lunedì 13 aprile 2020

Negli ultimi anni la corsa aveva portato luce e sollievo nella mia vita

Matteo Simone

Capita che ci sono eventi eccezionali, straordinari, inaspettati che stravolgono la vita delle persone e allora si tratta di riorganizzarsi prima di tutto per vivere e sopravvivere e poi per cambiare programmi e spostare impegni e mete da raggiungere.

In linea di massima la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare.
Quando non siamo disponibili al cambiamento, quando rinunciare ci fa stare troppo male, questi sono campanelli a cui dobbiamo prestare attenzione. È importante considerare il momento presente: il “qui e ora”!  Dobbiamo sempre cavalcare l’onda del cambiamento con pazienza, fiducia e resilienza.
Ci può essere un infortunio o semplicemente un mutamento della situazione che non ci consentono più di dedicarci alla corsa come una volta. Tutto muta e si trasforma, ma questo non deve essere un problema anzi può diventare uno stimolo per nuove esperienze. Consapevolezza e resilienza, sempre. Partire sempre dal “qui e ora” e andare avanti. 
Fermarsi ogni tanto è importante per riflettere e coltivare altre pratiche come la meditazione. Nella mia attività ho sviluppato un modello dal nome R.O.SA che è l’acronimo di Respiro, Osservazione, Sensazioni, Autoconsapevolezza. È importante anche fermarsi e ascoltarsi, notare il proprio respiro, guardarsi dentro e anche percepirsi come parte di un tutto: l’ambiente circostante, le persone che ci circondano. È fondamentale sviluppare più autoconsapevolezza attraverso la percezione di sé stessi, delle proprie sensazioni corporee, avvertire il dolore, il caldo o il freddo, ad esempio.
Riporto, in anonimato, un’esperienza di una persona che in questo momento sta soffrendo particolarmente a causa del non poter portare a compimento un suo sogno. Questo può essere utile sia per comprendere come le persone affrontano un malessere trovando risorse interne anche attraverso lo sport, sia per comprendere come congelare o posticipare propri obiettivi, sia per qualcuno che sta sperimentando le stessi difficoltà: 
Ciao. Chi ti scrive è in preda alla disperazione più nera. Ho problemi di depressione severa da tantissimi anni. Negli ultimi anni la corsa aveva portato luce e sollievo nella mia vita. Specie le ultramaratone. Quest'anno stavo preparando un’ultramaratona, il sogno. Poi il COVID. Da lì il baratro. Inizialmente rabbia, perché ritengo ingiusto vietare la corsa a prescindere. Poi disperazione e basta, sempre più profonda. Se ti va, un tuo pensiero. Grazie”.

Da quello che scrivi sarebbe poco un pensiero, ci sarebbe tanto da dire. Innanzitutto è bella e interessante la tua testimonianza che la corsa aveva portato luce e sollievo nella tua vita. Potrebbe servire a tanti nella tua stessa situazione a comprendere che ci può essere qualcosa che aiuta a soffrire di meno, oltre alla medicina o psicologia.
"Soprattutto le ultramaratone", è una bella cosa quella che dici a dispetto di tanti che non comprendono questa passione e anzi esprimono giudizi molto negativi. Il sogno si può congelare al momento, hai resistito e convissuto con il tuo malessere per 40 anni. Ora è il momento di tirare fuori altre risorse che ti permettano di pazientare e aver fiducia e soprattutto comprendere bene questa situazione inaspettata e rischiosa per tutti.
Ora è prioritaria la sopravvivenza tua, mia, di tutti mettendo da parte nostri sogni e nostri problemi per focalizzarci su ciò che è meglio per tutti. Gli anni di corsa, soprattutto le ultramaratone, sicuramente ti sono serviti per arrivare a diversi traguardi affrontando crisi e situazione molto difficili. Ora sei allenato a tutto ciò, puoi andare avanti come stai facendo anche chiedendo aiuto. È difficile con questa pandemia stabilire regole per ognuno, fatto sta' che ci sono state tante morti e tanti hanno pianto e soffrono ancora per la perdita o il malessere dei propri cari.
Le restrizioni per tutti sono servite per limitare e contenere i danni. Ora è il momento di focalizzarsi su altro a partire sempre da sé stessi con coraggio, attenzione, fiducia interessandoci a chi ci è vicino e considerando che tanti ancora stanno lottando contro questa pandemia, sia operatori sanitari che i pazienti. Spero di esserti stato utile in qualche modo. Buona giornata.

Segnalo alcuni miei libri: Cosa spinge le persone a fare sport?; Maratoneti e ultrarunner; Lo sport delle donne; Sport, benessere e performance; Carlos Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro; Sviluppare la resilienza; O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia; Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico.

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

1 commento:

Anonimo ha detto...

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