La corsa mi ha aiutata anche nella
vita privata e nel lavoro, mi ha resa migliore
Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta
Lo sport cambia le persone, le rende più consapevoli, più in contatto con i propri bisogni ed esigenze, più felici e resilienti, più sani, forti, fiduciosi e meno paurosi.
Di seguito Eleonora racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella
pratica dell'attività fisica? “Ho fatto sport da
bambina (ginnastica artistica) ma solo dai 6 ai 9 anni. Poi più nulla fino ai
38 anni quando ho smesso di fumare ed ho cominciato a ‘corricchiare’ a Villa
Borghese”.
Che significa per te praticare attività
fisica? “Per me la corsa è vita, senza mi sento un po'
spenta, la corsa mi ha aiutata anche nella vita privata e nel lavoro, mi ha
resa migliore”.
Lo sport si può praticare per gioco, per
stare con altri, per apprendere dall’esperienza, ma a volte diventa un caro
amico sempre vicino che supporta la persona nelle scelte difficili e nelle
situazioni di vita da gestire, affrontare, superare.
Villa Borghese sembra essere un ottimo
luogo di allenamento dove si incontrano parchi, fontane, statue, volatili,
salite e discese. Un ottimo luogo dove il tempo scorre, così come scorre il
tempo e la fatica, concludendo ogni sessione di allenamento da soli o in
compagnia con la consapevolezza di aver vissuto un breve momento della giornata
in pace con sé stessi e con il mondo.
Mi capita di correre a Villa Borghese ed
è questo che sperimento visitando un polmone di Roma e allontanandomi verso
Piazza del Popolo e Piazza di Spagna dribblando turisti, passanti, lavoratori.
Nello sport cosa ha contribuito al tuo
benessere e/o performance? “Per me che ho fumato per gran
parte della vita (dai 12/13 ai 38) è proprio lo sport che mi ha aiutata a
sentirmi meglio fin da subito, poi col tempo la cosa che più mi ha fatto stare
bene è stato l'allenamento e anche adesso”.
Cos'hai scoperto di te stessa nel
praticare sport? “Ho scoperto che sono stata come
anestetizzata per molti anni (forse il tabagismo? Boh!) e adesso grazie alla
corsa sono più viva che mai”.
La pratica dello sport ridà vita sana
alle persone, dà un’altra opportunità di essere al mondo, fa sperimentare
benessere e consapevolezza corporea e mentale incrementando fiducia e speranza.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei familiari non capiscono molto
cosa mi spinga a correre tutti quei km e quindi mi credono un po' ‘strana’. I
miei amici podisti comprendono appieno cosa significa correre e quindi mi
considerano semplicemente una di loro. Per gli amici ‘non podisti’ sono una
specie di Wonder Woman”.
Cosa spinge le persone a fare sport? Ho
scritto un libro con questo titolo molto interessante che spiega cosa motiva le
persone a fare sport, a correre tanti chilometri, a faticare, sudare, a volte
soffrire cercando sempre di arrivare al traguardo.
Un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “Ho iniziato a ‘corricchiare’
nel 2013 e nel 2015 ho partecipato ad una mezza maratona sul Gargano a Cagnano
Varano. La cosa per me incredibile è stata sia arrivare terza assoluta ma
soprattutto all'arrivo sono stata chiamata da una dottoressa incaricata di fare
il test per il doping alle prime 5 donne. Quindi mi sono trovata, un po'
incredula ma divertita, in una stanza con le altre ad aspettare il mio turno
per fare questo test. Situazione che magari pochi atleti hanno vissuto
nonostante anni di esperienza e invece a me è successo”.
Lo sport permette di fare esperienze
strane e bizzarre, ci si allena per partecipare a gare cercando di fare del
proprio meglio e a volte si è premiati per l’impegno e il coraggio. Il Gargano
è zona mia essendo di Manfredonia e a Cagnano Varano ho partecipato anch’io a
una 50km nel 2014 e alle 2 edizioni della 100km nel 2015 e nel 2019,
organizzate da Pasquale Giuliani. Posti fantastici e naturali con panorami sul
mare fino a intravedere le bellissime Isole Tremiti.
Quali capacità, caratteristiche, qualità
possiedi nella pratica del tuo sport? “Secondo me la cosa
che mi contraddistingue è che mentre corro, soprattutto le lunghe distanze,
riesco a non pensare alla fatica ma sono capace di avere pensieri positivi nei
momenti duri”.
Quali sensazioni sperimenti facendo
sport? “Durante l'allenamento soffro un po' la noia
anche cambiando percorsi, distanze, ecc. In gara mi diverto molto di più, mi
piace vedere posti nuovi e parlare con le persone mentre corro”.
Le corse a piedi di lunga di distanza
sono contraddistinte da fatica che può fermare l’atleta, può essere considerata
troppa al punto di essere tentati dal fermarsi ma se si è esperti, se si riesce
a distrarsi e apprezzare tutto il resto che dà l’ultramaratona, tutto ciò che
restituisce la fatica, allora vi è la consapevolezza che vale la pena faticare
perché diventa un investimento in termini di riuscita e di fiducia in sé stessi
quando si riesce a portare a termine la lunghissima gara.
Nello sport a cosa devi prestare
attenzione? Quali sono le difficoltà e i rischi?
“In allenamento ho capito che devo stare attenta al cosiddetto
‘superallenamento’ perché' tendo a correre tutti i giorni e quindi devo
monitorare il mio stato spesso. In gara ho qualche difficoltà a gestire
l'idratazione”.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti
ostacolano nello sport? “La cosa che più mi blocca è il
freddo! Fortunatamente a Roma non fa mai freddissimo però tendo a coprirmi
troppo e se faccio gare in inverno sono molto ansiosa per questa cosa”.
È importante essere sempre più
consapevoli di ciò che si fa e come lo si fa. Bisogna essere sempre presenti a
sé stessi, fare attenzione a quello che si fa e come lo si fa per non rendere
ogni cosa automatica e routinaria ma cercare sempre stimoli in ogni cosa, voglia
di essere e di fare per star bene, per sperimentare sensazioni ed emozioni
piacevoli, per raggiungere obiettivi sfidanti e stimolanti.
Cosa ti fa continuare a fare attività
fisica? Hai rischiato di mollare? “Avendo iniziato
solo 7 anni fa me la voglio godere ancora per un bel po', non ho pensato di
mollare proprio perché' è relativamente poco che corro”.
Ritieni utile lo psicologo nello sport?
Per quali aspetti e in quali fasi? “Credo che lo
psicologo dello sport potrebbe aiutarmi a superare dei miei limiti come la
paura del freddo o la paura della velocità (vado in ansia quando devo fare le
‘ripetute’)”.
Quando si riesce a trovare qualcosa che
fa star bene, è impensabile decidere di mollare ma si cerca di fare sempre
meglio, di scoprire sempre qualcosa che possa dare più benefici o meno disagio,
è una ricerca continua che si può fare da soli o con amici o a volte anche con
professionisti che possono trovare soluzioni a problematiche più o meno gravi.
La paura si può accettare, si può
affrontare, si può gestire, si può superare. Ci sono tanti metodi e tecniche da
poter provare a iniziare dal respiro, dalla consapevolezza corporea,
meditazione. Si può controllare corpo e mente. Si può partire da una
respirazione addominale diaframmatica, si possono abbinare visualizzazioni.
Per quanto riguarda il freddo si può
correre ai ripari prevenendo il freddo coprendosi a strati, a cipolla, in modo
da potersi scoprirsi e ricoprirsi velocemente e facilmente e aiutarsi con
immagini mentali che possano aiutare a riscaldarsi o comunque a stare con il
freddo che non sarà per sempre ma passa per esempio andando un po’ più veloci,
ingerendo bevande o cibi non freddi, coprendosi.
Per quanto riguarda la paura delle
“ripetute”, si può partire dal cambiare il nome in “variazioni di ritmo” dove
si corre alternativamente a ritmi più veloci e più lenti, così come è la vita
dove a volte si va più lenti e altre volte più veloci, recupero e lavoro,
lentezza e velocità, fatica e riposo.
L'evento sportivo della tua vita dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “Penso il mio primo
‘Passatore’! Sono stata, non so quanti mesi, con il sorriso perenne per la
felicità di avercela fatta”.
La tua situazione sportiva più
difficile? “Senza dubbio lo stop causato dalla sciatica e
non riuscire a curarmi e a riprendere a correre per alcuni mesi”.
Lo sport di endurance come le
ultramaratone fanno comprendere che nello sport come nella vita ci sono gioie e
dolori, si riescono a fare cose grandi e preziose ma a volte c’è sofferenza e
dolore, importante è saper stare con quello che c’è proprio in quel momento e
andare avanti.
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “All'inizio non accettavo proprio il
‘non’ poter correre, poi mi sono rassegnata, quindi non è che l'ho proprio
superata la cosa”.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per
farli avvicinare allo sport? “Lo sport rende più
forti e sicuri di sé, ci rende ‘migliori’ e migliora la qualità della nostra
vita in pochissimo tempo”.
Ogni stop, ogni impedimento è
un’opportunità di apprendimento, è una lezione di vita. Anche questo è un
vantaggio dello sport. Accettando, gestendo, risolvendo e andando avanti si
diventa più forti e sicuri, motivati, positivi e propositivi.
Hai un riferimento? Ti ispiri a
qualcuno? “No, non ho un atleta a cui mi ispiro però ho
conosciuto in gara molte belle persone da cui ho tratto insegnamento”.
Quale esperienza ti può dare la
convinzione che ce la puoi fare? “La sicurezza nelle
mie possibilità conta molto e ho capito in gara quanto è importante credere in
me stessa”.
Partecipare a gare di ultramaratone è
un’opportunità di approfondire la conoscenza di sé stessi e degli altri, fa
incontrare amici e fatica, incrementa fiducia in sé e resilienza.
Una parola o una frase che ti aiuta a
crederci e impegnarti? “Spesso in gara mi dico ‘Panta rei’, soprattutto quando sto soffrendo”.
Prossimi obiettivi e sogni realizzati e
da realizzare? “Posso dire che in soli 7 anni ho
corso molte gare bellissime che non avrei mai pensato di riuscire a correre e
per il futuro vorrei provare a correre distanze maggiori magari andando anche
all'estero a cercare gare più lunghe”.
Passa la fatica, passa la sofferenza,
tutto scorre e resta la consapevolezza di avercela fatta anche questa volta
nonostante tutto e la voglia di alzare sempre più l’asticella per sentirsi vivi
con progettualità che accrescono l’entusiasmo e la voglia di fare.
Come ti vedi a 50 anni?
“Mancano solo 5 anni quindi spero di essere come ora solo un pochino più
saggia”.
Quanto credi in te stessa?
“Ogni giorno di più”.
Ogni allenamento, ogni gara è una
mattonella per accrescere fiducia in sé e sicurezza in quello che si è e in
quello che si fa.
Come hai scelto la tua squadra e con
quali intenzioni? “Ho scelto ‘Podistica Solidarietà’
per la mission che ha e perché volevo sentirmi parte di qualcosa di bello”.
Un messaggio per le donne del mondo?
“L'unica cosa che mi sento di dire è che 'Tutte possiamo farcela', anche quando
sembra il contrario, basta crederci”.
“Podistica Solidarietà” è una grande
squadra di atleti e di persone che si occupano e si preoccupano anche di altri
in condizioni di disagio aiutando in qualsiasi modo con beni di necessità,
anch'io ne faccio parte per la sezione ciclismo e successivamente mi iscriverò
anche alla sezione triathlon.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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