domenica 9 agosto 2020

Riccardo Montani vince l’ultratrail Swissalpine a Davos 68 km 2020

 Prima di una gara cerco di racimolare al meglio le energie che ho in corpo 
Matteo Simone 

 

Riccardo Montani, della Sport Project Vco e Team Salomon, ha vinto l’ultratrail Swissalpine a Davos di 68 km e 2600 metri di dislivello in 6h12’28”, precedendo per pochi secondi Raphael Sprenger 6h12’44” e Wenk Stephan 6h20’50”. 
Conosco gli scenari di Davos avendo partecipato nel 2012 alla maratona, molto spettacolare e paesaggistica e con tanti spettatori che incitavano chiamando per nome al passaggio che avevamo stampato sul pettorale e con i loro “hop, hop, hop”, un gran clima di festa. Di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte ad alcune mie domande. 

Prima di un allenamento importante o gara quali sono le sensazioni corporee? Cosa senti e cosa vedi? A livello corporeo e mentale? “Prima di una gara cerco di racimolare al meglio le energie che ho in corpo e di spendere il tempo nel modo più rilassato possibile senza quindi andare incontro a degli stress che possano anche farmi perdere delle energie a livello mentale perché è importante poi ritrovarle il giorno dopo o nel momento in cui la prestazione deve avvenire. La stessa cosa anche in caso di un allenamento test. A livello corporeo spero di ritrovare delle buone sensazioni, a livello mentale invece sono focalizzato sulla gara o sull'allenamento che mi spetta.” 

 
Gare di ultratrail richiedono una preparazione adeguata e soprattutto un opportuno riposo prima della gara per far sì che si possa essere sulla linea di partenza pronti per esprimersi al massimo cercando di fare del proprio meglio con energie fisiche e mentali a disposizione per tutta la durata della gara. 
Come ti focalizzi in quello che fai su te stesso e sull'ambiente? “Il modo in cui riesco a focalizzarmi meglio rispetto a un obiettivo o una gara è cercare di studiarlo nei minimi dettagli. In particolare, se si tratta di una competizione, studio dettagliatamente il profilo altimetrico o dove posso trovare dei ristori o dell’assistenza e molte volte provo le salite e le discese che mi aspettano. Rispetto agli allenamenti giornalieri credo che mi aiuti molto focalizzarmi o tenere un buon allenamento sapendo a che ora e dove e cosa devo andare a fare come allenamento, questo è importante in modo da partire lanciato nel mio allenamento senza perdermi in distrazioni”.  

Per eccellere ed essere campioni non bisogna solo allenarsi duramente ma anche studiare dettagliatamente la situazione che si deve affrontare o si può incontrare in tutti i particolari, soprattutto le altimetrie per capire quanto spendere di energie nelle varie fasi della gara per trovarsi all’arrivo pronti per sparare le ultime cartucce che potrebbero essere determinati. Riccardo non evita lo studio essendo diventato anche un valido fisioterapista oltre che un atleta di livello internazionale, perché sembra che in quello che fa ci mette anche tanta passione oltre che tantissimo impegno. 
Quanta importanza dai alle sensazioni del cuore in quello che fai? “Le sensazioni che attribuisco al cuore in quello che faccio sono sicuramente importanti ma non sono le uniche, do importanza anche infatti alle sensazioni che provengono a livello metabolico delle energie in generale e anche a livello muscolare come la sensazione di avere delle gambe fresche o pesanti, si speri che tutto questo giri al meglio. Il cuore cerco semplicemente di gestirlo a seconda dell’intensità che fornisco all’azione dell’allenamento o al momento della gara”. 

Sono tante le componenti del successo, prima di tutto c’è bisogno di tanta consapevolezza e tanta conoscenza di  stesso, di come si funziona, di come cuore, muscoli e mente in sinergia cercano di raggiungere obiettivi e sogni. 
Come riesci a mettere da parte qualsiasi distrazione nei momenti importanti? “Cerco di isolarmi da eventuali distrazioni nel momento della gara presentandomi fresco di energie anche a livello mentale, una volta che sono nel ‘mood’ gara di solito non mi distraggo se appunto ho fatto un buon ‘tapering’, altrimenti se ti riferisci a distrazioni che possono incombere rispetto agli allenamenti quotidiani, ci sono tante cose nella vita che possono andare a modificare il proprio stato d’animo oppure la propria giornata in generale e che possono influire parecchio su anche l’allenamento o lo sport che c’è da fare e queste non sempre si possono controllare”. 

Bisogna conoscersi bene e comprendere cosa fare e come stare nelle diverse fasi dello sport, prima della gara tutto deve essere sistemato per bene per partire sereni, tranquilli, attivati e pronti per esprimersi al meglio. Il “tapering” si riferisce alla pratica di ridurre l'esercizio nei giorni che precedono un'importante competizione. Il tapering è consueto in molti sport di resistenza, come la corsa su lunghe distanze e il nuoto. 
Quanto conta l'aspetto ludico nei tuoi allenamenti e gare? L’aspetto ludico nell’allenamento e nella gara è sicuramente importante, ogni tanto è essenziale perché non si può essere proprio sempre sotto torchio, ogni tanto quindi servono degli allenamenti duri, bisogna chiaramente come dire fare un lavoraccio, altre volte bisogna distrarsi e svagare, se no questo sport come penso qualsiasi altra attività non è fattibile. Molte volte quando mi aspetto un allenamento lungo cerco di farlo in compagnia di un amico e in dei posti che oltre a rispettare le caratteristiche della gara che mi aspettano siano anche piacevoli, a livello ambientale correre in mezzo a delle montagne che amo, luoghi belli in generale”. 

In uno sport duro e faticoso come la corsa in 
montagna protratta nel tempo ci vuole ogni tanto un po’ di gioco e amicizia per alleviare la fatica e per protrarre l’attività fisica il più a lungo. 
 
Come assimili i tuoi allenamenti importanti e le gare? “Rispetto ad assimilare gli allenamenti e le gare c’è sicuramente un piano studiato di programmazione si cerca di fare dei periodi di carico e altri di scarico e di avvicinamento e di allontanamento alla gara. In quest’ultimo fattore sono guidato dal mio allenatore”. 

È importante fare attenzione ai carichi di lavoro e agli opportuni recuperi fisici e mentali, avere un bravo allenatore aiuta a fidarsi e affidarsi ed essere tranquilli in quello che si fa, sapendo che produrrà ottimi risultati come sta dimostrando Riccardo. 
Hai un momento di meditazione o introspezione? “Non ho francamente dei momenti di meditazione o introspezione ma ogni tanto è necessario comunque trovare dei momenti di relax e io li trovo allungandomi semplicemente sul divano o a letto la sera leggendo un buon libro oppure durante la giornata facendo un giro tranquillo in bici, insomma fare qualcosa che mi piace che non sia faticoso che mi aiuti a rilassarmi”. 
 

La vita è ciclica, non si può sempre faticare ma è bene ogni tanto svagarsi e recuperare con altre attività piacevoli e rilassanti per riempire serbatoi energetici fisici e mentali. 
Quanto sono importanti l'abbigliamento e soprattutto la maglia della squadra che rappresenti? “L’abbigliamento utilizzato è sicuramente importante, oramai io sono nel gruppo Salomon da qualche anno e mi trovo molto bene e comunque utilizzo sicuramente degli abbigliamenti e delle scarpe che ho già provato in allenamento e che sono sicuro che non mi daranno problemi e che so che sono il più possibile adatti alle caratteristiche della gara che mi aspetta, è importante comunque essere all’interno di un team per trovare un po’ di sostegno anche da parte dei propri compagni pure in uno sport individuale come il trail e lo skyrunning”. 

È importante avere un abbigliamento adeguato, così come è importante far parte di un team dove ci si può confrontare, aiutare, sostenere. Il team Salomon sembra essere un grande t
eam sia per i suoi prodotti che per gli atleti che vi fanno parte. 
In che modo l'allenatore e i tuoi fan sono presenti in gara anche simbolicamente? “Rispetto al mio allenatore, in gara è un po’ come se tante volte riascoltassi le parole che mi ha detto nella fase di avvicinamento o il giorno prima stesso, spesse volte ripercorriamo insieme quello che mi aspetterà e questo mi aiuta ad affrontare la gara in modo deciso. Rispetto invece ai miei familiari, alla mia ragazza e a tutti gli altri amici e fan che mi seguono, sicuramente in diverse occasioni di una gara ripenso a loro come una grande motivazione che mi spinge a dare tutto perché so che loro credono in me e voglio cercare di renderli più felici possibile. Tante volte sono davvero presenti anche a livello fisico e sono super contento di ciò e penso di essere anche fortunato di avere un contesto di questo tipo che mi supporta tra la mia famiglia e la mia ragazza”. 

I
effetti l’atleta anche se è solo in gara, corre con i suoi pensieri e ha in mente tanti aiuti da parte di persone fidate come possono essere l’allenatore, amici, familiari che lo spingono a non mollare ma ad andare più forte soprattutto nei momenti più decisivi. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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