L’uomo ha
sempre cercato di recuperare, di trovare dei momenti, dei periodi di ozio, di
riposo, di interesse che possano aiutare a ripristinare le energie spese nella
vita lavorativa, nella vita a contatto con le altre persone fuori di casa.
Con il
passare degli anni l’uomo ha scoperto che tirare calci a una palla poteva
essere una valvola di scarico, un modo per scaricare le tensioni, un modo per
giocare ma anche competere con gli altri, che permette di stancarsi, di fare
sforzi con l’unico obiettivo di mettere una palla dentro la rete, di riuscire
ad avanzare nonostante l’ostacolo dell’avversario.
L’uomo ha
scoperto che se l’altro fa tutto questo al posto suo è ancora più riposante per
lui, più rilassante, l’unico suo impegno fisico e mentale si riduce a
parteggiare per una squadra, a tifare, a urlare ed evitare, quindi, anche di
correre, di fare sforzi eccessivi.
Quindi
comodamente l’uomo decide di godersi il gesto atletico di altri stando a casa,
eventualmente con amici ed aspettando il termine del gioco che sancisce un
vincitore, una squadra vincitrice da acclamare, da essere soddisfatti.
Ci sono anche donne interessate ai calciatori, allo sport calcio,
alla squadra del cuore.
Per
le donne è un’occasione per inserirsi nei discorsi degli uomini, è un occasione
per apprezzare la bravura del giocatore, l’estetica del gesto atletico, ma,
anche sì, per apprezzare alcuni fisici prestanti o anche professionisti ben
remunerati che possono permettere di introdurle nel mondo dello spettacolo,
nella mondanità internazionale.
Se l’uomo si
limita a coltivare l’interesse del calcio e quindi a fare qualche partitella a
pallone, a partecipare ad un campionato, ad avere degli appuntamenti televisivi
per godersi una partita di pallone; tutto ciò non dovrebbe interferire con una
sana unione coniugale, in quanto è bene che nella coppia ci siano spazi propri.
Ma se il
calcio diventa quasi una dipendenza allora la donna deve farsi un po’ di
domande e praticare l’autoconsapevolezza, cioè valutare momento per momento se
la sua relazione con l’altro è sana, se gli sta bene non essere vista, se
preferisce diventare una palla ed essere presa a calci dal proprio partner e,
quindi, può decidere di tornare a vivere, può decidere di condividere con altri
dei momenti di felicità, di passione, di interessi comuni. (1)
Se la donna
non corre ai ripari dall’inizio, diventa difficile poi chiedere attenzioni,
l’uomo pian piano raggiunge, conquista sempre più spazio televisivo, spazio di
gioco, è sempre più felice nel seguire i suoi miti, la sua squadra, è sempre
più attratto dal mondo calcistico a discapito di quello del partner.
Quindi il
consiglio è di essere in contatto da subito con i propri bisogni, le proprie
esigenze ed esprimere al momento opportuno le proprie ragioni ed i propri
malesseri.
Suggerisco
la preghiera della
terapia gestaltica di Perls: “Io faccio
la mia cosa, e tu fai la tua. Non sono in questo mondo per esaudire le tue
aspettative come tu non sei in questo mondo per esaudire le mie. Tu sei tu, e
io sono io, e se per caso ci incontriamo, sarà bellissimo, altrimenti, non ci
sarà nulla da fare.”
(2)
Quando puoi
scappa, ma non solo quando di sono le partite ma ogni volta che vuoi.
(1)
Intervista
in Settimanale NUOVO, n. 23, pag.
48-50.
(2)
Perls
F., La terapia gestaltica parola per parola, Astrolabio, Roma, 1980, p.
12.
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Nessun commento:
Posta un commento