mercoledì 8 marzo 2023

Vito Intini stabilisce il record mondiale tapis roulant 48 ore correndo 410,4 km

 È andata alla grande, ho raggiunto il record del mondo per 400 metri 
Matteo Simone   


Vito Intini, A.S. Amatori Putignano (classe 1968), ha stabilito il nuovo primato mondiale di corsa su tapis roulant di 48 ore correndo 410,4 km, superando di 400 metri il precedente record detenuto dall'ucraino Andrii
Tkachik
 

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Vito attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Complimenti per la tua ultima prestazione, soddisfatto? Sì, certamente, più di così non potevo chiedere. È andata alla grande, ho raggiunto il record del mondo per 400 metri, è sufficiente a volte anche un metro e questo si è verificato a una gara a Barletta di 8 ore che ho vinto per 3 metri. Anche se avevo preventivato di superarlo ampiamente.   

Anche se di alcune centinaia di metri, l’ultracinquantenne Vito Intini ha stabilito l’ennesimo record di ultramaratona sul tapis roulant.
Nonostante la sua età, aveva vinto per tre metri la prova maschile lo scorso 17 dicembre 2022, la “8 ore di Barletta totalizzando 85.228 km, tre metri in più del secondo arrivato Riccardo Conversano (A. Maratoneti Andriesi) 85.225 km. La particolarità di quella gara è che il vincitore assoluto è stato una donna, la giovanissima (classe 1992) Antonella Ciaramella (F A.S. Atletica Venafro) che ha totalizzato 85.978 km. 
Criticità, difficoltà? Sì, ci sono state. La seconda parte è diventata un calvario, avevo pensato di smettere, sono sceso dal tappeto e non volevo più salire, si è rotto un ammortizzatore, quello davanti a sinistra e purtroppo è successo la prima notte e non si riusciva a trovare un fabbro, si era staccata la saldatura, bisognava solo risaldarlo e questo è stato possibile solo la mattinata dopo 5-6 ore. Nel frattempo abbiamo messo una piastra di cemento sotto ma in questo modo era poco stabile, non c’era l’ammortizzazione, poi è stata tolta con l’arrivo del fabbro, ecco perché il problema al ginocchio sinistro al lato dove c’era la rottura. questo ha creato un fastidio che ha iniziato piano piano a provocarmi problemi al ginocchio che mi sono portato durante il resto della gara.
A partire specialmente dopo la 28^-29^ ora il dolore è stato molto molto alto tanto è vero che dopo circa 30-31 ore non potevo procedere, sono sceso  e sono stato fermo un paio di ore per il dolore e ho dovuto ricorrere a pomate, cremi, bendaggi, di tutto di più.
Nel frattempo, il tappeto era stato aggiustato non c’era più problema ma intanto l’infiammazione al ginocchio, precisamente alla zampa d’oca, si era infiammato notevolmente e questo mi ha portato a gestire la seconda metà in linea con il record, perché non potevo correre continuamente, alternavo camminata e corsa tendendo una media di 7,8-8 km l’ora che sarebbe bastato per il record, non sapendo se questo problema poteva aumentare o creare altre difficoltà e dunque era tutto un forse e alla fine è andata bene, siamo contenti.  

Gli ultramaratoneti sono abituati a gestire criticità e/o crisi durante le tantissime ore di allenamento e/o gara e in questo caso Vito è stato messo davvero a dura prova, il sogno stava per svanire ma comunque è andato avanti con quello che poteva e che aveva a disposizione rimodulando strategie di gara che si sono dimostrate alla fine comunque vincenti. 
Te lo aspettavi? Sì, avevo già sbagliato questo tentativo andando in Polonia, entrambe le volte mi sono ritirato, devo ammettere che una delle difficoltà maggiori era la termoregolazione in Polonia perché era molto caldo all’interno in palestra dove c’erano altre persone, non solo quelli che correvano ma era aperto anche a chi aveva la tessera e faceva palestra quotidianamente. C’era un'aria insopportabile, questa volta l’abbiamo fatta all’aperto. Me lo aspettavo ero convintissimo. 

La prova si è svolta a Putignano nel chiostro del palazzo municipale. Nel 2015, Vito insieme ad Ivan Cudin, ha stabilito il record mondiale di 12 ore a staffetta sul tapis roulant, correndo insieme un totale di 175,62km. Nel 2018 stabilisce il record mondiale di tapis roulant di 12 ore, correndo 152,50km. Vito detiene anche il record del mondo di corsa su tapis roulant di 12 ore con 152,5 km e di 24 ore con 265,2 km nel 2019. Nel 2021 stabilisce il record italiano di tapis roulant di 50km, con il tempo di 3h18'09". 

Da quando ci lavoravi? In realtà ci lavoravo da quasi 2 anni, però in modo dettagliato e molto specifico dal 20 agosto dell’anno scorso. Però tutti i vari test che avevo fatto qualche settimana prima mi davano una forma strepitosa anche sui ritmi che dovevo tenere con un consumo energetico bassissimo. 
La dedichi a qualcuno? Cosa e/o chi ha contribuito a questa eccellente prestazione? Le vittorie sono sempre frutto, non di una persona, ma di un team. In questo caso mi ha seguito il CTR di Reggio Emilia con il dott. Roberto Citarella, che è stato di immenso aiuto e anche il massoterapista Simone Azzolini che hanno fatto miracoli dei miracoli in questa gara. Anche l’Università di Urbino che con le loro ricerche hanno fatto un grandissimo lavoro e mi hanno dato anche un grande supporto su alimentazione e su come avere una nutrizione più adeguata per questo tipo di sforzo. Infine anche la famiglia mia, mia moglie e i miei figli che mi supportano lontani dalle gare, non dandomi molto stress e avendo una tranquillità mentale e poi la società, gli amatori di Putignano di cui faccio parte dagli anni ‘90, più di 30 anni, che si fanno in 4 per organizzare questi eventi, sono lì giorno e notte per darmi supporto. 

Più l’atleta è sostenuto, consigliato, assistito e più può essere tranquillo nella sua prestazione sportiva, soprattutto se si tratta di uno sport di endurance, prolungato nel tempo, dove è difficile tenere a bada ogni minima variabile, che può sopraggiungere in modo improvviso e inaspettato e potrebbe compromettere l’andamento della prestazione, come poteva succedere in questo tentativo di record del mondo poi ottenuto con grande capacità fisica e mentale. 
Che significato ha per te questa prestazione eccellente? Il significato è che tutto quello che ho appreso negli ultimi 15 anni di lettura scientifica a cui dedico gran parte del mio tempo libero in letture di libri in lingua inglese e tedesca che padroneggio bene, mi dà la possibilità di avere una conoscenza al di fuori di quello che è spesso un passaparola tra gli amatori. Significa che quello che ho appreso effettivamente funziona perché nonostante la mia età riesco ad avere, specialmente sulle distanze lunghe, un’efficienza fisica molto alta e diciamo che la conoscenza porta anche successo non solo in ambito lavorativo ma sicuramente anche in ambito sportivo. 
Cosa consigli agli atleti per affrontare le competizioni serenamente?
Vedo in giro molto approssimazione, molto copia e incolla tra di loro, spesso pianificazioni che non hanno né testa e né coda, vengono prese da internet, vengono copiate e fatti a piacimento, poi ci sono quelli atleti che pensano che più km faccio e meglio è mentre non è proprio così. Io sono arrivato pure a fare 200km in una settimana ma la media si aggira tendenzialmente intorno ai 140km.
Il consiglio è sempre di non copiare quello che fanno gli altri perché ogni corpo è diverso e bisogna vedere la propria storia, il chilometraggio che si è fatto nel passato e dunque stare su quella linea, controllare i battiti cardiaci, per capire quale sia il range su cui poter lavorare, ovviamente inutile pensare che posso andare con battiti cardiaci troppo alti, la soglia aerobica è un riferimento abbastanza buono. Io uso da un po’ di anni la formula dell’americano che fa 180 battiti meno l’età e quella è la soglia da non superare negli allenamenti, significa nel caso mio 180-54 sono 126 battiti e raramente supero quei numeri di battiti in allenamento, solo quando faccio dei lavori specifici di fartlek o di ripetute altrimenti tutti gli allenamenti lunghi o corti non superano quei battiti. Informatevi, leggete, leggete e leggete. 

In effetti, la maggior parte degli atleti si documenta tra amici più esperti per trovare piani e programmi di allenamento mirati per una data prestazione sportiva in base al chilometraggio e della qualità dei lavori fisici, muscolari e di resistenza da effettuare.
Ma per eccellere sarebbe opportuno avere a disposizione un programma di allenamento mirato e costruito a persona in base alle doti e al talento fisico e mentale della persona in grado di eseguire determinati allenamenti che vanno rimodulati di giorno in giorno in base ai precedenti che diventano una continua serie di test e permettono di avere una previsione sempre più attendibile di condotta di gara. 
Cosa cambia ora? Ora, sicuramente mi sono tolto questa idea che avevo da due anni e quindi gli allenamenti ritornano a essere puntati sulla velocità, cambierò allenamenti e farò distanze più brevi tipo maratone e ultramaratone più brevi. 

È importante definire obiettivi e piani di allenamento delimitati nel tempo in modo da alternare periodi di fatica prolungata per diversi giorni e altri periodi di più rilassatezza con stimoli diversi. 
Quali sensazioni ha sperimentato prima, durante e dopo la gara? Prima della gara: avevo grande fiducia in me stesso di aver lavorato bene, una gran convinzione di farcela, non c’era il minimo dubbio su questo. Durante: fino alla 30^ ora, pensavo di raggiungere il record molte ore prima delle 48 ore e dunque la sensazione era stata anche lì formidabile. Dopo la gara ovviamente un sollievo, una gioia immensa, in parte non ci credevo neanche per quello che avevo vissuto nelle ultime 15-16 ore che non lasciavano ben sperare. Sensazioni comunque di grande appagamento. 

Quando ci si avvicina a poter compiere una grande impresa ci sono tante sensazioni e tanti pensieri che vanno dalla voglia di riuscirci dopo un congruo periodo di preparazione specifica ai dubbi e rischi che qualcosa possa andar storto e possa compromettere la prestazione, poi ci si può rilassar e godere appieno l’esperienza condividendola con amici, familiari, colleghi per un periodo di tempo il più lungo possibile. 
La parte più difficile in questa gara?
Dalla 30^ ora in poi, gestire con la calcolatrice ogni ora sui passaggi per poter arrivare ai 410km e superare quella distanza, sempre con una certa apprensione perché a tratti il dolore era insopportabile, a tratti mi sembrava che fosse gestibile. Lì il miracolo l’ha fatto il massoterapista con i bendaggi che modificava ogni 2-3 ore modificava, insomma un bel lavoro. 

Se alla maratona si parla del muro del maratoneta da aspettarselo dopo i 30° m, figuriamoci una gara di 48 ore cosa c’è da aspettarsi dopo le 30 ore di corsa su tapis roulant considerato che si sono messi contro anche il macchinario e conseguentemente il ginocchio, due sabotatori inaspettati ben gestiti da vito e dal suo super team di sanitari. 
In che modo ti senti un riferimento per gli altri? Lo ribadisco spesso, non mi sento né un eroe e non vorrei neanche essere un riferimento per i più giovani perché sono di un’altra generazione e hanno bisogno di riferimenti diversi e non quelli di atleti forti. Io posso essere un riferimento per i miei coetanei, anno più o in meno, per far capire loro che non bisogna abbattersi e lasciarsi andare stando stesi sui divani aspettando che il medico ti passi la prossima ricetta per qualche altra pillola da prendere.
Alla nostra età bisogna essere attivi e muoversi cercando, e questo sottolineo molto, di stare in salute non solo per se stessi ma anche per non diventare peso per i propri figli, perché un genitore sano è anche una gioia per i figli. Se si diventasse un genitore malato si potrebbe essere un peso per un figlio che potrebbe rovinare anche la sua vita.
Dunque, questo può essere un motivo per stare in salute per un genitore.
 

In effetti non c’è bisogno di imitare Vito o fare cose straordinari, basta solamente un po’ di movimento per non invecchiare troppo presto e diventare un peso per famiglia e intera collettività. 
Cosa c’è dietro un successo? Dietro il successo c’è sempre una convinzione intrinseca della propria capacità, se questo manca il successo non arriva, mesi e settimane di lavoro, ho fatto molto training di visualizzazioni e immaginazioni, di proiezione con la mente durante gli allenamenti ma anche quando stavo a letto.
Questo perché devo essere assolutamente convinto, devo già vedere il successo, devo vedere come ci arrivo, deve essere già vissuto affinché lo stress e l’ansia venga ridotta al minimo durante l’evento e anche prima dell’evento, questa è una base per vincere gare e avere successi. 

Non posso che essere concorde con Vito, il successo bisogna prima vederlo in mente e poi ci si può mettere all’opera con convinzione, costanza, impegno, determinazione per vederlo diventare realizzato. 
Cosa toglie e cosa dà lo sport? Lo sport toglie ovviamente del tempo della propria vita perché per raggiungere dei traguardi o dei successi bisogna dedicarci molto tempo. Ti dà un benessere psicofisico che non è raggiungibile altrimenti con altre attività al di fuori dello sport. Se devo dare un consiglio ai giovani, dico: ‘lo sport tenetelo come hobby, non fatelo diventare come professione perché la probabilità di vivere attraverso lo sport è davvero minima, è più facile studiare, laurearsi, impegnarsi in altri ambiti per avere una vita molto felice, tenendo lo sport come hobby costante nella vita ma il professionismo lasciamolo a quei pochi eletti che magari hanno delle capacità di base superiori. 
Quali sono sati i tuoi allenamenti più importanti e decisivi?
Ritmo da tenere in mente 6km orari, 5’40 al km 3-4 ore la durata, non di più, bastavano perché sono molto monotoni, ho cercato in quelli allenamenti di non ascoltare musica ma di lavorare solo con la mente, di questi ne ho fatti 4-5 gli ultimi 4 mesi, facevo 1 al mese di questi allenamenti della durata di quasi 4 ore, non sono difficilissimi, la parte difficile è proprio la parte mentale perché anche quando ho fatto le piramidali di velocità di 50-60 km, ascoltando anche musica, si lavora più a livello fisico, mentre io reputo che quelli più importanti sono quelli dove lavori sulla mente e lì bisogna cercare la monotonia ed esasperarla quasi, questi sono stati a mio avviso, quelli più difficili. Il tappeto essendo ammortizzato rispetto all’asfalto della strada preserva le articolazioni in modo maggiore. 

Un’intervista a vito è riportate nel libro Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni", 
 pubblicato da Progetto Cultura.
Vito è menzionato nei seguenti libri: 
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline. 
“Il piacere di correre oltre”, Prospettiva Editrice. 

380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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