Non ho mai mollato l’attività
fisica perché è solo gioia per me e adoro la montagna
Psicologo, Psicoterapeuta
Non c’è un momento migliore per dedicarsi a uno sport, non c’è un’età per dedicarsi al trail, non c’è una condizione migliore per partecipare a gare di ultra trail.
Non c’è un momento migliore per
dedicarsi a uno sport, non c’è un’età per dedicarsi al trail, non c’è una
condizione migliore per partecipare a gare di ultra trail.
Si è sempre in tempo
a mettersi in gioco con passione e volontà, con proprie modalità e tempi di
percorrenza.
Di seguito Claire del team “Born To Run”, racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Ti
sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Si, quando ho finito il mio primo trail
di 38 km”.
Qual
è stato il tuo percorso nella pratica dell’attività fisica?
“8 anni di danza classica ad alto livello
e poi ginocchio ‘spaccato’ e dunque ho smesso ma ho sempre continuato a fare
sci alpinismo e tante gite in montagne e mi sono dedicata al trail a 44 anni
dopo due protesi alle anche (il più lungo fino adesso è stato l’80 km
dell’Adamello)”.
Questa intervista risale a gennaio 2017,
successivamente il 18-19 agosto 2017 Claire
ha portato la “Long Tour des 4 Massifs" (UT4M) di 95km trail.
Ci sono fasi e
tempi per fare qualcosa e altri momenti per fare altro che appassiona e fa
sperimentare benessere nonostante la fatica, nonostante le difficoltà.
Quali
fattori hanno contribuito al tuo benessere? “Gli allenamenti in montagna”.
Nello
sport chi ha contribuito al tuo benessere? “Mio marito, appassionato di ultra trail e di
corsa”.
Il marito di Claire, Yves Waroquier
dello stesso team “Born To Run” ha portato a termine tante gare di ultratrail,
tra le più dure: il 'Tor des Géants - 330 km Endurance Trail' della Valle
d'Aosta, l’Adamello Ultra Trail 180 km, La Grande Corsa Bianca (ITA) 160km.
La
montagna è bella e appassiona le persone a immergersi nella natura raggiungendo
luoghi lontani e difficili partecipando a gare considerate estreme della durata
di più giorni.
Quale
tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare?
“Ho sempre finito tutti i trail, anche se
quasi sempre ultima perché devo un po’ stare attenta in discesa per le mie
protesi”.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
“Che sono coraggiosa”.
Un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Durante l’Adamello mi sono ritrovata in
una discesa spaventosa all’una del mattino con una ragazza e un ragazzo
italiano, siamo caduti parecchie volte ma che ridere, la ragazza mi ha detto: 'ma tu hai fatto 1000 km per subire questo?'.”
Claire appare davvero molto resiliente e
coraggiosa, nonostante le sue difficoltà dovute alle protesi si impegna
partecipando a gare lunghissime considerate estreme e le porta a termine senza
fretta ma godendosi l’esperienza di fatica e di relazioni con le persone che si
incontrano durante i lunghi percorsi.
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che ho un ‘mentale’ proprio forte”.
Quali
capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere?
“Direi il ‘mentale’ e la resistenza (sono
lentissima ma non mollo mai)”.
Soprattutto nelle gare di ultra trail ci
vuole un aspetto mentale molto solido per andare avanti lungo percorsi
difficili e scomodi, dove si rischia di cadere o perdersi.
Che
significa per te praticare attività fisica? “Un benessere straordinario per il corpo e la
mente e non annoiarsi mai, grande amicizia con altri appassionati (sempre nuovi
obiettivi)”.
Quali
sensazioni sperimenti facendo attività fisica?
“La felicità, la grandissima fatica, la
soddisfazione dell’arrivo”.
Lo sport non è solo fatica ma è vivere
l’esperienza qualunque essa sia dove è possibile apprendere tanto, dove vi è la
consapevolezza che si può fare tutto con passione ed entusiasmo, dove è
possibile rendersi conto che una volta arrivati si è felici, si gioisce, si è
soddisfatti e si ringrazia se stessi per aver avuto il coraggio di affrontare
la paura e la fatica.
Quali
sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi prestare attenzione nel tuo sport? “Devo stare attenta a non cadere in modo
brutale per le protesi, dunque in discesa sono molto prudente e dunque lenta
perciò ‘combatto’ sempre con i cancelli orari e dunque è molto stressante”.
Quali
condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell’attività
fisica? “Le protesi e
il fatto che in Belgio non abbiamo le montagne per allenarci, dunque facciamo
avanti e indietro su delle salite di massimo 140 m”.
Per ogni impedimento si può trovare
sempre almeno una soluzione per coltivare propri interessi e portare avanti
proprie passioni.
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare attività fisica?
“Non ho mai mollato l’attività fisica perché
è solo gioia per me e adoro la montagna”.
Un
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi all’attività fisica? “La gioia di sentire il corpo bello e sano,
la gioia di condividere con gli altri una passione comune”.
Sono tanti i vantaggi dello sport, soprattutto uno sport in montagna a contatto con la natura.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Si, per la forza mentale e per quando si è
infortunati e bisogna smettere per un certo tempo lo sport”.
Sogni realizzati e da realizzare? “L’80 km dell’Adamello, l’ascensione del
Gran Paradiso poco dopo l’operazione delle protesi e da realizzare: da due anni che tento il 120 km del GRP (Grand raid des Pyrénées) ma il cancello mi ferma a, più o meno, 100 km (siccome sono troppo lenta, non riesco a riposare neanche per 10' e dopo 30 ore di corsa, crollo letteralmente ma non mollo. Quest'anno ho preso un 'coach' per provare a essere un po' più veloce è nel 2021 ci riprovo di nuovo😀(ero inscritta quest'anno ma la corsa è stata annullata per covid), grazie mille, Claire".
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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