domenica 29 settembre 2024

Ivana Fella, Atletica: Mio marito è colui che crede in me anche più di me

 Mio marito è il mio più grande fan 
Matteo Simone 
 

Nella pratica di una disciplina sportiva è importante l’autoefficacia dell’atleta, è fondamentale che l’atleta sia fiducioso nelle sue possibilità e capacità. 

Ma, soprattutto, è ancora più importante la fiducia delle persone vicine, che siano familiari, allenatori, amici di squadra. 
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Ivana (ASD Atletica La Sbarra), attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Cosa sperimenti prima, durante, dopo una gara? Sono metodica, non sperimento nulla di nuovo in gara, però se è necessario adattarsi e improvvisare, sono sempre pronta. Da ostacolista sono consapevole che tutto può accadere, anche se hai ripetuto quel gesto migliaia di volte, quindi l'esperienza in questo caso è l'arma migliore. 
La tua gara più difficile? Di gare difficili ce ne sono state tante, a causa del mio stato di salute, quella che racconto sempre è una gara di eptathlon da assoluta. Erano i Campionati Italiani e gareggiai per due giorni con febbre a 39/40. Non andò benissimo, ma dimostrai a me stessa che la forza di volontà può smuovere montagne. Capii di non essere quella ragazza gracilina che tutti vedevano ma, al contrario, una dal temperamento molto forte. 

La pratica di uno s
port fortifica fisico e mente, qualsiasi sport, ma soprattutto se si tratta di una disciplina sportiva che contempla più prove come l’eptathlon, dove bisogna allenare diversi muscoli in modo specifico e anche un grande lavoro che curi la coordinazione, forza, resistenza, potenza.
 
L'eptathlon femminile è una specialità praticata outdoor, inserita nel programma olimpico a partire dai Giochi di Los Angeles 1984, in sostituzione del pentathlon. Il programma delle gare prevede che nella prima giornata si svolgano: 100 metri ostacoli, salto in alto, getto del peso, 200 metri piani e nella seconda: salto in lungo, lancio del giavellotto, 800 metri piani. 
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? Beh, spero ancora no. 
Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi di lavoro, fan? I miei genitori sono sempre stati indifferenti. Mio marito è il mio più grande fan, è colui che crede in me anche più di me. Le mie figlie sono cresciute all'interno di un campo di atletica, sono orgogliose di me e adoriamo gareggiare l'una contro l'altra. Abbiamo un centro scommesse a casa (scherzo). Sono apprezzata per la mia determinazione, per la mia forza di volontà doti acquisite in campo ma che vengono sfruttate in ogni ambito, lavorativo/familiare. 

Bella la competizione in famiglia, permette di sperimentare spirito di squadra e vivere uno stile di vita sano per tutti in modo che fatica e sacrifici condivisi siano più accettabili.
 
Prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine? Le mie condizioni di salute non mi permettono di fare progetti troppo lunghi, potrei essere costretta a lasciare l'agonismo da un momento all'altro. Ogni inizio stagione mi prefisso un tempo o una misura da raggiungere e lavoro sodo per ottenere quel risultato … a volte riesco anche a fare meglio. Un obiettivo comunque lo fisso sempre, mi aiuta ad affrontare le giornate più dure e gli allenamenti più faticosi, senza obiettivi è più facile mollare. 

La pratica di una disciplina aiuta a porsi obiettivi minimi per cui lavorare organizzandosi con un piano di allenamenti, un percorso mirato, possibilmente con l’aiuto di un allenatore esperto che consiglia, segue, sostiene e tutto ciò aiuta anche nella vita a organizzarsi, programmare e avere stimoli giorno dopo giorno. 
È importante sviluppare consapevolezza delle
proprie possibilità, caratteristiche, capacità e sapere cosa si vuole e cosa si può fare in un dato periodo osando ma senza strafare, per continuare a fare sport sperimentare benessere oltre che performance.
 
Cosa dà e toglie lo sport? Lo sport non toglie nulla, può solo dare. Ti la consapevolezza che per raggiungere qualsiasi obiettivo, devi lavorare senza sconti o scorciatoie. Ti insegna a non dare nulla per scontato, ad accettare e imparare dai fallimenti, ad avere il coraggio e la forza di non arrendersi, ma riprovare ancora e ancora, magari reinventandosi. Ti insegna il rispetto delle regole e degli avversari. Personalmente quando corro mi sento anzitutto libera, non so spiegarne il motivo. La corsa è la mia Isola che non c’è. 

Bellissima e utilissima testimonianza di un’atleta molto esperta che trasmette valori sani dello sport in famiglia e nella collettività, lavorando sodo senza scorciatoie e apprezzando risultati ottenuti con gioie e soddisfazioni, dopo periodi e fasi di lavoro e fatica ma rendendo la sua vita felice. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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