2 titoli italiani alla soglia dei 60 anni mi rendono fiero di me stesso
Matteo SIMONE
Il 27 aprile 2024 si è svolta la quarta edizione del Cinisello Balsamo Running Festival 12h (corsa su strada) valido come Campionato Italiano IUTA 12h corsa su strada.
Il vincitore è stato Fabrizio Severini (Grottini Team Recanati), classe 1964, totalizzando 125,991 km e precedendo Davide Giribaldi 122,211 km e Fabio Costi 119,303 km.
Tra le donne ha vinto Mirela Hilaj 107,785 km, precedendo Immacolata Nappo 102,484 km e Cristina Colombini 97,958 km.
Ciao Fabrizio, complimenti per il titolo italiano 12h, te l’aspettavi? Grazie Matteo, è sempre un enorme piacere condividere con te le nostre emozioni. Diciamo che questa vittoria è stata per me inaspettata. Essendo Campionato Italiano IUTA, io puntavo al titolo italiano di categoria, ma Simone Leo ‘Spostando il limite’ organizzatore dell’evento, in privato mi disse …: ‘visto come ti alleni, devi assolutamente puntare agli assoluti e sinceramente detto da lui, era per me già grande motivo di orgoglio.
Poi la gara …Parto tranquillo pensando che la notte sarebbe stata lunga con possibilità di piogge, e così è stato anche se ritengo che siamo stati fortunati, in confronto agli atleti della 48h che hanno dovuto correre sotto un vero diluvio. Le ore trascorrevano abbastanza velocemente, tenevo tranquillamente il mio passo e avanzavo di posizioni, fino ad arrivare al quarto posto assoluto. E lì ho pensato alle parole di Simone Leo e ho iniziato a puntare il terzo. Correndo capisco chi è il terzo, lo raggiungo e lo passo, dopodiché, giro dopo giro, mi rendo conto di stare bene e non subire stanchezza.
Poi con dispiacere vedo il primo camminare, tra l’altro mio carissimo amico, mi dice che ha problemi e mi carica dicendomi continuamente che a questo punto dovevo vincerla io questa gara. Rispondo che mi accontento del secondo posto, ma continuando a martellare raggiungo il primo e lì mi dico che arrivato fino a qui, posso farcela e addirittura aumento il passo fino ad accumulare vantaggio. Allo scocco delle 12 ore, finisco vincitore assoluto e di categoria. 2 titoli italiani alla soglia dei 60 anni mi rendono fiero di me stesso.
Le gare di ultramaratone sono gare non solo di forza e resistenza fisica ma anche di testa, bisogna avere un approccio paziente e fiducioso, conoscersi bene, capire quanto si vale e in ascolto delle proprie sensazioni corporee e mentali, facendo del proprio meglio fino alla fine, avanzando sempre con coraggio e fiducia.
Quali allenamenti e alimenti sono stati fondamentali? Diciamo che io mi alleno spesso e tanto, sempre in preparazione di gare lunghe, velocizzando la parte finale dell’allenamento e i miei allenamenti dipendono molto dal tipo di gara lunga che devo affrontare. Per Cinisello Balsamo ho fatto parecchi allenamenti da 20 km minimo, in progressione.
Riguardo l’alimentazione durante la gara, ho alternato gel con amminoacidi, sali, parmigiano, patate lesse, biscotti e caffè solubile durante la notte e altre cose che in quel momento potevano darmi piacere di mangiare e bere.
L’esito di una gara è il risultato di un buon programma di allenamento mirato per la gara stessa e trattandosi di ultramaratona di 12 ore, bisogna abituare il fisico e la testa a correre per tante ore e tanti chilometri, cercando di avere anche una buona efficienza nel finale dell’allenamento e quindi della gara.
Inoltre, l’alimentazione nelle ultramaratone gioca un ruolo fondamentale in quanto le energie vanno via dopo alcune ore di sforzo fisico e allora entra in gioco energie da ricaricare prima e durante in modo che i serbatori energetici siano sempre abbastanza pieni e far leva sulla forza mentale che attinge da dentro se stessi, dalla mente e dal cuore, dalla voglia di far bene e dalla forte passione e motivazione che fa spingere fino alla fine.
Paura, tensione, ansia durante la gara? Assolutamente nessuna paura né ansia, non provo più ansia da tempo, dopo tutte le grandi battaglie affrontate, mi presento sempre con la massima serenità alla partenza. L’unica cosa che mi girava in mente, era solo il fatto di aver raggiunto Cinisello il giorno stesso, ed essendo una gara con partenza alle 21.00, avevo un po' il timore del sonno durante la gara, ma per fortuna sono rimasto sveglio, lucido e concentrato fino alla fine.
Cosa hai scoperto di più su te stesso? Ma sinceramente devo dire in queste gare credo di aver accumulato parecchia esperienza e questo mi rende sereno anche prima dell’evento. Chiaramente per gare che superano i 200 km l’approccio è completamente diverso. Ma sto imparando a gestire anche quelle.
L’esperienza di gare di ultramaratone aiuta a gestire le situazioni più sfidanti, difficili, impensabili. Tali gare sono considerate battaglie non solo con gli avversari ma con se stessi, con eventuali sabotatori o mostri interni che fanno venire, dubbi, sfiducia, ansie, ma l’esperienza aiuta a comprendere che in gara l’endorfina aiuta a essere lucidi, determinati, stimolati e convinti di far bene fino alla fine.
Cosa hai portato a casa? Cosa hai lasciato lì? Beh, 2 titoli italiani alla mia età porto a casa, cosa lascio lì? Ricordi che sicuramente rimarranno indelebili. La vittoria di una gara non è cosa da tutti i giorni.
Cosa cambia ora? Non cambia nulla, anche se questi risultati raggiunti alla mia età accrescono molto l’autostima e la consapevolezza di essere ancora competitivo.
In effetti si tratta di due titoli italiani davvero prestigiosi e la fiducia, la consapevolezza e la voglia di far bene aumenta sempre di più spingendolo a individuare nuove sfide o a riconsiderare vecchie imprese rimaste congelate in attesa di conferme utili.
Prossimi obiettivi? Sfide? Di sicuro c’è che la prossima gara, sarà la 100 km del Passatore che affronterò per la quarta volta, e dopo il successo di Cinisello, mi sento di poter fare una buona gara, ma sappiamo bene che nelle gare di tanti km, ci vuole un po' di tutto, testa, gambe e tanta fortuna. Poi a luglio vorrei fare la 100 km di Asolo che non ho mai affrontato. Quest’anno ho tentato l’iscrizione alla Spartathlon ma purtroppo per errore mio nella candidatura, non sono neanche entrato nella lista del ballottaggio. Se ne avrò ancora il desiderio ci proverò nel 2025.
Presentarsi alla 100km del Passatore che è Campionato Italiano 100km con già un titolo italiano assoluto 12h corsa su strada è un buon augurio di far bene e puntare quanto meno al podio della sua categoria M60 e possibilmente ambire al titolo italiano di categoria.
Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi di lavoro, fan? Chiaramente i miei figli anche se non seguono la mia passione, sono molto fieri del loro papà che ha il coraggio di cimentarsi in sfide estreme. Diciamo di essere un esempio di tenacia e caparbietà, e sono contento quando mi dicono di essere il loro eroe. Gli amici e i colleghi di lavoro, mi prendono un po' per folle ma li capisco, solo vivendo certe emozioni si può capire ma sono certo che in fondo stimano il mio coraggio. I fan sono quelli che incontro prima della partenza di gare meno impegnative e che ti fanno mille domande per sapere dove trovo la forza e il coraggio di affrontare certe battaglie.
Gli ultramaratoneti risultano essere davvero persone coraggiose che vogliono osare, alla ricerca del limite ma senza strafare e con adeguata preparazione mirata per non rischiare infortuni e altri pericoli dovuti alla superficialità e all’inesperienza.
Che intenzioni hai? Ho solo tanta voglia di continuare a divertirmi come ho fatto finora. Un giorno che così non sarà più, credo che potrò anche smettere.
Quali sono gli ingredienti del successo? Successo è un parolone, diciamo che mi sono tolto delle belle soddisfazioni ma niente più. Ma certezza è, che allenarsi non basta, devi essere un talento naturale, come diciamo noi, devi avere un buon motore già di tuo, poi se ci metti la giusta benzina il motore non può che brillare.
Certo si può fare sport per piacere, per star bene, per passione e motivazione e poi se ci si accorge che si ha una forte predisposizione si può approfittare a utilizzare tutto il proprio potenziale alla ricerca della performance che ripaga di tante fatiche e allenamenti duri e impegnativi. Ognuno ha il proprio motore e molte volte non lo sappiamo e lo scopriamo tardi ma bisogna accettare quello che si riesce a fare e che ci fa star bene.
Cosa e chi ti aiuta? Mi aiuta la mia passione, non mi faccio seguire da nessuno, perché uso la corsa per sentirmi libero; quindi, figuriamoci se potrei farmi dare ordini per correre.
Come sei cambiato attraverso le ultramaratone? L’ultramaratona è una disciplina molto dura, e bisogna esserci portati, ma io parlo dell’ultramaratona fatta di corsa non quelle camminate per ore. Questo tipo di gare ti portano all’estremo, ed è lì che devi tirare fuori energie e forze mentali che nel quotidiano neanche sapevi di avere. Tutto questo a volte te lo ritrovi nel risolvere i problemi della vita.
La pratica di una disciplina come la corsa di ultramaratona aiuta a sviluppare positività, ottimismo, ‘problem solving’, tutto ciò che si riesce a gestire e superare praticando l’ultramaratona poi è utile nella vita quotidiana familiare, lavorativa, scolastica, relazionale, una sorta di allenamento ala vita.
Come ti prendi cura ora? Massaggi, meditazione, yoga? Dopo gare impegnative, mi prendo sempre un po' di riposo, poi una volta recuperato riparto riposato e tranquillo. I massaggi li faccio solamente pre-gara, secondo il mio parere, meglio non toccare un muscolo già sofferente, ma questa è una mia opinione. Viva la corsa finché dura. Saluti Fabrizio.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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