giovedì 8 dicembre 2016

Nicol Foietta, mondiali: Stoccata per stoccata, volevamo quella medaglia d’oro

La gara della mia vita spero debba ancora arrivare

Stoccata per stoccata si è arrivati all’oro mondiale di squadra con l’impegno di tutti e la concentrazione di tutti verso l’obiettivo mondiale che ripaga dei tanti allenamenti fatti.

Dietro ogni allenamento tante persone, dai genitori ai maestri di scherma. 
Finalmente ci si può rilassare e godere dei risultati raggiunti a coronamento di un percorso passo dopo passo verso la gara mondiale.
Di seguito Nicol Foietta racconta la sua esperienza di atleta a livello internazionale.

Fabio Caponio, Badminton: il sogno è poter partecipare ai Giochi Olimpici


Le sensazioni di vincere una medaglia sono comunque uniche, quando si è ragazzi, la felicità è alle stelle ed allo stesso momento puoi pensare che il tuo impegno, i tuoi sacrifici, le tue rinunce non sono state inutili, hai saputo investire in performance e relative sensazioni ed emozioni che porti con te per tutta la vita a ricordarti che hai sperimentato momenti unici.

Di seguito Fabio racconta il suo percorso verso la performance.

mercoledì 7 dicembre 2016

Italo Merolli: Vice Presidente società atletica “La Sbarra & I Grilli”

Matteo SIMONE

Il punto di vista di un vice presidente su organizzazione, coinvolgimento, risultati, clima di squadra.

Qual è stato il tuo percorso come atleta?Ho sempre praticato sport. A 14 anni ho partecipato ai giochi della gioventù nel mezzofondo con buoni risultati. A 45 anni ho deciso di riprendere a correre per amore della natura e delle sensazioni di libertà che mi da questo Sport.
Come hai conosciuto la tua società, hai un ruolo all’interno?Abbiamo creato una piccola Società con amici e colleghi di corsa dello stesso gruppo di allenamento e successivamente ci siamo uniti con un’altra Società che condivide i nostri stessi valori che sono quelli dello sport, del divertimento e della coesione di gruppo.
Come mai partecipi alla Corri per il verde individualmente e di squadra?Mi piace correre nei parchi e nei verdi prati proprio per il senso di libertà che mi trasmette. Allo stesso tempo la corri per il verde innalza lo spirito di appartenenza ad una squadra.

Francesco Cannito, ultrarunner: volevo superare la soglia dei 180 km

Francesco ha fatto passi da gigante da quando, qualche anno fa, mi disse che voleva provare a fare una gara di 100km e chiedeva consigli e libri per documentarsi.

Gli consigliai il mio libro dal titolo “O.R.A.: Obiettivi, Risorse, Autoefficacia, come raggiungere obiettivi nella vita e nello sport” e nel giro di pochi anni ha fatto non solo la 100km ma ha anche raddoppiato portando a termine la nove colli ed ultimamente arrivando tra i primi a gare di corsa della durata di 24 ore.
Se hai un sogno, se ti sei messo in testa degli obiettivi a cui tieni, fai di tutto per trasformare i sogni in realtà, ti documenti, ti impegni, segui gli amici più esperti, se non riesci all’inizio non molli ma ci riprovi più determinato, con più entusiasmo e sempre con il sorriso e la serenità.

Andrea Di Somma: Presidente società Atletica La Sbarra

Matteo Simone 

Il punto di vista di un presidente su organizzazione, coinvolgimento, risultati, clima di squadra.

Qual è stato il tuo percorso come atleta?Ho iniziato a correre nel 2007 quando vivevo in Spagna, a Sevilla, lungo le rive del Guadalquivir. Dal 2010 mi sono tesserato con l’Atletica La Sbarra e ho iniziato a gareggiare. Ho sempre fatto sport: da juniores praticavo windsurf a livello agonistico, successivamente sono passato alla mountain bike.”
Come hai conosciuto la tua società, hai un ruolo all’interno?Dal 2013 mi occupo della gestione della squadra a livello dirigenziale e dal 2015 svolgo il ruolo di Presidente. Occuparmi della squadra è anche una sorta di fuga dai problemi della quotidianità.”
Come mai partecipi alla Corri per il verde individualmente e di squadra?Partecipo ininterrottamente dal 2010. Condivido pienamente gli ideali storici di questa manifestazione sportiva: il rilancio di aree verdi in zone marginali della città caratterizzate spesso da situazioni di degrado urbanistico. Considero le aree verdi urbane luoghi in cui è possibile riscoprire uno spirito di collettività contrastando il disagio sociale che talvolta caratterizza questi quartieri. In questi anni ho avuto modo di conoscere dei parchi, che non avevo mai visitato, con delle potenzialità di ripresa enormi per il territorio periferico romano.”

Michele Debenedictis, ultrarunner: è stata un'esplosione di gioia


Gli atleti ultrarunner si dimostrano molto uniti nelle loro avventure e lunghi viaggi di corsa, si guardano, si scrutano, si osservano, ma si tratta di una competizione sana, c’è tanto rispetto l’uno per l’altro e tanta fratellanza.
Michele Debenedictis con 196km arriva primo assoluto, alla 24 ore di corsa a piedi a Lavello, precedendo Taliani Massimo 182,583km, Francesco Cannito 178,163km, Giuseppe Mangione 170,660km, Michele Spagnolo 168,623km.

martedì 6 dicembre 2016

Roldano Marzorati, Oslo 48ore: ogni gara è condizionata da mille variabili




 
Il fantastico mondo degli ultrarunner prevede presso il Bislett Stadium ad Oslo anche una festa ultrarunning in cui i corridori hanno avuto l'opportunità di correre 6 ore, 12 ore, 24 ore o 48 ore su una pista di 546 metri con cambio direzione di marcia ogni di 6 ore.

Di Roldano ne parlo già nel mio ultimo libro Ultramaratoneti e gare estreme http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product per aver superato il muro dei 200km in una gara di 24 ore, ma lui è uno che non  molla, amante di esperienze al limite anche al di fuori dell’Italia, ultimamente si è sperimentato in una gara di corsa della durata di 48 ore al coperto ad Oslo e ci racconta la sua esperienza ai limiti dell’ordianria quotidianità.

Ciao Roldano, com'è andata? “La trasferta norvegese è stata una piacevole sorpresa e  occasione di confrontarsi con realtà  diverse dal quotidiano.”

Soddisfatto, avevi diverse aspettative? “Soddisfatto a metà  perché,  per come si era messa la gara, nutrivo l’idea che avrei fatto un buon risultato. Ma gare così  lunghe portano sempre con sé  imprevisti che mi han fatto desistere dal continuare per non compromettere la salute. Fino al mio stop volontario dopo 31 ore avevo percorso 220 km con un parziale di 184.5 km alla 24esima ora. Aspettative serie non ne nutrivo, quest’anno è stato avaro di vere  soddisfazioni quasi a bilanciare uno splendido 2015. Questo fatto mi ha fatto pensare che è difficile correre per migliorare i propri limiti in ultramaratona, per persone quasi 60enni, due anni di seguito. Prendo ciò che mi è capitato come un monito per future gare.”

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