giovedì 27 agosto 2020

Vincenzo Santillo, ultrurunner: Il mio viaggio da Caserta a Terracina 2020 per 122 km

 Sono arrivato dove volevo con le mie forze e con la mia testa 
Matteo SIMONE

Psicologo, Psicoterapeuta 
 

Il mondo degli ultrarunner può sembrare assurdo, bizzarro, creativo gli atleti sono alla ricerca di lunghi percorsi per mettersi in gioco correndo a piedi e apprezzando momenti della giornata e luoghi che si attraversano pensando al proprio corpo, all’arrivo, ai propri familiari e amici che aspettano, fanno il tifo, incoraggiano, apprezzano. 
Di seguito Vincenzo racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Prima di un allenamento importante o gara quali sono le sensazioni corporee? Ho sempre sensazioni positive, io che corro tutti i giorniil giorno prima non corro mai, perché cerco di arrivare con la sete di correre 
Cosa senti e cosa vedi a livello corporeo e mentale? Mi sento liberare la mente dalle pesantezze della vita quotidiana, mi sento leggero sia fisicamente sia mentalmente 

La corsa di lunga distanza per tante ore di fatica per attraversare tanti luoghi per lunghi chilometri può sembrare pesante e faticosa, in realtà per tanti procura leggerezza, libertà svago, lontano da problemi e pesantezza della quotidianità e a volte routine quotidiana. 
Come ti focalizzi in quello che fai su te stesso e sull'ambiente? La corsa come la vivo io mi fa avere un forte impatto col mondo esterno e con la natura. Io con le mie gambe attraverso città di mare, di montagna, di campagna, anche perché io corro quasi sempre di notte quando tutto tace tranne i suoni della natura e a volte mi sento al centro del mondo” 

Per chi è al di fuori del mondo dello sport di endurance come l’ultramaratona può arrivare a pensare che gli ultrarunner siano persone bizzarre, a volte ai limiti della psicosi, lontani dalla realtà, ma la loro esperienza che appare delirante è molto ricca di sensazioni ed emozioni forti ma significative. 
Si fanno viaggi fisici e mentali, si superano dolori e sofferenze. Si attivano desideri e sfide da compiere e portare a termine, portando a casa insegnamenti di vita e nuove scoperte e consapevolezze. 
Quanta importanza dai alle sensazioni del cuore in quello che fai? “Io corro soprattutto con il cuore, il cuore è il movente di ogni mia uscita, perché la corsa per me non è cronometro, scatti e ripetute”.  
Come riesci a mettere da parte qualsiasi distrazione nei momenti importanti?Quando corro mi estraneo da qualsiasi cosa, cerco di godermi quello che vedo attorno a me e quello che mi aspetta alla meta 

Sembra che Vincenzo quando corre si metta al nudo diventando trasparente e autentico rispetto i suoi sentimenti e i suoi pensieri che lo denotano come una persona molto sensibile e generoso. 
Quanto conta l'aspetto ludico nei tuoi allenamenti e gare? “Correre senza un cronometro fa  che il divertimento è il movente del mio allenamento… Chiacchiero, canto, faccio dirette sui social, mi fermo a mangiare, a bere birra a fare foto”.  
Come assimili i tuoi allenamenti importanti e le gare? Per me è talmente uno stile di vita correre che non ho bisogno di assimilare gli allenamenti o le gare, è come un gesto quotidiano come lavarsi la faccia, farsi un caffè, andare in bagno”. 

Lo sport non è solo fatica ma anche svago, anzi più è difficile l’allenamento o la gara e più importante è trovare motivazioni attraverso distrazioni, umorismo, svago, gioco. Più si è spensierati e meno si sente la fatica e più si va lontani e si riescono a fare tanti chilometri per portare a termine sfide, allenamenti e gare importanti. 
Hai un momento di meditazione o introspezione? “Sono molto concentrato a preparare con cura lo stretto necessario che metto nel mio zainetto per non farmi mancare nulla nei miei lunghi viaggi, questo è il mio momento di meditazione”. 
Quanto sono importanti l'abbigliamento e soprattutto la maglia della squadra che rappresenti? Ogni volta che faccio i miei lunghi viaggi la canotta societaria la indosso con orgoglio, rappresenta la mia città dove sono nato, Marcianise, ma soprattutto perché la mia squadra per me è una famiglia”. 

Molto interessante, pare che Vincenzo attui una meditazione pragmatica, cosa ho bisogno in questo momento? Cosa ho bisogno per il lungo viaggio? 
E allora senza perdere tempo si provvede ad attrezzarsi per far sì che tutto vada liscio senza conseguenze negative soprattutto grazie alla tanta esperienza del passato dove si impara tantissimo sbagliando ma portando a casa sempre ricchi insegnamenti. 
Soprattutto quando ci si prepara per un allenamento o gara importante è importante il pensiero alla squadra che rappresenta un gruppo, una famiglia che tutela e sostiene e quindi la maglia è il simbolo che collega l’atleta che fatica con gli amici che restano a casa seguendo l’attività impegnativa sui social o qualcuno anche dal vivo per brevi tratti. 

In che modo l'allenatore e i tuoi fan sono presenti in gara anche simbolicamente? “Non ho allenatori, il mio allenatore è la mia testa. Per esempio quando ho deciso di fare questo viaggio di 122 km ho organizzato il mio zainetto, ho comunicato ai miei amici quest'avventura, ho pubblicato il percorso e per strada ho avuto dimostrazioni di affetto da tante persone. 
Chi mi ha portato da bere, chi da mangiare, venendo anche da lontano, chi mi ha aspettato con la macchina per farmi rinfrescare un po' il viso, cambiarmi la maglietta e chi come la mia compagna di vita, Zagara Arancio, che mi ha accompagnato sia per i primi 42 km e per gli ultimi 3 km di salita fino a sopra il tempio di Giove Anxur”.  

Belle le parole di Vincenzo che attraverso questo sport considerato estremo è a contatto con tanta gente che accorre in suo aiuto ma anche solo per salutarlo e che gli permette di conoscere tanti luoghi attraverso la fatica. Interessante come la sua testa riesca ad allenarlo per le sue imprese, riesca a metterlo in moto per tanti chilometri con motivazioni e tanta passione che gli permettono di portare a termine ciò che si prefigge di fare. 

Di seguito Vincenzo continua il suo racconto della sua recente impresa: 

È stata un'esperienza bellissima. 122 km da Caserta fino a Terracina con partenza a mezzanotte e arrivo alle 14:30 con un caldo pazzesco di una giornata di agosto, perché la follia sembra l'unica via per la felicità. Questo è un motto che mi ha sempre rappresentato da quando ho scoperto la corsa.  Le decisioni vanno prese subito, senza pensare troppo ed è così che in 2/3 giorni ho detto io vado.  

Erano giorni che pensavo a quelle strade, bene o male ogni anno ci sono stato a mare da quelle parti, ma quest'anno era impossibile andarci perché diciamo così, a macchine io e Zagara siamo messi male😵😞. L'unico modo era o un mezzo (pullman o treno) o a piedi 🏃. Volevo ritornare in quei posti, però volevo godermi il viaggio al 100% e in assoluta autonomia e in più volevo mettere il fisico e la testa a dura prova e alla fine tutto è riuscito. 

Partiti a mezzanotte come da programma da Caserta via Sicilia, io e Zagara tra la movida notturna, ragazzini ubriachi e drogati che corrono come pazzi nelle auto. Mentre corriamo i primi km tra la città e la Nazionale Appia qualche sfottò, facce sorprese e risate da parte di questi bimbiminkia 🤦‍♂️.
Arrivati all'altezza di zio Tom c'è Pacolandia Elloco ad aspettarci con tutto lo staff, un breve video e un breve saluto e si riparte. Via sempre di corsa verso la parte più pericolosa, da Capua per Santa Maria la Fossa, Grazzanise, Cancello ed Arnone. A Capua c'era il nostro angelo custode notturno, Antonio Miele (l'amico che c'è sempre) senza di lui questa impresa non poteva proprio iniziare, ci ha seguito passo passo per quelle strade di campagna fino alla Domiziana dove Zagara si è fermata dopo 40 km. Antonio e Zagara ritornano a casa e io riprendo. Una Domiziana totalmente al buio con tanti extracomunitari ad aspettare lo sfruttatore che veniva a prelevarli per una dura giornata di lavoro con volti spenti. Camion e auto che sfrecciavano, io pieno di luci come un albero di Natale 😁🙄 procedevo piano piano. 
L'alba si incomincia a vedere verso Baia Domizia. Un nuovo giorno mi attende, un giorno caldo, un giorno pieno di emozioni, un giorno indimenticabile.  Durante il tragitto mi sento chiamare, un amico della mia società, atletica Marcianise, Peppe Marino. Dopo tanto buio e tanta solitudine vedere una persona che conoscevo mi ha dato carica e dopo un po' incontro Pasquale Gionti che in sella al suo scooter andava anche lui a Terracina.
Arriva una chiamata, era Carmine Spaventa, mi raggiunge e mi porta acqua fresca e una crostata di fichi buonissima. Che bello che è stato 😍.  Ponte del Garigliano, lascio la Campania e vado nel Lazio, mi sentivo benissimo, Minturno, Scauri e poi l'arrivo a Formia… Stupendo, dalla rotonda un traffico esagerato e io che procedo a piedi guardando il mare, con gli occhi pieni di gioia😄😍💕 
Arrivo a Gaeta con una fame da lupi. Mi siedo e mi compro una pizza🍕 acqua fresca e riprendo. Il mare visto da quella strada è bellissimo, si vede il faro vecchio di Gaeta, tutte le persone al mare. Troppo bello. Le temperature sono già alte, l'asfalto è bollente e bevo tanta acqua. Arrivo alla Piana di Sant'Agostino e c'è Antimo e Lorenza Piccolo ad aspettarmi. Ristoro con taralli, parmigiano e Peroni, mi siedo facciamo quattro chiacchiere e riparto 🏃💪❤. La galleria con gli archi. Bellissima😍😍 ma dopo tanta bellezza c'è la paura 😱. Le macchine sfrecciano, mi bussano, avverto molto pericolo, ‘cuoncio cuoncio’ proseguo. Arrivano le ore calde le salite e discese, verso Sperlonga, la puzza di catrame io che gocciolavo, l'acqua calda. Un inferno 😖😖Superato Sperlonga sulla via Flacca arriva il mio Angelo custode. Nicola Forchia 😍❤.
Da Latina mi ha raggiunto per assistermi. Una borsa frigo che c'era di tutto, birra Peroni, acqua panini e pizzette … Il paradiso all'improvviso 😍❤. Nicola mi scorta sul tratto più duro. La via Fiacca con auto e camion che passavano era un forno, non c'è ombra in quella strada. Sole, Sole ‘maitant’ Sole 😖😖 
Dopo un po' arriva da Caserta con il treno lei ❤❤❤❤ Zagara. Il cuore mi batte a mille e arrivo a Terracina. Appena entrato in paese c'è un panorama bellissimo, mare a sinistra e monti a destra, alzo la testa e sulla cima vedo il tempio di Giove… Che emozione . Gli ultimi 3 km in salita li faccio camminando mano nella mano con Zagara, come avevamo deciso. C'è un panorama stupendo io e lei a raccontarci le nostre emozioni e sensazioni della giornata. Ci raggiunge anche Carmine Visone in bicicletta, con acqua fresca e frutta . Arrivati al tempio era chiuso, ma questo non dà importanza perché sono arrivato dove volevo con le mie forze e con la mia testa, ma la cosa che ancora oggi non riesco a credere è stato tutto l'affetto ricevuto durante questi km, niente di organizzato tutto fatto con il cuore  grazie ragazzi, vi voglio bene.  
Chest’ è 122 km in 14 ore e 30 minuti.  
Il racconto non sarà scritto in un italiano corretto, ma spero che riesca ad arrivare al cuore e far capire a molti di come vivere questo magnifico sport. 
#kmmaitant #CasertaTerracina #122km 
Questo è stato il mio viaggio da Caserta a Terracina per 122 km”. 

Molto interessante questo racconto romanzato di Vincenzo dove spiega la ricchezza di un percorso a piedi attraverso il giorno e la notte attraversando strade, ponti e gallerie con l’assistenza di tanti amici che coccolano e sostengono durante il ungo viaggio di fatica. 
Un grande progetto improvvisato in pochi giorni con la complicità della sua amata, l’ultrarunner Zagara che lo accompagna per la prima parte e lo accoglie l’ultima parte per incoraggiarlo all’inizio e per assisterlo nel finale. Questa è una grande storia di un semplice ultrarunner innamorato della fatica e della vita semplice. 
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

2 commenti:

Unknown ha detto...

Orgoglioso di essere tuo Amico!!!!

fabrizio severini ha detto...

Vincenzo campione vero nello sport e nella vita
orgoglioso di aver corso con te

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