martedì 2 agosto 2016

Gara della vita: campionati nazionali Giochi della Gioventù di “orienteering”



 

Le gare indimenticabili non sono solo quelle dove si vince, si sale sul podio o si ottiene la miglior prestazione; le gare indimenticabili sono anche quelle dove sperimenti la sconfitta ma ti rialzi continuando ad allenarti, ad andare avanti, allenandoti con metodo, con passione, impegno e determinazione. Di seguito l’esperienza di un atleta di pallanuoto.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sicuramente si, soprattutto per migliorare la propria consapevolezza nonché attitudine alla sana competizione sportiva.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato dai primi anni adolescenziali a praticare molteplici sport fino a sceglierne uno/due sui quali mi sono concentrato per ottenere le massime performance.”

Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si mi è capitato durante il liceo, soprattutto negli ultimi anni di scuola a causa di un allenamento agonistico di pallanuoto troppo impegnativo nei tempi.”

Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Sicuramente una stabilità nonché serenità familiare compensata anche dagli ottimi risultati sia nello sport che nello studio.”

ISTINTO O RAZIOCINIO? COME IMPOSTARE LA TABELLA DI ALLENAMENTO


STEFANO SEVERONI
 

 
  Probabilmente vi sarà capitato d’incontrare qualche atleta in un campo di atletica leggera, parco, villa, strada, ecc., concentrato a svolgere il proprio allenamento. Forse vi sarete chiesti se egli stava seguendo una tabella di allenamento oppure si affidava all’improvvisazione.

   Cercherò di analizzare come dev’essere impostata una tabella di allenamento in modo che sia funzionale all’atleta e alle distanze di gara cui intende partecipare. Agire d’istinto non è sempre sufficiente, affinché l’atleta possa rendere al meglio e preservarsi dagli infortuni.

   ETÀ Diverso è il caso di un adolescente da quello di un ultra quarantenne. Bisognerà considerare se l’atleta ha o meno alle spalle una preparazione atletica di base, magari pure in attività sportive differenti dalla corsa. In Italia si difetta di cultura sportiva, con la presenza di una vera e propria “cultura del pallone”. L’educazione fisica a scuola aiuta in modo relativo alla crescita della persona a livello fisico e anche mentale. Molto possono fare i genitori, ma spesso questi non possiedono le coordinate per sapere orientare razionalmente il proprio figlio/a.

   PESO CORPOREO Anche questo è un fattore importante da tenere in considerazione. Bisogna pensare, che con l’attività atletica il fisico acquista muscoli e perde grasso. Per chi è sovrappeso o addirittura obeso, l’allenamento inizialmente non prevederà un eccessivo chilometraggio, per non gravare su articolazioni, sollecitate oltremisura nel gesto motorio. La gradualità anche qui è principio cardine.

 

Marinella Pignat: Danza classica dai 5 ai 12 anni, l'anno scorso la prima 110km




 

La vita è bella perché è sorprendente, ogni giorno è una sorpresa, puoi fare tutti i progetti che vuoi, ma domani è diverso da oggi, ieri non c’è più, oggi è il momento in cui si vive, ora sai quello che vuoi fare, cosa ti spinge a coltivare una passione, a rincorrere un sogno. Marinella ci racconta la sua esperienza nel corso degli anni alla ricerca di quello che è meglio per lei giorno per giorno, ora per ora, chilometro per chilometro, momento per momento.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si quando ho completato una gara impossibile.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Danza classica dai 5 ai 12 anni. Pallavolo dai 12 ai 19. Poi 18 anni con ernia espulsa senza fare nulla. Poi ernia risolta e ho cominciato a correre. Prima maratona dopo 7 mesi, 3.45. Poi seconda. Poi terza. Poi 5 skyrace. Poi una sei ore. Poi ultratrail. 3 anni e mezzo che corro. L'anno scorso la prima 110km in montagna. Quest'anno 480 km di gare.”

I percorsi non finiscono mai, volta per volta si decide se si è sulla strada giusta o si può cambiare verso altri interessi, qualcos’altro che ci può interessare, entusiasmare, è importante essere aperti al cambiamento, flessibili, resilienti.


Sara Valdo: 3 mondiali, 24 ore corsa su strada, in maglia azzurra

Matteo Simone 21163@tiscali.it 

Lo sport rende felici e avvicina persone, culture e mondi; infatti lo scorso maggio 2016 ho avuto l’onore di conoscere di persona Sara Valdo, scortata dal tecnico IUTA Stefano Scevaroli.

Una vita anche di sport alla scoperta di se stessi, lo sport per sperimentarsi nelle gare ardue ed impegnative ci lunga durata come 24 ore o anche di più, infatti la Nove Colli Running prevede un tempo massimo di 30 ore. Ha tanto da raccontare Sara, ha avuto anche la gentilezza di rispondere ad alcune domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Sono sincera sì, ogni volta che raggiungo gli obiettivi prefissati.” 

Beh! In effetti gli obiettivi di Sara non sono semplici e quindi quando li raggiunge è davvero una campionessa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Com'è stato il passaggio agli altri sport? C’è un altro sport che vorresti praticare?Da giovane ho praticato sci, nuoto e pallavolo, non a livelli competitivi, ma per il benessere di fare sport. Poi un giorno alcuni amici mi hanno proposto le non-competitive della domenica e da li ho iniziato a correre. Mi piacerebbe fare un po’ di triathlon, insieme alla corsa.” 

lunedì 1 agosto 2016

Carlo Ascoli, ultrarunner: Ho iniziato a correre a 18 anni perché pesavo 100kg

Matteo Simone 

Non ha perso tempo Carlo, si è subito reso conto che non poteva continuare con il suo stile di vita e quindi dalla fase contemplativa dell’autoconsapevolezza è passato alla fase dell’azione con la corsa al parco già all’età di 18 anni, entrando in una fase chiamata del mantenimento, cioè il continuare nel suo intento di stile di vita corretto teso al benessere e così chilometri dopo chilometri, incontrando sempre gente che gli dava consigli è arrivato ad essere un atleta di ottimo livello soprattutto nelle lunghe distanze di corse a piedi di 100km centrando alcune volte il podio. Ora si racconta attraverso un questionario teso ad approfondire questo mondo e strano, bizzarro, ma anche interessante e fantastico degli ultrarunner.

Ubaldo Galli: Ogni volta che metto le scarpe da corsa mi sento campione

Matteo Simone


Ubaldo Galli, una vita dedicata allo sport, prima come calciatore e poi diventando un forte runner e maratoneta e tutt’ora continua ad allenarsi e a competere trascinando tanti altri amici della sua squadra e frequentatori del Parco di Tor Tre Teste dove di solito si allena. 

Tra atleti ci si conosce ma mai abbastanza, ed ora è la volta buona per approfondire la conoscenza di Ubaldo, che si diverte facendo sport ma quando si tratta di allenarsi duramente lo fa seriamente così come in gara è il momento di focalizzare l’attenzione sulla gara e su eventuali avversari di categoria.

Fabrizio Terrinoni, Ironman: più di ogni altra cosa mi aiuta la tranquillità

Matteo SIMONE

A dicembre 2014 decisi di allenarmi per fare un Ironman e vivendo a Roma mi hanno indicato l’Ironteam per la preparazione adeguata per affrontare quella che consideravo un sogno e quindi ho conosciuto il grande coach del nuoto presso Aquaniene che dopo aver visto come nuotavo per 8 vasche mi ha consigliato di fare un corso di nuoto per principianti e dopo qualche giorno incontrai Fabrizio Terrinoni, espertissimo di triathlon e di bici, e dopo tale incontro mi iscrissi subito all’Elbaman e avevo a disposizione 9 mesi per partorire l’Ironman, un’esperienza straordinaria, non solo la gara ma tutta la preparazione.

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