La Capoeira nacque in Brasile da schiavi provenienti dall’Angola che si esercitavano tra di loro a combattere mentre erano reclusi in celle molto basse.
La Capoeira è stata per un periodo vietata perché si temeva che gli schiavi si preparassero troppo
bene a combattere e questo non era accettabile per le autorità locali, così
quando i capoeiristi si accorgevano di essere visti simulavano di danzare.
Per questo motivo, la pratica della Capoeira rimase clandestina e da ogni capoerista era
attribuito un soprannome, usanza ancora
attuale.
La Capoeira è un arte
marziale che può sembrare una danza, ma è anche uno stile di vita, una modalità di comunicazione, di aggregazione multiculturale con
regole, tradizioni ed etica da rispettare.
Capoeira Angola
Il Mestre
Pastinha cercò di preservare gli elementi di matrice africana e popolare dando grande rilievo all'aspetto ludico, al
canto e alla batteria. La tradizione da lui portata avanti prese il nome di Capoeira Angola.
Pastinha ha sistematizzato un impianto filosofico-pedagogico, basato su ludicità, rispetto,
lealtà e solidarietà, dando grande valore alle sue radici africane.
Nel 1936 il Mestre
Bimba inaugurò l’allenamento
della capoeira nelle scuole, oggi conosciuta come Capoeira Regional.
Venne mostrato al mondo che la capoeira era educazione e iniziò a essere praticata
anche all’Università di Medicina dello Stato di Bahia.
Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano.
Mestre Bimba introdusse elementi provenienti da altre tradizioni e
arti marziali, come il ju-jitsu
e il karate.
La
posizione base si chiama “GINGA” e permette un elevato grado di stabilità, da questa
posizione si è pronti per eventuali domande/attacco o risposte/schive.
Da questa posizione nascono tutti i movimenti della
capoeira, serve per studiare l’avversario e identificare la miglior opportunità
per attaccare. Senza ginga non esiste
la capoeira.
Gli strumenti
Gli strumenti sono il berimbau (arco musicale) che comanda il gioco, nel berimbau c’è
l’anima, lo spirito della capoeira.
Con il berimbau si comanda la roda, tramite un
ritmo specifico si può iniziare il gioco, interrompere il gioco, terminare
la roda.
Possono essere presenti altri strumenti quali il l’atabaque (un tipo di tamburo), il pandeiro (tamburello a sonagli), l’agogo (campane di legno o metallo),
il reco-reco (una sorta di
"raspa" di legno), il Caxixi
(strumento di origine africana).
La roda
Ci si dispone in
un cerchio e due persone decidono di giocare disponendosi accovacciati davanti al berimbau, quindi si
parte per il gioco che comprende l’osservazione
dell’altro, l’ascolto del ritmo del berimbau,
l’ascolto delle sensazioni del proprio
corpo e dell’energia dell’intero
gruppo.
Non si tratta di un arte marziale aggressiva ma più
che altro dimostrativa, si cerca di evitare di colpire con forza e aggressività
ma può capitare anche di prendere colpi soprattutto se non si gioca con la
giusta attenzione e concentrazione e se non si ascoltano gli insegnamenti dei
maestri.
Coloro che vogliono entrare nel gioco devono osservare
per capire il momento giusto, si entra con un’attenta modalità e gestualità non
verbale.
Il Batizado
L’allievo di capoeira dopo circa 6 mesi/1 anno di apprendimento può partecipare al “Batizado” dove fa un esame su quello che ha appreso e gli viene dato l’appellido, cioè un
soprannome.
Il Batizado
comprende il gioco nella RODA
dell’allievo con un graduato che gli fa da padrino che cercherà di farlo cascare in modo che possa apprendere che l’importante è potersi rialzare sempre e che non si finisce mai di imparare.
Il Batizado
è un occasione per accogliere altri, per fare comunità, per confrontarsi
con gli altri, per apprendere
altre modalità di stare al mondo in un clima di accoglienza e condivisione.
La Capoeira valorizza l’impegno/sforzo che ogni persona
intraprende per apprendere quest’arte; valorizza
più il processo che il
risultato, in quanto non si cerca la vittoria nel gioco della capoeira ma più
che altro una sorta di cooperazione tra i due capoeirsti che giocano
all’interno di una RODA che
accoglie, sostiene, guida; mira a permettere ai partecipanti di entrare in un gruppo ed una cultura
di appartenenza; è un incontro tra
persone di diverse culture e ceto sociale; è un momento di narrazione attraverso la musica, i
canti, ed i battiti delle mani.
Per i neofiti che si avvicinano a questo sport c’è
quasi una presa in carico da parte del maestro o istruttore ed anche da parte
del gruppo.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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