venerdì 15 aprile 2016

Vincenza Sicari, ex runner, ora sta girando il mondo attraverso i social network




 
Qualche giorno Vincenza Sicari ha rilasciato un’intervista telefonica a Giovanna Barone della redazione di SiciliaRunning.

Vincenza racconta di essere a letto in un ospedale, di non potersi più muovere e di avere una malattia degenerativa muscolare: “Da Milano sono andata a Crema, poi a Legnano, Genova, Roma, Pisa. Ora sono a Padova da pochi giorni. La dottoressa che mi sta curando in questo momento è gentilissima, dolcissima e molto disponibile. Farà tutto il possibile per il mio caso. Aspetto di incontrare un medico che viene dall’America per visitarmi.”

Vincenza ora sta girando il mondo attraverso i social network e continua a correre nel cuore e nella mente di tanti runner ed ultrarunner: “Io vado avanti grazie a loro. Mi chiamano tutti, atleti, amici, ho l’appoggio e il sostegno della FIDAL, il Presidente Malagò, il Ministro Lorenzin mi verrà presto a trovare. Tante persone, attraverso internet, mi stanno vicino, anche gente che non conosco personalmente. Ho il supporto di tante persone, sono viva grazie a loro. Quando mi sto per ‘spegnere’ mi arriva un messaggio, una telefonata, mi vengono a trovare. Non ti nascondo che tante volte ho pensato di tornare a casa, chiudere la porta e aspettare la fine, almeno per poter dire ‘muoio nel mio letto’. Poi ci sono loro, con i loro gesti, che mi ridanno la voglia di vivere, reagire e continuare a lottare. Stanno raccogliendo anche dei fondi per aiutarmi. È una grande famiglia.”


Il Team frizzi e lazzi Manfredonia, in 30 hanno compiuto una grande impresa




Contento Michele Spagnolo, ideatore del Team Frizzi e Lazzi run e walk, per aver condotto un gruppo di persone comuni per una passeggiata di 55km, domenica 10 aprile 2016, ecco come esprime la sua felicità nel riuscire in questa impresa: “Secondo me non c'è bisogno di essere Chatwin o Bonatti per vivere da avventuriero!!!!!! L'avventura esiste anche stando a casa, puoi scoprire il fascino della tua terra, non c'è bisogno di fare km e km di aereo o di nave per scoprire nuove terre, puoi camminare per 55km e renderti conto di aver vissuto una giornata avventurosa!!!!! Questo è successo ieri al team frizzi e lazzi Manfredonia che in 30 hanno compiuto una grande impresa nonostante le condizioni meteorologiche avverse. Partire alle 4.00 del mattino al buio in compagnia della pioggia battente, scalare la montagna sacra e imbattersi in terreni accidentati, seguire le tracce di percorsi abbandonati da tempo, perdersi e trovarsi davanti scenari pittoreschi con alberi di ciliegi in fiore incontaminati, praterie fiorite, mucche in liberta, alberi secolari, tutto questo racchiuso in 55km di benessere, finale a sorpresa con medaglia al collo per tutti!!!!!! Anna una donna del team che non è potuta venire con noi ci ha fatto una gradita sorpresa dandoci un pezzo di torta a tutti, voglio ringraziare proprio tutti!!!! Teresa che non ce l’ha fatta decidendo, nella basilica di San Michele di non continuare, il suo compagno Michele che non l'ha voluta lasciare da sola (i valori del team), gli amici di Barletta: Raffaella, Ruggiero e Cosimo e i 28 eroi del team che quasi tutti hanno voluto far parte della grande avventura!!!!!!!”

mercoledì 13 aprile 2016

Run for Parkinson, a beneficio dei parkinsoniani e delle loro famiglie


La Run for Parkinson è una corsa non competitiva che si svolge ogni anno in varie località a sostegno dei malati di Parkinson e delle loro famiglie. Quest’anno il 17 aprile si correrà in contemporanea a Roma e Milano.
In particolare a Roma, L’Associazione WeAreParky ONLUS insieme a Parkinzone ONLUS organizza a Villa Pamphili l’evento che prevede una passeggiata/caccia al tesoro di 1,5 Km riservata a parkinsoniani e loro accompagnatori, una corsa non competitiva di 5 km aperta a tutti, con due orari di partenza (10.30 e 15.30), e una passeggiata in bicicletta in piccoli gruppi con accompagnatori anche questa aperta a tutti.
Lo scopo è
·       Far conoscere la malattia e le sue cause
·       L’importanza di vivere ed alimentarsi in un ambiente sano per ridurre il rischio di contrarre malattie neurodegenerative
·       Far conoscere le associazioni, i servizi ed i prodotti che possono migliorare la qualità della vita dei parky e dei loro cari
·       Divulgare l’importanza dell’attività fisica costante come terapia e fattore neuroprotettivo
·       Creare una occasione di incontro e di svago
Quindi sport come benessere, ma anche come momento di aggregazione e tanto tanto divertimento un vero e proprio stile di vita che ci consente di vivere in armonia con noi stessi e con gli altri.
Nel PARKY VILLAGE, dedicato ai parkinsoniani, loro familiari ed a tutti gli ospiti ed amici presenti saranno predisposti degli spazi espositivi riservati alle associazioni che si occupano del benessere di questi pazienti.

martedì 12 aprile 2016

Senza fretta, un passo alla volta, si risolve o si trovano altre modalità

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso. (
William Hart )

Bisogna imparare a stare al mondo senza pretendere, senza fretta, piano piano si sistema tutto, basta cambiare un po' i programmi e le aspettative, aver fiducia e un passo alla volta si risolve o si trovano altre modalità per sperimentare benessere
L’atleta dovrebbe essere in grado di formulare una pianificazione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine, obiettivi che siano difficili ma raggiungibili, sfidanti, si dovrebbero poter visualizzare, immaginare nel momento in cui si raggiungono.
Può capitare che ci siano delle difficoltà nel raggiungere questi obiettivi e qualche volta l’atleta può considerare il non raggiungimento di un obiettivo prefissato come una sconfitta personale. Ma nello sport le sconfitte, servono a riflettere, a fare il punto della situazione, osservare, valutare, capire cosa c’è stato di utile, di importante nella prestazione eseguita e cosa, invece, si può migliorare. Quindi, tutto sommato, la sconfitta potrebbe servire per fare una valutazione delle proprie risorse, punti di forza e, al contempo, delle criticità.

Anna Giunchi: Dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona

Matteo SIMONE 

Anna la maratoneta, amante della corsa, nonché collega psicologa, racconta la sua passione, l'impegno e la determinazione nella corsa.

Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Ho iniziato a dedicarmi all’attività sportiva con serietà spronata da un anziano maestro di tennis, che mi ha invitato a fare almeno 20 vasche di nuoto al giorno. Da lì ho praticato agonismo nel tennis, poi, negli anni a venire, nel calcio. Ma la scossa maggiore l’ho avuta quando, dopo una brutta crisi di anemia, mi sono posta l’obiettivo di guarire e dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona. Da allora non ho mai smesso di correre. Mi piacerebbe giocare ancora a tennis.”

Il vecchio amore non si scorda mai, la passione del tennis solletica Anna, ma per ora ancora tanti obiettivi e performance nella corsa.

lunedì 11 aprile 2016

Dario Santoro: Ogni maratona riserva un’avventura diversa dall’altra


L'esordiente ventitreenne Amos Kipruto (Kenya) vince la 22^ Maratona di Roma in 2:08.12!!

Primi 10 6 keniani e 4 Etiopi primo arrivato 2.08.12 Amos Kipruto, primo Italiano Dematteis Martin 2.18.20 a seguire Guadi Giovanni Fiamme Gialle 2.18.20 e Dario Santoro Atl. Potenza Picena, atleta di Manfredonia. Ultimo uomo arrivato Lomuscio Eligio Barletta Sportiva 7.30.45.
Donne vince l’Etiope Tusa Rahma 2.28.49, seconda la connnazionale Duru Mulu Melka 2.29.59, terza Algerina Dahmani Kenza 2.33.53, quarta Epis Giovanna G.S. Forestale 2.38.20. Ultima donna arrivata Soli Francesca UISP Reggio Emilia 7.30.20.

domenica 10 aprile 2016

La maratona come metafora della vita, un passo alla volta

Matteo SIMONE 

Lo sport, un mondo meraviglioso che tutti dovrebbero provare, allena fisico, cuore e mente. Fortifica il carattere. 

Ti fa star bene, sviluppa autoconsapevolezza, autoefficacia e resilienza. Crea rete tra persone anche di culture diverse, nella sofferenza ci si avvicina.
Lo sport che rende felice, fa ringraziare a te stesso, a chi ti ha seguito nel lungo periodo di preparazione, a chi ti ha sostenuto in gara, fa ringraziare a qualcuno di superiore. Se riesci nello sport riesci anche nella vita ad aiutare te stesso e gli altri.

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