venerdì 1 luglio 2016

Francesco Bona: essendo l'atletica il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare allo sci


Francesco Bona vanta quattro belle prestazioni che considera le gare della sua vita: 

mezza maratona di Belgrado,
terzo posto alle Universiadi, 
titolo italiano di mezza di Cremona,
titolo italiano allievi sui m. 2000 siepi. Di seguito si racconta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho praticamente sempre fatto atletica fin da bambino 6 anni. Facendo una attività ad alto livello ho dovuto rinunciare ad altri sport che da giovane praticavo come hobby ad esempio lo sci che mi piacerebbe ripraticare.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa?No, o meglio essendo l'atletica il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare ad esempio allo sci.

giovedì 30 giugno 2016

INTERVISTA A TIZIANA BINI DOPO LA STAFFETTA 12XMEZZORA – 4 GIUGNO 2016

STEFANO SEVERONI

Una gara ‒ la Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturale Sport Against Violence. Raccontaci la tua esperienza personale. Le gare di questo tipo sono sempre una bella sfida. Io sono “di resistenza”, adoro le maratone e le ultra, ma non sono velocissima e non faccio allenamenti in tal senso, per cui mettermi alla prova e dire “hai 30 minuti per dare tutto” è un’esperienza ogni volta nuova.
Cosa hai pensato durante la gara? Hai prestato attenzione al tuo corpo, al ritmo di corsa, all’ambiente o agli altri? Ascolto sempre me stessa quando corro. Corro perché mi piace la sensazione che mi trasmette il corpo quando corro. Ha dato un po’ fastidio il caldo (ho corso al turno delle 16:00) e sono stata ben attenta a mantenere la testa fresca.
Correre in pista per mezz’ora in un anello di 400 m e in senso rigidamente antiorario. Ti risulta più difficoltoso che correre su strada o in un parco? Decisamente si, anche se svolgo molti allenamenti sulla monotonia del tapis roulant, ma in pista c’è l’aggravante delle curve sempre nella stessa direzione che stressano le articolazioni.
Staffetta 12xmezzora: la definizione è un po’ impropria, in quanto non c’è scambio di un testimone come nelle staffette 4x100 m e 4x400 m, ma un avvicendarsi di atleti appartenenti a un team a una prova di corsa di resistenza. Hai percepito lo spirito di squadra? Si, la regola si sapeva e sapevo di dover far bene per mia soddisfazione, ma anche soprattutto per le colleghe dei turni successivi.
Alla gara hanno partecipato anche atleti con alcune forme di disabilità. Hai apprezzato la loro presenza e il loro supporto? Lo sport è di tutti e tutti ne hanno diritto. Questo messaggio dovrebbe passare ad ogni manifestazione.
Lungo il percorso c’erano ristori con acqua. Ma purtroppo anche nel mondo dell’atletica leggera c’è chi non si accontenta di ciò che offre la natura, ma assume sostanze dopanti, un fenomeno da debellare. Cosa ne pensi? Condanna assoluta. Lo sport dev’essere pulito, al di sopra di ogni sospetto di illecito. Non è un obbligo praticarlo, non è un dovere vincere. Mezzi propri. Tolleranza zero per chi bara, in qualsiasi modo lo faccia.

MATTEO SIMONE, DIRIGENTE SPORTIVO

Stefano Severoni


Matteo è dirigente della società Atletica La Sbarra, che ha sede in via R. Lombardi, 57 nella zona sud-est di Roma, di cui è presidente Andrea Di Somma. La maggior parte degli atleti si allenano all’interno dell’immenso Parco Tor Tre Teste - Alessandrino, uno dei tanti polmoni verdi di Roma, situato tra v.le Palmiro Togliatti, via di Tor Tre Teste e le due vie consolari Casilina e Prenestina. Il Parco ‒ il cui perimetro ha una lunghezza di circa 8 km ‒ è un ritrovo per tanti appassionati della corsa e della camminata. Circa una decina di anni fa un gruppo di corridori ha deciso di costituire una squadra podistica e ha individuato un nome semplice, ossia Atletica La Sbarra, in quanto il ritrovo è sempre stato in corrispondenza di una sbarra orizzontale, che stava a significare un ingresso del Parco. I componenti di questa squadra, più o meno giovani, riescono a ben figurare nelle varie competizioni podistiche. Da segnalare la loro partecipazione a gare che portano avanti dei progetti sociali, culturali o naturali quali Corri per il Verde, Staffetta 12 x mezz’ora Against the Violence, Roma Tre Ville Run per finanziare il Progetto Filippide, La Corsa di Miguel per ricordare il poeta corridore, Miguel Benancio Sanchez. Inoltre è notevole l’attenzione nei riguardi di persone che per diversi motivi sono esclusi da altre società per eventuali comportamenti scorretti.

Così l’Atletica La Sbarra mette da parte stereotipi e pregiudizi, offrendo a queste persone la possibilità di non ricadere nell’errore, di non essere emarginate, bensì di continuare a restare nel mondo dello sport, scoprendo l’esistenza di altri valori quali le relazioni, la correttezza, la solidarietà, il benessere psicofisico. L’attenzione dell’Atletica La Sbarra è rivolta altresì verso i migranti; infatti in passato sono stati tesserati atleti del Marocco, quali Zhara Akrachi. Inoltre ‒ come ultimo acquisto nella società ‒ si segnala la coraggiosa e determinata atleta non vedente Ada Ammirata, che da circa un anno è scesa da cavallo dopo un’esperienza a livello internazionale e ha scoperto la corsa a piedi, applicandosi con entusiasmo, dedizione nonché determinazione. L’esperienza di corsa con Ada consente agli atleti della squadra di scoprire cosa significa correre con una disabilità come la mancanza della vista; ogni atleta del team si sperimenta come accompagnatore negli allenamenti e in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con dedizione e generosità. Ada è capofila dell’Achilles International Roma, un gruppo che da alcuni mesi è operante all’interno del Parco degli Acquedotti romano, con l’obiettivo di far gustare a non vedenti/ipovedenti la bellezza di correre assieme.
INTERVISTA
Quando hai iniziato l’attività di dirigente e le motivazioni? Da circa un anno su invito di alcuni atleti, ho accolto con piacere l’invito in occasione di una cena di società e accettato con piacere. Le motivazioni sono trasmettere buone prassi nello sport, tenere unita gli atleti della squadra, moderare eventuali incomprensioni, organizzare eventi, aderire a progetti con tematiche sociali, cercare di integrare persone, culture e mondi.

STEFANO IACOPONI

a cura di STEFANO SEVERONI


SCHEDA ATLETA
NOME Stefano COGNOME Iacoponi DATA DI NASCITA 28/11/1959 CATEGORIA SM55
ALTEZZA MT 1,64 PESO KG 63 SOCIETÀ Purosangue Athletics Club
SPECIALITÀ corsa su strada STATO CIVILE celibe
RECORD PERSONALI
DISTANZA
TEMPO
ANNO
DISTANZA
TEMPO
ANNO
DISTANZA
TEMPO
ANNO
100 m
15”3
2005
3˙000 m
12’43”2
2007
10˙000 m
49’41”9
2007
200 m
33”4
2005
5˙000 m
49’41”9
2006
21,097 km
1h46’41”
2013
800 m
2’50”9
2005
peso
5.63
2008
42,195 km
3h46’52”
2007
1˙500 m
5’43”5
2007
disco
16.98
2010
100 km
18h50’37”
2016

ATLETICA LEGGERA
Quando hai cominciato a praticare l’atletica leggera? 17 anni fa, all’età di quarant’anni. È allo stadio delle Terme di Caracalla di Roma, che ho incontrato Luciano Ciccone, che mi ha tesserato per l’Atletica G. Castello.
Quali motivazioni ti hanno spinto a iniziare? Perché mi piace lo sport.
Quando corri ti concentri: a) sul gesto atletico; b) sull’immagine interna; c) sull’ambiente circostante? Mi concentro sul corpo.
Quante volti ti alleni a settimana? 5 volte corro e 2 volte lancio. Inoltre il sabato mattina partecipo spesso all’allenamento con la mia squadra Purosangue Athletics Club a Villa Ada.
Com’è il tuo allenamento? Corsa lenta, più due lavori a settimana di ripetute o fartlek. La domenica o gareggio o faccio il lungo.
Quanti chilometri percorri a settimana? Una sessantina.
Quante gare fai ogni anno? Circa un paio al mese su varie distanze. Nel 2015 ho corso una decina tra maratone e ultra: Strasimeno di 58 km, Ultra Serra di Celano di 65 km e la 100 km del Passatore, che ho corso negli ultimi tre anni (2014-2015-2016).
Esegui esercizi di stretching, ginnastica, circuit training, yoga o altro e con quale frequenza? Stretching e ginnastica un paio di volte a settimana dopo la corsa per circa mezz’ora/1ora.

lunedì 27 giugno 2016

Bogdan Chiorean: Il limite non ce l’ho, detengo 3 record mondiali

Interessarsi al mondo degli ultrarunner fa incontrare e scoprire persone, culture e mondi.

Persone straordinarie al di là dell’ordinario praticano discipline di sport di endurance che prevedono tante ore di sport nelle condizioni più assurde e più estreme, ma riescono in diversi modi a superare ogni difficoltà ed imprevisto ed a trovare una modalità di continuare, di andare avanti.
Bogdan ci racconta la sua particolare passione, i suoi aneddoti curiosi ma interessanti, le sue gare estreme da partecipante e da organizzatore.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho cominciato quando avevo 12 anni, ha scoperto il professore di sport che sono molto bravo a resistenza nella fatica, quando avevo 15 anni ho fatto la prima ultra maratona e quando ho compiuto 28 anni avevo già più di 185 ultra finite.”

Atletica La Sbarra collabora con Achilles International



L’Atletica La Sbarra è una squadra che favorisce l’inclusione e l’integrazione. Ci sono atleti fortissimi come D’Antone Giuseppe di 58 anni, che riesce a competere con i primi ed a vincere sempre la sua categoria di appartenenza, il fortissimo atleta del Marocco Abdel.
Inoltre fanno parte della squadra tanti amici di lunga data over 50 che continuano a divertirsi con lo sport, ci sono le nuove leve, ragazzi più giovani che stanno trovando pian piano la loro miglior condizione come Raffele Mastrolorenzo, nuove ragazze che osano anche fare maratone come Ambra, donne forti come Roberta Luttazzi, Stefania Gabrielli, Valentina Ferrari ed Ada Maria Ammirata.
Inoltre tra i nuovi acquisti Stefano Severoni, molto presente, disponibile, attento all’altro e con tanta voglia di fare bene.
Ada Ammirata ha esordito come podista nella squadra Atletica La Sbarra un paio di anni fa, ora Ada è diventata Presidente della Sezione di Roma di Achilles International che promuove lo sport tra i disabili e soprattutto tra i non vedenti, infatti si organizzano presso il Parco degli Acquedotti degli incontri di corsa e cammino con atleti non vedenti o ipovedenti ed altri che voglio partecipare e sperimentarsi come guida. Ada Ammirata nonostante la difficoltà tecnica dei percorsi si lancia nella sua corsa sfrenata superando concorrenti e riuscendo a saltare correndo sulle radici scansando buche e seguendo stretti corridoi.
L’esperienza di corsa con Ada permette di scoprire cosa significa correre con una disabilità come la vista ed ognuno di noi si sperimenta come accompagnatore negli allenamenti ed in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità.
In tema di non vedenti mi preme diffondere un bando di seguito a cura del SERVIZIO CIVILE NAZIONALE.

sabato 25 giugno 2016

Felice Russo Ho deciso di organizzare la prima gara in ricordo della mia amata moglie

Lo sport mi ha fatto superare brutti momenti di angoscia e smarrimento 

Non c’è un’età per fare sport, si è sempre in tempo, Felice ha iniziato in età avanzata, ma i benefici che si sperimentano sono tanti e lui cii descrive il rapporto con lo sport, con la corsa, con l’ultradistanza e le manifestazioni che organizza.
Come hai deciso di organizzare la prima gara? Ho deciso di organizzare la prima gara in ricordo della mia amata moglie.

Sono tanti i Memorial che si organizzano in ricordo di famigliari, amici, e persone che non ci sono più, e questo è bello, perché sono momenti di condivisione, di ricordi piacevoli, di stare insieme per far festa comunque.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi sento sempre campione ogni volta che termino una gara. 
Quale strategie utilizzi per invogliare gli atleti a partecipare alle tue gare?Un ricco pacco gara e una bella medaglia o un trofeo a tutti i ‘Finisher’.

Translate