lunedì 10 agosto 2020

Matteo Nocera, ultrarunner: Mi sento molto sostenuto e questo per me è importante

 Matteo SIMONE

http://www.psicologiadellosport.net 

Nello sport, per ottenere qualcosa di importante, bisogna allenarsi duramente soprattutto nello sport di endurance come le ultramaratone dove lo sforzo fisico e mentale è protratto nel tempo e c’è bisogno di persone che sostengono, consigliano, aiutano l’atleta nelle sue scelte, nei suoi allenamenti, nelle sue performance.

Emanuela Pazzini, SemprediCorsa: Ho scoperto che sono molto tenace ed ho grinta

 Matteo SIMONE

http://www.psicologiadellosport.net 

Attraverso lo sport si fanno scoperte su se stessi e sugli altri, si apprende dalla fatica raggiungendo risultati ritenuti prestigiosi come può essere il completamento di una maratona di 42,195km. Di seguito Emanuela Pazzini dell’Asd “SemprediCorsa” racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.

domenica 9 agosto 2020

Riccardo Montani vince l’ultratrail Swissalpine a Davos 68 km 2020

 Prima di una gara cerco di racimolare al meglio le energie che ho in corpo 
Matteo Simone 

 

Riccardo Montani, della Sport Project Vco e Team Salomon, ha vinto l’ultratrail Swissalpine a Davos di 68 km e 2600 metri di dislivello in 6h12’28”, precedendo per pochi secondi Raphael Sprenger 6h12’44” e Wenk Stephan 6h20’50”. 

sabato 8 agosto 2020

Roberto Mastrotto, ultrarunner: La fatica è più bella se affrontata con il sorriso

 Cerco di sorridere sempre, anche nei momenti di crisi 
Matteo Simone 

Lo sport è una grande bella passione da coltivare cercando di raggiungere risultati prestigiosi allenandosi con costanza e credendoci sempre. 

Di seguito Roberto Mastrotto della Vicenza Marathon e del Team La Sportiva International racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 

martedì 4 agosto 2020

Luca Parisi, runner: Delle volte mi meraviglio di me stesso

3000m: Ci metto tutto me stesso e chiudo con il nuovo personale 8’36’’
Matteo SIMONE

Luca Parisi da qualche anno una sorpresa dal punto di vista della performance dell'atletica leggera italiana. Lui che è uno che non evita la fatica ma nemmeno evita il vivere bene divertendosi faticando e facendo bene con il suo allenatore ottenendo sempre primati personali e ottime prestazioni, stimolando la curiosità di atleti, tecnici, psicologi, fan.

Direi un caso umano per approfondire uno studio sulla consapevolezza corporea, mentale, amorevole e ludica. Di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso alcune mie domande a seguito del suo ennesimo primato, questa volta sui 3.000 metri.
Prima di un allenamento importante o gara quali sono le sensazioni corporee? "Prima di un allenamento mi interessa sì stare in una buona condizione soprattutto sé si tratta ad esempio di un’impegnativa sessione in pista o strada, ma ciò non è un requisito fondamentale che deve essere sempre presente. In un periodo di allenamento in cui ad esempio sto caricando, anche se a livello mentale, piuttosto che fisico, non sono al massimo lo metto in conto, perché allenarsi significa anche tollerare situazioni psicofisiche di disagio, ma il più delle volte anche grazie ai corretti piani di allenamento che sviluppo insieme a Massimo Fucili, sono sempre in condizione di affrontare la seduta in buona condizione sia essa fisica che mentale. 

venerdì 24 luglio 2020

Michael Zagato: Sono solo un amatore che ama l'atletica!

Mi piacerebbe tanto scendere sotto il muro delle 2h30 in maratona  
Matteo SIMONE  

Per amare la fatica bisogna avere tanta passione e aver sperimentato situazioni e momenti ricchi di soddisfazione, entusiasmo, gioia, competenza. 

Questo può succedere praticando uno sport come l’atletica dove si fatica da soli o in compagnia ma poi si raccolgono risultati e frutti preziosi.
Di seguito Michael racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Come hai gestito il periodo del covid? Il periodo Covid-19 è stato difficile credo un po' per tutti, ho lavorato fino a quando si è potuto poi sono rimasto a casa dal lavoro anche io, ho approfittato per dedicarmi meglio ai miei allenamenti, sfruttando il riposo che lavorando purtroppo non ho, o meglio ne ho poco! Non ho mai smesso di allenarmi, ho variato un po' i programmi di allenamento ma ogni giorno ero in strada a fare km sempre nel rispetto dei decreti! Avevo iniziato la stagione bene con due personali uno sui 10Km e uno sulla mezza, volevo continuare a svolgere bene il lavoro!”. 

martedì 21 luglio 2020

Claire Teuwissen: Mi sono dedicata al trail a 44 anni, dopo due protesi alle anche

Non ho mai mollato l’attività fisica perché è solo gioia per me e adoro la montagna
Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta

Non c’è un momento migliore per dedicarsi a uno sport, non c’è un’età per dedicarsi al trail, non c’è una condizione migliore per partecipare a gare di ultra trail.  
Non c’è un momento migliore per dedicarsi a uno sport, non c’è un’età per dedicarsi al trail, non c’è una condizione migliore per partecipare a gare di ultra trail. 
Si è sempre in tempo a mettersi in gioco con passione e volontà, con proprie modalità e tempi di percorrenza. 
Di seguito Claire del team “Born To Run”, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? Si, quando ho finito il mio primo trail di 38 km”.

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