sabato 26 luglio 2025

Valentina Michielli vince la 5^ 100 miglia del Monviso 2025 in 27h24’10”

 Dott. Matteo Simone 
 

Il 18 luglio 2025 Valentina Michielli ha vinto la 5^ 100 miglia (160km trail) del Monviso  (8^ assoluta) 27h24’10” precedendo Simona Pievani 29h56’06” e Isabella Vidili 31h10’38”. 

Il vincitore assoluto è stato l’argentino Pablo Angel Nicolas Barnes 23h0457”, precedendo Mattia Barbaglio 24h26’37” e Andrea Barra 24h2642”. 
Di seguito approfondiamo l’esperienza di Valentina (Scuola di Maratona Vittorio V) attraverso risposte ad alcune mie domande dopo la gara. 
Complimenti per la vittoria alla 100 miglia Monviso, come ti senti ora? Arrivo da una continuità di gare sempre, ma non solo, di almeno 100 km. La 100 miglia mi ha lasciato almeno 4 giorni in down, dove ho risicato tutta l'energia. Ora sto meglio, fisicamente già subito dal giorno dopo. 

Valentina è
abituata a faticare in gare lunghissime della lunghezza di 100km circa ma anche 200km, non gli spaventa più nulla e quasi sempre va a podio piazzandosi tra le prime tre o vincendo la gara.
 
Prima della 100 miglia del Monviso ha gareggiato a partire da maggio andando sempre a podio: 3 maggio Vibram Max.…i Trail Mottarone 75km 9h33’04” (terza); 7 maggio Ultra Trail del Lago di Como - UTLAC250 (ITA) 254km 2giorni 8h54’42” (terza); 17 maggio Gran Raid delle Prealpi Trevigiane - GR80 79km 11h05’43” (prima); 6 giugno Dolomiti Extreme Trail 103km 16h53’59” (seconda); 13 giugno Awtrail Abbots Way Ultra 100km 13h5925” (seconda); 12 luglio Ultra Trail Gran Sasso – UTGS89 89km 15h17’11” (prima). 
Te l'aspettavi? Le vittorie non sono mai scontate, le lunghe distanze sono un'incognita e tutto deve andare per lo più alla perfezione. Può succedere a volte che la giornata nasca di traverso😅. In ogni caso, fisicamente devi star bene, riuscire a gestire l'alimentazione e soprattutto la testa per affrontare il limite del fisico. 

Trattasi di gare dove deve quadrare tutto, stato menta e fisico, benessere psicofisico e più che altri godersi l’esperienza. 
La parte più difficile?
Spaziale il paesaggio nel Parco del Monviso, pietre e scenari da tenerti a bocca aperta proprio come i bambini, fino alla parte finale più chiusa e molto corribile dopo aver affrontato le 2 salite più importanti. In quel momento ho sentito, ma lo avevo previsto, la fatica in quella circostanza. Ma in testa avevo l'obbiettivo, e niente mi avrebbe fermato. 

Trattasi di gare in ambienti naturali molto suggestivi che compensano la grande fatica ma con percorsi da una parte mozzafiato e spettacolari e dall’altra parte molto difficili per le salite lunghe e ripide. 
Come hai deciso di partecipare? Ho sognato questa 100 miglia, avevo un conto in sospeso con l'anno precedente dove purtroppo ho dovuto mollare la presa per uno strappo muscolare al vasto mediale che mi ha tenuta ferma per un po'. L'obbiettivo più grande era chiudere la gara, ovviamente con un sogno in più, decisamente realizzato e che mi ha resa immensamente felice.
Questa gara oltretutto chiudeva il circuito CUT-IT in
collaborazione con la ‘Topo Athletic Italia’, un onore esserci ma anche la voglia e il desiderio di godermi gli scenari di questo ambiente.
 

Il Circuito Ultra Trail Italia (CUT-IT) comprende tre gare: Awtrail Abbots Way Ultra 100km100 miglia del Monviso e Gran Raid delle Prealpi Trevigiane - GR80 79km. 
Come ti sei preparata? La mia preparazione è costante, qualcuno li chiama allenamenti. Io spartanamente le chiamo uscite quotidiane, perché mi diverte e trovo molto beneficio a scaricare la tensione del lavoro che faccio. In ogni caso esco tutti i giorni per una media dai 12 ai 16km, poi dipende dal tempo a disposizione, sono quasi sempre accompagnate da un buon dislivello e 1/2 uscite di lungo chilometraggio.
Mi gestisco molto a sensazione e in qualsiasi condizione meteo o fisica. Oltre a questo, curo molto la mobilità, in maniera quotidiana e tanto esercizio per rinforzare e mantenere
la muscolatura.
 

Una preparazione senza stress ma per scaricarsi dalle giornate lavorative che permettono di correre liberi per sentieri naturali e poi sperimentandosi in gara. 
Cosa hai scoperto di te in questa gara? Questo viaggio mi ha dato modo di scoprire ancora una volta di cosa sono capace. Di cosa posso fare ma soprattutto migliorare. Ma non parlo solo di sport, anzi, parlo per lo più della persona che sono. Ogni km ti forgia, ti scolpisce e a volte ti butta a terra e ti insegna a rialzarti sempre. Magari ondeggi ai colpi di vento ma non cedi e a piccoli obbiettivi punti sempre al grande obbiettivo. 

È chiaro che trattasi di gare che rendono molto resilienti, ci si abitua ad affrontare, gestire, superare qualsiasi situazione ostile e avversa, rinforzandosi e arricchendosi e diventando più forti e decisi anche nella vita quotidiana. 
Cosa e chi ti ha aiutato?
Negli ultimi 55 km dalla seconda base vita ho avuto la possibilità di essere accompagnata da un pacer, Questo posto lo ha preso un mio amico con il quale avevo già condiviso altre gare, vedi la UTLAC 250 e la UTGS 110, entrambe in autonavigazione.  Questa cosa ha reso l'ultima parte difficile sicuramente un sollievo perché distratta dalle chiacchiere in compagnia. 

Insieme è sempre molto meglio nella condivisione dell’esperienza, soprattutto quelle faticose e anche successivamente nella condivisione della gioia nell’essere riusciti nei propri intenti. 
A chi la dedichi? Questa 100 Miglia, come tutte le altre, le dedico principalmente a mio figlio che mi sostiene da quando era piccolo, e la dedico anche a tutte le donne che si avvicinano al sogno dei loro traguardi, qualsiasi sia la sfida il motto è non mollare mai e credere in sé stesse sempre. 

Bisogna sempre andare avanti andando a prendersi i propri sogni senza mollare, osando senza strafare, dimostrando che si può fare con consapevolezza, fiducia e
resilienza.
 
Un consiglio per chi vuole vincere queste gare? Non ho in tasca segreti e consigli, se non di vivere queste distanze con più leggerezza possibile di cuore, vivere i sentieri, vivere tutto quello che ci circonda, se poi il fisico è allenato, allora il cerchio è completo. Succede spesso che le persone intorno a te non capiscono molto quello che fai, a volte ti vedono soffrire, questo è vero. Ma in questa sofferenza tu rinasci e ti senti più forte. Io propendo a seguire sempre il mio istinto, e di fatto una scelta di vita perché mi rende immensamente felice quello che faccio. Di chi mi circonda c'è positivo e negativo, mi basta solo saper cogliere l'aspetto puro e continuare per la mia strada. Io so dove andare😊💪. 

Trattasi di percorsi e viaggi molto profondi, interessanti, spettacolari, avvincenti qualsiasi sia il risultato finale. 
Hai sperimentato il limite nelle tue gare?
Nelle mie gare ho sperimentato il limite ma forse non l'ho ancora raggiunto 😅.  
La tua gara più estrema o più difficile? La gara più dura affrontata la SwissPeaks 360k e qui ne avrei da raccontare.
 
Tra il 1° e il 5 luglio 2024 Valentina ha corso la “SwissPeaks 360 (SUI) trail” in 4 giorni 17h0738”, classificandosi 3^ donna, preceduta dalla giapponese Junko Tokumoto (10^ assoluta) 4 giorni 10h52’09” e dalla spagnola Silvia Ainhoa Trigueros Garrote (7^ assoluta) 4 giorni 09h39’04”. Il vincitore assoluto è stato il britannico Kim Collison 3 giorni 15h0932”, precedendo lo spagnolo Jorge Galve 4 giorni 02h00’06” e dal francese Adrien Barbier 4 giorni 04h20’57”. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Lo psicologo credo sia una figura utile, nella mia vita è stato utile, nello sport non ho avuto necessità di averne un approccio.  
Sogni realizzati e rimasti incompiuti? Sogni realizzati tantissimi, ma da realizzare altrettanti. 😊   
Sogni realizzati e rimasti incompiuti? Credo nessuno incompiuto, direi solo rimandato. Prossimo obbiettivo al VUT 90k in Valmalenco a brevissimo 😅🙈.  

Mentre scrivo quest’articolo Valentina sta correndo Valmalenco Ultra-distance Trail (VUT 90km) con partenza ieri venerdì 25 luglio ore 22.00. 
Il 28 luglio 2023 Valentina vinse la 6^ Valmalenco Ultradistance in 16h44’22”, precedendo la svizzera Denise Zimmermann 16h56’37” e Marta Viganò 17h15’23”. Il vincitore assoluto fu Matteo Anselmi in 12h49’42” precedendo Luca Schenatti 13h18’58” e Tommaso Redaelli 13h26’55”. 
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? L'obbiettivo più grande da centrare sarà alla TDS ad agosto by UTMB e subito dopo finalmente al TOR330. 

La TDS (Sur les Traces des Ducs de Savoie) è una delle gare dell'UTMB (Ultra-Trail du Mont-Blanc) e la partenza è prevista per lunedì 25 agosto 2025 a Courmayeur ore 23:50, tempo massimo consentito 44h10’ con arrivo a Chamonix (148 km, dislivello positivo 9300 m+.
Il TOR330 (Tor des Géants) avrà luogo tra il 14 e il 20 settembre 2025: 330km dislivello: 24000 d+, tempo massimo: 150 ore, partenza e arrivo a Courmayeur. 
Ti ispiri a qualcuno? Quando ho iniziato avevo delle donne ispiratrici di livello, ora mi ispiro alle donne normali o a tutte quelle persone normalissime che stanno affrontando situazioni difficili e che con piccoli obbietti ma grandi risorse continuano ad andare avanti. e le ‘porto con me sui sentieri’. 
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Praticare questo sport, vuol dire investire tutto il mio tempo libero. Ma mi piace, non mi costa fatica. Anzi mi regala una grande serenità, soddisfazione impagabile, mi aiuta a rendere la visione della mia vita decisamente con un contorno definito al di fuori però degli stereotipi comuni. Io so che sto vivendo al massimo. 
Che significato ha per te una vittoria o personal best? Un traguardo, una vittoria, un personal best, sono semplicemente il frutto di un ottimo lavoro che ti danno la carica per continuare sulla stessa strada. Ci tengo a dirlo, anche i ‘fallimenti’, i traguardi non raggiunti sono uno stimolo per fare meglio, e mi ricordo sempre che lo faccio per me stessa. 

Trattasi di gare durissime e lunghissime considerate anche estreme per le quali è opportuno prepararsi senza improvvisare ed è importante essere altamente motivati con profonda passione, apprendendo da ogni esperienza che sia di successo o di fallimento. 
Quali sono gli ingredienti del successo? Segreti? Vivere, divertirsi. Conoscere, condividere ed emozionarsi come i piccoli.  Questo è uno sport di solidarietà e di grandi amicizie. Per questo ho scelto lo sport di Endurance. 

Trattasi di uno sport molto impegnativo che richiede tantissima esperienza ed è opportuno affidarsi ai consigli dei più esperti e soprattutto viverlo in condivisione con altri sia della fatica che delle gioie che ne derivano. 
Cosa diresti a te stessa di 10 anni fa? Rispetto a 10 anni fa, finalmente posso dire di avere trovato la mia strada e che ora so che cosa farò da grande. 

Dott. Matteo Simone 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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