In
seguito alla mia partecipazione ad una competizione sportiva impegnativa ed
estenuante quale la Nove Colli Running, sono stato sollecitato da alcuni a
scrivere qualcosa inerente gli aspetti mentali per l’approccio a questo tipo di
imprese e a raccontare la mia esperienza personale.
Quello
che ho riscontrato nel pregara è stata una sorta di rincontrarsi di persone che
condividono una passione consistente nel cimentarsi in sfide sia personali che
con altri sulle proprie forze in condizioni direi estreme. Trattasi di incontri
amichevoli, nostalgici, di riconoscersi in persone al di là della normalità,
mentre nella vita comune questa tipologia di sportivi è considerata al di fuori
dal mondo normale, masochisti, gente che si vuole male; in questi ritrovi un
po’ ci si diverte sulle proprie imprese pazze, estreme, in condizioni difficili,
di sofferenza, di sperimentazione del limite della sopportazione
dell’organismo.
Che dire,
è anche questo un mondo interessante, di persone semplici, simpatiche,
provenienti da ogni parte dell’Italia e del Mondo, ognuno con la propria
cultura, con i propri sguardi, posture forse segnate dai tanti chilomentri
percorsi su e giù per il mondo, ed è interessante ascoltare le loro esperienze,
le loro credenze, le loro preoccupazioni, i loro traguardi, i loro consigli.
Quello
che mi andrebbe di trasmettere sono alcuni consigli su come preparare questo
tipo di competizione dal punto di vista mentale, di come affrontare la gara la
cui durata massima è di 30 ore, e cosa ancora più importante il sano recupero a
termine competizione.
Preparazione gara: raggiungere l'obiettivo,
autoefficacia e risorse personali, visualizzazioni e sviluppo
autoconsapevolezza.
Gara: attenzione, osservazione,
respiro, allenatore interiore, come gestire eventuale crisi
Post gara: resilienza, recupero
Quindi
parlerò della definizione di obiettivi seri ed importanti che prevedono
investimento di tempo, di energie, di aspetti che vanno al di là dell’aspetto
fisico o tecnico che è di competenza del preparatore atletico e dell’esperienza
personale, di aspetti che in genere vengono tralasciatii o poco considerati
dagli atleti quali il respiro, l’attenzione, l’ascolto.
Nel
frattempo partecipo ad una maratona trail a Tivoli durissima e decido di
iscrivermi all’alba race di Roma della distanza di 6km del 19 maggio, ma
martedì 13 chiedo all’organizzatore della Nove colli Mario Castagnoli se poteva
iscrivermi alla sua gara e così decido di essere alla partenza per conoscere
quest brutta bestia.
Per quanto riguarda la preparazione ho raccolto diverse testimonianze da
parte dei partecipanti, concordo che è importante e fondamentale percorrere
tanti km ma soprattuto tanti km in salite, comprese le camminate veloci. Inotre
è fondamentale avvicinarsi alla gara dopo aver disputato gare di distanze e
difficoltà intermedie quali la 50km, la 6 ore, la 24 ore in modo da
sperimentare un chilometraggio sulle gambe della durata fino ai tre quarti
rispetto alla Nove colli.
Quello che mi preme suggerire dal punto di vista mentale è preparare la
gara spezzettandola, spacchettandola nei diversi colli e punti di eliminazione,
mi spiego meglio, di videre la gara nei nove colli ed individuare delle
località di allenamento simili per potersi allenare. Questo è importante in
quanto si memorizza questo tipo di sforzo ed esperienza ed il giorno della gara
non lavorano solo le gambe ma anche le mente aiutandole a ricordare che è uno
sforzo già sperimentato e superabile tranquillamente.
Un altro suggerimento può essere di prevedere l’orario di una frazione
per esempio da Barbotto a Perticara ed allenarsi a percorrerla la stessa ora in
allenamento.
Autoefficacia e risorse
personali: l’aver sperimentato in allenamento le senzazioni e la fatica simile
ad alcune frazioni della gara permette il giorno della gara di essere più
sicuri ancorandosi a quegli allenamenti, cioè ricordando la buona riuscita di
quegli allenamenti. Infatti una delle fonti dell’autoefficacia secondo il
ricercaotre e psicologo Bandura è la precedente esperienza di successa, ecco
perché per chi ha già portato a termine questa gara o comunque questo tipo di
gara è più agevolato nell’affrontare le difficoltà che possono occorrere
durante l’intera lunghezza della gara.
Per quanto riguarda le risorse
personali, ricordarsi che la competizione si porta a termine con le proprie
risorse personali, cioè quelle qualità e caratteristiche possedute o sviluppate
per superare eventuali imprevisti e per gestire qualsiasi condizione di
difficoltà quali condizioni atmosferiche o problemi fisici che possono accadere
durante le lunghe ore di esercizio fisico.
Le visualizzazioni sono
importanti durante l’allenamento per ancorare lo sforzo compiuto con la
frazione di gara da abbinare, per esempio un allenamento presso un colle, una
montagna quale monte antenne o il tuscolo nella zona di Roma, può essere
ancorata al primo traguardo della nove colli e cioè il Barbotto all’85°km.
L’autoconssapevolezza è possibile
svilupparla attraverso l’esercizio del semplice respiro monitorandosi passo
dopo passo soprattutto quando lo sforzo è prolungato e intenso, quindi stare in
contatto con il proprio respiro e cercare di praticare una sorta di recupero,
rilassamento attraverso una respirazione profonda diaframmatica immaginando di
gonfiare il palloncino mentre si inspira gonfiando l’addome e sgonfiando
respirando ed immaginando di buttare via la stanchezza. Inoltre
l’autoconsapevolezza si può sviluppare con l’attenzione alle proprie
sensazioni, muscolari, articolari, attraverso una sorta di un autoascolto.
Durante la gara posso
trasmettervi alcuni principi del Tai Chi Chuan che ho applicato durante la mia
gara ed ho trovato molto utile cercando le energie dal cielo e dalla terra con
un palmo della mano rivolto verso l’alto e l’altro palmo dell’altra mano
rivolto verso il basso percepivo un energia proveniente dall’alto ed una
proveniente dal basso che mi permettevano di immaginare di allungare la mia
colonna e di avere una postura più eretta per un corretto proseguimento in
avanti.
Gli aspetti del Thai Chi Chuan a
cui accennavo sono riportati anche in un testo di Grand Muradoff, Maestro di
Danza Classica, Yoga e Tai chi Chuan (1):
-
LENTEZZA (MAN)
-
LEGGEREZZA (CH’ING)
-
CHIAREZZA (CHIEH)
-
EQUILIBRIO (HENG)
-
CALMA (CHING)
Questi cinque requisiti
richiedono una concentrazione continua che permette di autoriconoscersi, di
scoprire tensioni, “increspature”, squilibri, e così cercare di trovare un’armonia
entro se stessi e con l’universo interno e, farne un modo di vivere.
L’analisi di tali requisiti
mostra il principio che li anima e i benefici che ne derivano.
- Lentezza. Essa permette di avere
una maggiore vigilanza e una migliore fusione con l’azione.
Imporre la lentezza coltiva la
pazienza e la ponderazione e il suo ritmo è benefico per il sistema nervoso.
- Leggerezza. Dà agilità al
movimento che quindi può essere regolare e continuo.
- Chiarezza (Precisione). Se la
mente è vigile i movimenti sono uniformi, ordinati ed esatti.
La precisione o chiarezza è la
conoscenza dell’essenza del movimento.
- Equilibrio. Quando il corpo è
perfettamente equilibrato l’economia dello sforzo è giusta.
L’equilibrio è armonia e il
movimento equilibrato esprime l’armonia dell’emozionale e del mentale.
- Calma. Senza tranquillità non si
ha concentrazione né coordinazione; senza coordinazione non c’è armonia cioè
equilibrio.
Quindi il mio suggerimento è di
considerare questi cinque aspetti in questo tipo di gara in condizioni esasperate
per l’organismo umano, se le energie stanno per terminare, se il sonno inizia a
farsi sentire, se si inizia a barcollare, cose che possono capitare se non si
fa attenzione momento per momento a mantenere la calma in ogni situazione, non
farsi prendere dall’ansia, dal panico dalla preoccupazione di non poter
arrivare in tempo al prossimo cancello e rischiare di non proseguire la
competizione.
Cercare di mantenere un sano
equilibrio non farsi prendere dalla fretta di avanzare, di arrivare a tutti i costi
tanto in anticipo ad un cancello, rispettare i propri tempi, considerare le
condizioni climeìatiche, il troppo caldo, o troppo freddo, fare attenzione a
ripararsi dal sole, a coprirsi in modo adeguato, a sperimentare in allenamento
tali condizioni.
Avere chiaro in mente quello che
si vuole fare e quello che si può fare senza pretese e senza esagerazioni,
senza considerare eventuali giudizi degli altri.
Cercare di sentirsi leggeri nei
movimenti ma anche mentalmente, considerare la competizione come un’esperienza
di conoscenza personale e degli altri, come un viaggio lungo di conoscenza, di
scoperta delle proprie risorse da utilizzare in altri casi difficile che
possono accadere nella vita quotidiana.
Coltivare anche la lentezza,
soprattutto quando vengono a mancare le energie per permettersi un sano e
veloce recupero, senza preoccuparsi di rimanere indietro, dii perdere tempo
prezioso.
Durante la competizione è
importante considerare anche le parole dette precedentemente da persone
esperte, una sorta di allenatore interiore che ti manda messaggi utili, ti
supporta, ti guida.
Le eventuali crisi possono essere
gestite con i precedenti aspetti, focalizzandosi sul momento presente, su km
per km, sui traquardi parziali senza proiettarsi al traguardo se si sente di
possedere al momento le forze sufficienti.
Importante è anche il post gara,
una sorta di pace con se stessi, in qualsiasi modo sia andata la competizione è
importante dirsi al momento ho fatto del mio meglio, ora mi conosco di più,
conosco di più questo tipo di gara, so cosa posso migiorare, quale aspetti
posso allenare di più e godersi un sano recupero, leccarsi le eventuali ferite,
farsi coccolare da amici, persone di accudimento, propri famigliari, e
distrarsi con attività fisiche meno intense e più rilassanti.
Che dire è giunta l’ora dei
ringraziamenti e dovrò iniziare da tutte le persone che mi hanno aiutato a
sviluppare le capacità di allenarsi alle ultra quali Miche Spagnolo che mi
accompagna in lunghe camminate anche notturne tra le coste e le montagne del
gargano dove è prevista il 14 giugno un ultramaratona di 50km e ad ottobre una
gara particare di 75 km tra le spiagge, le montagne ed i parche del Gargano; per
avermi accompagnato ed introdotto in questa avventura, ringrazio il super
ultramaratoneta ed assistente aglli atleti ultra della 24ore, Gianni Migneco,
Capitano della squadra di Roma “Villa de Santis” vincitrice per sei volte del
campionato degli ultramaratoneti; ringrazio gli amici di stanza ed avventura
Ugo Zaccari, Gianluca Metelli che hanno concluso la loro ennesima Nove Colli e
Contu Pino che come me da neofita si è voluto sperimentare. Un grazie anche
agli atleti del parco di Tor Tre Teste di Roma con i quali mi alleno ed in
particolare al loquace ed esperto delle ultra Angelo Fiorini che continua a
darmi suggerimenti utili per affrontare tali competizioni raccontandomi in
particolar modo le sue esperienze ed i suoi vissuti.
L’aria che ho respirato in questa
nove colli è stata molto salubre ad iniziare dal viaggio di andata per raggiungere
Cesenatico, interessante la cena con la seconda donna arrivata e prima italiana
di Massafra alla sua prima esperienza e conlusa al 6° posto assoluto, convocata
in nazionale per il campionato mondiale della 24 ore che si svolgerà
prossimamente in Giappone, quest’ultima era abbastanza tesa, ma in gara si
espressa ad altissimo livello battuta da una straordinaria Texana arrivata
2^assoluta dopo il vincitore Buonfiglio che la vince per la 2^volta.
Ancora riguardo l’aria che ho
respirato, la partenza dal canalone accolti dai cittadini, dai ciclisti pronti
a partire la notte ed il giorno successivo per percorrere la loro classica, con
la presenza del sindaco, del papà di Marco Pantani, con un parroco podista che
ci ha dato la benedizione.
Il percorso svolto tra tanti
colli in notturna ha un fascino particolare, grazie alle lucciole, alle propri
ombre che si intravedono, ai colori della luna, alla vistra della città di San
Marino illuminata.
Interessante l’incontro con i
vari personaggi, con Angela Gargano ed il suo sorriso, con il marito Michele
Rizzitelli che cura il sito del club dei supermaratoneti, con Skuka, il
camminatore d’acciaio.
Un grazie particolare
all’organizzazionie ed a tutti i volontari che ci hanno assistito cercando di
fare del loro meglio, io che lavoro anche nel campo della psicologia
dell’emergenza, so quanto è importante il lavoro dei volontari ed ancora più
importante è laloro formazione ed il supporto psicologico rivolto a loro.
Grazie ed alla prossima.
(1) Muradoff G., TAI CHI CHUAN discipllina
del movimento per la ricerca dell’equilibrio del “sé” vol.1°, Edizioni
Mediterranee, Roma, 2002, pp. 46-47.
Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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