Il
punto di vista di un presidente su organizzazione, coinvolgimento, risultati, clima
di squadra.
Qual è stato il tuo percorso come atleta? “Ho iniziato
a correre nel 2007 quando vivevo in Spagna, a Sevilla, lungo le rive del
Guadalquivir. Dal 2010 mi sono tesserato con l’Atletica La Sbarra e ho iniziato
a gareggiare. Ho sempre fatto sport: da juniores praticavo windsurf a livello
agonistico, successivamente sono passato alla mountain bike.”
Come hai conosciuto la tua società, hai un ruolo
all’interno? “Mia moglie da cadetta si allenava a Tor Tre Teste nel team di Pascolini
e nel parco ha conosciuto diversi atleti/e che proprio in quel periodo stavano
fondando l’Atletica La Sbarra. Diversi anni dopo abbiamo rincontrato alcuni di
loro e abbiamo scelto di tesserarci poiché condividevamo gli obiettivi e i
principi che la società promuoveva. Dal 2013 mi occupo della gestione della
squadra a livello dirigenziale e dal 2015 svolgo il ruolo di Presidente.
Occuparmi della squadra è anche una sorta di fuga dai problemi della quotidianità.”
Come mai partecipi alla Corri per il verde
individualmente e di squadra? “Partecipo ininterrottamente dal 2010. Condivido
pienamente gli ideali storici di questa manifestazione sportiva: il rilancio di
aree verdi in zone marginali della città caratterizzate spesso da situazioni di
degrado urbanistico. Considero le aree verdi urbane luoghi in cui è possibile riscoprire
uno spirito di collettività contrastando il disagio sociale che talvolta
caratterizza questi quartieri. In questi anni ho avuto modo di conoscere dei
parchi, che non avevo mai visitato, con delle potenzialità di ripresa enormi
per il territorio periferico romano.”
In che modo coinvolgi gli atleti a partecipare alla
corri per il verde? “Esiste una forte componente storica della mia società a
questa manifestazione che semplifica il lavoro di coinvolgimento degli atleti.
Inoltre anche i risultati hanno il loro peso specifico: i due terzi posti al
maschile delle ultime due edizioni hanno contribuito ad aumentare la partecipazione
e l’interesse da parte anche di coloro che non amano particolarmente il cross.
Il mio contributo è stato più di coordinamento. Poi dietro le quinte il lavoro
che io e Italo Merolli svolgiamo è molto intenso, ma la soddisfazione di
portare a correre tutte quelle persone insieme per un unico obiettivo ripaga di
tutta la fatica organizzativa.