martedì 19 settembre 2023

Franco Collè vince il Tor des Geants 330km 2023 per la 4^ volta e con record

 In ogni gara cerco di arrivare al mio limite, stando attento a non superarlo
Matteo Simone
 

Zzam Agency @davide Verthuy
Tra il 10 e il 16 settembre 2023, si è svolto il Tor des Géants, gara di endurance trail di 330km e 24000d+, tempo massimo: 150 ore, partenza e arrivo: Courmayeur - Valle d’Aosta.

Il vincitore è stato Franco Collè, per la 4^ volta e con record di 66h39”, aveva già vinto nel 2014, 2018 e 2021. A seguire il francese Romain Olivier 69h49’38” e il canadese Galen Reynolds 71h22’30”.
Tra le donne la vincitrice è stata la britannica Emma Stuart in 82h21’24”, precedendo Jocelyne Pauly 84h36’21” ed Elisabetta Negra 88h37’42”.
Di seguito approfondiamo la conoscenza del vincitore per la 4^ volta e con record Franco Collè, atleta esperto di Ultratrail, attraverso risposte ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Zzam Agency @davide Verthuy
Ti puoi definire ultramaratoneta?
Penso di poter essere considerato tale in quanto ho corso numerose gare di distanza superiore ai 42 km.”
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?A mio avviso essere ultramaratoneta non vuol dire essere un atleta, bensì una persona che ha imparato a gestire in modo ottimale le proprie energie fisiche e mentali.”

E’ importante avere la consapevolezza della necessità anche delle energie mentali oltre che di quelle fisiche, è una sorta di completamento e assieme, a braccetto permettono di proseguire, andare avanti. Avviene una sorta di dialogo tra mente e corpo, le energie fisiche e mentali vanno avanti come in una cordata, si considerano e si aiutano a vicenda, a volte è il fisico che deve impegnarsi e usare forza, potenza, elasticità, a volte è la mente che deve considerare e superare difficoltà ed eventuali crisi.
Zzam Agency @davide Verthuy
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?
Mi ci sono approcciato quasi per caso grazie a uno ‘scherzo’ di mia sorella che mi ha iscritto a una gara di oltre 300 km. Dopodiché ho cercato di arrivare alla gara allenandomi in maniera graduale e progressiva.”

A volte sono gli altri che comprendono le tue capacità e fanno di tutto per metterti sulla strada giusta. Basta solo indirizzarti e il resto viene da solo. Se scopri che si tratta di qualcosa che ti piace, che fai con facilità e con passione, il resto viene da solo.
Franco Collè ha esordito al Tor il 9 settembre 2012 classificandosi al 5° posto. A settembre 2013 si classifica 3° al 4° Tor des Géants, preceduto dallo statunitense Oscar Perez e dallo spagnolo Iker Karrera Aranburu. Dopo un 5° e 3° posto, a settembre 2014, vince il 5° Tor des Géants precedendo lo statunitense Nickademus Hollon e il francese Antoine Guillon. A settembre 2018 Franco vince per la 2^ volta il 9° Tor des Géants precedendo il canadese Galen Reynolds e l’italiano Peter Kienzl. A settembre 2021 Franco vince per la 3^ volta il 12° Tor des Géants precedendo lo svizzero Jonas Russi e lo svedese Petter Restorp.
Zzam Agency @davide Verthuy
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?
La ricerca del mio limite e una grande passione per la montagna.”

L’ultratrail richiede diverse componenti: l’amore per la natura, per la montagna, per le sensazioni che si sperimentano. Inoltre l’ultratrail richiede una grande dotazione fisica di base da poter allenare gradualmente con passione, motivazione e forte determinazione.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?Per adesso no, il giorno che lo penserò smetterò.”

L’ultramaratona diventa uno stile di vita, piace correre a lungo e sperimentare fatica, sensazioni corporee, raggiungimento di obiettivi.
Hai mai rischiato per infortuni di smettere di essere ultramaratoneta?Fino a ora, fortunatamente, non ho mai avuto seri infortuni se non qualche piccola infiammazione o sbucciatura.
Zzam Agency @davide Verthuy
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?
Certo, in ogni gara cerco di arrivare al mio limite, stando attento a non superarlo.”

La gara diventa un test che verifica le proprie capacità cercando di dare il massimo e avvicinarsi al proprio limite ma sempre con la massima attenzione e rispetto per quello che si sta facendo, rispetto per gli avversari e amici di gara e rispetto dell’ambiente naturale.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme?La capacità di riuscire a superare mentalmente le crisi (che sono inevitabili in questo tipo di gare) e una grande consapevolezza dei propri mezzi.

Le crisi come vengono così se ne vanno se si è pazienti, se si conoscono bene i propri mezzi e le proprie risorse, se si ha autoefficacia e resilienza ben sviluppata.
Zzam Agency @davide Verthuy
La tua gara più estrema o più difficile?
Ogni gara è di per se estrema…proprio perché l’atleta, per riuscire a ottenere una buona performance, deve riuscire ad arrivare il più vicino al proprio limite cercando di non oltrepassarlo.”
Quale gara estrema ritieni non poter mai riuscire a portare a termine?Nessuna, penso che con la giusta preparazione si riesca a compiere qualsiasi gara estrema.”

L’estremo si può domare, è importante una notevole attenzione e capacità di studio e programmazione in vista di quello che si deve affrontare e quello che si vuole ottenere nello sport e nella vita, tutto può essere portato nelle possibilità ordinarie.
C’è una gara estremi che non faresti mai?Sicuramente le gare senza montagne.”

L’estremo è relativo, dipende dalla motivazione e dalla passione, può diventare estremo una ultramaratona sull’asfalto o sulla pista per un amante della montagna.
Zzam Agency @davide Verthuy
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
La voglia di provare a vedere fino a dove si può arrivare.”

Pian piano si può andare un poco avanti per provarsi, sperimentarsi, sentire e sentirsi vivo.
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme?Sicuramente i miei familiari patiscono quando mi vedono stare male o mi vedono durante qualche crisi, ma sono i primi a emozionarsi quando vedono che sono riuscito a compiere un’altra impresa.”

Per ogni impresa bisogna passare attraverso degli ostacoli, rinunce, sofferenze, difficoltà, crisi, ma una volta raggiunto l’obiettivo ci si accorge che a volte per ottenere qualcosa di importante nello sport e nella vita bisogna attraversare momenti di turbolenza.
Che significa per te partecipare a una gara estrema?Significa mettermi alla prova e cercare di sfidare me stesso nell’ottimizzazione delle energie.
Ti va di raccontare un aneddoto?
Ogni gara è ricca di aneddoti: dai paesaggi mozzafiato che si vedono durante le albe e i tramonti, alle allucinazioni durante le lunghe notti del Tor.”
 
L’estremo non è solo nell’impresa che si sta affrontando ma anche nelle piacevoli sensazioni multisensoriali sperimentate, quindi ne vale proprio la pena sperimentare l’estremo delle due facce della medaglia.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?Che sono un amante della solitudine e della mia necessità di ritagliarmi degli spazi lontano dall’inquinamento acustico e luminoso.”

L’ultramaratona permette di allontanarti fisicamente e mentalmente dall’ordinario, dal routinario, dal normale; permette di stare tanto tempo con se stessi conoscendosi a fondo; è una sorta di rifugio interiore e allo stesso tempo una sorta di autoterapia. Si scende all’interno di se stessi, si fa un viaggio interno.
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa?Beh sicuramente la mia famiglia si è adattata alla mia vita e quando può mi segue nelle gare, in alternativa si attacca all’ipad e segue il live trail da casa. La mia vita lavorativa non è cambiata, anche perché non può cambiare…faccio i normali orari da ufficio come qualsiasi altro dipendente pubblico, a differenza che le mie ferie le utilizzo per fare le gare mentre i miei colleghi le utilizzano per andare al mare.

La famiglia di una persona dedita all’ultramaratona, prima o poi, se ne fa una ragione comprendendo che è un loro mondo che considerano fantastico, accogliente e sicuro.
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?Non uso farmaci e pochissimi integratori. Nelle gare più corte riesco a utilizzare qualche gel e barretta, mentre nelle gare più lunghe sono obbligato ad alimentarmi con pasti normali.”

In genere gli ultrarunner sono persone semplici, naturali, sensibili e minimaliste, cercano di non utilizzare farmaci. Nelle gare lunghe è possibile fare anche dei pasti in quanto i ritmi di corsa non sono notevoli e il sangue che affluisce all’intestino per la digestione non penalizza i muscoli impegnati nell’attività sportiva, comunque è importante conoscersi.
Hai un sogno nel cassetto?A dir la verità i sogni nel cassetto per il momento si sono tutti avverati. Ho fatto ben di più di quello che pensavo fosse nelle mie possibilità. Ovviamente però strada facendo ci si vuole sempre migliorare e riesco sempre a pormi dei nuovi obbiettivi.

E’ importante avere sempre degli obiettivi di miglioramento e ambizione di riuscita e di benessere.
Franco è menzionato nei libri:
"Sport, benessere e performance"
"Maratoneti e ultrarunner".

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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