Dott. Matteo Simone
La pratica di uno sport aiuta sempre ad approfondire la conoscenza di se stessi, scoprire sempre più se stessi.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Giuseppe attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso sportivo? Ho iniziato a praticare ciclismo da allievo con il team D’Aniello. Il primo anno due gare a fine stagione, per poi iniziare effettivamente l’attività agonistica l’anno successivo.
Ho affrontato la categoria juniores con il team PCS, conoscendo persone valide a cui ancora mi capita di chiedergli un parere. Da under 23 ho passato 3 stagioni con il team Aran-Vejus, anche se è irrisorio considerare ‘stagioni’ il 2020 ed il 2021 avendo corso in totale solo 9 gare.
Quando e come hai iniziato a fare ciclismo e correre le Granfondo? Cessata l’attività da under 23, non mi è mai passata per la testa l’idea di smettere di allenarmi. Amo uscire in bici. Nel 2022 mi sono lasciato convincere da un amico e ho cominciato a partecipare alle Granfondo.
Praticando una disciplina sportiva si può sperimentare tanta passione e motivazione da non abbandonarla mai, continuando ad allenarsi e cercando di partecipare a gare per testarsi ed eccellere, con consapevolezza, fiducia e resilienza.
Cosa dicono familiari e amici della tua attività sportiva? I miei genitori preferirebbero che dedicassi più tempo allo studio e meno alla bici. Di sicuro se abbandonassi la bici non ne sarebbero così dispiaciuti. Nonostante ciò, mi hanno sempre sostenuto.
Qual è stata la tua situazione sportiva più difficile? I mesi del covid sono stati davvero difficili da accettare. Quell’anno ho interrotto gli studi tra liceo e università per dedicarmi pienamente al ciclismo. Venivo da un infortunio: la frattura del femore dell’anno prima. In quei mesi mi sono sentito inutile.
In generale tra settembre 2019 e maggio 2021 sono stato più fermo che in bici. Ho avuto 3 stop per infortunio, oltre alla pausa covid. Tutto ciò non è stato così d’aiuto alla mia crescita atletica.
Nella vita si fanno sempre scelte difficili seguendo passioni e istinto, divertendosi ed è difficile stabilire priorità e trovare un sano equilibrio tra passione, studio, famiglia, lavoro.
Quali competenze e caratteristiche possiedi come atleta? Nelle Granfondo è difficile definire che tipo di ‘ciclista’ sei. Di sicuro non sono un passista. Mi è capitato di vincere allo sprint, così come su percorsi particolarmente impegnativi. Forse il corridore in cui più mi identifico è Alaphilippe (logicamente le sue doti non sono paragonabili).
Julian Alaphilippe è un ciclista su strada e ciclocrossista francese. Campione del mondo su strada nel 2020 e nel 2021. Soprannominato Loulou, è specialista delle corse di un giorno.
Pensi che uno psicologo sia utile nel tuo sport? In quali aspetti e fasi? Penso che la figura dello psicologo sia importante a prescindere dallo sport. Capitano periodi dove non hai voglia di nulla, e spesso sono anche lunghi. Se hai dolore a un dente vai dal dentista, se capitano momenti così chiedi supporto a uno psicologo: non c’è nulla di male. Esperienza vissuta.
L’evento sportivo in cui hai vissuto le emozioni più gratificanti? Non c’è un evento in particolare. Ogni gara ha una storia a sé che inizia dal momento in cui chiudi la porta di casa e parti. Potrei raccontare tante vittorie emozionanti, e ancor più sconfitte. Sono quest’ultime che alla fine ti fanno crescere.
Si apprende sempre mettendosi in gioco e da ogni esperienza sia positiva che negativa, cercando di migliorare sempre.
Come hai superato crisi, sconfitte e infortuni? Per fortuna c’è chi mi è stato vicino in momenti difficili. Alcune persone sono ancora protagoniste nella mia vita, altre no, ma questo non significa dimenticare cosa hanno fatto per me. E poi grazie a me stesso, che anche se tendenzialmente mi butto sempre un po’ giù, alla fine trovo la forza per rialzarmi.
Si mettono sempre in conto crisi e sconfitte ma bisogna saper accettare, accogliere, capire, affrontarle, superale rialzandosi ogni volta con entusiasmo.
Cosa hai scoperto di te praticando sport? Si dice che lo sport ti forma, io invece penso che lo sport semplicemente ti aiuti a capire chi sei. Credo di essere determinato e ambizioso in tutto ciò che faccio, anche quando apparentemente può sembrare che faccia le cose con superficialità.
Sogni realizzati, da realizzare, irrealizzati? Come tutti i ragazzi che corrono in bici, arrivati a un certo punto ‘si sogna il salto’. È abbastanza comune che questo sogno è tra gli irrealizzati, ma è la vita e va bene così.
Sogni realizzati? Più che sogni erano obbiettivi: anche se ho cominciato per gioco, è subito nata in me la voglia di affermarmi nel mondo Granfondistico. Credo che il 2024 sia stato l’apice, ma le mie ambizioni non finiscono qui.
La vita riserva sorprese positive e negative, bisogna essere positivi e conoscersi bene andando verso ciò che più piace, mettendosi in gioco e raccogliendo ottime sensazioni ed eventualmente anche prestazioni eccellenti e vittorie.
Qualche consiglio per chi vuole cimentarsi nel ciclismo e nelle Granfondo? Divertirsi. È la parola chiave. Ognuno a modo suo e ognuno secondo i suoi obbiettivi. Sfidare se stessi, prima del confronto con gli altri. Essere una versione migliore del me del giorno prima. È l’unico vero stimolo per migliorarsi. Nel ciclismo come nella vita.
Nello sport così come nella vita bisogna cercare di fare le cose non solo per dovere ma soprattutto per piacere in modo che la voglia di faticare resti sempre nonostante non si abbiano sempre riscontri positivi.
Chi ti ispira? I miei genitori, la mia famiglia, i miei amici. Sono ambizioso, è vero. Ciò non significa però che nella voglio diventare milionario o fare chissà cosa. Una ‘vita normale’, stare bene e potersi togliere ogni tanto degli ‘sfizi’ non è scontato. A volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati.
Cosa c’è oltre lo sport? Studio ingegneria biomedica e sono un buongustaio. Due cose che non sono così in sintonia con il ciclismo…
Cosa e chi ti aiuta a migliorare il tuo benessere e le tue prestazioni? Gli amici. Gli amici veri però. Un uomo solo è niente.
Cosa c’è dietro una vittoria? Desiderio, passione e dedizione.
Dietro ogni sogno, vittoria, record c’è sempre tanta passione che riesce a far mobilitare le energie occorrenti per impegnarsi e ottenere il meglio per se.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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