Matteo Simone
Il 26 ottobre 2024 ha preso il via la terza edizione della “Backyard l'Immortale” di Monselice e il vincitore è stato Giancarlo Racca che è riuscito a restare in gara fino alla 35^ ora percorrendo 234,710 km.
A seguire Roldano Marzorati 34h – 228,004 km, Davide Giribaldi 33h – 221,298 km e la prima donna Elsie Cargniel Bergamasco 32h – 214,592 km. Completano il podio femminile Alisia Calderone 27h – 181,062 km e la russa Anastasiia Salnikova 25h – 167,650 km.
Tra i partecipanti anche Gianluca Allioli (Bergamo Stars Atletica) e in seguito conosciamo la sua esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande.
Hai partecipato alla Bakyard, soddisfatto della prestazione? Ciao Matteo e grazie come sempre: si ho voluto partecipare più che altro per curiosità e quasi per caso senza obbiettivi e totalmente inesperto ma curioso di capire questa tipologia di gara e devo dire tutto abbastanza bene considerando che sono arrivato a questa gara dopo la 100 km delle Alpi e la 50 km dell’Adda e ho fatto 21 giri e 141km fatti.
Sempre più ultramaratoneti cercano di mettersi in gioco in gare considerate bizzarre e strane, come le gare a circuito, a ore e da qualche anno si è diffusa anche quest’ultima modalità di gara chiamata anche ‘ultimo sopravvissuto, dove si resta in gara finché si riesce a percorrere 6,7 km nel tempo limite di un’ora.
Eventuali difficoltà, criticità? Criticità no, difficoltà più che altro per il format e la capacità di fermarsi sempre senza perdere ritmo e motivazioni che con il passare delle ore, stanco anche delle 2 gare precedenti, calavano inesorabilmente.
Certo dopo due gare molto stimolanti come la 100km delle Alpi e la 50km dell’Adda, dove si attraversano ambienti e contesti naturali molto spettacolari, risulta difficile restare in un circuito di soli 6,7 km ma sono prove che mettono davvero alla prova la pazienza dell’atleta, dove bisogna essere calmo e cercare di consumare meno energie possibili soprattutto quando si è fermi in attesa del nuovo giro.
Come ti sei organizzato? Nulla di particolare come organizzazione, solo tanti cambi in più visto il meteo e le tante ore in gara che immaginavo.
Certo tante ore di attività fisica nel corso della giornata andando incontro alle ore più calde e a quelle più fredde e quindi con abbigliamento adatto nelle varie ore.
Sei riuscito a dormire qualche minuto? Dormire no, chiudere gli occhi si e cercare di rilassarmi senza prendere freddo di notte.
Una gara ritenuta estrema per le tante ore in piedi gareggiando e riposando per qualche minuto dove si cerca di ripristinare energie spese, integrandosi bene e recuperando energie sufficienti per le prossime ore di gara.
Come ti sei allenato per questa gara? Nessuna preparazione specifica, avevo deciso di fare 3 Ultra consecutive in 3 settimane e quindi solito programma che comprende allenamenti di corsa palestra e nuoto.
Cosa e chi sono stati determinanti? Penso che aldilà di tutto la cosa o chi è determinante in queste gare, ma direi in tutte le Ultra, sia la propria testa e il proprio fisico. Poi certo il mio papà che ho amato tanto e che amerò per sempre (che è mancato da 6 mesi) sono certo che mi dia sempre una grande spinta non solo nello sport ma in tutta la mia vita.
Bellissima testimonianza di Gianluca che trasmette l’importanza del corpo, mente e cuore nelle gare di ultramaratona con un pensiero sempre verso chi vogliamo bene. Una fatica perpetrata nel tempo che aiuta a riflettere, ricordare, elaborare.
Progetti entro fine anno e per il 2025? Entro fine anno nessuno in particolare, solo divertirmi, allenarmi tanto su 3 sport e gareggiare sereno. Per il 2025 direi che gli obbiettivi sono tanti e poi ci sono alcuni sogni...ma quelli sono sogni e non si dicono.
Ottimo tre sport meglio di uno, più stimolante, meno impattante per muscoli e articolazioni.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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