venerdì 20 marzo 2020

Nicolangelo d'Avanzo La mia gara più difficile è stata senza dubbio la Sparthatlon

L'importante è stare sempre coi piedi per terra ed essere determinanti
Matteo Simone 

Nicolangelo d'Avanzo dell’A.S.D. Bisceglie Running è un atleta delle lunghissime distanze di corsa, ma uno di quelli che ne ha vinte e continua a fare prestazioni eccellenti nonostante si avvicini ai 50 anni. 

Uno dei più forti atleti pugliesi delle lunghissime distanze. Di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte ad alcune mie domande nel giorno del suo compleanno 19 marzo 2020.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Sono diventato atleta per caso. Per infortunio non ho potuto giocare più a calcio e con l'aiuto di alcuni amici ho iniziato a correre.”

giovedì 19 marzo 2020

Artyom Aliyev: Sono il primo e l'unico nel mio paese che faccio plogging ogni giorno

I’m the first and only one in my country who plogging every day 
Matteo SIMONE 

Nel 2019 feci una vacanza a Baku e partecipai a una corsa di 5km dove ho avuto l’opportunità di incontrare Artyom Aliyev, un ragazzo estremamente simpatico e super ultrarunner con il quale abbiamo parlato delle nostre “pazzie” sportive ma lui è molto più estremo, di seguito le sue risposte ad alcune mie domande, inerenti alle sue esperienze estreme.

Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Sono il primo e unico nel mio paese che faccio ogni giorno plogging (sport, corsa + pulizia di immondizia e plastica dal mare, vicino al mare, in città): lo faccio nelle mie corse ultra, ogni giorno dall’anno 1998! Plogging è una parola creata in Svezia solo pochi anni fa. Riesco a trovare il tempo di andare solo per qualche minuto in mare.

mercoledì 18 marzo 2020

Torneremo a condividere allenamenti con fatica, gioia e grandi soddisfazioni

Soprattutto per i bambini di #sportsenzafrontiere
Psicologo, Psicoterapeuta

Torneremo a rivederci e a condividere allenamenti con fatica, gioia e grandi soddisfazioni, soprattutto per i bambini di #sportsenzafrontiere. Il 29 marzo volevo correre la Rome Marathon 2020 con la mia società Atletica La Sbarra, rinnovando il mio impegno sportivo al fianco di Sport Senza Frontiere, per contribuire ad offrire la possibilità a tanti bambini di partecipare a Joy SSF Summer Camp 2020.

Joy SSF Summer Camp è un camp estivo residenziale polisportivo a vocazione sociale nato per regalare una vacanza a tutti quei bambini le cui famiglie vivono in condizioni di disagio socio economico o che hanno subito perdite, traumi e danni a causa di eventi inaspettati e drammatici. 

Elga Zara: Passatore 2017, la gara più bella in assoluto, 17 ore di pura estasi

Credo di essere la classica "runner che corre a cazzo"
Psicologo, Psicoterapeuta

Nella vita si incontra sempre uno sport ma poi è difficile portare avanti questa passione per diversi motivi familiari, lavorativi o di salute. 

Importante comunque è la consapevolezza delle proprie possibilità e dei propri limiti, si fa quel che si può in un dato momento cercando di sperimentare il meglio per sé stessi a livello di benessere e anche di performance.
Di seguito Elga racconta le sue vicissitudini sportive attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è il tuo percorso per diventare atleta?Ho 50 anni e 4 figli, corro da sempre, atletica poi nuoto, pallavolo, corsa, wiet vo dao, pilates e poi sono arrivati ​​i parti che hanno tramutato le corse in camminate, gli ultimi 3 sono arrivati ​​in 5 anni dai 35 ai 40, quando ho ripreso la corsa costantemente era per avere la mia ora d'aria e stare con i miei pensieri. Senza fiato, piano piano, ho ripreso la forma con la consapevolezza che mai sarei più arrivata a quando di anni ne avevo 20 se non altro per i problemi fisici che sono subentrati con le gravidanze, morbo di Basedow autoimmune con spesso ricoveri per tachicardie e infine con una sublussazione dell'anca sx e un’artrosi alla testa del femore. Tutto questo non mi ha impedito di arrivare piano piano a traguardi per me impensabili, prima inizi con 5km di fila, poi 10, poi ti gasi e vuoi fare una mezza, ti rigasi e vuoi fare la maratona e tutto con estrema calma, entrando nei tempi limiti della gara, godendomi ogni metro del percorso facendo anche book fotografici, senza coach, senza tabelle.”

Samuela Bartolacci, medico e runner: Mi curo con le endorfine prodotte dallo sport

Mi ispiro ad atleti che hanno affrontato e superato grossi limiti
Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta


Lo sport a volte diventa una terapia naturale, meglio di tanti farmaci, a volte lo sport diventa una marcia in più nella vita, utile a superare situazioni difficili e complesse. 

Di seguito l’esperienza di una donna atleta che sembra essere alquanto resiliente e si racconta attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?A 40 anni, quindi 4 anni fa, affetta da fibromialgia ho dovuto smettere di fare equitazione perché non avevo più forza nelle braccia per preparare il cavallo e i miei mal di schiena mi facevano stare male in sella. Le mie gambe erano ancora valide per cui, non pur non avendo mai fatto sport in vita mia (nell'equitazione lo sport lo fa il cavallo non il cavaliere) ho deciso di iniziare con una nuova sfida e mi sono iscritta ad una mezza Maratona che ho preparato in 6 mesi. 

martedì 17 marzo 2020

Dobbiamo cavalcare l’onda del cambiamento con pazienza, fiducia e resilienza

Andrà tutto bene se coltiviamo l’arte del rallentare e del fermaci

Quando non siamo disponibili al cambiamento, quando rinunciare ci fa stare troppo male, questi sono campanelli a cui dobbiamo prestare attenzione. Dobbiamo sempre cavalcare l’onda del cambiamento con pazienza, fiducia e resilienza. Tutto muta e si trasforma, ma questo non deve essere un problema anzi può diventare uno stimolo per nuove esperienze. Fermarsi ogni tanto è importante per riflettere e coltivare altre pratiche come la meditazione.

La passione della corsa


In linea di massima la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. 

Da un lato l’autoefficacia e la riuscita sono stimoli importanti e gratificanti, ma bisogna fare anche i conti con le sconfitte e con gli infortuni. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. 

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