Un sogno sarebbe arrivare a
indossare una maglia azzurra
Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it
Un titolo Italiano è un grande
prestigio, un grande risultato, sia per l’atleta che per l’allenatore, un’accoppiata
vincente che torna a casa carichi di sensazioni ed emozioni positive a seguito
di un investimento in termini di tempo, fatica per arrivare ad esprimersi al
massimo della forma in una gara di maratona che è considerata insidiosa per
diversi aspetti, da quello climatico alle condizioni fisiche e mentali dell’atleta
durante la gara.
Di seguito Sarah racconta la sua esperienza rispondendo ad
alcune mie domande.
Complimenti Sarah,
che intenzioni avevi solo titolo o anche personal best? “Ciao Matteo! Personalmente sono sempre alla
ricerca del Personal best...fare sforzi, anche se con passione, e vedere un
miglioramento cronometrico da soddisfazione e carica di ottimismo. Sapevo che
la gara non era scorrevole ne veloce...quindi sono andata con l’idea di
gestirla al meglio per vincere, soprattutto nella prima parte e valutare le
sensazioni in corsa...ma con il forte desiderio di abbassare il personale.”
Sarah sta costruendo la sua personalità
vincente applicandosi quotidianamente innanzitutto con passione che è il grande
motore che la motiva e anche con forte determinazione e fiducia in se di poter
fare sempre meglio gara dopo gara cercando di conquistarsi il meritato ingresso
in nazionale.
Soddisfatta? “Sono soddisfatta, per il titolo, ma anche
per quei pochi secondi di miglioramento, mai scontati.”
Criticità? “La fatica si è fatta sentire con qualche dolorino al fianco gli ultimi
km, un ultimo cavalcavia verso la fine, molto duro sulle gambe...ma vicino
all’arrivo il tifo era molto caloroso e l’emozione ha preso il sopravvento e
non si sentiva più ne fatica ne dolore.”
In ogni gara, soprattutto in un
campionato nazionale di maratona, c’è la resa dei conti. Durante gli
allenamenti per un periodo di 2 o 3 mesi, si fanno proiezioni, supposizioni,
test ma il giorno della gara è importante ed è quello che decreta lo stato di
forma dell’atleta.
Cosa hai lasciato a
Ravenna e cosa hai portato via? “Spero
di aver trasmesso la passione e la gioia che per me rappresenta la corsa. Ravenna
mi ha lasciato la sensazione che facciamo tutti parte di una comunità
grandissima di persone che amano questo sport, ognuno con le sue possibilità e
ritmi... ognuno con il proprio ruolo...tutti uniti dall’amore per l’atletica.
Bellissima sensazione!”
Sarah sembra essere proprio una persona
che non tiene tutto per lei ma che trasmette piacevoli sensazioni a chi gli sta
accanto o a chi la segue da vicino o da lontano, un esempio per tanti atleti,
soprattutto donne, che vogliono ottenere qualcosa nella vita impegnandosi e
credendoci.
Come fare il salto di
qualità? Un paio di mesi in Kenya? “Il salto di qualità? Sono seguita da un grande allenatore e sto attenta
ad alimentazione e riposo...credo che arriveranno ancora miglioramenti e
soddisfazioni. Il vero cambiamento potrebbe essere dedicarmi solo all’atletica,
facendo la professionista...Ma vorrebbe dire rimettere in discussione la mia
vita e cambiare ciò che sono ora...non so se farebbe per me. Il Kenya non credo che cambi la vita, se non
come esperienza umana.”
Sarah è giovane e può progredire un po’ per
volta verso l’eccellenza migliorando in allenamento e in gara grazie anche alla
presenza attenta e costante del suo allenatore che la segue.
Cosa dice l'allenatore, la famiglia, gli
amici? “Le persone che mi vogliono
bene sono felici se mi vedono contenta...mi sono state vicine e mi supportano,
anche se non è sempre facile comprendere il ‘perché’ io faccia tutto questo.”
A chi dedichi questo titolo? “Dedico il titolo e ringrazio chiunque abbia
avuto un ruolo (grande o piccolo che sia) in questi mesi di
preparazione...anche i corridori che mi incrociano in strada mentre mi alleno e
mi salutano. Un grazie particolare al mio allenatore è al suo team, all’angelo
custode (atleta) che ha corso i 42 km con me, al mio ragazzo che mi ha ‘sopportato’
in un periodo di preparazione intensa.”
Dietro l’atleta ci sono tante persone che
supportano, consigliano, coccolano.
Cambia
qualcosa ora? “Se cambierà qualcosa
lo vedremo...intanto ho ripreso la mia vita quotidiana.”
Prossimi obiettivi e sogni da realizzare?
“Un sogno sarebbe arrivare a indossare
una maglia azzurra....so che ci vuole sacrificio e costanza, ma non mi
spaventa, amo le sfide, soprattutto con me stessa.”
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230
1 commento:
Complimenti Sara, sono d'accordo stimo molto il tuo allenatore e la sua fosofia che conosco da decenni... Continua così un abbraccio... Camillo Campitelli
Posta un commento