “Stavo passeggiando con amici in un
Parco e vedendo persone di una certa età si è detto perché non proviamo anche
noi... così 50, 100m e così via... con il passar del tempo mi sentivo molto
meglio tanto fisicamente che psicologicamente... allora perché non provare a
fare una gara... quella è stata la scintilla che non si è più spenta.”
Alessandro Di Meo: Nella corsa il risultato lo ottieni solo con il lavoro
Matteo SIMONE
Lo
sport diventa da ragazzi una modalità di educazione, di stare al mondo, di relazionarsi
con coetanei ascoltando gli adulti che diventano educatori che affiancano i
genitori, man mano che si cresce resta il gioco e si sviluppa la competizione,
utile per cavarsela nel mondo non solo nello sport, ma anche in famiglia,
nell’ambiente lavorativo, sempre rispettando il prossimo che sia compagno di
squadra o avversario, senza strafare, senza pretendere, accettando quello che
c’è e cercando di essere un po’ ambiziosi con la voglia di migliorarsi sempre
un po’ per volta.
Di
seguito, Alessandro racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “In maniera esponenziale.”
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una
prestazione non ottimale?
“Quando non ero allenato abbastanza, credo che nello sport in genere, ma nella
corsa in particolare, il risultato lo
ottieni solo con il lavoro.”
Quali persone hanno contribuito al tuo benessere o performance?
“Nessuno in particolare, ho fatto tutto da solo.”
Qual è la gara della tua vita?
“Ho avuto molte soddisfazioni dalla corsa, mi sono sempre misurato contro me
stesso e mai contro gli avversari, il mio avversario è il cronometro, sempre
avendo a mente i miei difetti e i miei pregi sportivi.”
Valentina Ferrari vince La maratonina del Partigiano: Una signora gara
Lo sport che fa sperimentare benessere
psicofisico e performance, ti fa seguire una direzione, ti rende libero. Lo
sport che ti fa apprezzare parchi e strade, partenze e arrivi, solitudine e
compagnia. Questo
spinge persone ad allenarsi e gareggiare. Di seguito Valentina, dell’Atletica
La Sbarra & I Grilli Runners, racconta l’esperienza della sua gara, vinta
di recente.
Ciao Valentina, com'è andata? Soddisfatta? “Direi di si! La maratonina del
Partigiano è una signora gara.”
Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari durante
la gara?
“Il percorso di questa gara è molto difficile, quasi tutto in salita che non è
il mio forte, saperlo dall'inizio mi spaventava ma al tempo stesso sapevo che
dovevo rimanere sempre concentrata per rimanere costante. L'ultimo chilometro,
che è quello più ripido, è stato difficilissimo, avevo i quadricipiti in fiamme
e per fortuna avevo un po' di vantaggio e ho potuto rallentare un po'.”
Importante
focalizzarsi nel momento presente, essere attenti a quello che si sta facendo,
alle proprie capacità, qualità e anche limiti, dare il massimo per raggiungere
un obiettivo difficile, sfidante ma raggiungibile se ci crediamo almeno un po’.
William Da Roit, ultrarunner: Mentalmente sono pronto, non resta che correre!
Matteo SIMONE
La
Ultra Maratona Milano-Sanremo è una gara di corsa a piedi della distanza di 285 chilometri con un
tempo massimo di percorrenza di 48 ore.
La partenza della gara è prevista sabato
29 aprile ore 10.
Di seguito William Da Roit ci racconta il suo pre-gara
rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao William, se ti va ho qualche domanda per te, com'è il tuo percorso
per la Milano San Remo?
“Eccomi, rispondo volentieri: dopo il
ritiro a metà percorso dell'anno scorso e dopo i 350 km del 4 K in Val d'Aosta
mi sono allenato bene per tutto l'inverno in modo molto regolare approfittando
anche delle condizioni meteo favorevoli, qui sulle Dolomiti dove vivo non ha
mai nevicato. Ho partecipato, a fine febbraio, al Marco Olmo
desert training nel Sahara, lì sono stato a stretto contatto con
Marco correndo con lui tutti i giorni, ho imparato molto.”
mercoledì 26 aprile 2017
Giovanni Gualdi, corsa: L'amore per lo sport ti spinge a continuare e non mollare
Sarebbe stato bello fare le olimpiadi ma purtroppo il treno è passato
Matteo SIMONE
La passione e la motivazione diventano il motore per ogni cosa, non si ottiene niente se non c’è vera passione, qualsiasi cosa si intende fare ha bisogno di essere alimentata da tanta passione che diventa il carburante per impegnarsi, per essere costante e determinato, per voler raggiungere mete e obiettivi.
Giovanni Gualdi racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Ci sono state, fortunatamente, molte
occasioni in cui mi sono sentito Campione, però come in tutti gli sport sono
più le sconfitte che le vittorie, ma lo stimolo per continuare dopo una brutta
prestazione è l'amore per lo sport che ti spinge a continuare e non mollare.”
martedì 25 aprile 2017
Franco Varesio: Conta soprattutto la testa per le ultramaratone e gli ironman
Matteo SIMONE
Non è resiliente chi arriva al traguardo
a tutti i costi ma chi reagisce bene alle frustrazioni, chi sa riconoscere se
si tratta di una crisi mentale o una vera crisi fisica, chi non si preoccupa di
fermarsi quando mancano solo due chilometri, meglio ritirarsi da vivo e vegeto
e non concludere con problemi vari di salute. A volte il fisico ti inganna, bisogna
pazientare, rallentare e ripartire alla grande, sembra che tutto è finito, hai
raschiato il barile ed invece riesci a trovare altre risorse nascoste con
l’aiuto della mente, con l’autoefficacia, bisogna conoscersi bene per fare bene.
E’
l’esperienza di molti atleti di endurance, ultrarunnner, ironman, di seguito
l’esperienza raccontata da Franco Varesio.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o
sempre un comune sportivo?
“Sempre un comune sportivo o meglio un grandissimo appassionato di sport.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport mi rilassa e mi diverte
moltissimo, anche perché condivido questa passione con amici goliardici.”
Ebbene
sì, lo sport anche se può sembrare duro, pesante, stancante, diverte tanto se
hai passione e diverte condividere la passione e gli aneddoti con gli amici che
si trovano a sperimentare esperienze simili, di fatica, di crisi, di riuscita,
aneddoti vari, visioni ma anche esperienze di finisher.
Come hai scelto il tuo sport? “La corsa per praticità, basta poco
tempo per allenarsi, lo sci e il triathlon mi piacciono ancora di più ma
praticarli richiede molto più tempo.”
La
corsa è comoda, i corridori hanno sempre una paio di scarpe in valigia, nello
zaino, al lavoro, in auto, ed una corsetta ci può sempre scappare.
lunedì 24 aprile 2017
Carlo Salvetti vince in Val d’Orcia la Tuscany Trail Crossing 2017 di 103km D+ 3.220
Matteo Simone
Carlo Salvetti, atleta ultrarunner della Nazionale Italiana, con il crono di 09h09’43”, vince la Tuscany Trail Crossing di 103km D+ 3.220. Simona Morbelli vince, per la terza volta la prova femminile con il crono di 10h49’25”.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Carlo attraverso risposte ad alcune mie
domande.
Ciao Carlo, complimentissimi per la tua vittoria, se ti va ho qualche
domanda per te, com'è andata? Soddisfatto? “Ciao Matteo, la gara è andata bene anche
se non secondo i miei piani: i primi 25 km avevo le gambe molto dure e imballate, al 50esimo ho avuto un fortissimo attacco di dissenteria e l’ultima
discesa i polpacci talmente duri che non riuscivo più a correre. Tutto sommato
la gara è andata bene anche se 5 minuti di meno li avevo nelle gambe.”
Claudia Torri, pallavolo: Importante un clima di squadra sereno
Matteo Simone
Lo sport diventa un'ottima scuola di vita, si apprende dallo sport non solo regole ma anche a conoscere se stessi. stare con altri, condividere mete, obiettivi, sogni, allenamenti, fatica, gioie e soddisfazioni.
Si impara a condividere sconfitte e vittorie ad apprendere
sempre dall’esperienza, ad assumersi la responsabilità del proprio gioco, a
considerare le proprie capacità e i propri limiti e a conoscere meglio gli
altri.
Di seguito Claudia ci racconta la sua esperienza di pallavolista, ruolo
centrale, rispondendo ad alcune mie domande.
Ti
sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sì, mi è capitato.”
Qual
è stato il tuo percorso nella pratica sportiva? “Ho iniziato a praticare pallavolo
all’età di sei anni nelle categorie dei più piccoli ovvero 'mini volley' e 'super volley'. Successivamente ho iniziato con le categorie 'under', prima
nella categoria 'under 14' e poi in quella di 'under 16'. Nel frattempo iniziai
ad allenarmi anche con la categoria superiore di serie D dove venivo convocata
per alcune partite. Ho partecipato poi alle selezioni per la squadra di
rappresentativa della regione dove poi sono entrata essendo stata scelta.
Infine sono entrata permanentemente nella squadra di serie C.”
Filippo Castriotta: Ho provato fame, sete, solitudine e anche voglia di ritirarmi
Matteo Simone
Proprio nello sforzo enorme e
coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione
autentica di vivere. (Murakami, L'arte di correre)
Manfredonia
sempre più città di ultrarunner, complimenti al coraggioso e resiliente
Filippo, le foto del suo arrivo mostrano entusiasmo, sorpresa e soddisfazione,
ecco le sue parole:
"Ciao Matteo, grazie
all'avvocato Mimmo d'Ascanio che mi ha portato a fare una durissima gara a
Mattinata di 80 chilometri con tante salite durissime, con 3 mesi di allenamento,
sono soddisfatto di aver fatto 12 ore e 58 minuti. Ho provato fame, sete,
solitudine e anche voglia di ritirarmi, poi ho sbagliato più volte strada, ma
alla fine dopo tutti gli errori ho raggiunto un obbiettivo inimmaginabile a 50
anni."
Obiettivi
inimmaginabili possono diventare raggiungibili trasformando sogni in realtà,
grazie all'impegno, al duro lavoro, la passione e una buona compagnia come il
team frizzi e lazzi walking e running.
domenica 23 aprile 2017
Matteo Nocera, 6 ore delle Carrere 2017 Vinco ancora e questa volta sono 76km
Matteo
SIMONE
Matteo Nocera, affacciatosi mondo delle ultramaratone mette a segno due vittorie in gare di 6 ore. Buona la prima alla Reggia di Caserta il 18 marzo 2017 e buona anche la seconda 6 ore delle Carrere il 23 aprile 2017.
Le sue parole post gara sono: “Vinco ancora e questa volta
sono 76km. Contento di aver conquistato 2 vittorie su 2 ultra nella mia
Regione. Forza sud dedicata a mia moglie.”
Parole
commoventi di un ultrarunner che non corre solo per se ma anche per la sua
terra e la sua famiglia sempre a seguito. Dopo
averlo conosciuto in occasione della maratona di Roma, non potevo che fargli
alcune domande per cogliere le sue impressioni post gara che riporto di
seguito.
Ciao Matteo, complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te, com'è
andata? Soddisfatto?
“Ciao Matteo. Sì soddisfatto. Ma se imparo a gestire meglio…! Ho vinto anche
la seconda… 76.800 ma devo imparare a partire più regolare. Le prime 4 ore a
4'12" poi ovviamente ho risentito… molto caldo percorso duro, un anello di
circa 1400m, 700 in salita da un lato e l’altro in discesa, duro ma la
condizione migliora…! Soddisfatto.”
sabato 22 aprile 2017
Simona Morbelli vince, per la terza volta, la Tuscany Crossing 103km
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Simona non sa stare ferma, la sua zona di confort è l’attività sportiva a contatto con la natura, quindi corsa, bici, sci, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, nuove avventure, nuove direzioni da prendere per raggiungere mete e obiettivi.
Il
prossimo importante obiettivo del 2017 è la 100 miles Leadville Race Series e
il suo percorso di avvicinamento prevedeva la Tuscany Crossing 103km che ha
vinto per la terza volta.
In
compagnia della sua ombra e della sua fatica, con il sorriso alimentato da una
forte passione e da sensazioni ed emozioni forti, inconsuete e ricercate, conquista
la vittoria in una gara di quelle considerare estreme e non per tutti, la
Tuscany Crossing 103km.
Ora
si tratta di tenere stretta la vittoria, di accogliere e assimilare quello che
c'è, riempire serbatoi emozionali di gioia e soddisfazione e recuperare per
prepararsi a prendere la direzione per nuove mete e obiettivi sfidanti ma
sempre raggiungibili come la 100 miles Leadville Race Series.
Lo sport che ti fa consumare calorie, ti rimette al mondo in modo diverso
Lo sport fa consumare calorie, fa uscire fuori dalla zona di confort, si può fare da soli o in compagnia, fa sperimentare benessere psicofisico e performance, fa ritornare ragazzino, rimette al mondo ogni volta in modo diverso, fa seguire una direzione, rende libero.
Si impara sempre dall'esperienza, importante
è mettersi in gioco, uscire dalla zona di comfort, si può scegliere di restare
seduti dietro le quinte, comodi, ma solo mettendosi in gioco e facendo
esperienza ci possono essere i presupposti per far meglio e conoscersi meglio,
la prossima volta si potrà fare diversamente e meglio.
Lo sport che ti fa sperimentare un mondo diverso, che ti rimette al mondo
Lo
sport che ti fa sperimentare un mondo diverso, che ti fa vedere un mondo a
colori, che ti rimette al mondo, ti fa incontrare, ti fa prendere impegni, ti
fa condividere fatiche e divertimento. Lo sport che ti fa consumare calorie,
che ti fa uscire fuori dalla zona di confort, che si può fare da soli o in
compagnia, fa sperimentare benessere psicofisico e performance, ti fa ritornare
ragazzino, ti rimette al mondo ogni volta in modo diverso, ti fa seguire una
direzione, ti rende libero.
Questo
spinge persone a incontrarsi per allenarsi. Ringrazio i miei amici di sport che
mi danno tanti stimoli per approfondire argomenti di psicologia dello sport, del
benessere, della performance, tra i tanti Massimo Scarola molto presente agli allenamenti
a Tor Tre Teste e al Parco degli Acquedotti.
La
bellezza dello sport è che ti permette di fare esperienza, di metterti in
gioco, di apprendere dall’esperienza sbagliando e facendo sempre meglio la
prossima volta. Lo scrive anche Murakami nel
suo libro L’arte di correre: “Naturalmente è stata dura, a un certo punto stavo quasi per perdermi
d’animo. Ma in questo sport la fatica è data per scontata. Se non fosse parte
integrante del triathlon o della maratona, chi mai si darebbe la pena di
mettersi alla prova in discipline che succhiano le nostre energie e il nostro
tempo? Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo
a provare, almeno per un instante, la sensazione autentica di vivere.
Raggiungniamo la consapevolezza che la qualità della vita non si trova in
valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell’azione stessa, vi
scorre dentro.”
Lo
sport che ti fa conoscere la fatica che diventa tua amica, ti fa compagnia fino
al traguardo, non ti abbandona mai, diventa il tuo angelo, ti ricorda che stai
vivendo proprio ora nel momento presente, che non stai sognando ma stai
faticando passo dopo passo, metro dopo metro, la fatica non ti abbandona, è lì
per te, per darti coraggio per aiutarti a vivere.
giovedì 20 aprile 2017
Germano Dotto, ultrarunner: Ho messo ulteriormente alla prova il mio fisico
Matteo SIMONE
Gli ultrarunner
sono atleti che cercano di mettersi alla prova in gare sempre più difficili e
impensabili per lunghezza, per difficoltà, per condizioni atmosferiche. Quando
si inizia a correre, si pensa al sogno di correre una maratona, poi per alcuni
c’è la voglia di osare con la partecipazione a una gara di 10km, altri vogliono
sperimentarsi nel deserto o su ultratrail,
altri vogliono correre la maratona di New York, Germano dotto ha due passioni
la corsa a piedi e la bici su strada e volta per volta decide e fissa il suo
obiettivo e poi prende la direzione per raggiungere la meta stabilita
mobilitando le sue energie per portare a termine la sua gara difficile ma per
lui speciale e straordinaria che gli permette di provare fisico e testa e fare
tante conoscenze, di seguito Germano racconta la sua esperienza nel deserto.
Ciao
Germano, se ti va ho qualche domanda per te, com'è andata?
“Ciao Matteo, rispondo con piacere alle tue domande. Tutto sommato è andata
bene, l'obiettivo primario era portarla a termine e questo è stato centrato.”
Soddisfatto?
Hai sofferto? Momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara? “Il
risultato finale avrebbe potuto essere più soddisfacente, diciamo che una
posizione intorno ai 200 sarebbe stata alla mia portata se non fossi incappato in una profonda crisi
di fame al 4° giorno, dopo aver percorso già 100 km e alla vigilia del tappone
di 86 km che purtroppo ho affrontato completamente a digiuno ...Infatti ho
commesso l'errore di portare con me solo alimenti solidi, tecnici e non ...ma
in quelle condizioni di avanzata disidratazione e secchezza di gola e fauci gli
unici alimenti che riesci ad inghiottire sono gel e liofilizzati semiliquidi,
cibo che grazie alla solidarietà e compassione dei meravigliosi compagni della tenda 9 mi ha permesso un buon
recupero nel giorno successivo e di
concludere quindi la corsa con l'ultima maratona molto soddisfacente.”
Sara Paganucci: In queste gare estreme conta solo il riuscire ad arrivare in fondo
Matteo SIMONE
Le gare ultra non è tutto rose e fiori, si tratta di attraversare chilometri e chilometri di percorsi, in questo caso di deserto con tutto ciò che comporta: sabbia, sole, arsura, miraggi, orientamento.
Le difficoltà possono essere
tante, l’obiettivo è una sfida da portare a termine, una gara da terminare nel
miglior modo possibile, il coronamento di un sogno che si innesca nella mente
di alcuni runner definiti estremi, che cercano il
limite, per quale motivo?
mercoledì 19 aprile 2017
Silvia Bortolotti, maratoneta: Il sogno nel cassetto è la cento km
Lo sport abbatte tante barriere, è un catalizzatore di relazioni, avvicina gente, culture e mondi, attraverso lo sport anch’io sto conoscendo tante persone, e si apprende tanto da tutti, ognuno porta il proprio pensiero, ci si confronta, ci si comprende, si condividono allenamenti, gare, fatiche e gioie.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Mi sono iscritta a una
squadra ed ho iniziato a fare gare, ma la svolta vera e propria è avvenuta con
l'incontro con il mio attuale coach, con lui ho iniziato davvero a sentirmi un
atleta.”