mercoledì 23 gennaio 2019

Luca Parisi, maratoneta: Ancora non ho fatto la gara della mia vita

Matteo SIMONE 

Si è svolta la “Corsa di Miguel” il 20 gennaio 2019 e in tale occasione Luca Parisi ha provato a puntare in alto cercando di vincere la competizione ma si classifica al terzo posto con il crono di 30’20” sperimentando comunque una vittoria personale. 

Di seguito, Luca racconta la sua passione per la corsa rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport?Mi sono sentito campione ogni volta che ho tagliato il traguardo di una competizione.” 
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport?Ho imparato a vincere le difficoltà e a superare gli ostacoli così come nello sport anche nella vita.” 
Come superi eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Guardo sempre al futuro ma anche al passato al fine di evitare di rifare gli stessi errori.

La corsa in particolare a volte diventa una sana abitudine, un’opportunità di svago, di crescita personale gestendo allenamenti e gare in compagnia o anche da soli.

Michele Baldelli, atleta non vedente: Spero in una convocazione in nazionale

Matteo SIMONE 

Lo sport risulta essere un ottimo aiuto alla disabilità.

Si può iniziare per caso a fare sport o consigliati da amici o familiari o per riabilitazione a seguito di incidenti o disabilità e poi ci si può appassionare sperimentando sia benessere che performance.
Di seguito l’esperienza di Michele Baldelli (Osteria dei Podisti) attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, sono Campione Italiano Paralimpico 2017, categoria T11, di 10.000 m su strada e su pista.”

La corsa di Miguel per condividere lo sforzo e la fatica insieme

Matteo Simone 

La corsa di Miguel cos'è? È una classica della capitale, è una gara da non mancare in ricordo di un desaparecido argentino Miguel Sanchez, lavoratore, runner, poeta.

Perché partecipare? Per esserci con il cuore, il corpo e la mente; per condividere un ricordo; per condividere lo sforzo e la fatica insieme raggiungendo traguardi importanti o simbolici; un'occasione per conoscere gente uguale a noi, diversa da noi, ordinaria o straordinaria, veloce o lenta, abile o con altre abilità. Tanti incontri, tanti amici per fare parte di un team e condividere fatica e divertimento.

martedì 22 gennaio 2019

Antonello Landi, Campione del Mondo 2019 corsa con le ciaspole Master 40

Matteo SIMONE

Si è svolta in 'Val di Non' la 46° edizione della Ciaspolada, il cui titolo Mondiale maschile è stato vinto da Cesare Maestri (Amorini TSL Team Italy Valli Bergamasche Leffe) in 28’46”, precedendo lo statunitense Joseph Gray (Elmore Gruppo) in 29’30” e Alessandro Rambaldini (Amorini TSL Team Italy Valli Bergamasche Leffe) in 30’12”.

Il titolo Mondiale femminile è stato vinto da Anna Laura Mugno (Orecchiella Garfagnana) in 36’54” che ha preceduto Isabella Morlini (Atletica Reggio - Baldas) in 37’19” e la statunitense Michelle Hummel (Elmore Gruppo) in 37’35”.
Per quanto riguarda la classifica a squadra, il titolo maschile è andato all’Italia grazie, oltre che a Cesare Maestri e Alessandro Rambaldini, anche a Filippo Barizza (Barizza Sport Libertas) 30’31” con un tempo totale di 01h29’29” precedendo Stati Uniti 01h34’59”, Spagna 01h35’01”, Canada 01h37’18”, Francia 01h46’10”, Regno Unito 02h12’27” e Germania 02h14’35”.

Perché correre una ultramaratona?


Nel 2019 sono stato a Baku in Azerbaijan e partecipando a una competizione locale mi sono imbattuto in Artyom Aliyev, un ragazzo estremamente simpatico e ultrarunner con il quale abbiamo parlato delle nostre “pazzie” sportive ma lui è molto più estremo, di seguito le sue parole che racchiudono l’essenza della complicità nelle esperienze estreme: “Thank you for your lifestyle! For your crazy friendship, thank you! Thank you, for your hard work for your books!”
Ho approfondito il mondo delle ultramaratone sia per esperienza diretta sia perché mi sono avvicinato a queste persone.  Ho scoperto che queste gare estreme diventano in realtà un investimento in termini di arricchimento personale: sono l’occasione per incrementare la consapevolezza, l’autoefficacia e la resilienza.

lunedì 21 gennaio 2019

Intervista a due ultrarunner: Monica Casiraghi e Sara Valdo


La fatica fisica nello sport viene ripagata da un benessere mentale prima di tutto e poi anche da una soddisfazione derivante da vittorie; non è da tutti riuscire e primeggiare in questo tipo di gare lunghe e a condizioni considerate quasi estreme.
Di seguito Monica e Sara raccontano la loro esperienza attraverso risposte a un mio questionario di un po’ di tempo fa, raccontando la loro passione, le loro motivazioni e cosa significa sfidare i propri limiti: Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
Monica:Ho iniziato a correre da bambina, prima gare veloci poi mezze maratone e maratone cercando sempre di migliorare, poi sono passata alle ultra, perché sentivo che quella era la mia strada; alla fine di ogni maratona potevo continuare ancora per km, e perché il mondo dell’ultramaratona è affascinante! La mia prima ultra è stato un mondiale di 100km, una sfida con me stessa!
Sara: “Da giovane ho praticato sci, nuoto e pallavolo, non a livelli competitivi, ma per il benessere di fare sport. Poi un giorno alcuni amici mi hanno proposto le non-competitive della domenica e da lì ho iniziato a correre. Mi piacerebbe fare un po’ di Triathlon, insieme alla corsa.”

Non c'è un'età per scendere dal treno dello Sport, se si è stanchi si può rallentare

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta

Non c'è un'età per scendere dal treno dello Sport, se si è stanchi si può rallentare, non bisogna dar conto a nessuno se non a se stesso, puoi arrivare ultimo ma sarai sempre acclamato, decidi tu quando scendere. 

Abbiamo una certa età e non molliamo; tocca lasciare spazio a bimbi e ragazzi, hanno tante energie da spendere e una vita intera da affrontare e con lo sport hanno una marcia in più.  
Portiamoli nei parchi, nei campi, per la strada non teniamoli in zona di troppo confort. Lo sport fa continuare a giocare come bimbi, fa perdere l'età anagrafica, fa apprezzare il gusto di sporcarsi, cadere, sbagliare. A volte lo sport contagia, confonde, fa perdere il senso del tempo atmosferico, del tempo che passa. A volte lo sport fa incontrare persone e paesaggi, fa viaggiare nei sogni e nella realtà.

Translate