mercoledì 30 dicembre 2015

Faticare senza esagerare, senza caricare troppo sul proprio corpo


Nelle lunghe distanze di corsa, è importante trovare un giusto equilibrio, sapere quanto e come si può faticare senza esagerare, senza caricare troppo sul proprio corpo come racconta, per esempio Marco Dori riesce a trovare il suo compromesso e sa come dosare le forze per non sovraccaricare il proprio fisico: “Dopo il passatore ho avuto un problema al ginocchio sinistro che ha reso durissima la Pistoia – Abetone costringendomi a camminare durante tutte le discese. Ho trattato e risolto il problema con l’osteopatia e oggi ho un problema a una caviglia che non sto riuscendo a risolvere ma che controllo dosando la progressione durante la corsa.

Anche Mauro Fermani, nonostante incidenti e infortuni riesce ad andare avanti avendo trovato un suo equilibrio: “Un paio di incidenti in moto e conseguenti operazioni alle ginocchia hanno messo un po’ a rischio la mia attività podistica, ma per adesso riesco ad andare avanti.”

martedì 29 dicembre 2015

Approfondire la motivazione degli ultramaratoneti a spingersi oltre

Psicologo, Psicoterapeuta

Partecipare e portare a termine gare lunghissime e considerate estreme aiuta anche nella vita privata ad accrescere l’autostima e a superare problemi e difficoltà quotidiana.

E' quello che accade per esempio a Filippo Poponesi: “Raggiungere traguardi sempre più ambiziosi ha contribuito, nel tempo, ad accrescere l’autostima ed a rendermi più forte nell’affrontare i problemi del quotidiano.”
Ho cercato di approfondire la motivazione degli ultramaratoneti a spingersi oltre con la domanda: “Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?” 

Fatti un film del tuo prossimo futuro, visualizza i tuoi gesti, le tue difficoltà

Psicologo, Psicoterapeuta

"Se desiderate compiere qualcosa nella realtà, innanzitutto visualizzate voi stessi mentre riuscite a compierla."                           Arnold Lazarus (1)

Fatti un film del tuo prossimo futuro, come sarà la tua vita in preparazione della tua meta? Quali sono le tue risorse? Quali tue caratteristiche devi o puoi potenziare, migliorare?
Nathaniel Branden: “Quando non siamo in contatto con i nostri bisogni e desideri affrontiamo la vita senza remi e senza timone.” (2)
Visualizza i tuoi gesti, le tue difficoltà, i momenti importanti, critici, e prova a vedere com’è, che effetto ti fa, puoi sentirti soddisfatto? Puoi riparare qualcosa? Puoi correggere il tiro?
F.Cantaro, G.Guastalla, Il segreto della PNL: “La pratica di darsi un obiettivo: consiste nell’identificare i nostri obiettivi a breve e lungo termine e le azioni necessarie per raggiungerli (cioè nel formulare un piano d’azione); organizzare il nostro comportamento in funzione di tali obiettivi; controllare l’azione per essere certi di non uscire dai binari; prestare attenzione al risultato di tali azioni, per riconoscere se e quando è necessario ritornare alla fase di progettazione.” (3)
Prova a visualizzare di cambiare qualcosa, di correre un piccolo rischio nel fare qualcosa di diverso, vedi che effetto ti fa, quali  sono  le tue sensazioni e poi prova nella realtà.
DJOKOVIC: “Ho cercato, sin da piccolo, di vedermi in campo l’ultima domenica di Wimbledon giocare la finale, per me è sempre stato l’obiettivo numero uno”. (4)
Gli obiettivi devono essere: significativi, stimolanti, chiari; difficili ma non inarrivabili; mirati al miglioramento graduale della prestazione più che al risultato. Obiettivi ben definiti e stimolanti accrescono e mantengono la motivazione. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
 “Quando ti dai obiettivi troppo elevati e non sei in grado di raggiungerli, il tuo entusiasmo si trasforma in amarezza. Cerca una meta più ragionevole e poi gradualmente sorpassala. È il solo modo per arrivare in vetta.” Emil Zatopek

giovedì 24 dicembre 2015

Ricerca interiore attraverso la lunga corsa, le lunghe distanza

Psicologo dello sport, Psicoterapeuta

Si riconoscono i limiti mentali, e quindi la possibilità di andare avanti superando i blocchi mentali, e di percorsi non solo lungo strade e sentieri ma anche dentro se stessi, una ricerca interiore attraverso la lunga corsa, le lunghe distanza, Marco Dori così spiega le sue impressioni: “Significa misurarmi con i miei limiti soprattutto mentali. Non ho una corporatura da maratoneta; sono alto 1,94 mt e peso intorno ai 95 kg e negli anni passati già la maratona per me era una misura limite. Poi ho scoperto le ultra e ciascuna di esse è stato un percorso dentro me fatto di sfida, difficoltà, solitudine, contatto con la natura, rispetto, voglia di mettermi alla prova. Quando parto so che vivrò un’esperienza irripetibile e unica.”
Anche per Gustavo Ismail, si tratta di sfide e di superare il limite che a volte può essere condizionato dalla mente: “Placer, sentir que uno siempre puede mas, que NO hay limites mas que el de la mente humana. (Il piacere, sentire che uno può sempre di più, che non ci sono limiti più di quelli della mente umana).” Per Ivano Cipolletta del Team Frizzi e Lazzi Run e Walk, si tratta di sperimentare benessere ma anche, allo stesso tempo, cercare di andare incontro al limite: “Ivano Cipolletta: “Per me è passare una giornata con amici, il silenzio della gara, la compagnia di paesaggi stupendi e della voglia di oltrepassare i propri limiti imparando ad ascoltare e gestire il nostro corpo.”
Armando Quadrani: “Spostare i limiti fisici e mentali oltre uno schema predefinito. In trigonometria esprimerei il mio pensiero dicendo che è il limite che tende all'infinito. Non ci sono ostacoli, barriere, punti di arrivo che possono interrompere una avanzata. Una continua ricerca del mio io, che forse non riuscirò mai a scoprire fino a dove è stato collocato. Un viaggio continuo con me stesso, dentro me stesso. Quasi un peregrinare senza meta, un navigare a vista. Una retta infinita che non ha un punto di origine ne di arrivo.” Alina Losurdo: “Essere Ultramaratoneta non la ritengo solo una questione di km oltre il numero 42, ma testa, spostare quel limite e cercare dentro di me nuovi stimoli soprattutto quando dopo tante ore che sei a spasso senti dentro quella vocina diabolica che ti chiede di fermarti. Un viaggio si ma lungo e che fa sognare, fa nascere e morire un milione di volte ma ti porta al traguardo.“

La Capoeira, sport nazionale brasiliano

Psicologo, Psicoterapeuta

La capoiera nacque in Brasile da schiavi di origine Bantu provenienti dall’Angola che si esercitavano tra di loro a combattere mentre erano reclusi in celle molto basse.

La Capoeira era vietata perché si temeva che gli schiavi si preparassero troppo bene a combattere e questo non era accettabile per le autorità locali, così quando i capoeiristi si accorgevano di essere visti simulavano di danzare. Capoeira non è solo giocare ma è anche suonare, cantare, conoscere la storia, educazione.
Manoel dos Reis Machado, conosciuto come Mestre Bimba inaugurò l’allenamento della capoeira nelle scuole, ma Bimba non usava il nome di capoeira nella scuola, la chiamava Luta Regional Bahiana, oggi conosciuta come Capoeira Regional.
Mestre Bimba mostrò al mondo intero che la capoeira era educazione e contribui a far praticare capoeira all’Università di Medician dello Stato di Bahia. Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano.
Bimba portò la capoeira fuori dalle strade, nelle academias, veri e propri centri sportivi affiliati alle associazioni sportive nazionali; introdusse un sistema di graduazioni e un metodo di insegnamento codificato, che includeva la formadura (il diploma).

Percorsi sportivi gratuiti per bambini e adolescenti con disagio

Matteo SIMONE 
 

Forgood, sport gratis per 700 bambini. 

Sport Senza Frontiere lancia un grande progetto in partnership con diverse fondazioni per promuovere il benessere di 700 ragazzini disagiati a Milano, Roma, Napoli e Buenos Aires. Attività sportive ma anche monitoraggio sanitario e counselling psicologico.
A Milano, Roma, Napoli e Buenos Aires, 700 bambini e adolescenti svantaggiati provenienti da quartieri a rischio e particolarmente disagiati potranno frequentare corsi sportivi gratuiti presso le associazioni aderenti alla “rete solidale” di Sport Senza Frontiere e in più seguiranno un percorso di educazione alla salute integrato da uno screening e monitoraggio sanitario, affiancato da un counselling rivolto alle famiglie. 

mercoledì 23 dicembre 2015

Il calcio praticato dai non vedenti


Ci sorprendiamo ad apprendere che anche i disabili praticano sport, abbiamo difficoltà ad immaginare come possano fare a superare le proprie disabilità per praticare un determinato sport, per esempio il calcio praticato dai non vedenti, oppure il basket in carrozzina, eppure il disabile riesce ad eccellere nello sport, ed è anche determinato nei suoi obiettivi, riesce ad ottenere i successi prefissati grazie alla sua capacità, alla sua determinazione, alla sua voglia di emergere, di stare con gli altri, di dimostrare il suo valore, di riscattarsi, comunque tutte motivazioni che si riscontrano negli sportivi non disabili, e succede che anche alcuni atleti disabili facciano uso di sostanze dopanti, così come molti atleti disabili mostrino il loro fairplay come il pluricampione Alex Zanardi, che è un esempio per tutti. (1)

Il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), Luca Pancalli ci tiene a precisare che: “Il movimento paralimpico italiano è un pianeta fatto di protagonisti straordinari, di storie meravigliose, di emozioni pazzesche, di gioie e delusioni, di sogni che diventano splendide realtà. Un mondo da conoscere, da vivere, una dimensione in cui investire entusiasmo e passione, con la certezza di chi crede che lo sport è uno soltanto. E non ammette differenze.”

Translate