venerdì 17 gennaio 2014

La consapevolezza della respirazione

Se non ci riusciamo, riproviamo ancora e ancora, sorridendo, senza tensione; senza scoraggiarci, continuiamo a ripetere l’esercizio. (1)

Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente, è illustrata da William Hart nel libro LA MEDITAZIONE VIPASSANA - Un’arte di vivere:
“La tecnica più appropriata per esplorare la realtà interiore è la consapevolezza della respirazione.
Non si tratta di un esercizio di respirazione, bensì di consapevolezza. Lo sforzo non è quello di controllare il respiro, ma quello di prendere coscienza di come il respiro stesso sdi manifesta.
Sforzandoci di fissare l’attenzione sul respiro impariamo a rimanere nella realtà del momento presente.
Quando ci sediamo tranquilli e fissiamo l’attenzione sul respiro, senza l’interferenza di alcun pensiero, attiviamo e manteniamo un salutare stato di autoconsapevolezza.
Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.
Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.
Questo è il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente.
Fissare l’attenzione sul respiro favorisce lo sviluppo della consapevolezza del momento presente. La giusta concentrazione consiste nel mantenere questa consapevolezza il più a lungo possibile, momento dopo momento. Ogni giorno, nel compiere le azioni abituali, dobbiamo essere concentrati.”
La meditazione consiste nel riportare la mente al momento presente, nel qui-e-ora. Aiuta a sviluppare calma, a relazionarsi, ad affrontare la sofferenza esistenziale e fisica, a gestire il dolore.
La morfina o altri antidolorifici riducono in media il dolore del 25%, la meditazione riduce il dolore del 40%.
La base della meditazione è concentrare la mente sul respiro e di mandare via pensieri intrusivi.
La velocità di respirazione influenza la mente (2) Gli effetti di una riduzione della velocità di respirazione non si limitano solo al corpo, ma si estendono alla mente e alle emozioni. Una respirazione lenta, tranquilla, porta compostezza e un naturale sollievo dalle alterazioni emotive. Controllando e regolando la respirazione, si ottiene un controllo completo su se stessi, riuscendo a rimanere mentalmente tranquilli anche di fronte alle emozioni.
Per questo in Giappone si crede tradizionalmente che lo Zen, in cui il controllo della respirazione occupa un posto importante, sia una via all’autocontrollo.
La mancanza di autocontrollo fa si che persone, altrimenti capaci, sotto stress non siano in grado di fare quello che in condizioni normali sanno fare benissimo Quando c’è in gioco qualche cosa di importante, chi ha problemi emozionali di questo tipo si sente i muscoli e la mente tesi, il che impedisce di agire in modo appropriato.
Nessun accorgimento cosciente può fare nulla per risolvere questo problema, fuorchè il controllo della respirazione
La parola passan significa “vedere” e si riferisce al tipo ordinario di visione che abbiamo quando apriamo gli occhi, Il termine Vipassana, invece, si riferisce ad un tipo di visione speciale: l’osservazione della realtà all’interno di noi stessi, che si raggiunge scegliendo le sensazioni fisiche come oggetto di attenzione.
Pertanto, lo psicologo può invitare l’atleta innanzitutto a prestare attenzione alle sue sensazioni quel momento in seduta, in gara, in altre occasioni della sua vita, l’atleta può prestare attenzione a come è la sua respirazione e può provare piccoli cambiamenti, ad esempio può provare a fare una respirazione profonda abbinando una visualizzazione che possa aiutarlo ad ottenere un po’ più di sicurezza e a mandar via parte di ansia non funzionale ma in eccesso e quindi disturbante.
La giusta modulazione tra respirazione e visualizzazione può far parte dell’allenamento mentale da provare durante il colloquio o durante gli allenamenti e tutto ciò alla ricerca di un attivazione pre gara ottimale che possa proiettare l’atleta in una esperienza di flusso per ottenere una peak performance.

  1. William Hart, LA MEDITAZIONE VIPASSANA come insegnata da S.N. Goenka Un’arte di vivere, Edizioni ARTESTAMPA, 2011, Modena, p. 96.
  2. HIRAI T., Curarsi con la meditazione zen, Red Edizioni Milano, 2007.

Psicologo dello sport, Psicoterapeuta
380.4337230 - 21163@tiscali.it www.psicologiadellosport.net

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