mercoledì 30 gennaio 2019

Lo sport è per tutti, ognuno con le proprie possibilità e modalità


Lo sport che vogliamo: faticare insieme rispettando ognuno, uno sport che aggrega e include, uno sport che unisce negli allenamenti e negli intenti; uno sport per tutti, ognuno con le proprie possibilità e modalità; uno sport che fa bene al cuore, al corpo e alla mente.
Lo sport che vogliamo: uno sport inclusivo che aggrega e avvicina persone, culture e mondi; uno sport che abbatte muri e barriere fisiche e mentali, culturali e generazionali; uno sport che incrementa consapevolezza delle proprie possibilità e capacità e anche dei propri limiti; uno sport per andare oltre; uno sport che sviluppa fiducia in sé e incrementa la resilienza.

martedì 29 gennaio 2019

Quando la corsa chiama non aspettare il momento migliore

Psicologo, Psicoterapeuta

Perché fare sport? Per uscire fuori dalla zona di confort. Per sperimentarsi, per mettersi in gioco, per raccontare, incontrare, confrontarsi, per sperimentare freddo e caldo, per apprendere dalla scuola dalla vita; questo è lo sport che vogliamo, di tutti e per tutti, senza età e con ogni modalità.

Nel libro “Contro la felicità. Un elogio della melanconia”, Eric G. Wilson a pag. 115 racconta dell’importanza del vivere ogni momento come fosse l’ultimo, come canta anche Fiorella Mannoia in una sua canzone. Così scrive Eric: “Quando siamo costretti ad affrontare il fatto che la nostra esistenza non è che un punto sulla scala cosmica del tempo, capiamo quanto sia assolutamente prezioso ogni singolo istante, e che ci rimane pochissimo tempo e faremmo bene ad approfittarne al meglio. Solo quando sperimentiamo la nostra estrema limitatezza, ci rendiamo conto delle nostre grandi possibilità. Vogliamo, più di ogni altra cosa, vivere intensamente e appieno, fare quello che non abbiamo mai fatto ma solo sognato.

Michael Zagato: Io ho corso ma dietro gli allenamenti c'è il mio allenatore

Matteo SIMONE

Nello sport ci si appassiona, si sperimenta benessere e poi c’è anche la voglia di performance e si mettono in atto delle strategie e dei programmi di allenamento per arrivare a raggiungere la miglior performance. 

Di seguito Michael racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Michael, complimenti, come hai fatto per raggiungere questo personal best sui 10.000 metri? Cosa ti ha aiutato?Per arrivare a questo nuovo PB, sicuramente ciò che più mi ha aiutato è l'allenamento, i km messi nelle gambe di fondo e di qualità, e sicuramente si io ho corso ma dietro gli allenamenti c'è il mio allenatore.”

Qualsiasi risultato non arriva a caso ma è frutto di tanta passione, impegno, organizzazione, persone che aiutano, consigliano, sostengono. 

lunedì 28 gennaio 2019

Michele Fontana: Considero la corsa oltre che un lavoro una vera passione

Bisogna essere in grado di sopportare la pressione e la tensione

Michele Fontana correva con l’Atletica Lecco Colombo Costruzioni, la sua specialità è il Cross e m. 5.000, nel 2006 vince il titolo di Campione Italiano Cadetti m. 2.000 mentre nel 2009 vince il titolo Campione Italiano Juniores m. 5.000. Dal 2011 è un atleta del Centro Sportivo Aeronautica Militare e proprio in quell’anno vince il titolo di Campione Italiano Promesse m. 1.500 sia indoor che all’aperto. Nel 2012 vince il titolo di Campione Italiano Under 23 di Cross.

Nel 2013 è Vice Campione Italiano Assoluto m. 5000 e si classifica ottavo Under 23 agli Europei di campestre. Dal 2016 è allenato da Andrea Bellò. Di seguito i suoi Personal Best: 21/05/2011 Gavardo 1.500 in 3:43.14; 03/07/2013 Nembro 3.000 in 8:01.84; 16/07/2017 Ninove 13:58.82.

Zagato Michael, runner: Se ti alleni bene i risultati arrivano

Lo sport ci insegna che non c'è vittoria senza sacrificio
Matteo SIMONE

La vita mette davanti a scelte, percorsi, direzioni e poi man mano che si cresce si può decidere di seguire o cambiare strada in base alle proprie motivazioni, intenzioni, capacità. 

Di seguito Michael racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato a praticare sport all'età di 7 anni, cominciando con il calcio, fino all'età di 21 anni poi ho praticato un anno di tennis e all'età di 22 anni ho iniziato con l'atletica, ecco si può dire che ora mi sento un atleta con la pratica di questo sport.”

Dietro ogni persona ci sono altre persone che aiutano, sono presenti, sostengono, consigliano ma anche tanti professionisti che danno un apporto più qualificato per incrementare la performance.

La corsa non è solo fatica ma anche tante emozioni


A volte la corsa chiama e fa uscire fuori dalla comoda zona di confort, fa uscire fuori casa, mette in strada, nei parchi, fa incontrare persone reali in carne e ossa, fa mettere in gioco sperimentando benessere e performance; fa ritrovare vecchi amici, fa incontrare nuovi amici.
Lo sport abbatte barriere fisiche, mentali, culturali, generazionali; fa mettere alla prova sfidando se stessi, sfidando gli altri, sfidando condizioni atmosferiche avverse; lo sport rende felici e resilienti prendendo sempre direzioni da soli o insieme per raggiungere mete e obiettivi, per sognare e insieme è sempre molto meglio.

domenica 27 gennaio 2019

Intervista doppia ai runner Eleonora Bazzoni e Igor Toppi

Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it

Il mondo della corsa diventa un mondo speciale, un mondo che accomuna nella fatica e nella gioia di arrivare, di portare a termine una gara, di fare il personal best, di portare a termine una maratona. 

Di seguito Eleonora e Igor rispondono ad alcune mie domande un po’ di tempo fa.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?
Eleonora: “Si un giorno mi son sentita nel mio piccolo una campionessa, quando ho vinto il titolo italiano di mezza maratona categoria promessa nel 2009.”
Igor: “Si, quando ho vinto per la prima volta una gara.”

L’esperienza della vittoria è molto forte e intensa, ricompensa tanta fatica e impegno e diventa carburante per continuare a impegnarsi e credere sempre di più in se stessi.

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