sabato 2 dicembre 2017

Giuseppe Di Gioia, ultrarunner: Dopo 3 mesi di preparazione ormai sono carico

Matteo Simone

Di Gioia Giuseppe, A.S.D. Running Academy Lucera   conclude la maratona di Firenze in 03:29:08, real time 03:25:24. 

Quando fai il tuo dovere negli allenamenti, nella preparazione per qualcosa di importante puoi presentarti il giorno dell’evento alla partenza contento, soddisfatto, sicuro e determinato per quello che hai fatto e poi quello che viene viene si porta a casa sempre una ricca esperienza come è solito fare nell’ambiente degli ultrarunner.
 Di seguito Giuseppe rcconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande prima della maratona di Firenze.
Ti senti pronto?La sensazione è quella di essere pronti come si è sempre all'erta perché imprevisti possono esserci sempre. Comunque dopo 3 mesi di preparazione ormai sono carico.”

Gianluca Giraldin: Mi sono appassionato alla mtb e da lì non mi sono più fermato

Matteo Simone

A volte si incontra lo sport o è lo sport a incontrare noi, può succedere a scuola, può capitare che i genitori siano atleti e allora se incontri uno sport che ti piace, che ti appassiona, diventa una modalità di stare al mondo sperimentando prima benessere e poi se viene, se ti impegni, se ci tieni, si può sperimentare anche performance.


Di seguito Gianluca, 25 anni, racconta l a sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mi domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?No, nella mia vita quotidiana non mi sono mai sentito un campione, perché avendo fatto tutta la trafila giovanile con avversari che campioni poi lo sono diventati davvero, sono sempre stato cosciente del gap tra me e loro.

Per ottenere qualcosa bisogna crederci e dare valore a quello che si fa

Matteo Simone


Per ottenere qualcosa bisogna crederci, essere consapevole delle proprie capacità e limiti, impegnarsi duramente, essere determinato, mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui, rialzarsi sempre e ripartire sempre con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri e vivendo sempre l'esperienza che dà frutti importanti da portare a casa serenamente, questo è lo sport che vogliamo.

Dare valore e apprezzare quello che si fa, chiedere aiuto ad amici ed esperti; cercare compagnia, insieme è sempre meglio; provare altre modalità di fare sport, c'è un'infinità di modelli di riferimento; cercare di essere creativi, inventarsi sempre nuovi percorsi, nuovi esercizi, la mente ha bisogno di variare; porsi obiettivi da raggiungere e test intermedi; essere più positivi e accettarsi di più; fare sport in modo bizzarro e controcorrente come corsa all'indietro o scalzi, la novità stimola.

Sport per tutti è lo sport che vogliamo alla corri per il verde


Sport per tutti è lo sport che vogliamo per rendere le giornate speciali per tutti. Uno sport che ci permette di conoscerci, incontrarci, confrontarci e fare squadra, abbattendo distanze, muri e barriere

La terza tappa dell'edizione numero 46 si è svolta domenica 26 novembre nell'Area Archeologica del Porto di Traiano a Fiumicino. Mille podisti hanno avuto l'opportunità di correre tra i meravigliosi resti del PORTUS, l'antico porto della città di Roma.

Grande giornata di Sport per tutti, grandi e piccoli, maschi e femmine, vedenti e non vedenti e ipovedenti; grazie alla UISP si corre per incontrarsi e confrontarsi, per farsi foto e raccontarsi, per far squadra e sfidare altre squadre.

Tutti felici, stanchi e soddisfatti con lo sport


Tutti felici, stanchi e soddisfatti con lo sport che ti ha portato fuori di casa, che ti ha spostato dalla zona di confort e ti ha messo in gabbia di partenza in attesa dello start per lanciarti lungo un percorso fatto di curve e radici alla rincorsa degli altri più veloci fino all'arrivo, giro dopo giro in ascolto del tuo respiro e provando ad aumentare l'andatura restando sempre in ascolto delle sensazioni corporee.

Rendersi felici rendendo felici gli altri e questo grazie allo sport che unisce, include, aggrega. Basta un laccetto invisibile per aiutare ad aiutarsi, per rendersi felici rendendo felici. A volte non si sa chi aiuta e chi riceve, a volte non si distingue il diversamente abile. Si tratta di aiutare a uscire fuori dalla zona di confort e prendere nuove direzioni con nuove consapevolezze cavalcando sempre l'onda del cambiamento senza arrendersi e cercando di raggiungere proprie mete per trasformare sogni in realtà, insieme è molto meglio.

venerdì 1 dicembre 2017

Cosimo Girolamo: Non mi sento un campione anche se per gli altri lo sono

Matteo SIMONE

Lo sport è bello perché ti permette di fare cose straordinarie nonostante alcuni limiti fisici. 

Lo sport è bello perché ti permette di conoscere persone positive e resilienti che vogliono dimostrare prima di tutto a se stessi e poi a chi lo circondano e anche al mondo interno che si può fare tutto e che bisogna sempre andare avanti nonostante tutto.
Cosimo Girolamo di Alberobello, nato il 18/09/1982, faceva il salumiere e ora quello che chiede è dimostrare a tutti che la disabilità non è inabilità e quindi anche lui vorrebbe lavorare come gli altri anzi più degli altri perché il lavoro come lo sport ti rimette al mondo, da un senso alla tua esistenza, ti permette di avere un giorno sereno al lavoro per aver prodotto e poi nel tempo libero per dedicarti a te stesso e agli altri.
Quindi l’appello di Cosimo è di considerarlo non diverso agli altri non di meno dagli altri ma con una forza interiore e una capacità di impegno e determinazione che va oltre.

Agnese Fadda: Mi piace fare sport, mi impegna mentalmente e mi fa stare bene


Ci sono tante modalità per iniziare a praticare sport e tanti motivi, e poi puoi scoprire un mondo dietro lo sport che ti porta a sperimentare sensazioni ed emozioni uniche.
Agnese racconta la sua storia di atleta rispondendo ad alcune mie domande.

Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato a correre per scaricare rabbia e stress dopo aver perso il lavoro. Poi pian piano ho iniziato a gareggiare. Dopo 2 anni ho abbracciato la multidisciplina del triathlon.”

Questo si chiama crescita post traumatica, dopo un evento critico ci sono tante modalità di reagire e lo sport è un ottimo modo per elaborare l’accaduto e per trovare modalità per andare avanti nella vita nonostante ci siano problemi.

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