giovedì 4 maggio 2023

Eva Grisoni ViceCampionessa Italiana FIDAL 50km in 3h31’21”

 Molto soddisfatta: anche solo per aver portato a termine la mia prima ultra! 
Matteo Simone 

 

Il 25 aprile 2023 si è svolta la 50 Km di Romagna, corsa su strada valida quale Campionato Italiano FIDAL e UISP, con partenza e arrivo a Castel Bolognese (RA). 

La vincitrice è stata la giapponese Mai Fujisawa 3h22’37”, precedendo la ceca Petra Pastorova 3h28’29” e Federica Moroni 3h29’18” che ottiene il titolo di Campionessa Italiana FIDAL, completano il podio del Campionato Italiano Eva Grisoni 3h31’21” e Luna Silvia 3h31’37”. Il titolo di Campionessa Italiana UISP è stato vinto da Ilaria Bergaglio 3h36’09”. 
Il vincitore assoluto è stato il keniano Peter Wahome Murithi in 2h49’24”, precedendo il francese Ruel Guillaume 2h58’51”, il giapponese Haruki Okayama 3h00’06”, il marocchino Youness Zitouni 3h00’41”.  
Il titolo di Campione Italiano FIDAL è stato vinto da Alessio Terrasi, 5° assoluto in 3h02’34”, completano il podio FIDAL Enrico Bartolotti 3h06’47” e Matteo Vecchietti 3h07’55”. 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Eva Grisoni (Atl. Paratico) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Complimenti per il secondo posto alla 50km di Romagna? Soddisfatta?
Grazie, si certo, molto soddisfatta: anche solo per aver portato a termine la mia prima ultra! 
Criticità? Potevi far meglio? Si, perché ho rallentato molto negli ultimi 5 km, e ho avuto una crisi dal 47°. Qualcosa dunque ho sicuramente sbagliato, molto probabilmente ho sottovalutato l’alimentazione negli ultimi km. 

La partecipazione alla prima ultra è sempre sperimentale, per fare esperienza, per provare, per testarsi, per mettersi in gioco e può andare bene o benissimo ma sicuramente si potrà fare sempre meglio la prossima volta. 
Come hai deciso di partecipare? Conosco questa gara da molto tempo per sentito dire: sapevo che era molto bella. Dopo la vittoria alla maratona di Brescia ho sentito che questo poteva essere l’anno giusto per tentare qualcosa di più lungo, perché sto vivendo un momento davvero felice dal punto di vista sportivo. Ho deciso di partecipare a metà marzo, dopo la maratona. Ho inserito un lungo di 37 km con salite a simulazione percorso gara. 9 giorni prima ho preso parte (e vinto la categoria) al Campionato Italiano di Duathlon Classico (10 km corsa, 40 km bici, 5 km corsa). 
E sì, l’appetito vien mangiando, quando c’è un grande stato di forma, non si vuol lasciarlo scappare e si cerca di partecipare a gare sfidanti per ottenere grandi prestazioni, sempre più difficili, lunghe ma con la consapevolezza che si può fare, si può provare che sono treni da non lasciare scappare, opportunità per esprimersi al meglio. 
Il 12 marzo 2023,
Eva Grisoni ha vinto la 21ª Gruppo Bossoni Brescia Art Marathon in 2h50’32”, precedendo Anna Zilio (ASD Team KM Sport) 3h03’22” e Chiara Bonassi (Atl. Paratico) 3h10’54”; bissando la vittoria del 13 marzo 2022 (2h4916”) e diventando anche Campionessa Regionale di Maratona. 
 
Inoltre, il 16 aprile 2023, si sono svolti i Campionati Italiani Duathlon Classico 2023 a Quinzano d’Oglio ed Eva (Lykos Triathlon Team) ha vinto il titolo tricolore in 2h0908” (3723”, 1h0915”, 1946”), precedendo Francesca Nardone (Pod. Solidarietà Roma) 2h1741” e Luisa Penzo (Fumane Triathlon) 2h2103. 
Gli allenamenti più importanti? E’ stato determinante quel lungo con due blocchi di salita, mentre per il resto svolgo una preparazione in vista di lunghe distanze di triathlon, dunque ho una preparazione generale aerobica molto solida, dove di tanto in tanto inserisco gare veloci o allenamenti brillanti. 
Dedichi a qualcuno questa prestazione? Devo essere sincera: non amo dedicare le vittorie o le prestazioni, ma la mia famiglia mi sostiene sempre, ed è a loro che va sempre il mio pensiero durante la gara.  

Essere performanti in gara e ottenere podi e successi richiede tempo prezioso da dedicare ad allenamenti impegnativi, a volte togliendo tempo alla famiglia, ma si tratta di periodi circoscritti per focalizzarsi su gare mirate, importanti e sfidanti.
 
Cosa e chi ti ha aiutato? Senza il mio allenatore di triathlon (che mi prepara ovviamente anche per la corsa) niente sarebbe stato possibile. Con lui stabiliamo di volta in volta le gare da fare, e negli anni si è creato un rapporto di amicizia e fiducia, con uno scambio di opinioni che ha portato sempre a ottimi risultati. In gara mi ha aiutata Federica Moroni, perché i primi 25 km li abbiamo corsi in una sfida serrata fianco a fianco. Senza di lei credo che avrei corso con un passo più rilassato la prima parte, essendo la prima esperienza non avrei osato tanto. Mi ha aiutata psicologicamente avere di tanto in tanto la presenza di Monica Casiraghi in bici. Il suo sorriso mi ha confortata moltissimo.  
Quali sensazioni hai sperimentato nel
pre-gara, in gara, post-gara?
Nel pre-gara solitamente ho mille paure. Per la 50 di Romagna invece ero semplicemente in attesa di iniziare, ero impaziente di vivere questa nuova avventura. Durante la gara ho vissuto appieno la gara, sempre a fianco di Federica nella prima metà, davanti poi nella salita, e in rincorsa in discesa. Dopo: anzitutto sono arrivata delusa perché il malessere degli ultimi km mi sono costati una posizione e perché speravo in un tempo un poco più basso. Poi man mano ho accettato e realizzato che come prima esperienza avevo fatto una grande prestazione, e me la sono goduta e coccolata per qualche giorno. 

E’ importante avere accanto un esperto e bravo allenatore che sappia consigliare e con cui confrontarsi su gare da partecipare al meglio della condizione o quali allenamenti ni vista di altre gare ritenute più importanti, rimodulando sempre programmi di allenamenti e gare in base alle condizioni del momento, senza stress. Altrettanto importante competere con atleti dello stesso livello o più esperte per testarsi e apprendere da chi ne sa un po’ di più e poi avere l’incitamento di un’atleta che ha fatto in passato delle prestazioni eccellenti e tutt’ora detiene il record sulla 100km significa avere davvero una marcia in più. 
Cosa cambia ora?
Dentro di me sento una forza e una consapevolezza che prima non avevo. Essermi confrontata con atlete di livello internazionale in una gara così importante mi ha aperto un nuovo orizzonte per sognare e perché no, pormi nuovi obiettivi cui non avevo mai pensato prima. 
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? Quando ho vinto la maratona di Brescia la prima volta (2022), nel tagliare il traguardo ho pensato che stessi realizzando un sogno, che è anche, credo, il sogno di tutti i runner. Tutti credo abbiano in un sogno segreto tagliato il traguardo con le braccia alzate. Il sogno: vestire almeno una volta la maglia azzurra. L’ultima possibilità della mia vita è quella di una 100 km. Potrebbe anche essere un obiettivo. Perché no? Il prossimo obiettivo concreto è invece Elbaman, gara di triathlon su distanza lunga (3800 m di nuoto, 180 km di bici con 3000 m di dislivello e 42 km di corsa). 
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Ti da salute, forza, consapevolezza, gioia. Ti consente di vedere posti nuovi e conoscere tante persone. Ti toglie tempo che potresti dedicare ad altro, per esempio alla cultura, all’arte, alla lettura. Con un lavoro a tempo pieno e allenamenti giornalieri o bigiornalieri di tempo ed energie resta poco. 
Come ti vedi tra 10 anni?
Tra 10 anni farò sport per benessere, andrò a vedere le gare e vorrei aiutare qualche giovane a emergere. 

Certo in ogni gara vi è un punto di arrivo ma anche un punto di ripartenza con nuove consapevolezze, se si è in grado di competere con un’atleta più forte in Italia su distanze di 100km, perché non provare ad alzare l’asticella e allenarsi per portare a termine una 100km, basterebbe un crono introno alle 8h per pensare di essere selezionati in nazionale italiana. 
Certo ogni scelta comporta anche un prezzo da pagare, rinunce, rimodulazione di programmi di allenamento e gare, sacrifici ma sono treni che a volte non ripassano. 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Vengo dal mondo dell’arrampicata in montagna, che ho gradualmente accantonato tra il 2017 e il 18 quando ho iniziato a correre, scoprendo che mi divertiva e che a ogni gara cui partecipavo portavo a casa risultati. Per differenziare gli allenamenti (mi infortunavo spesso) ho iniziato nel 2019 ad andare in bici e in piscina, e nel 2021 ho iniziato anche con le gare di triathlon. Questo mi ha aiutata moltissimo a fare un salto di qualità nella corsa, che sinceramente non cercavo nemmeno…. Il triathlon mi ha migliorata come atleta, facendo emergere qualità che non credevo di possedere. 
Cosa hai scoperto di te stessa praticando sport?
Che sono resistente. Che ho testa e che il mio fisico così piccolo e leggero ha dentro di sé una grande forza. 
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? Non ancora. Per mia natura poi tendo a non sfidare il limite. Ho pensato di averlo vissuto alla 50 di Romagna, ma so che quello non è un limite, ma un errore. 
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Ti aiuterà a essere una persona migliore, a conoscerti, ad avere fiducia in te stesso e a relazionarti con gli altri. 

La pratica di uno sport è una continua sperimentazione e approfondimento di conoscenza di se stessi dove si aprono sempre più scenari futuri. 
Come sei cambiata attraverso lo sport? Mi ha aiutata ad accettare la mia identità senza che questa debba passare per forza per le regole dell’accettazione sociale.  

Lo sport rende autentici e permette di esprimere caratteristiche, potenzialità, qualità fisiche e mentali che a volte sono nascoste o non conosciute.
 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Mia mamma si preoccupa sempre che mi stanchi troppo, ma poi è felice come o più di me dei miei risultati.  
Una frase o parola che ti ha aiutata durante i 50km? Mi ha aiutata vedere il mio compagno sul Monte Albano. Da lì in poi non avrei mollato per niente al mondo.  

La partecipazione a maratone e soprattutto a ultramaratone non sempre sono ben viste in quanto richiedono tanto allenamento considerato faticoso e pericoloso ma poi quando si hanno successi sono tutti pronti a esultare e a condividere la gioia dei premi e dei titoli. 
Quali erano tuoi pensieri in gara? Cercavo solo di vivere il momento presente, ascoltando il mio corpo, il respiro e gestendo al meglio le energie.  
Come hai superato eventuali crisi durante la 50km?
Per qualche breve frazione ho camminato tra il km 47 e 48 e poi mi ha raggiunta un ragazzo che mi ha detto “mi hai tirato tutta la gara, non puoi fermarti adesso!” E così sono ripartita. In quel momento ho accettato la mia difficoltà e mi sono aiutata a superarla anziché sgridarmi. E’ stato determinante. 

Insieme è sempre meglio per affrontare, gestire, superare salite, fatica, eventuali crisi. 
Ti ispiri a qualcuno? Ci sono tanti atleti, tante persone che stimo e che ammiro, ma non mi ispiro in modo particolare a nessuno.  
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nello sport? Nella fase pre-gara, per gestire l’emotività a volte pesante di quando ci si aspetta un risultato. O nella focalizzazione degli obiettivi. Ma anche in fasi di difficoltà come lunghi infortuni che tengono lontani dal proprio sport: un supporto può essere fondamentale per mantenere una certa serenità e non perdere il focus. Grazie per avermi consentito una bella riflessione, mi sono divertita a rispondere! 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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