giovedì 19 ottobre 2023

Andrea Benvenuti, record 1000m 2'15"76: Avrei voluto vincere le Olimpiadi

 Vivo il record e il ricordo della mia carriera con grande orgoglio 
Matteo SIMONE 
 

Andrea Benvenuti, ex mezzofondista, ha corso anche con le Fiamme Azzurre dalla fine degli anni ‘80. 

Nel 1992 ottiene le sue migliori prestazioni sugli 800m nel Principato di Monaco 1'43"92 e sui 1000m a Nuoro 2'15"75 (attuale migliore prestazione italiana). 
Record personali: 400 m: 47"32 (Trento 1992); 800 m: 1'43"92 (Monaco 1992); 1000 m: 2'15"76 (Nuoro 1992) attuale migliore prestazione italiana; 1500 m: 3'41"60 (Roma 1992); 3000 m: 8'20"11 (Palermo 1996). 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato molto giovane con le corse podistiche ma ho sempre praticato molti sport dal judo, al volley, calcio, ciclismo e ovviamente atletica leggera.  
Nello sport chi e cosa ha contribuito al tuo benessere o performance? Inizialmente il mio unico riferimento era l'allenatore. In seguito, la presenza del fisioterapista e di un medico che si occupava dell'alimentazione e dell'integrazione.  
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi? L'allenamento mentale è parte integrante della preparazione di un atleta. Qualcuno riesce a mettere in atto in modo autonomo le corrette strategie. Qualcun altro meno. Lo psicologo può essere d'aiuto nel trovare le corrette modalità per migliorare la performance se, e solo se, lo psicologo stesso è in grado di operare all'interno del suo ambito specifico d'azione, integrandosi con le altre figure che seguono l'atleta in modo costruttivo. 

L’allenatore di Andrea è stato,
dal 1985 fino al termine della carriera, Gianni Ghidini.
 
Per il benessere dell’atleta e la sua performance c’è bisogno di tanta passione e motivazione ma anche di uno staff fidato e competente che si occupi di lui, lo guidi, sostiene, se ne prende cura come può essere un allenatore, fisioterapista, nutrizionista, psicologo. Andrea stesso diventa un riferimento per tanti altri atleti come esperto e competente fisioterapista. 
Attualmente lavora come fisioterapista a San Marino dove è responsabile del reparto di Fisoterapia del Poliambulatorio Odon. Collabora con le Federazioni Sammarinesi di Pallavolo, Sport Invernali, Basket, Tennis e Judo ed è stato fisioterapista di Carolina Kostner. 
Gianmarco Tamberi, in occasione dell'oro olimpico 2021 condiviso con
Mutaz Essa Barshim, ha citato Andrea Benvenuti ringraziando lo staff che lo ha aiutato.
 
Che significato ha per te avere ancora il record sui 1000metri? Vivo il record e il ricordo della mia carriera con grande orgoglio. Considero i 1000 una sorta di distanza simbolo e sapere che mai nessuno in Italia ha corso 1 km più veloce di me in un certo senso da una certa soddisfazione.  
C'è qualcuno che ci è andato vicino o potrebbe battere il tuto record? Longo e D'Urso l'hanno mancato di pochi centesimi. Per batterlo bisogna essere in grado di correre sotto gli 1’45 sugli 800m per cui, Tecuceanu, Barontini e Pernici possono avvicinarsi. Ma probabilmente anche Arese. 
Ti ispiravi a qualcuno? Sebastian Coe e Marcello Fiasconaro. 

La miglior prestazione al mondo sui 1000m è 2'11"96
ottenuta dal keniano Noah Ngeny a Rieti il 5 settembre 1999. 
Il record europeo è di 2'12"18 del britannico Sebastian Coe ottenuta a Oslo in Norvegia l’11 luglio 1981. 
Sui 1000m la miglior prestazione di Andrea Longo è stata 2'15"83 (1997) mentre Giuseppe D'Urso ha corso in 2'15"87 (1999). 
Catalin Tecuceanu (G.S. Fiamme Oro Padova), classe 1999, ha corso in 1’44”79 gli 800m il 24 agosto 2023 a Budapest. 
Simone Barontini (Fiamme Azzurre), classe 1999, ha corso gli 800m in 1'44"34 (2023), Campione Europeo U23 800 metri piani a Tallinn 2021. 
Francesco Pernici (Free-Zone), classe 2003, ha corso gli 800m in 1’45”23 il 30 luglio 2023 a Molfetta. 
Pietro Arese (G.A. Fiammi Gialle), classe 1999, ha corso gli 800m in 1’47”14 il 16 giugno 2022 a Grosseto. 
Marcello Fiasconaro (CUS Torino) classe 1949, ha corso gli 800m in 1'43"7
Record nazionale (1973), attuale primatista nazionale degli 800 metri piani. 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Purtroppo, non ho più i genitori che erano orgogliosissimi di me così come lo è mia sorella e tutta la sua famiglia. In casa non ne parliamo spesso. Mia moglie era un’atleta e ha vissuto parte della mia carriera al mio fianco. Ai miei figli tento di far passare il messaggio che nello sport nulla è regalato e che è essenziale mettere al primo piano l'allenamento e l'etica sportiva. 
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Lo sport è lo specchio della vita. Può dare gioie enormi ed enormi delusioni. Ma rimane una forma sana e sicura di insegnamento. Ai ragazzi bisogna dare la giusta dose di divertimento e se intendono fare attività agonistica, la giusta dose di regole. Senza regole, è solo caos anche se si gioca a briscola. 

La pratica di
uno sport richiede motivazione e passione ma anche allenamenti costanti e impegnativi per cercare di ottenere risultati prestigiosi rispettando se stessi e gli altri, senza strafare, senza barare, osando con attenzione e cercando di raggiungere sogni e obbiettivi sfidanti ma non impossibili, con fiducia e resilienza.
 
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport? La profonda conoscenza di me stesso. Che posso trovare forze inaspettate e che i limiti di ognuno, inclusi i miei, sono difficili da trovare e sicuramente impossibili da stabilire a priori. 
Cosa pensavi in allenamento e in gara? Ogni allenamento era diverso. Cercavo distrazione negli allenamenti di durata. Mentre ero molto focalizzato su me stesso negli allenamenti ad alta intensità. Si acquisisce una estrema sensibilità e l'esatta percezione del proprio corpo e dell'ambiente circostante. In gara osservavo gli avversari e cercavo di capire le mie sensazioni. È fondamentale per la corretta tattica di gara. 

Lo sport aiuta a conoscersi sempre di più, a crederci sempre, a fare del proprio meglio ed essere fiduciosi che tutto è possibile
gradualmente, senza fretta.
 
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? Ho sperimentato il limite del momento. Ma ogni limite può essere spostato sempre un po’ più in là.  

È importante crederci sempre e circondarsi di persone positive e ottimiste che aiutano a crederci sostenendo e consigliando. 
Quali sensazioni sperimentavi: allenamento, pre-gara, gara, post-gara? Fatica mentale per gli allenamenti di durata. Piacere nella fatica dei lavori in pista e in palestra. A fine carriera, purtroppo ho sperimentato molto dolore e ho dovuto allenarmi a resistergli.  

Nella pratica di una disciplina ci sono sempre gioie e dolori, si fa del proprio meglio faticando duramente con la consapevolezza che prima o poi i risultati arrivano e bisogna starci quando c’è una sconfitta o infortunio da studiare cosa è successo, cosa potenziare, se è il caso di uno stop, farsi aiutare. 
Cosa pensavi in allenamento e in gara?
Ogni allenamento era diverso. Cercavo distrazione negli allenamenti di durata. Mentre ero molto focalizzato su me stesso negli allenamenti ad alta intensità. Si acquisisce una estrema sensibilità e l'esatta percezione del proprio corpo e dell'ambiente circostante. In gara osservavo gli avversari e cercavo di capire le mie sensazioni. È fondamentale per la corretta tattica di gara. 
La tua gara più estrema o più difficile? La batteria dei mondiali di Stoccarda nel 1993. Dolore forte al piede da giorni. Cercai di resistere e dovetti subire le illazioni di persone che mi accusavano fosse "solo un problema di testa". Mi fratturai il secondo metatarso del piede sinistro dopo 300 metri…
Cosa diresti a te stesso quando eri nel pieno della forma? Non saprei. Forse direi qualcosa a me stesso nei momenti più difficili. 

Il 14 agosto 1993 Andrea, sulla pista dello stadio di Stoccarda, nella batteria dei mondiali, si è dovuto fermare per frattura del secondo metatarso ma si rifece il l’anno successivo, il 14 agosto 1994 conquistando il titolo di Campione Europeo a Helsinki.
 
Cosa ti spingeva a fare sport e cosa ti ha fatto mollare? La voglia di emergere e di fare qualcosa che lasciasse un segno.  
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Con la determinazione, la forza interiore, l'integrità mentale e morale.  
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? Per il contesto generale le Olimpiadi di Barcellona. Per la singola gara, la finale dei Campionati Europei di Helsinki e la vittoria del Grand Prix a Torino nel 1992. 
Sogni realizzati e incompiuti? Eventuali obiettivi nella vita? Avrei voluto vincere le Olimpiadi ma non ci sono riuscito. Mi sento un uomo realizzato. Mi sono laureato con lode riprendendo gli studi alla fine della carriera. Ho una splendida famiglia, un lavoro che mi soddisfa e la certezza di essere una persona onesta soprattutto intellettualmente, che non ha paura di confrontarsi con gli altri né di ammettere i propri errori e le proprie debolezze. Posso dirmi certo di essermi guadagnato il diritto di guardare il mondo negli occhi e girare a testa alta. 

Dal 25 luglio al 9 agosto 1992 si sono svolti i Giochi Olimpici a Barcellona
, noti anche come “Barcellona '92”, e Andrea Benvenuti, con il pettorale 991, ha corso la finale degli 800 metri classificandosi al 5° posto e 1° europeo in 1'45"23, preceduto dal brasiliano José Luíz Barbosa 1’45”06, mentre sul podio salgono i keniani William Tanui 1’43”66, Nixon Kiprotich 1’43”70 e lo statunitense Johnny Gray 1'43"97. 
La finale del Gran Prix IAAF del 1992 si è disputata il 4 settembre allo Stadio Olimpico di Torino e Andrea Benvenuti ha vinto gli 800m in 1’45”61, precedendo il keniano Nixon Kiprotich 1’45”92 e il britannico Tom McKean 1’46”06. 
Il 14 agosto 1994 a Helsinki (Olympiastadion) in Finlandia, ai XVI° campionati europei di atletica leggera, Andrea ha vinto gli 800 metri in 1'46"12, precedendo il norvegese Vebjørn Rodal 1'46"53 e lo spagnolo Tomás de Teresa 1'46"57. 
Nel 1996 raggiunge la semifinale ai giochi olimpici di Atlanta. 
Andrea dal 2009 è membro della Commissione Tecnica in seno al Comitato Olimpico Sammarinese e nel 2015 è stato nominato Capo Missione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
 
Quali erano gli allenamenti più importanti? Lo erano tutti in realtà. Il risultato è frutto della cura dei particolari. Non c'è nulla di poco importante nell'allenamento. 
Quali alimenti preferivi? Pasta, pizza, riso, verdure. Carne di manzo. In generale molto più salato che dolce.  
Cosa c'era e c'è oltre l'atletica? L'amore, la famiglia, l'amicizia, l'onestà. La mia famiglia, i miei figli, vengono prima di ogni cosa. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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