Credo di essere la
classica "runner che corre a cazzo"
Psicologo, Psicoterapeuta
Nella vita si incontra sempre uno sport ma
poi è difficile portare avanti questa passione per diversi motivi familiari, lavorativi o di salute.
Importante comunque è la consapevolezza delle proprie
possibilità e dei propri limiti, si fa quel che si può in un dato momento
cercando di sperimentare il meglio per sé stessi a livello di benessere e anche
di performance.
Di seguito Elga racconta le sue
vicissitudini sportive attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è il tuo percorso per diventare atleta? “Ho 50 anni e 4 figli,
corro da sempre, atletica poi nuoto, pallavolo, corsa, wiet vo dao, pilates e
poi sono arrivati i parti che hanno tramutato le corse in camminate, gli
ultimi 3 sono arrivati in 5 anni dai 35 ai 40, quando ho ripreso la corsa
costantemente era per avere la mia ora d'aria e stare con i miei pensieri. Senza
fiato, piano piano, ho ripreso la forma con la consapevolezza che mai sarei più
arrivata a quando di anni ne avevo 20 se non altro per i problemi fisici che
sono subentrati con le gravidanze, morbo di Basedow autoimmune con spesso
ricoveri per tachicardie e infine con una sublussazione dell'anca sx e un’artrosi
alla testa del femore. Tutto questo non mi ha impedito di arrivare piano piano a traguardi per me impensabili, prima inizi con 5km di fila, poi 10, poi ti
gasi e vuoi fare una mezza, ti rigasi e vuoi fare la maratona e tutto con estrema
calma, entrando nei tempi limiti della gara, godendomi ogni metro del percorso
facendo anche book fotografici, senza coach, senza tabelle.”