giovedì 28 maggio 2015

Angelo Fiorini, Villa De Sanctis: Ho trovato un gruppo di veri “matti” per la corsa

Essere ultramaratoneta significa correre oltre i 42 km che sono quelli di una maratona, quindi tutte le gare che superano i 42 km si definiscono ultramaratone.

Trattasi di uno sport che non ha molta eco e che soprattutto dovrebbe avere più prescrizioni per poterlo praticare in sicurezza, afferma Angelo Fiorini, un corridore che praticava il calcio come sport preferito ma poi quasi per caso pian pianino si è avvicinato alla corsa che l’ha coinvolto ed assorbito al punto da sperimentare una sorta di dipendenza dai chilometri sempre più numerosi fino a farsi del male per non aver preso sane e giuste decisioni.
Ecco come racconta il suo percorso per diventare un ultramaratoneta convinto: “Il mio percorso per diventare ultramaratoneta, è stato molto graduale. Ho iniziato oltre 15 anni fa, spronato da un amico, a corricchiare nel parco per passare il tempo mentre i nostri figli si allenavano alla scuola calcio. Con poco entusiasmo gli ho dato retta, perché ero un amante praticante del pallone. Infatti, fin da ragazzo ho giocato con molta passione partecipando a campionati regionali con molto successo, ma che ho dovuto lasciare quando a diciannove anni ho iniziato a lavorare e non potevo più allenarmi per poter giocare la domenica. E cosi ho continuato ma solo nel fare le partite con gli amici e colleghi di lavoro. 

martedì 26 maggio 2015

Entrare un po' alla volta nel mondo degli ultramaratoneti

Gli ultramaratoneti non sono solamente i campioni che vincono gare estreme di lunga durata ma sono anche persone semplici che si avvicinano alla corsa o alla camminata e scoprono un mondo nuovo fatto di persone, di percorsi, di fatica, di traguardi ecco per esempio la testimonianza di un uomo semplice coinvolto nelle lunghe distanze un po per volta ed appassionato ormai ad i lunghii cammini eco spirituali.
Nicola Ciuffreda ha ha cominciato un po' alla volta ad affacciarsi nel mondo degli ultramaratoneti: ”Il pensiero di esserci mi rafforza sempre quando c'è una buona occasione per fare una lunga distanza.”
Nicola è di Manfredonia, una cittadina della provincia di Foggia situata alle porte del Gargano. In questa caratteristica città spalmata per lo più lungo la costa e dove l’attività prevalente è ancora la pesca, ci sono gli ultra-camminatori eco-spirituali del Team Frizzi e Lazzi che si cimentano sia in distanze brevi e facili aperte a tutti, sia in distanze più lunghe e percorsi impegnativi a cui ci si arriva gradualmente.
Per Nicola essere ultramaratoneta significa: “Accettare una nuova sfida della lunga distanza, una scommessa con te stesso che nonostante tutto quello che succede intorno a te nel mondo reale di tutti i giorni e nella vita sei pronto a reagire e metterti in discussione a nuove emozioni e sensazioni che ti accompagnano lungo le strade di una gara.”
Tra i prossimi impegni vi sono per il Team Frizzi e Lazzi la partecipazione alla mitica gara di 100 km con partenza a Firenze ed arrivo a Faenza.
Tale competizione è stata disputata diverse volte dall'uomo delle lunghe distanze Sipontino, Michele Spagnuolo, ideatore del Team Frizzi e Lazzi che riesce a coinvolgere tante persone da accompagnare sia in semplici uscite sia gradualmente alla partecipazione di gare cosiddette estreme quali la 100km, per non parlare della sua impresa che vorrebbe compiere partecipando ad una gara di 48 ore.
Lui stesso si definisce il Bruce Chatwin della corsa e può condurvi in un’uscita a contatto con la natura raggiungendo l'Abbazia di Santa Maria di Pulsano o la Grotta di San Michele Arcangelo sita in Monte Sant’Angelo.
Il segreto per allenarsi a gare così impegnative è partire per mete particolari, allettanti, distraenti, interessanti, a contatto della natura e il territorio del Gargano è ricco, per esempio sono diventate tappe fisse il raggiungimento dell'Abbazia di Santa Maria di Pulsano attraverso percorsi misti comprendenti asfalto, sterrato, tratturi, roccia, prato e la Grotta di San Michele Arcangelo sita in Monte Sant’Angelo.
Quando raggiunge queste località per Michele è sempre una scoperta di nuove emozioni, coloro che porta con lui restano sorpresi di quello che sono riusciti a fare e restano incantati dalle bellezze naturali del territorio e dalle viste panoramiche del Golfo di Manfredonia e lo ringraziano per averli condotti in questi posti, questi luoghi mete di pellegrinaggi.
I suoi obiettivi generali sono portare sempre più persone a camminare a contatto con la natura ed in particolare a farli fare le maratone e le ultra maratone.
Le sue risorse sono la forza mentale, la tranquillità, la serenità, il coraggio.
Il suo negozio è diventato un ritrovo, è situato al centro della cittadina di Manfredonia, tra la villa comunale, il campo sportivo, ha una vista sul mare, sempre baciato dal sole, gli amici e altre persone passano dal suo negozio per conoscere gli appuntamenti delle prossime eco-escursioni, eco-pellegrinaggi, eco-camminate, per salutarlo, per ascoltare le sue ultime imprese o quelle che dovrà affrontare, vengono a vedere le sue medalgie, attestati, fotografie e chiedono consigli sulle scarpe da usare che vende.

Essere una squadra e credere nelle proprie capacità

Valerio Bianchini soprannominato “il Vate” negli ambienti sportivi, unico allenatore ad aver vinto tre scudetti con tre squadre diverse (Cantù, Pesaro e Roma), due Coppe dei Campioni (Cantù e Roma), una Coppa delle Coppe, una Coppa intercontinentale e una Coppa Italia, allenatore della Nazionale Maggiore ai Mondiali di Madrid nel 1986 e agli Europei di Atene nel 1987, rivolgendosi direttamente ai ragazzi, ha dichiarato: «Siete fortunati perché giocate a basket, il primo sport giocato al coperto, in cui non vi sono variabili esterne per l'andamento della partita, ma ci si basa solo sul talento e sul lavoro di gruppo; uno sport in cui si usano le mani che sono arti vicini al cervello e al cuore, entrambi essenziali per essere dei buoni giocatori, le mani fragili e potenti nello stesso tempo. Siete fortunati perché avete degli allenatori che si prendono cura della vostra preparazione e perché praticate uno sport in cui le fragilità personali si trasformano in forza e i compagni di squadra diventano fondamentali per vincere e raggiungere, insieme, traguardi. Ecco, vi auguro di essere una squadra che crede nelle proprie capacità, che segue gli allenatori e in cui tutti perseguono con tenacia il medesimo obiettivo».

lunedì 25 maggio 2015

La corsa è una droga! Quando cominci poi ne senti proprio il bisogno!


Gli ultramaratoneti riportano di aver ricevuto consigli da parte di medici, in particolare ortopedici o fisiatri, di ridurre o cessare l’attività fisica. Alcuni riportano di aver ricevuto tale suggerimento da non medici, esempio famigliari.
Di seguito le risposte ricevute alla domanda: “E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva?:
“A livello medico si, un fisiatra al quale mi ero rivolto per problemi alla schiena e al nervo sciatico, dopo che ha ascoltato quello che facevo è rimasto allibito, dicendo che era il minimo quello di avere quei problemi, e che per fare certe cose si ha bisogno di essere seguiti e che purtroppo nel nostro caso, sono allenamenti ‘fai date’, che comportano tanti errori. Io, in quella occasione, l’ho ascoltato solo per il periodo di riposo e cura che mi aveva prescritto. “
“Sì, l’ortopedico!!! Secondo lui dopo i 40 anni non si dovrebbero più correre neanche le maratone.”
“Si nel 2005, l’ortopedico.”
“Tranne mia madre, no.”
“No mai, anzi il contrario.”
“Non da medici.”
“No mai per fortuna.”
“Un ortopedico mi aveva detto che avrei dovuto ridurre sensibilmente a causa della condizione delle solite ginocchia. “
“Si, i tanti anni di ultramaratone hanno un po’ lasciato il segno sui tendini e ora ho dovuto ridurre di circa il 20% il chilometraggio settimanale.”
“Diverse volte mi hanno consigliato di ridurre la corsa per problemi fisici o infortuni, ma per la mia testa è stato difficile accettare questo!”
“Da infortunata per forza.”

Provarci sempre, arrendersi mai

L’ultramaratoneta ha scoperto che volendo, si può far tutto, che la passione è un motore potente che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi impresa con qualsiasi condizione, è una sorta di adattamento graduale che ti permette gradualmente di incrementare l’autoefficacia personale e sviluppare la resilienza che ti permette di andare avanti e non fermati per imprevisti o crisi ma avere la capacità di gestire momento per momento con tutte le proprie risorse, capacità personali scoperte nel corso di precedenti competizioni e situazioni.
Di seguito le risposte ricevute alla domanda: “Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?”:
“Il Tor des Geants.”
“Nessuna, ancora oggi ritengo che possa arrivare in fondo a qualsiasi gara, con l’avanzare dell’età non so, i miei prossimi obbiettivi sono UTMB e TDG e spero di riuscirci.”
“Temo il freddo, quindi ogni gara esposta a temperature rigide mi preoccupa (il che non siginfica che prima o poi non la proverò…)”
“Ora come ora praticamente tutte. In passato quando stavo meglio ho rinunciato alla 9 Colli, alla Sparta-Atene, perché ho ritenuto, sulla base di informazioni avute da amici che l’avevano corsa che non era nelle mie possibilità. Nella vita e nella corsa bisogna sempre porsi questa domanda: posso permettermelo? E se la risposta è negativa, bisogna farsene una ragione.”
“La Tor des Geants”

Gli ultramaratoneti sperimentano di possedere risorse insospettabili,

Matteo Simone 


Gli ultramaratoneti sperimentano di possedere risorse insospettabili, superando le diverse crisi e situazioni lungo il loro percorso. 

Per quanto riguarda le ultramaratone gli atleti sperimentano più sicurezza nel riuscire a portare a termine tali competizioni estenuanti, inoltre sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisione, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri ma prima di tutto da se stessi, si scopre di possedere capacità insospettate, e questo serve da insegnamento anche nella vita oltre che dallo sport, si impara a superare qualsiasi ostacolo, a comprendere che per ogni problema c’è almeno una soluzione e che è possibile trovare tale soluzione che ti porterà al traguardo finale a superare gli imprevisti le sofferenze che comunque diventano passeggere. 

Ultramaratoneti e gare estreme: Hai un sogno nel cassetto?


Simpatici, divertenti, ma anche impossibile sembrerebbero i sogni nel cassetto degli ultramaratoneti. 

Condizioni assurde, nel deserto, nei ghiacciai, caldo estremo. Ma loro se vogliono possono tutto, è questo che emerge dalla domanda: Hai un sogno nel cassetto?
Marco Stravato"La Nove Colli Running, ma di più l’UTMB e il TDG, il trail lo preferisco ultimamente.”
Stefano La Cara: "Quelli importanti sono tutti realizzati.”

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