A Delly spero proprio di poterle dedicare un bel record del mondo
Dott. Matteo Simone
Si inizia a praticare sport dietro prescrizione di un medico, consiglio di maestri e professori, per volontà dei genitori, per gioco, curiosità.
La pratica di uno sport può appassionare e diventare parte della vita della persona per la quale pianifica allenamenti mirati per eventuale partecipazione a gare cercando di esprimersi al meglio e possibilmente puntare a podi, vittorie, record, convocazioni in nazionale finché resta la passione e il fisico resiste.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Marco Claudio Mastrolorenzi (ASD Atletica La Sbarra) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso sportivo e chi ti ha indirizzato? Il mio percorso sportivo comincia da bambino di 7 anni affetto da una forte anemia. Il pediatra consigliò ai miei genitori il nuoto che ho praticato, senza successo e controvoglia, fino ai 14/15 anni. Risale a quel tempo la mia passione per il salto in alto, ero sempre il più basso della classe (148cm a 14 anni) e la molla è stata sicuramente il desiderio si sentirmi più alto.
Quando c’è la passione tutto diventa relativo e si supera qualsiasi ostacolo fisico, mentale, culturale, facendo prestazioni sbalorditive, eccellenti, notevoli.
Quando e come hai iniziato a praticare atletica leggera? Al liceo ho cominciato a praticare altri sport oltre al nuoto, in particolare la pallavolo e poi il windsurf dove finalmente ho trovato la possibilità di eccellere e dove sono stato un atleta di livello internazionale: ho partecipato a numerosi campionati Europei e Mondiali e ho ottenuto, oltre a diverse convocazioni in nazionale, un titolo Europeo nel 1985 e diversi titoli italiani tra la fine degli anni Settanta fino agli anni Novanta. Contestualmente al windsurf, ho cominciato a praticare l’atletica leggera (in particolare salto in alto e salto con l’asta) soprattutto come preparazione fisica al windsurf.
Marco Claudio sembra essere un ‘Superman’ riesce in tanti sport dedicandosi con passione e tirando dentro di sé il meglio che si può, esprimendosi sportivamente a livello internazionale sia da atleta professionista che da atleta Master.
In passato Marco Claudio è stato atleta del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare Italiana presso Vigna di Valle e n l 1985 ha vinto il Campionato Europeo Windsurfer nella categoria C (le categorie erano a seconda del peso) ricevendo per questo la medaglia d’argento al valore atletico dal CONI oltre alla stella d’oro della Federazione Vela.
Com’è stato il passaggio al Decathlon? Premetto di aver sempre ammirato i decatleti che ho sempre pensato essere atleti veramente completi. Il vero decatleta non è, come si potrebbe pensare, quello che sa fare un po’ di tutto e, sostanzialmente, non eccelle in niente, ma al contrario chi è in grado di fare tutto e bene. Per riuscire in questa disciplina occorre avere almeno 2/3 specialità di punta (in cui si può magari vincere un titolo nazionale) essendo comunque competitivo in almeno altre 5/6; ci si può permettere al massimo 1/2 specialità in cui si è veramente scarsi (nel mio caso i 1500m). Nel 2016, incoraggiato da mia moglie Delly, mi sono buttato e ho partecipato al mio primo decathlon: mi sono divertito come un bambino al Luna Park.
Sono davvero da ammirare i decatleti per praticare 10 discipline sportive dell’atletica con diversi gesti atletici da allenare in modo da tirare fuori il miglior risultato per competere con altri atleti. Davvero tanta roba, dai salti ai lanci, alla velocità, alla resistenza.
Marco Claudio è un fortissimo atleta a 360°: velocista, mezzofondista, ostacolista, saltatore (in alto, con l’asta, in lungo), lanciatore (pesi, disco, martello, giavellotto), pentatleta, eptatleta, decatleta.
Cosa dicono familiari e amici della tua attività sportiva? I miei familiari mi sostengono e mi incoraggiano condividendo con me la passione per lo sport (Delly pratica anche lei l’atletica leggera). I miei amici pure e forse un po’ mi invidiano la forma fisica, ma sempre con affetto.
Hai dedicato a qualcuno in particolare vittorie e record? Ovviamente a Delly che mi incoraggia e mi supporta in tutti i modi. Senza il suo aiuto non riuscirei a ottenere granché e spero proprio di poterle dedicare un bel record del mondo.
Molto bello avere in famiglia e tra amici altri praticanti di sport in modo da condividere passioni, allenamenti, gare, trasferte, discorsi, numeri. L’ASD Atletica La Sbarra da alcuni anni vanta tanti atleti di diverse discipline sportive dell’atletica tra i Master e anche multi-discipline come il decathlon con risultati di rilievo a livello nazionale e internazionale, tra staffette, lanci, salti, velocità, multi-disciplina sia uomini che donne.
La vera trascinatrice sembra essere proprio Delly che riesce a motivare e invogliare amici e altri atleti ad allenarsi per puntare a gare regionali, nazionali e oltre i confini nazionali tornando a casa con ricchi bottini di medaglie e intense esperienze tra atleti della propria squadra e altre squadre regionali, nazionali e internazionali.
Quali caratteristiche possiedi come atleta e come tecnico? Come atleta nasco saltatore. Credo che le mie doti maggiori siano la capacità di stacco e una discreta velocità di base che, anche grazie a un fisico strutturato da anni di windsurf, mi rendono particolarmente adatto al salto con l’asta. Come tecnico, la necessità e la voglia di rimanere sempre competitivo in tante discipline differenti, mi porta a studiare i particolari del gesto atletico.
La pratica di una disciplina sportiva sviluppa tanta autoconsapevolezza e la pratica di diverse discipline sportive sviluppa più fiducia in sé, coraggio, conoscenza personale e del gesto sportivo e voglia di approfondire sempre più il corpo umano di se stessi e le potenzialità dell’essere umano.
La tua situazione sportiva più difficile da atleta e da tecnico? Sicuramente quando, nella fase cruciale di assegnazione delle medaglie nella gara di salto in alto durante i Campionati Europei Master del 2011, ho rotto il crociato della gamba di stacco. La sensazione di non poter più saltare (rivelatasi in seguito fortunatamente sbagliata) è stata, sportivamente parlando, la cosa più brutta che mi sia mai capitata.
Come hai superato crisi, sconfitte e infortuni? Qui è opportuno distinguere la mia vita sportiva giovanile da quella attuale. Da ragazzo l’ambiente del windsurf era estremamente competitivo e probabilmente un supporto psicologico mi sarebbe stato molto utile; parliamo di un periodo a partire dalla fine degli anni Settanta quando queste sensibilità non c’erano neanche a livello federale o di nazionale; lì ho dovuto trovare dentro di me la forza per superare i momenti difficili e le sconfitte e, onestamente, non è stato per niente facile. Adesso la situazione è diversa e la paura semmai è quella degli infortuni e in generale quella di non riuscire più a ripetere le prestazioni invecchiando. È fondamentale dare la giusta importanza all’attività sportiva che, ritengo, debba essere essenzialmente divertimento preso molto sul serio.
Per quali aspetti ritieni utile lo psicologo nello sport? Lo ritengo molto utile soprattutto in età giovanile, quando lo sport è spesso estremamente competitivo e crea aspettative che possono essere difficili da gestire per personalità ancora in formazione. Un supporto psicologico può essere determinante per imparare a gestire lo stress massimizzando la prestazione. A livello master, onestamente non saprei, almeno se lo sport viene vissuto come dovrebbe essere soprattutto come attività ludica senza troppe ‘ansie da prestazione’.
A certi livelli la competizione può rischiare di logorare cercando di restare sempre a livelli altissimi, temendo un calo di prestazioni, bisogna essere sempre lucidi, focalizzati, sostenuti possibilmente da familiari, amici, tecnici e altri professionisti per non perdere di vista prima di tutto se stessi e restare con i piedi per terra ritrovando la motivazione di voler praticare sport prima di tutto per passione, benessere e poi per performance.
La gara in cui hai vissuto le emozioni più belle da atleta e da tecnico? Come atleta sono veramente tante, ma se dovessi sceglierne una direi il Campionato Europeo Master 2022 in Portogallo; oltre a vincere il salto in alto, sono riuscito a vincere il titolo nel pentathlon superando di pochissimi punti, e all’ultima gara, il mio avversario lituano. Per me che ho cominciato a dedicarmi alle multi-discipline dopo i 56 anni è stata una soddisfazione enorme anche perché ho realizzato la migliore prestazione dei campionati considerando tutte le fasce di età. Come tecnico, essendolo diventato da appena due anni, non ho ancora ricordi particolari da segnalare.
Al 13° Campionati Europei Master indoor 2022 di Braga in Portogallo (20-27 febbraio), Marco Claudio ha conquistato due medaglie d’oro trionfando nell’alto con 1,70 e nel Pentathlon a seguito di un duello con il lituano Vytautas Zaniauskas.
Marco Claudio Mastrolorenzi, il numero 1, mister atletica, Superman, capace di eccellere in 10 discipline sportive dell'atletica, sempre con umiltà e moderatezza, centrando podi e vittorie nazionali e internazionali.
Espertissimo atleta a livello italiano, europeo e mondiale, grandissima risorsa per la società “Atletica La Sbarra”, trascinatore di atleti non solo podisti ma dell’atletica a 360°, salti, lanci, corse e tant’altro.
Cosa hai scoperto di te praticando sport e allenando altri? L’attività sportiva è il modo migliore e più divertente per rimanere attivi e in salute; questo mi aiuta a sentirmi sempre giovane dentro anche con l’avanzare dell’età. Ho un gruppo di amici master con cui organizzo allenamenti e ho scoperto quanto dia soddisfazione aiutare qualcun altro a migliorare la sua prestazione.
Lo sport che vogliamo ti fa sentire parte di una squadra per raggiungere obiettivi di benessere e di performance, uno sport che avvicina persone, culture e mondi per provare a fare qualcosa insieme, per condividere allenamenti, gare, fatiche e gioie.
La pratica di una disciplina sportiva e a maggior ragione di più discipline sportive fa conoscere sempre più se stessi e gli altri, fa apprendere da ogni esperienza e, soprattutto, risulta essere un'ottima scuola di vita aiutando ad affrontare, gestire, superare ogni situazione.
Sogni realizzati, da realizzare, irrealizzati da atleta e da tecnico? Mi piacerebbe molto realizzare un record mondiale di categoria e nel 2026 avrò la concreta possibilità di farlo anche se è oggettivamente difficile. Come tecnico, l’anno prossimo vorrei riuscire a portare un bel po’ di amici master a partecipare a un decathlon con buone possibilità di finirlo.
La vita è bella se ci sono sempre sogni da poter e voler raggiungere impegnandosi, credendoci e soprattutto insieme è molto meglio nella condivisione di sogni, fatica, impegno.
Qualche consiglio per chi vuole cimentarsi nel decathlon? Il decathlon porta a gareggiare in tante discipline differenti e richiede un allenamento vario e complesso. Soprattutto a livello master, essere obbligati a differenziare il gesto atletico combatte la ripetitività e allena tutti i distretti muscolari; questo si traduce in un evidente vantaggio complessivo. L’importante è farsi seguire da tecnici competenti, perché il rischio di allenarsi troppo e di infortunarsi diventa concreto.
Trattasi di una vera sfida ma con la consapevolezza che si può fare se c’è davvero la volontà di farlo e la forte passione, iniziando a piccoli, passi, piccoli salti e soprattutto facendosi seguire per far meglio ed evitando eventuali infortuni.
Chi ti ha ispirato e chi ti ispira ora? Non ricordo di aver mai avuto dei modelli che mi abbiano ispirato.
Cosa c’è oltre lo sport? C’è la vita di tutti i giorni, con le difficoltà e le soddisfazioni di un normalissimo padre di famiglia.
Cosa e chi ti aiuta a continuare nelle tue prestazioni? La voglia di passare sempre sopra quell’asticella che rappresenta una validissima metafora della vita. Finché ci riesci significa che ce la puoi fare… e se non ci riesci che ci puoi sempre riprovare.
La pratica di una disciplina aiuta a diventare sempre più resilienti, soprattutto se si tratta di saltare ostacoli che sembrano molto vicini agli ostacoli della vita quotidiana che se si ha pazienza e fiducia alla fine non sono mai insormontabili.
Cosa c’è dietro una vittoria o un record? Adesso tanto divertimento e pianificazione; da giovane anche tantissima fatica e voglia di emergere.
Nell’ultima spedizione dell’ASD Atletica La Sbarra Adriatico lo scorso giugno 2025 presso lo Stadio Comunale Santamonica a Misano Adriatico ai Campionati Italiani Individuali su Pista Master organizzati dall’Atletica Santamonica Misano, Marco Claudio ha portato a casa due ori (nell’alto 1.64 nuovo record italiano SM65 e nel lungo) e l’intera Atletica La Sbarra ha portato a casa 14 medaglie (4 ori - 8 argenti - 2 bronzi), gli altri due titoli italiani di Antonio D'Errico 300 Hs SM60 44”93 (stabilendo il record italiano detenuto dal 9 settembre 2007 da Sandro Urli di 44’99) e Domenico De Blasio nei 5 km di marcia.
L’Atletica La Sbarra è menzionata in alcuni miei libri:
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, Edito da Aracne Editrice, Prefazione di Isa Magli.
“Sport benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”, edito da Prospettiva Editrice.
Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva, per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti, partecipare a competizioni.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR












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