Alcuni consigli su come
preparare questo tipo di competizione dal punto di vista mentale, di come
affrontare la gara e cosa ancora più importante il sano recupero a termine
competizione.
Preparazione
gara: raggiungere l'obiettivo, autoefficacia e risorse
personali, visualizzazioni e sviluppo autoconsapevolezza.
Gara: attenzione,
osservazione, respiro, allenatore interiore, come gestire eventuale crisi.
Post gara: resilienza, recupero.
Bisogna definire
obiettivi seri ed importanti che prevedono investimento di tempo e di energie.
E’ importante curare
aspetti che in genere vengono tralasciatii o poco considerati dagli atleti
quali il respiro, l'attenzione, l'ascolto che vanno al di là dell'aspetto
fisico o tecnico che è di competenza del preparatore atletico e dell'esperienza
personale.
Lo
dice anche la campionessa mondiale di apnea Ilaria Bonin in
un’intervista su Idea Sport, Notiziario della
CONFOSPORT ITALIA (1): “Ascolto il mio respiro, ascolto il mio cuore e decido io quanto andare
avanti, riesco quasi a staccarmi dal corpo, rimanendo solo testa e parole
positive che mi mandano avanti”.
E' importante e
fondamentale percorrere tanti km ma soprattuto tanti km.
Inotre è fondamentale
avvicinarsi alla gara dopo aver disputato gare di distanze e difficoltà
intermedie quali la 50km, la 6 ore, la 100km, la 24 ore, in modo da
sperimentare un elevato chilometraggio sulle gambe.
Questo è importante in
quanto si memorizza questo tipo di sforzo ed esperienza ed il giorno della gara
non lavorano solo le gambe ma anche le mente aiutandole a ricordare che è uno
sforzo già sperimentato e superabile tranquillamente.
Un altro suggerimento può
essere di prevedere l'orario di una frazione per esempio da Barbotto a
Perticara ed allenarsi a percorrerla la stessa ora in allenamento.
Autoefficacia
e risorse personali: l'aver sperimentato
in allenamento le senzazioni e la fatica simile ad alcune frazioni della gara
permette il giorno della gara di essere più sicuri ancorandosi a quegli
allenamenti, cioè ricordando la buona riuscita di quegli allenamenti. Infatti
una delle fonti dell'autoefficacia secondo il ricercatore e psicologo Bandura è
la precedente esperienza di successo, ecco perché per chi ha già portato a
termine questa gara o comunque questo tipo di gara è più agevolato
nell'affrontare le difficoltà che possono occorrere durante l'intera lunghezza
della gara.
Per quanto riguarda le
risorse personali, ricordarsi che la competizione si porta a termine con le
proprie risorse personali, cioè quelle qualità e caratteristiche possedute o
sviluppate per superare eventuali imprevisti e per gestire qualsiasi condizione
di difficoltà quali condizioni atmosferiche o problemi fisici che possono
accadere durante le lunghe ore di esercizio fisico.
Le
visualizzazioni sono importanti durante l'allenamento per ancorare lo
sforzo compiuto con la frazione di gara da abbinare, per esempio un allenamento
presso un colle o una montagna quale Monte Cavo o il Tuscolo nella zona di
Roma, può essere ancorata al primo traguardo della nove colli e cioè il
Barbotto all'85°km.
L'autoconsapevolezza è possibile
svilupparla attraverso l'esercizio del semplice respiro monitorandosi passo
dopo passo soprattutto quando lo sforzo è prolungato e intenso, quindi stare in
contatto con il proprio respiro e cercare di praticare una sorta di recupero,
rilassamento attraverso una respirazione profonda diaframmatica immaginando di
gonfiare il palloncino mentre si inspira gonfiando l'addome e sgonfiando
respirando ed immaginando di buttare via la stanchezza.
Inoltre
l'autoconsapevolezza si può sviluppare con l'attenzione alle proprie
sensazioni, muscolari, articolari, attraverso una sorta di un autoascolto.
Durante la gara posso suggerire
di considerare alcuni aspetti del Thai Chi Chuan riportati anche in un testo di
Grand Muradoff, Maestro di Danza Classica, Yoga e Tai chi Chuan (2):
- LENTEZZA (MAN)
- LEGGEREZZA (CH'ING)
- CHIAREZZA (CHIEH)
- EQUILIBRIO (HENG)
- CALMA (CHING)
Questi cinque requisiti
richiedono una concentrazione continua che permette di autoriconoscersi, di
scoprire tensioni, "increspature", squilibri, e così ercare di
trovare un'armonia entro se stessi e con l'universo interno e, farne un modo di
vivere.
L'analisi di tali
requisiti mostra il principio che li anima e i benefici che ne derivano.
- Lentezza. Essa permette di
avere una maggiore vigilanza e una migliore fusione con l'azione.
Imporre la lentezza
coltiva la pazienza e la ponderazione e il suo ritmo è benefico per il sistema
nervoso.
- Leggerezza. Dà agilità al
movimento che quindi può essere regolare e continuo.
- Chiarezza (Precisione). Se la
mente è vigile i movimenti sono uniformi, ordinati ed esatti.
La precisione o
chiarezza è la conoscenza dell'essenza del movimento.
- Equilibrio. Quando il corpo è
perfettamente equilibrato l'economia dello sforzo è giusta.
L'equilibrio è armonia
e il movimento equilibrato esprime l'armonia dell'emozionale
e del mentale.
- Calma. Senza tranquillità
non si ha concentrazione né coordinazione; senza coordinazione non c'è armonia
cioè equilibrio.
Quindi il mio
suggerimento è di considerare questi cinque aspetti in questo tipo di gara in
condizioni esasperate per l'organismo umano, se le energie stanno per
terminare, se il sonno inizia a farsi sentire, se si inizia a barcollare, cose
che possono capitare se non si fa attenzione momento per
momento a mantenere la
calma in ogni situazione, non farsi prendere dall'ansia, dal panico dalla
preoccupazione di non poter arrivare in tempo al prossimo cancello e rischiare
di non proseguire la competizione.
Cercare di
mantenere un sano equilibrio non farsi prendere
dalla fretta di avanzare, di arrivare a tutti i costi tanto in anticipo ad un
cancello, rispettare i propri tempi, considerare le condizioni climatiche, il
troppo caldo, o troppo freddo, fare attenzione a ripararsi dal sole, a coprirsi
in modo adeguato, a sperimentare in allenamento tali condizioni.
Avere chiaro
in mente quello che si vuole fare e quello che si può
fare senza pretese e senza esagerazioni, senza considerare eventuali giudizi
degli altri.
Cercare di
sentirsi leggeri nei movimenti ma anche mentalmente, considerare la
competizione come un'esperienza di conoscenza personale e degli altri, come un
viaggio lungo di conoscenza, di scoperta delle proprie risorse da utilizzare in
altri casi difficili che possono accadere nella vita quotidiana.
Coltivare
anche la lentezza, soprattutto quando
vengono a mancare le energie per permettersi un sano e veloce recupero, senza
preoccuparsi di rimanere indietro o di perdere tempo prezioso.
Durante la competizione
è importante considerare anche le parole dette precedentemente da persone
esperte, una sorta di allenatore interiore che ti manda messaggi utili, ti
supporta, ti guida.
Le eventuali crisi
possono essere gestite con i precedenti aspetti, focalizzandosi sul momento
presente, su km per km, sui traquardi parziali senza proiettarsi al traguardo
se non si sente di possedere al momento le forze sufficienti.
Importante è
anche il post gara, una sorta di pace con
se stessi, in qualsiasi modo sia andata la competizione è importante dirsi al
momento ho fatto del mio meglio, ora mi conosco di più, conosco di più questo
tipo di gara, so cosa posso migiorare, quali aspetti posso allenare di più e
godersi un sano recupero, leccarsi le eventuali ferite, farsi coccolare da
amici, persone di accudimento, propri famigliari, e distrarsi con attività
fisiche meno intense e più rilassanti.
(1) Idea
Sport, Notiziario della CONFOSPORT ITALIA, Anno VII - n. 06 - Giugno 2014, p.
5.
(2)
Muradoff G., TAI CHI CHUAN disciplina del movimento per la ricerca dell'equilibrio
del "sé" vol.1°, Edizioni Mediterranee, Roma, 2002, pp.
46-47.
Matteo SIMONE
Esperto in psicologia dello sport e
nel trattamento dei traumi (EMDR)
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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