martedì 25 novembre 2014

Ridere ed esercizio fisico, accoppiata vincente contro lo stress

Secondo William Fry, psichiatra alla Stanford University in California, ridere di cuore provoca effetti simili a quelli dell’esercizio fisico (e sappiamo che l’esercizio fisico è un ottima misura contro lo stress); egli ha infatti osservato che fare almeno dieci risate al giorno equivale a circa dieci minuti di vogatore, aumenta la produzione di beta-endorfine, ed è una ginnastica vigorosa dei muscoli facciali, delle spalle, del diaframma e dell’addome. Terminato l’accesso di riso, inizia un breve periodo di rilassamento.

Che lo si debba all’attivazione dovuta al ridere, al rilassamento che ne segue o a entrambi, secondo Fry una buona dose di risate quotidiane può comunque ridurre il rischio di un infarto cardiaco, di uno stato depressivo e di altre conseguenze negative dello stress. Ovviamente, le persone che ridono più frequentemente sono quelle dotate di maggior senso di umorismo e quelle che, d’abitudine, si affidano a esso per venire a capo delle situazioni difficili. (Farnè M., Guarir da ridere La psico-biologia della battuta di spirito, Bollati boringhieri, Torino, 1995, PP. 18-19).
Sentimenti come il piacere, l’allegria, l’appagamento, la soddisfazione per il proprio lavoro, l’amore e l’affetto, unitamente a qualche bella risata e a momenti calorosi trascorsi con gli amici, rafforzano le capacità mentali essenziali alla soluzione dei problemi.
Prendersi il tempo per ridere, apprezzare i momenti piacevoli e godere delle piccole cose sono atteggiamenti che influiscono sul cervello e sul sistema nervoso potenziando le abilità di problem solving e questo, a sua volta, rafforza la resilienza.
Tra i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono: avere relazioni sociali intime, flessibilità/adattabilità (essere cooperativi, amabili e tolleranti e inclini al cambiamento), essere assertivi e saper chiedere aiuto, sensibilità interpersonale, autoefficacia, locus of control interno, capacità di porsi degli obiettivi e di trovare strategie adeguate per conseguirli, progettualità futura, ottimismo, senso dell’umorismo, rete sociale di supporto informale. (Sielbert A., Il vantaggio della resilienza, come uscire più forti dalle difficoltà della vita. Edizioni AMRITA, Torino, 2008).
Per illustrare una modalità di far fronte alle proprie disgrazie con l’umorismo, riporto un brano di un testo di Angeles Mastretta, Donne dagli occhi grandi: “
A volte le dolevano l’aria e il suolo che calpestava, il sole dell’alba, le orbite degli occhi. Le dolevano come una vertigine il ricordo e, come la peggior minaccia, il futuro. Si svegliava nel cuore della notte con la certezza che si sarebbe spezzata in due, sicura che il dolore se la sarebbe mangiata in un sol boccone. Ma appena faceva giorno si alzava dal letto, si metteva sul volto il sorriso, si aggiustava lo splendore sulle ciglia e usciva incontro al prossimo come se i dispiaceri la facessero galleggiare nell’aria.
Nessuno osò mai compatirla. Era tanto stravagante la sua forza, che la gente cominciò a cercarla per chiederle aiuto. Qual era il suo segreto? Chi proteggeva le sue afflizioni? Dove trovava il talento per non piegarsi davanti alle peggiori disgrazie?
Un giorno svelò il suo segreto a una giovane donna il cui dolore sembrava non avere rimedio:
Ci sono molti modi di suddividere gli esseri umani’, le disse. ‘Io li divido tra quelli con le rughe all’insù e quelli con le rughe all’ingiù, e io voglio far parte della prima categoria. Voglio che la mia faccia da vecchia non sia triste, voglio avere le rughe che vengono dal riso, e portarle con me all’altro mondo. Chissà che cosa dovremo affrontare laggiù’.” (Mastretta A., Donne dagli occhi grandi, Giunti, Milano, 2008, pp.140-141).
Ex maratoneta, Salvo Campanella 40 anni, una moglie, due figli, è vivo per miracolo. Il 2 luglio del 2012 è precipitato da sette metri di altezza, nel cantiere dove lavorava. Racconta in un intervista riportata sulla rivista SuperAbile INAIL (SuperAbile INAIL, Il magazine per la disabilità, Roma, Agosto Settembre 2014, Numero 8-9, pp. 48- 49): «Cosa ho provato dopo l’incidente? Mi sono fatto una risata. Intanto sono rimasto vivo, e poi poteva andare peggio».

Questa sua dichiarazione dimostra l’importanza della resilienza, infatti gli individui che dopo aver vissuto un evento negativo attivano un processo resiliente non rimangono “intrappolati” nel dolore ma risanano le ferite assumendosi il controllo della propria esistenza e riorganizzando la propria vita.
Nel testo Il libro della corsa James Fixx riporta una testimonianza della pratica dell’esercizio fisico contro lo stress, a cura del dottor Ronald M. Lawrence, fondatore dell’Associazione dei medici corridori nonché insegnante alla Scuola americana di medicina sportiva: “Si smette di fumare per tentare le distanze maggiori. Per lo stesso motivo si riduce il consumo d’alcool. Ci si diverte molto di più se non si è ralllentati dall’alcool e dal fumo. Bisogna modificare le abitudini alimentari, perché una buona nutrizione è parte integrante degli esercizi aerobici. Così la salute generale migliora. Si dorme meglio, ma non c’è più bisogno di dormire a lungo. La vita sessuale ci guadagna. Le ansie pesano di meno e in generale ci si trova più agguerriti contro lo stress. Anche la produttività sul lavoro migliora. Si guarda un po’ meno la televisione e ci si scopre intorno un mondo nuovo”. (Fixx J.F., Il libro della corsa, Casa editrice sonzogno, 1980, p. 33).

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html 


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