mercoledì 28 febbraio 2018

René Cunéaz, maratoneta: Mentalmente riesco a gestire la fatica nel modo migliore

Quando voglio ottenere qualcosa ci metto il cuore fino alla fine
Psicologo, Psicoterapeuta

La vita è bella perché non è lineare e ordinaria, perché non è routinaria, perché di mette sempre davanti a sfide, imprevisti, obiettivi e mete da raggiungere, e bisogna mettersi in moto per andare dove vogliamo andare, per riuscire a fare nel miglior modo possibile quello che vogliamo fare sempre cercando di sperimentare benessere e serenità.

A volte ci sono treni che passano una sola volta, lo stato di forma viene e va, bisogna capire come impegnarsi al meglio e non trascurare nessun aspetto per prepararsi al massimo e riuscire a salire sul treno dello sport che porta alla partecipazione dei Campionati Europei prossimi di Agosto.

sabato 24 febbraio 2018

La maratona oltre a essere una prestazione sportiva agonistica è un’esperienza.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta

I maratoneti vanno alla continua ricerca di sondare le proprie possibilità, osano ma sono convinti di farcela e hanno dalla loro parte le sensazioni di benessere che sperimentano mentre fanno quello che vogliono con passione e dedizione.

Tanti sono i fattori che possono influenzare l’atleta nella sua prestazione. Importante è un’autoconoscenza personale ed interiore, ad iniziare dal proprio respiro, dall'osservazione interna ed esterna, dall'ascolto delle proprie sensazioni.
La persona potrebbe sviluppare più consapevolezza di sé, di quello che fa, che sente, che vuole, che evita, che si aspetta e quindi essere più determinato, più convinto, più rilassato, più vincente, meno teso, meno preoccupato, può sentirsi più sicuro di sé e cosa più importante più responsabile.

Angelo Fiorini: Ho trovato un gruppo di veri “matti” per la corsa

 Matteo SIMONE 

Essere ultramaratoneta significa correre oltre i 42 km che sono quelli di una maratona, quindi tutte le gare che superano i 42 km si definiscono ultramaratone. 

Trattasi di uno sport che non ha molta eco e che soprattutto dovrebbe avere più prescrizioni per poterlo praticare in sicurezza, afferma Angelo Fiorini, un corridore che praticava il calcio come sport preferito ma poi quasi per caso pian pianino si è avvicinato alla corsa che l’ha coinvolto ed assorbito al punto da sperimentare una sorta di dipendenza dai chilometri sempre più numerosi fino a farsi del male per non aver preso sane e giuste decisioni.
Ecco come racconta il suo percorso per diventare un ultramaratoneta convinto:Il mio percorso per diventare ultramaratoneta, è stato molto graduale. Ho iniziato oltre 15 anni fa, spronato da un amico, a corricchiare nel parco per passare il tempo mentre i nostri figli si allenavano alla scuola calcio. Con poco entusiasmo gli ho dato retta, perché ero un amante praticante del pallone. 

Chiara Raso: Il giorno più bello la vittoria del Trofeo Mezzalama nel 2003

Tutte e tre abbiamo tagliato il traguardo con la gioia negli occhi

Lo sport offre preziose opportunità di conoscenza di se stessi e degli altri, ti permette di incontrare persone, località e mondi. Ho partecipato a uno stage running in Kenya a Iten, la città dei Campioni, e sono tornato a casa arricchito di sensazioni ed emozioni e soprattutto di nuove amicizie, tra le quali Chiara Raso, ex atleta C.S. Esercito da 09/2002 a 09/2005 ora Sci Club Saint-Nicolas (Aosta).
Corsa in montagna: Campionessa Regionale Junior 1999-2000-2002; Medaglia di bronzo Campionati Italiani Junior 2000; 1° Vertical Kilometer Courmayeur 2000-2001(record femminile)-2003-2004-2005-1° Vertical Km Fully (Svizzera) 2005.

venerdì 23 febbraio 2018

ASD Barletta Sportiva e la Pietro Mennea Half Marathon

Matteo SIMONE 

Lo sport che vogliamo è uno sport di tutti e per tutti, che avvicina persone, culture e mondi e sposta treni e montagne dal Nord al Sud passando per il centro e anche dal Sud al Nord sempre passando per il centro reclutando persone di ogni età e cultura per condividere allenamenti e gare, fatiche e gioie.

Da un po’ di anni mi sto interessando alle ultramaratone, nel 2008 attraverso brevi interviste ad alcuni partecipanti alla “100 km degli Etruschi”, raccolsi alcune impressioni, sensazioni e testimonianze con l’intento di comprendere le motivazioni a intraprendere questo tipo di imprese estreme che comportano un’estenuante prestazione sportiva, e tra gli intervistati c’era anche Enzo Cascella alla sua prima 100km.
Prestigiosa l’opera di Enzo Cascella di riuscire a tenere uniti tanti atleti apprezzandoli e premiandoli e notevole è anche la sua opera grazie a tanti suoi collaboratori di proporre tante iniziative di attività fisica a diversi livelli come una grande gara di mezza maratona in memoria di Mennea, di seguito il Comunicato stampa: 

giovedì 22 febbraio 2018

Stefano SEVERONI si avvicina alle ultra distanze con un approccio olistico


  
Stefano SEVERONI amante della corsa con un approccio olistico volto non solo a macinare chilometri, ma anche a praticare discipline orientali quali lo yoga ed usare l’accortezza circa il cibo sano e le sostanze da assumere. Di seguito riporto le sue risposte interessanti che descrivono la sua persona.
      Stefano ha deciso di intraprendere la strada delle ultra ma sa che è un percorso graduale e rispettoso e quindi si avvicina alle ultra distanze in punta di piedi partecipando a gare della distanza intermedia tra la maratona e la 100 km e quindi si avvicina alla 6 ore.

lunedì 19 febbraio 2018

Federica Sicignano, runner: Una delle esperienze più belle dei miei ultimi anni

Mi prendo cura del mio corpo e della mia mente. Listen to your body because now is the moment
Matteo SIMONE

Quello che ci dicono gli accompagnatori in Kenya è di vivere nel momento approfondendo al conoscenza di noi stessi, di quello che ci circonda, degli altri, di allenarci gradualmente con impegno e divertimento, di assaporare il cibo che ci preparano con cura con i prodotti della terra e degli alberi tanto profumati e colorati, di riposare e goderci le pause, di socializzare e poi se avanza tempo ci possiamo dedicare al wifi per contattare il mondo.


Di seguito, Federica (Viola) racconta la sua esperienza di running camp in Kenya rispondendo ad alcune mie domande.
Che sapore ti ha lasciato questo stage?Mi ha lasciato un sapore dolce. Di quelli che rimangono impressi e che vorresti sempre assaporare. Un sapore soffice come una torta fatta in casa e appena sfornata che ti avvolge con il suo profumo. Naturale, sana, di quelle che fanno bene sia al corpo che allo spirito.

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