mercoledì 7 dicembre 2016

Michele Debenedictis, ultrarunner: è stata un'esplosione di gioia


Gli atleti ultrarunner si dimostrano molto uniti nelle loro avventure e lunghi viaggi di corsa, si guardano, si scrutano, si osservano, ma si tratta di una competizione sana, c’è tanto rispetto l’uno per l’altro e tanta fratellanza.
Michele Debenedictis con 196km arriva primo assoluto, alla 24 ore di corsa a piedi a Lavello, precedendo Taliani Massimo 182,583km, Francesco Cannito 178,163km, Giuseppe Mangione 170,660km, Michele Spagnolo 168,623km.
Di seguito Michele racconta la sua gara e la sua passione per le ultra-corse.
Com'è andata? Soddisfatto, avevi diverse aspettative?Sono pienamente soddisfatto, per le aspettative sono sempre le stesse finire in ottima forma le gare.”
Avevi ristori personalizzati, ti è mancato qualche alimento che non avevi considerato?Avevo con me riso e panini preparati da mia moglie.”
Sensazioni, emozioni, pensieri durante, dopo la gara?Sensazione bellissima, emozionante durante per l'andamento positivo della gara. Il primo pensiero era il solito finirla in bellezza. Durante ho visto che potevo vincerla e dopo è stata un'esplosione di gioia al sol pensiero che avevo di vincere qualche ultra ma non pensavo certo ad una 24 ore.
Hai scoperto qualcosa in te stesso, negli altri atleti?Dentro di me non ho scoperto niente perché mi conosco molto bene ma negli altri, quelli giusti naturalmente, una voglia di fratellanza.”
Organizzata bene la gara, ristori?Sull'organizzazione della gara nulla da eccepire tutto ottimo.”
Tifo, sostegno, amici, percorso, com'era?Tifo bellissimo sostenuto da parte di persone comuni, percorso noioso solo di notte.”
Prossime gare, obiettivi?Prossime gare non basterebbe la carica del cellulare per elencartele. Ti dò un breve cenno tienilo per te. Un grande abbraccio e grazie di cuore per quello che fai. P.S. Voglio comprare una copia del tuo libro come faccio?

Un grande Michele, con grandi obiettivi che non posso rivelare al momento, ma si tratta di gare importanti ed ardue con lunghi chilometraggi. Per quanto riguarda il libro ci incontreremo in occasione della mezza maratona di Monopoli e sarà un piacere consegnare di persone una copia del mio libro, grazie di cuore.
Di seguito un’intervista di un po’ di tempo fa.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Una persona che punta un obiettivo, lo raggiunge e lo supera lentamente ma con saggezza.”

Se vuoi raggiungere il tuo obiettivo, ORA è il momento di agire, di passare all'azione, non rimandare, segui l’esempio di campioni resilienti e determinati come Michele che non teme pioggia, freddo e sonno, come hanno dimostrato alla Nove colli running.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
È stato appunto la curiosità di vedere cosa c’era oltre quel muro.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Misurarmi con me stesso.”
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?Il fatto di star bene con me stesso e di trasmettere positività a chi mi sta intorno.”
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?Per me non esistono gare più facili o più estreme; anche una gara di soli 10km può essere tragica.
Una gara estrema che ritieni non poter mai riuscire a portare a termine?Devo essere sincero ho un po’ di timore nell'affrontare la mitica Sparta-Atene.

Mai dire mai, il timore è giusto che ci sia, ma non si sa mai, man mano si diventa sempre più sicuri e si vuole alzare un po’ l’asticella, si decide momento per momento, e quando arriva il momento buono si mettono in atto tutte le strategie per compiere e portare a termine la sfida. Un buon approccio è provare e se non ci riesci sorridi e riprova in modo diverso dice William Hart nel suo libro L’arte di vivere.
C’è una gara estremi che non faresti mai?No, almeno ci proverei.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?Il fatto stesso di scoprire il mio limite sempre con molta cautela.”

Molti iniziano per caso e poi si innamorano della corsa, vengo rapiti, sequestrati, la corsa diventa un addiction in genere positiva, una sorta di cura da fare sempre con attenzione, da non superare le giuste dosi. Interessanti sono i racconti che raccolgo nei miei libri assieme a tanti suggerimenti e metodi di psicologia dello sport che riporto sugli stessi libri.
Cosa pensano famigliari e amici della tua partecipazione a gare estreme?Si dividono a metà: c’è chi ti incita ad andare avanti e lo fa in modo onesto e garbato; poi c’è chi cerca di ‘tirarti i piedi’. Per quanto riguarda i miei famigliari mi sono vicini a 360° in particolar modo mia moglie che a volte mi fa da supporto.”
Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “Significa raggiungere il miglior risultato per poter attingere positività e orgoglio che sono uno dei motivi per star bene con me stesso e con gli altri.”
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa?Andavano già a gonfie vele, ora continuano ad andare col vento in poppa.
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?Uso integratori quando è necessario, ma solitamente cerco di nutrirmi con cibi adeguati al mio fabbisogno.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?Non pensavo di avere tutta questa forza fisica e mentale.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme?Il fatto di pensare che alla fine di uno sforzo immane la soddisfazione sarà immensa mi aiuta a non mollare psicologicamente; posso dire che funziona.”

E’ vero la felicità è superare muri, crisi, ostacoli, difficoltà, superare sfide, e lì che scatta l’incremento di resilienza, l’essere consapevole che ce l’hai fatta, con le tue forze, con la tua forza di volontà, con il tuo impegno, passione e determinazione. La soddisfazione ripaga di tutto e dura tantissimo a lungo. Le sensazioni sperimentate non hanno prezzo.

Michele è menzionato nel libro L'ultramaratoneta di Corato. Esperienze, sensazioni, emozioni e aspetti psicologici di un atleta di corsa delle lunghe distanze.

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