I 200 km erano nei miei obiettivi da tanto tempo
Matteo SIMONE
Il 26-28 aprile 2024 si è svolta il “Cinisello Balsamo Running Festival 48h” e tra le donne ha vinto Agnese Casu (terza assoluta) totalizzando 283,390 km, precedendo Albarosa Fiore 224,337 km e Laura Maria Birolini 215,306 km.
Tra gli uomini ha vinto Cesare Mauri 330,727 km, precedendo Antonio Tallarita 321,742 km, completa il podio maschile Stefano Castoldi 263,200 km.
Di seguito approfondiamo l’esperienza di Laura Birolini attraverso risposte ad alcune mie domande.
Complimenti Laura per i tuoi 200 km, a chi li dedichi? Grazie! I 200 km erano nei miei obiettivi da tanto tempo e finalmente sono riuscita a raggiungerli, addirittura a superarli. La mia gara è terminata con 215,306 km. A sorpresa sono arrivata terza assoluta e prima di categoria sia Fidal che Iuta nel Campionato Italiano. Sono stata anche premiata prima di categoria nel passaggio delle cento Miglia. Ho poi scoperto di aver fatto la miglior prestazione europea dell'anno di categoria e la seconda prestazione italiana ‘all time’, sempre di categoria.
È stato un bel traguardo che voglio dedicare a tutti coloro che mi hanno sostenuta in questi anni, ma soprattutto a Michela Cattelan e a Fabrizio Meregalli, due amici conosciuti in questi anni di corse e che in quest’ultimo periodo mi hanno aiutato ad affrontare alcune sfide per me importanti. Mi hanno dimostrato amicizia vera e in gara, a sorpresa, si sono presentati dandomi il loro sostegno.
Tantissima roba, qualcosa di eccezionale che trasmette il messaggio che davvero si può fare, non ci sono limiti, non bisogna darsi limiti, ma appassionarsi con motivazione e cercare di fare sempre del proprio meglio, scoprendo risorse, qualità, caratteristiche, talento nascosto e alzando gradualmente l’asticella dei chilometri e delle difficoltà, imparando sempre da ogni esperienza e possibilmente farsi aiutare, sostenere, supportare, da amici fidati o professionisti.
Nella classifica di tutti i tempi Italia 48h donne Categoria W60, Laura risulta essere al secondo posto, preceduta da Sonia Lutterotti con 229,214 km il 16 settembre 2023 a Balatonfüred (HUN).
Nella lista dei migliori del mondo dell'anno 48h donne 2024 Categoria W60, Laura risulta essere al secondo posto, preceduta dalla giapponese Sadako Fujiwara 276,408 lo scorso 25 febbraio a Taipei City (TPE).
Cosa significa per te? Questo risultato per me significa molto. Non avrei mai pensato, dopo il bellissimo primo posto assoluto alla 24 ore di Saronno, di poter ritornare sul podio. E questa volta ho provato anche l’emozione dell’Inno d’Italia.
Come mi ha detto un’amica, questa gara è stata per me una ‘flebo’ di autostima.
Ogni tanto ci vuole un bel risultato, un podio o una vittoria per incrementare l’autoefficacia e continuare a impegnarsi duramente per raggiungere obiettivi sfidanti ma non impossibili.
Il 10 giugno2023, Laura ha vinto la ‘2^ La Ultra di Saronno - 24h corsa su pista’, totalizzando 131.446 km e precedendo Silvana Simoni 119.051 km e Francesca Lombardo 116,217 km. Il vincitore assoluto fu lo spagnolo Eduardo Cebrian Martinez de Lagos 208,444 km, precedendo Michele Panigada 194,204 km e Maurizio Marzoli 191,139 km.
Te lo aspettavi? Sono partita sapendo di poter arrivare tranquillamente ai 200 km. Ero certa che la mia testa avrebbe risposto bene. Avevo invece qualche perplessità sulla tenuta fisica. Non ero molto allenata, il lavoro e la famiglia mi richiedono sempre più energie, gli anni passano (a giugno compirò 62 anni) e il recupero è sempre più lento. Invece è andato tutto bene e sono riuscita ad arrivare al traguardo che ‘ne avevo ancora’! E cosa ancora più straordinaria è stata alzarmi la mattina dopo con le gambe solo lievemente indolenzite e dopo tre giorni accorgermi che è sparito pure quello.
Con il passare degli anni, da un a parte tocca fare i conti con l’età anagrafica che richiede meno dispendio energetico, meno fatica e più riposo e dall’altra parte ci si abitua sempre più alla fatica e allo sforzo prolungato, sia fisicamente che mentalmente e tutto diventa più fattibile e gestibile.
Cosa pensano familiari e amici di questa prestazione? Tutti mi hanno fatto i complimenti, pur dicendomi che sono matta! Moltissimi amici sono passati a salutarmi e a incitarmi, aiutandomi a rimanere carica. Anche Michela e Fabrizio mi hanno sempre detto che non capiscono come io possa pensare di voler percorrere tutti quei chilometri, ma, nonostante ciò, mi hanno aiutato. C’è anche chi mi critica dicendo che queste gare siano noiose e solo un inutile sforzo per il fisico. Ma glielo lascio pensare e vado avanti per la mia strada.
Cosa hai portato a casa? Ho vissuto delle emozioni fortissime e indescrivibili. Nelle gare ultra e a circuito si respira un clima d’amicizia fantastico. Tutti sostengono e incitano ogni partecipante. Porto a casa i sorrisi, gli abbracci e la voglia di riprovarci!
Davvero un grande festival dell’ultramaratona, della fatica, della condivisione, un mondo ritenuto strano e bizzarro ma per pochi e che affascina.
C'è stato un momento difficile? Eventuale crisi? Questa gara è stata complicata dal freddo e dalla pioggia. Ho perso molto tempo in cambi di abiti e di scarpe per cercare di rimanere asciutta e non provocare vesciche. È stato tutto molto faticoso perché gli spazi sotto le tende erano ristretti, ma in qualche modo, grazie anche all’aiuto di Michela, me la sono cavata. Ho avuto una crisi di qualche minuto dopo 15 ore di gara. Non ero riuscita a dormire e avevo davanti ancora una giornata, una notte e un’altra mezza giornata. Ero al telefono con mio marito chiedendogli di portarmi altre scarpe e mi sono accorta che stavo per domandargli di venirmi a prendere.
Mi sono fermata subito: ho pensato che non era da me arrendermi e che poi me ne sarei pentita. Mi sono quindi rimessa in piedi e sono ripartita. Un modo per affrontare il panico è quello di fare il primo passo, poi il secondo… alla fine si fa tutto!
Nelle due notti di gara sono solo riuscita a riposare un pochino sedendomi sulla sdraio che mi ero portata, ma non ho chiuso occhio. Ho avuto quindi molte crisi di sonno che ho faticato a superare. La seconda notte, all’alba, sotto una pioggia scrosciante, ho avuto anche delle allucinazioni: vedevo dei letti sul marciapiede e il prato era pieno di ceste con mercanzie varie. Mi sono quindi fermata qualche minuto per riposare e non ho più avuto problemi.
In gare di ultramaratona della durata di tantissime ore si è messi a dura prova ma si è preparati a tutto ciò per essersi allenati adeguatamente e per aver partecipato ad altre gare di difficoltà intermedia. L’atleta sa a cosa va incontro, sa come gestire quasi ogni situazione critica, imprevedibile, avversa e a volte si hanno visioni visive o uditive.
Una parola o una frase che ti ha aiutato ad andare avanti? Quando gareggio penso sempre a quando taglierò il traguardo e alla felicità che proverò. Con le visualizzazioni mi aiuto molto. Non penso mai che potrei non farcela.
Come riesci a incastrare gli allenamenti nel corso della giornata? Non è facile. Insegno in una scuola primaria e il lavoro assorbe molto tempo. Ho una famiglia da seguire e anche delle passioni che non riguardano la corsa. Ogni giorno cerco di ritagliarmi del tempo. Fortunatamente mio marito mi sostiene e mi lascia la libertà “mentale” di poter fare ciò che desidero. Spesso torno da un allenamento e trovo la cena pronta e nessuna protesta per il fatto che sto fuori casa per ore. Questo senso di libertà è importantissimo perché non mi fa provare sensi di colpa.
Ognuno ha la sua modalità per star bene, per sperimentare benessere avendo una passione, è una sorta di medicina naturale quotidiana.
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? A fine maggio per la quarta volta parteciperò al Passatore. Vorrei poi partecipare a una Backyard. Ero iscritta all’edizione di novembre al Parco Nord, ma ho dovuto rinunciarci per un’otite arrivata qualche giorno prima. Mi piacerebbe ripetere una 48 ore, anche se durante la gara mi dicevo che una basta e avanza! Vorrei poterla fare meglio, concentrandomi di più e chiacchierando meno! Riproverò anche una 24 ore. Ne ho già corse tre edizioni e mi sono divertita tantissimo.
Il mio sogno adesso è arrivare anche a 300 km, ma so che è un traguardo difficile.
Si cerca sempre di fare meglio e di più, di sperimentare nove gare altrettanto difficili e sfidanti, con la consapevolezza di quello che si è riusciti a fare finora e di quello che si è appreso potendo far meglio potenziando eventuali criticità.
Cosa diresti alla te stessa di dieci anni fa? Dieci anni fa muovevo i primi passi nel mondo della corsa. In precedenza, non avevo mai fatto sport e chi correva anche solo una mezza maratona mi sembrava un alieno. Non avrei mai pensato di poter arrivare a fare tutto ciò che ho realizzato. A me stessa direi che anch’io valgo e che devo continuare ad andare avanti seguendo il mio cuore. I veri campioni sono altri, ma io ogni giorno vinco mettendomi in gioco, cercando di superare i miei limiti. E questo si può fare solo provandoci e dando il massimo.
La pratica di uno sport con dedizione e costanza permette di scoprire che si può fare e si può migliorare’ e quindi provarci sempre, senza porsi limiti.
Un’intervista a Laura è riportata nel libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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