giovedì 8 dicembre 2016

Fabio Caponio, Badminton: il sogno è poter partecipare ai Giochi Olimpici


Le sensazioni di vincere una medaglia sono comunque uniche, quando si è ragazzi, la felicità è alle stelle ed allo stesso momento puoi pensare che il tuo impegno, i tuoi sacrifici, le tue rinunce non sono state inutili, hai saputo investire in performance e relative sensazioni ed emozioni che porti con te per tutta la vita a ricordarti che hai sperimentato momenti unici.

Di seguito Fabio racconta il suo percorso verso la performance.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? No mai, perché secondo me per sentirsi campioni almeno una volta nello sport bisognerebbe raggiungere qualche traguardo importante affinché possa essere ricordato da tutti anche in un futuro.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
Il mio percorso per diventare un atleta è stato allenarmi, sacrificare la mia vita sociale e abbandonare la mia famiglia fin da piccolo (precisamente tredici anni) per conseguire i miei sogni. Non è stato facile ma se hai passione, il dolore di abbandonare qualcosa di importante nella tua vita, viene risanato da questo amore verso lo sport.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?Quando ho iniziato a giocare a Badminton all'età di 7 anni i centri sportivi nel mio paese non erano un granché perché il nostro sport non era così praticato, conosciuto. Dopo che sono entrato in nazionale e mi sono trasferito a Milano nel Centro Tecnico Nazionale, la palestra era davvero un lusso, con campi non più in gomma, ma erano presenti i tappeti. Questo mi ha aiutato tanto per la mia performance perché facendo un esempio: ‘Quando ero molto piccolo non avevo nessun allenatore che mi seguiva e ero costretto a fare tutto da solo con i miei compagni; avevo imparato molto bene a fare feeding perché lanciando molti volani al giorno ormai ci avevo preso la mano. A 10 anni ho fatto il mio primo raduno nazionale a Milano e un esercizio richiedeva di lanciare i volani ai propri compagni; io riuscivo perfettamente perché ero abituato, mentre i miei compagni di nazionale, abituati ad essere allenati da un allenatore e quindi non aver mai lanciato un volano ed essere sempre ‘serviti’, non erano in grado di eseguire l’esercizio’.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance?
Sicuramente gli allenatori sono i primi che ti aiutano e contribuiscono alla tua performance in ambito sportivo, ma penso che anche i miei genitori siano stati un fattore molto importante perché in ogni situazione difficile loro erano sempre presenti a sostenermi anche per quanto riguarda le singole partite in semplici tornei nazionali o internazionali.”
 
Il sostegno sia da parte di un allenatore che da parte della famiglia è importante soprattutto quando si è ancora ragazzi e lo sport può comportare il mettersi in gioco in gare nazionali ed internazionali di prestigio dove potresti sentirti sotto pressione e sotto osservazione.
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle?Ci sono state tante gare che mi hanno emozionato e mi hanno fatto sentire orgoglioso di me stesso, tante gare internazionali e nazionali. Non dimenticherò mai la mia prima medaglia d’oro ai Campionati Italiani Assoluti a 16 anni, primo ragazzo ad aver vinto una medaglia così importante a quell'età. Non avevo mai provato quell'emozione e spero sia una delle tante perché sono momenti che si vivono poche volte nella vita e sono sicuro che se dovessi vincere ancora una medaglia nella stessa situazione, le sensazioni sarebbero diverse, perché ‘la prima volta non si dimentica mai’. 
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?Non c’è solo un’esperienza che mi dà la convinzione, ma diversi sono i risultati e le motivazioni che mi continuano a spingere, a non mollare mai e a lottare nei momenti difficili. Poi io penso che se tu hai passione e credi in te stesso, alla fine i risultati arrivano. 

Oramai Fabio ha collaudato la sua prestazione sportiva, nonostante la giovane età sii conosce bene, sa come arrivare pronto alle competizioni, come allenarsi bene per arrivare pronto al giorno e all'ora dove deve dare il meglio di sé per confermare la sua bravura nello sport.
Un episodio curioso o divertente del tuo sport?
Vorrei raccontarvi di un episodio curioso per farvi capire quanto i miei allenatori puntavano su di me e anche per far capire come mai i cinesi dominano in quasi tutti gli sport, ma soprattutto nel nostro. Quando non ero ancora nel Centro Tecnico Nazionale, nel mio paese Santeramo in Colle era arrivata un’allenatrice cinese di nome Ding Hui che puntava molto su di me. Un giorno durante riscaldamento stavo parlando con i miei compagni di squadra e dopo 10 min che continuavo a parlare, lei mi disse: ‘Fabio ora per punizione puoi correre 40 giri di campo e quando avrai finito potrai allenarti’. La mia risposta fu: 'Scusami ma tutti parlano, perché devo correre proprio io?'. Alla fine corsi i 40 giri e subito dopo mi allenai. Dopo quel giorno capii che lei puntava tutto su di me e se lo faceva voleva solo farmi capire che io potevo diventare qualcuno o potevo avere il livello dei migliori in Italia e forse in un futuro nel mondo.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara)?Sicuramente le sensazioni che si provano sono tante e tutte diverse che nel proprio percorso sportivo si ripetono. Prima della gara ovviamente si inizia a sentire ‘aria’ di competizione e quindi l’ansia inizia a salire; durante la gara il cuore batte forte perché la pressione è alta e fin quando non sei in campo i tuoi battiti aumentano sempre di più, fin quando non rompi il ghiaccio iniziando la propria postazione in campo. Il post gara, secondo me, ha due facce, una è quella della felicità e dunque segno di vittoria, l’altra è quella negativa. Ovviamente da quest’ultimo si può imparare tanto cercando di riflettere sui propri errori e cercare di non commetterli nella prossima competizione o situazione, perché anche la sconfitta a volte aiuta la crescita e lo sviluppo di un’atleta.
 
La gara, il prima ed il dopo, fanno sperimentare un terremoto di sensazioni ed emozioni, importante è riconoscerle, conoscersi bene come si funziona prima, durante e dopo, e concentrarsi e focalizzarsi nel proprio impegno sportivo non improvvisato ma risultato di anni di allenamento con allenatori tra i migliori al mondo per puntare al massimo non solo a livello nazionale ma anche internazionale e mondiale.

Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Siccome è uno sport principalmente individuale, il rischio più grosso e un allenamento dove serve fare attenzione è quello mentale. Dico questo perché spesso nel nostro sport ci sei tu, il tuo avversario, gli arbitri e i coach che ti aiutano e la testa è fondamentale perché se tu dovessi perdere la concentrazione o il tuo cervello si dovesse spegnere, nessun compagno potrà sostenerti (come ad esempio nel calcio, sport di squadra). Quindi uno dei rischi è proprio non avere una mentalità da vincente e magari questo può demoralizzare il percorso dell’atleta. Poi ovviamente come in tutti gli sport ci sono infortuni; nel nostro sport oltre al lavoro fisico si fa molta attenzione al braccio, in quanto deve lavorare molto durante una partita.”
 
L’allenamento mentale non deve mancare per far si che in gara da solo si possa tirare fuori tutte le risorse occorrenti per affrontare e gestire la gara.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?L’altitudine è uno dei miei punti deboli perché il volano tende ad essere più veloce e il controllo diventa fondamentale, ma ovviamente tutti i colpi diventeranno automaticamente più veloci e questo può cambiare le situazioni e le strategie di gioco. Un esempio è l’Etiopia, dove l’altitudine è circa 2000m e il volano è molto veloce e per questo la selezione dei colpi da poter usare diventa molto limitata perché devi trovare una strategia affinché tu possa controllare al meglio la velocità e allo stesso tempo mettere in difficoltà l’avversario.”
 
Importante in qualsiasi cosa è lo studio, il documentarsi, lo sperimentare anche semplicemente con l’immaginazione, simulare una gara con le condizioni più avverse può essere molto utile.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Mi fa continuare questo sport la passione che ho. Lo pratico da quando ho 7 anni e la voglia è sempre la stessa. Non ho mai fatto nessun altro sport oltre al badminton da quando sono bambino e questo penso che spiega un po’ di cose.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Ho superato molti ostacoli nella mia ‘breve’ carriera sportiva confrontandomi con i miei compagni e ragazzi che avevano già vissuto queste esperienze in campo e in ambito sportivo, parlando anche con il mio psicologo. Ma penso che una delle cose più importanti che possa fare uno sportivo per continuare e riprendersi da brutti momenti, infortuni o sconfitte è parlare con se stessi e alla propria testa cercando una soluzione.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Ragazzi non conoscere il mondo dello sport e le persone che ci sono intorno a questa parola è un peccato è una chance sprecata per svariati motivi, il più banale che mi viene in mente è non poter conoscere nuove persone che magari potrebbero rivelarsi importanti nel percorso della tua vita.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?No mai, perché se si vogliono raggiungere risultati sportivi nella propria vita bisogna farlo onestamente e meritarlo senza imbrogliare e ‘giocare’ scorrettamente.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?Essere ‘puliti’ ti aiuta anche di più del doping nella prestazione, perché vincere da puliti è una sensazione più grande di vincere imbrogliando.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport?Si lo psicologo è molto importante in qualsiasi sport, perché come ho sottolineato prima la parte mentale è molto importante per andare avanti nella carriera sportiva. I problemi che si accumulano nella testa pesano un sacco e questo spesso impedisce una buona prestazione in campo.”
Quali sogni hai realizzato e quali sono da realizzare?I sogni che mi piacerebbe realizzare sono ben oltre i risultati che ho ottenuto fino a ora e il percorso è ancora lungo. Ovviamente il sogno di tutti gli sportivi è poter partecipare ai Giochi Olimpici, ma ci sono ancora tanti step da passare e superare prima di arrivare al grande obiettivo.”

Interviste a Fabio sono riportate nei miei libri: 
“Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”,
edito da Prospettiva Editrice. 
Sogni olimpici Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione di: Sonia De Leonardis. 

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