KABAT-ZINN nel suoi testo “Dovunque tu vada ci sei già.
In cammino verso la consapevolezza” (1) illustra l’importanza del non fare, di
fermarsi, di sperimentare l’essere: “Un buon modo di interrompere le nostre
occupazioni è passare per un momento alla ‘modalità dell’essere’. Valutate
semplicemente questo momento, senza tentare affatto di cambiarlo. Cosa sta
accadendo? Cosa provate? Cosa vedete? Cosa sentite?
Quando ci si ferma, l’aspetto curioso è
che immediatamente si diventa se stessi. Tutto appare più semplice. In un certo
senso è come se foste morti e il mondo continuasse. Se moriste realmente, tutte
le vostre responsabilità e obblighi svanirebbero d’incanto.
Riservandovi alcuni attimi di ‘morte
volontaria’ arginando le pressioni del tempo, finché vivete sarete liberi di
ritagliarne una parte per il presente. ‘Morendo’ ora, in questo modo, in realtà
divenite più vivi. Questo è il vantaggio di fermarsi. La pausa contribuisce a
rendere più vivaci, ricche e articolate le azioni successive, aiuta a
inquadrare nella giusta prospettiva tutte le preoccupazioni e insicurezze.
Serve da guida.
Più volte nel corso della giornata,
fermatevi, sedetevi. Accettate senza riserve il presente, le vostre sensazioni.
In questi momenti non cercate di cambiare nulla, limitatevi a respirare e
rilassarvi. Respirate, lasciate correre; astenetevi dal voler produrre qualcosa
di diverso in questo momento; mentalmente ed emotivamente lasciate che questo
momento sia esattamente com’è e lasciate a voi stessi la libertà di essere così
come siete. Poi, quando sarete pronti, muovetevi nella direzione dettata dal
cuore, consapevoli e risoluti.”